#- ' % : M Jl '- ? «Sif ^^ 0] IL POLlFll» VIA BORCONLOVO 3 MILA>0 ^ q^reasure'Room . ^ DELLA RAGION DISTATO LIBRI DIECI, Con Tre Libri delle Cauje della GrandeXz^a , e IAagmficen\a delle Citta DI GIOVANNI BOTERÒ SENESE. ALL'ILLVSTRIS. E RE VERENDIS. SIG. IL SIC VOLFANGO TEODORICO, Arciuefcouo, ePrencipe di Salczburg.&c, C 0 'N P'R^l V I LE GÌ. IN VENETIA, APPRESSO I GIOLITr. M. X>. LXXXIX. wmKh ALUILLVSTRISSIMOi E REVERENDIS. SIC MIO OSSERVANDIS. IL SIC. VOLFANGO TEODORICO, ARCIVESCOVO, E PRENCIPE DI SALCZBVRG.&c. VESTI ^^^i adie" tro y per diuerjè occor-- renT^y parte mie^ par- te de gli amici ^ e di T^adroni^ mi e conue- nuto far 'varìj ^iao-- gi y e praticare, pm di quello che io haurei coluto , nelle (orti di Re y e di Prencipi grandi, hor di cjua , hor di là da monti : Doue , tra l'altre cofe da me ojìeruate , mi ha recato fomma merdtii-- -k ij gita glia il fentire tutto Udì mentouare Ragione di Stato, et in cotal materia citare bora Ni- colò (i^Tachi anelli , bora Cornelio Tacito ; quello .perche da precetti appartenenti al go- uernOy^ al reggimento de popoli yquejlo, per- che efprime imamente l'arti ujate da Tibe^ rio Ce far e, e per conjeguire.eper conjeruar- fi nell'Imperio di Roma , Mi par uè poi co- Ja degna fgia ch'io mi trouauo benejpejjò tra gente :, che di si fatte cofe ragionaua) ch'io ne fapefi anco render qualche conto : Cofì mejfomi a dare 'vna /cor fa ali ^uno , ^ al- l'altro Autoreytrouaiychein fomma il Ada- chiauelli fonda la Ragione di Stato nella po- ca confcienT^ , e Tiberio Ce/are palliaua la tirannia , e la crudeltà (uà con i^na barba. rifima legge di maeHa^e con altre maniere y che non jarebhono Jtate t olerete dalle piti ui- li femine del mondo , non che da' Romani , Je C.Cafio non fojfe fato l'ultimo de' Ro- mani . Si che io mi merauigliauo grande- mente y che ^ri Autore co fi empio ^ e le ma- niere cofi maluagie d'un tiranno fojfero Hi- mate tanto ^ che fi tenefero quafi per nor- ma , € per idea di quel , che fi deue farc^ nell'am- fteltamminiftr attonite netgouerno degli Sta-- 4i. Ma queì.che mimoueua non tanto a me-- Tauiglia , quanto à fdegno fi era d vedere^ che cofi barbara maniera di gouerno fojfe ac^ ereditata in modo^ che fi contraponeffè sfac. €Ìat amente aRa legge di D tonfino a dire, che alcune coje fino lecite per ragione di Stato, ^Itre per confiienz^a : Del che non fi può dir cofa , ne più irrationale, ne più empia: "conciofiiache chi fittrahe alla confiien^a la fua giuridittione ^niuer fiale di tutto ciò , che fafik tra gli huomini , sì nelle co [e public he , come nelle priuate ^moflra che non haue ani- ma, ne Dio. Sino alle befìie hanno 'vno iflin- to naturale , che le (finge alle cofi ^tili , e le ritira dalle noceuolt : ^ il lume della ragio^ ne,el dettame della confiien^a^dato all'huo- mo per faperdifiemere il bene, el male , fi- ra cieco ne gli affari pub liei, diffèttofi ne cafi d' import anz^a ? Spinto io , non so fi da fidegno , o da T^lo , ho più 'volte hauuto animo difiriuere delle corruttioni introdotte da costoro ne gouerni,e ne confiigli de' Pren- cipi;onde hanno hauuto origine tutti gli fian- dali nati nella Chiefia di Dio,, e tuttii difiuiff -' ■ -.^ i^ iij hi hi della Chriftianttà, Ma il cÒJiJìderar por^ chei difcorfimtet circa le corruttioni non ha-' pierehbono credito y ne autorità ^fe prima m -ncn dimoprajti le 'vere , e le reali maniere ^ che deue tenere ^vn Prencipe , per diuentr grande , e per gouernare felicemente t fuoi popoli'^ diferendo ojuel primo penfero adaU tra tempo y mi fon mofò à diffegnare alme^ no il fecondo y in queHt Libri della Ragion di Stato y ch'io mando a V. Siq, lUufrif Lo Jirepito della Corte y e gli oblighi della ferui^ tu( oltre la deb oleica dell* ingegno miojfan-r no y e hi IO non ofidt dir d'hauerlo pure in par ^ te colorito , non che incarnato : lAa defiddr rando pure y ckeglt 'vada per le mani degli huomini con qualche ornamento maggior di quello y che ha riceuuto da me -, io ho prefà ardire d 'honorarlo col chi ari fimo nome di V. Sig, lUuHrif, conciofiache (per non din niente dell* antichità dell^ ampli f ima (^afk fua y de titoli y e dignità Ecclefaftiche ^ & fecolariyche l'hanno in ogni tempo adornata',, del ualor fingolare delSig.fuo Padre nell'im pref militari • della fomma autorità del Stg^ Cardinale di aAltempsfiiO Zio nella Chieft, Chri^ ChrìHiana) io non poteuo ritroùar Trènci^, My che,o maggior notitia hauejje de He cefi di. Stato , h più Je ne dilettajfe , ò con maggior jinno y e gmdicio le maneggiajfe y e riduce fi (è in atto . ha Diuina Alaejìa ha dato a %J, Sig, IHuflrifi, 'vn'amplifiimo , e rtcchifi' mo StatOy e spirituale y e temporale: nelqual ejfa y nel fare deli* età Jua y regge con tanta CiuHitia y e Ti^igione i Juoi popoli , e tem- pera in tal maniera la Jeuerità con la piar ceuoléXz^a , e le maniere grandi con le gen- tili-^ che ne e del pari^ e temuta y ^ amata. _ Congiunge con si rara farina la folle cit udì-, ne di Pajìore con la grauità di Prencipe , che con quella cagiona 'Vna fimmarmeren- l^a ne' fudditi ^erfo lei, e con quejia meraui- gliofa riputatione prefo tutti . Si porta fi- nalmentè in ogni attion fua in modoy che fa dubitare qual grado fia da lei con più digni- tà mantenuto , di Prencipe y ò di Prelato . Io mi confido^ chele ragioni yC he hanno mojjò me ad inuiarle y^ a dedicarle quefle mie pie e iole fatiche j moueranno anche ZJ. Sig. lUuftriJÌ. ad accettarle y ^ a gradirle con la magnanimità , e cortefia y che è propria i< iiif di di lei . La haffeX^a della co/a , che haureh^ he forfè ritirato altri , fa chi io Vapprefenti. à lei con maggior ficureT^ della grafia Jua'» Conciofiache egli e cofa da Prenctpe grande (imitando in ciò ValtifSimo Dio) l*tnalz^ar le cofe baffi ^ e l'aggrandir le pie e io le con la benignità , e col fauor fuo . Supplico il Sig:. Dio per la piena contentezza dt V.Sig.IUu-^. flrifs. e le bafcio humilifs imamente la mano^ Di Roma It X dt Maggio M. D. LXXXlXi Di V. Sig, lUuJlrifs, 0* Reuerendifs. HumilifsimOy^ deuotifs.feruidore' Ciouannì Boterà . ^:hZMÉÀMM TAVOLA DELLE PRINCIPALI MATERIE. CHE SI TRATTANO NE* DIECI LIBRI DI RAGION DI STATO. NEL LIBRO PRIMO. H E cofa fia ragion di Stato . à car. r Diuiììone de' Domini; , t Diuifiòne de' fiidditi . f Delle caufe della rouina de gli Stati . ^ Qual fia opera maggiore raggrandire ^ ò confcruare uno Stato . *- % Quali Stati fiano più durabili , i grandi , ò i mezani . à carte 7 ir 16 18 20 22 22 24 »4 25 5^ i piccioli. Quali Stati fiano più durabili gli uniti , ò i difuniti. De' modi di conferuare. Quanto fianecefTariaJ'eccellenza delia uirtù nel Prencipe . Di due forti dell'eccellenza della uirtù d'un Prencipe . Quali uirtù fiano più atte a partorire amore, e riputatione , Della Giuftitia.' Due parti della Giuftitia Regia . Della Giuflitia del Re co* fudditi. DellaGiuftitia tra fuddito , e ruddito ► De' Miniftri di Giufliitia . Del contenere i Magiftrati in vfficio » AuuCKti- TAVOLA. Auucrtimenti nel far Giuftina . 5 9 Della Liberalità . 42 Del liberare i bifognofi da miferia. 42 Del promouer la uirtù . 4f Auuertimenti per la Liberalità . 47 NEL LIBRO SECONDO. DElla Prudenza. 4^ Delle Scienze atte ad affinar la Prudenza . 5 o Della Hiftoria. 5^ Della notitia delle nature, e deirinclinationì de' fudditi . 5 6 Del Sito. 56 Capi di Prudenza . 60 Della Secretezza. 67 De' Configli. ,^ ^ If 70 Del non far nouità . 72 pel Valore . 74 Pe* modi di conferuar la riputatione . 76 Di quei Prencipi , che per grandezza di riputatione fono flati . detti Magni, ò Sauij. 8a De Saul). 88 £)elle uirtiì conferuairici delle cofe fudettc , 89 Óella Religione . ^9 Modi di propagar la Religione . P4 Isella Temperanza , 98 ; NEL LLBRO TERZO. DE L L E maniere di trattenere il popolo . 10^ Dell'imprefe honorate, e grandi . 107 Dell'imprefè di guerra . I05> Se fia fpediente^che'l Pi encipe uada alla guerra in perfona. i io MEL t A Y O h K\ NEL LIBRO QVARTO. -..■-' ;-■■■_■ _ . ■ , r DE L modo di ouuiarca*romori,& a* follcuamcntù xiy Di tre Ibrci di perlona^gi , delie quali conftano le Città., s à carte 1 1^ De' grandi. , I17 De' Prenci pi del fanguc • US De' Feudatari ì . . I2_j De' grandi per valore. ' 124 De'poueri. HB l- 1 i i NEL LIBRO QVINTO. ( i DE' fudJiti d'acquifto, come s'habbino à trattare . I^| De gì 'infedeli, & herecici . 159 ^Degl'indomiti. 141 ,Come s'habbino ad auuilir d'animo . 14^" Se le lettere fiano di giouamento , ò nò, per far gli huomini ua- ^ jorofi nell'armi . 14$ Come s'indeboiifchino di fòrze. 14^ Come s'habbia ad impedir l'unione tra loro . 152 Come fi torrà loro il modo-di uuìrfi con altri popolf, 157 ^ , NEL LIBRO S E STO. E gli afsicuramcnti de* nemici ertemi* 155» Delle fortezze, 166 )elleconditioni delle fortézze» l6i Delle Colonie. I64 De' Prefidij . 16 f Del defercarei confinì, lóy Delfapreuentione. l6y pel mantener fattioni , e pratiche tra* nemici» 165^ Delle Leghe co' uicini . lyt» Dell'Eloquenza. 17Ì : Delle l .T A V O t A. Delle cofc, che fi hanno da l'are dopo che'l nemico è entrato ne? noltri -paefi . \ 172 Del tor loro ogni commodità di uettouaglie . 171 ■pe'.'adiuerfione. 17^ Dell'accordarli co' nemici. „ 174 Del metterfi in protettione , e del darfi ad altri . 175 Peiio ftar (opra di fé, mentre che i uicini guerreggiano . 1 75 \:.\ NEL LIBRO SETTIMO. DE L L E Forze . 1 77 Se conuenga al Prencipe il teforcggiare . 1 7^ Ch' egli è.neoeflario , che'l Prencipe habbia teforo . 1 8 r Dell'entrate. 184 De gl'impreftiti . 186 Del foccorfo della Chicfa, 187 Dell'entrate ftraordinarie. - 185) Dell'aftenerfi dalle fpcfe impertinenti, e dal dar uanam ente. 189 Come fi debba conferuar quel che auanza , 1 90 Della gente. j^l Della moltitudine del le genti, jpa NEL LIBRO OTTAVO. DV E maniere d'accrefcer la gente , e le forze . 197 Dell'agricoltura. . • ipg Pell'induftria. . ..' ^^^ De' matrimoni) , e dell'educatione de* figliuoli . 206 Delle Colonie . '' 210 De' modi di arricchir dell'altrui , 2 1 z De'- modi tenuti da' Romani. 2ia Della compra degustati, •' 214 Della condotta . 214 Del prender gli Stati in pegno • a 1 5 pe* parentadi . 216^ Deli'adottione . 217 Pel modo tenuto da Polacchi » 2 1 g Delie TAVOLA. Delle Lcgbc. 21 J Della mercatantia , e fé conuenga al Re l'cflTercitarla . 222 De modi tenuti da' Soriani di Egitto, e di Portoghefi • 223 Del modo tenuto da' Chinefi, 224 Del modo tenuto da' Turchi. 224 NEL LIBRO NONO. DE L L E maniere d'accrefcer le forze moltiplicate, 225 Se'l Prencipe debba aguerrirei fudditi , ò aò . 126 Della fcel rade' foldati, 25» Dell'armi. 234 De gli ornamenti deirarmi . 257 Dell'ordine . 235? Della Giuftitia della caufa. 241 Del far ncorfoàDio. 142 Dell'allontanare i foldati da cafà. 244 Della difciplina. 246 Del premio . 25 I Della pena. 259 Dell'emulationc . 261 Della licenza conceda a' Gianizzari , fé Ha utile , è nò. 26 j Della fatica . 264 Della rifolutione. 265 Del metter ifoldati ia nccefsità di combattere , 269 Deli'obligare i foldati con giuramento, ò con efecratione . à carte 2 63 Della pratica de' nemici • 272 Del valerli del fuouantaggio. 272 Del preuenire il nemico . S 74 Degliftratagemi. 274 Vi un modo particolare , col er ragione manifesìa, o dubbio fa. "Di acqui/io chiamo quelli t chey o per denari , o per co fa equiualente (i fono comperati , ò con arme acqui jiati : e con armi s^ acqui- flano , 0 a ruiua forzai , o d'accordo; e l* accordo (i fa, 0 a dtfcretione delq. min^ y altri fino piccioli y altri grandi, altri metani; e tali fino non afolutamente,ma in comparationeyC per rijpetto de* confinanti', fi che picciolo 'Dominio e quello, che non fi può mantenere da fi y ma ha hi fogno della protettione,e delt appoggio altrui y come ila jRjpublica di ^agugia, e di Lucca : mediocre è quello , che ha forzs, f^ autorità foffciente per mantener fi, finz^t bifigno dell'altrui P RI M O. 3 delt altrui foccorfò, come e il Dominio de" Signori Z/e- netiani , e'i 'E^gno di 'Boemia , f^ il Ducato di Adda- no, e la Contea di Fiandra • grandi poi chiamo que- gli Stati ^che hanno notabile audnt aggio fipra i mici- ni , come e l* Imperio del Turco j e del ^e Cattolico . Oltre di ciò , de' Dommij , altri fino ("vniti , altri di- funiti , e njniti chiamo queUiy i cui membri hatmo continouanza tra di loro , e fi toccano l'uno l'altro : difitniti queUi, i cui membri non fanno corpo continomi e d'un pezzo, cornee flato l Imperio de* Genoue fi y quan- do erano padroni di F amago fla yC di Tolemaide , di Faglie njecchie , e di Pera , e di Qaffa \ e quel de* Por toghe fi per gli Stati , e' hanno m Btiopia y m Ara- bia, Q^m India, e nel "Brafil^ e quel del "R^ Cattolico . De* fudditi. S V D D I T I , finzA i quali non può ejfir Dominio y fono di natura fi abili ^ ò leggieri : piaceuoli , h feri : dediti alla mercantia, h allamilitia: della noflra Santa Fede , o di qualche fetta : e fé di qualche fetta, 0 infedeli affatto , ò Giudei, ò Scifinatici, ò Ff eretici : e fi Her etici , ò Luterani, ò Caluiniani , h d* altra empie- uta cofi fatta : di più, o fono fudditi tutti ad ^n mo- do, e coyi la medefima ragione , e fiìrma di fìgg^ttio- ne , 0 con diuerfa, come gli c^/dragonefi ,^ iCafiiglia- m m IJpagna , i "Borgognoni, q) i iertoni m Francia • ^ ij D elle 4 LIBRO Delle caufe della rouina degli Stati , E opere della natwa mancano per due forti di caufe ; perche alcune fono mtrin- feche y altre eflrinfeche : mtr in fiche chia- mo gli eccejìi yC le corruttioni delie pri- me (jualita : efìrmfiche il ferro , il fuoco ^ e le altre uio- lenze : al medejìmo modo , gli Stati rouinano per caufè interne, 0 eflerne : interne fino l* incapacità del H^ren- cipe, ò per fanciuUcz^y o per dap oc aggine , o per fcem- pietà, ò per perdita di riputatione, che può accadere in più maniere: rouina anco gli Stati mtrmficamente la crudeltà co* fidditi , e la libidine , che macchia l'hono^ re , mafime d'huommi nobili , e genero/t ; perche quefta cacciò di %oma li %e ,ff)i T>ecemuiri^ introdujfe netta, Spagnai ^^ori^ e prtuò della Sicilia i Fr ance fi, 'Dio- mgio il la Cittày ma il prouedere, che Jì pojfa lungamente con- feruar^ falue : e Teopompo %e di S parta , hauendò ag- giunto alla podefta regia il Senato , o'/ conpglio de gli Ephori , alla moglie , ché*l taffaua d'hauer diminuito l'ImperiOyanzit rijpofe egli y farà, tanto maggiore y quan- ti) e più stabile , e pm fermo . ^^a onde auuiene (di- rà alcuno^ che fìano molto più filmati quei , che ncqui- fiano yùhe quei y che conferuano t perche gli effetti di chi aggrandife Nmpcrio fino pm manifèfii , e pm pOr\ p^Uri'y fanno più fìrepito , e più romore ; hanno puf: -\)n\ \^: ì: d'appa^ P R: I^ M 0. 7 .d'apparenza , e piunomtà , della cjuak l'huomo ì oltr^ modo amico, e njago ; onde aumene^ che le imprefe mir htan porgono maggior diletto , e merauigha , che le ar- ti della confèruatione i e delia pace , la canale tjuanto ha meno del tumultuo fo ^ e del nuouo , tanto arguì fce mag- gior gmditio , e fenno di chi la mantiene : e fi come ,fi ■bene i fiumi fono di gran lunga più nobili , che i torren- ti ; nondimeno molte più perfine (i fermeranno a rimi- rare ruig, pericolojo torrente , che njn trc^ncjuillo fiume \ lofi Q più ammirato chi acquista , che chi confierua . tX^^Iì Imperij flano più durabili, i grandi, 5 ti* mi\U . i piccoli , ó i niezani . .G L j -.e cofa certa ] V& fino più atti- a mantenerfi t metani i perche i piccoli per j la debolezza loro fino facilmente ejpojìt 8 alle forz^ y f^ all'ingiurie de* grandi j che (^ co me gli rt'CCi'Utdi rapina fi pafiono de\ptcaolt i ^ i pefici grofii de minuti ) // diuorano , e s'inalzano con la loro rouina : co fi %oma s'aggrandì con tefiermimo delle Citta '-uicme'^e Filippo 'Ke di /Vi acc doma con l'opr- prefilone delie %(puhliche delia (^recia . (^li Stati gran- di mettono m gelopa , ft) in- fiofietto t njicmi ; il che fpefie '-volte gl*mduce a coUegarfì infieme, e molti njmti fanno quello , che non può far ijn filo ; mafiono moL to più figgetti alle caufi intrmfiche delle roume : per^ che con la grandezs^ crefiono leri{chezie ; e con q^efiei ^..■. A iiij <^itij , ^ t I'^ B' R O lijiruy il lt*fo , la bona , la littdme , tauaritia , radi^ €€ d'ogni male^ ^ t 'Kegniy che la frugalità ha condotto al colmo , fono mancati per l'opulenza : oltre di ciò , la grandez^ porta /eco confidanza delle fife firze,e la con^ fidanza negligenza, otio, diff^rez^^ e de*/Hdditi,e de* ne- miciifi che fimili Stati fi mantengono Jpefie mite pm per la riputattone delle co fé pajfate , che per i^alore ^ ò per fondamento pr e fintele fi come t alchimia pare oro ali* oc- chio , ma perde il credito al par agone y coficotali domi- fìij hanno gran fama , e poco neruo ; fimili ad alcurn alberi alti y e grandi, ma njoti , e cario fi ; ^ a certi huomim di gran corpo , ma di poca lena , il che mofka emdentemente tejperienza . S parta , mentre eh* entra i termini prefcritti da Licurgo fi mantenne sfiori foprct tutte le Città delta Grecia , ^in ij alare , q) m riputa- tione : ma dopo che allargo l* Imperio ^e fi foggiogo le Città della Grecia f f^ i%egni dell* Afia , diede indie- tro y per modo eh* ella , che innanzi cy^gefilao non haue- tia mai ''veduto il fumo , non che tarme de* ìiemici , do- pò thauer debellatogli oAteniep,^ dato ilguafia all'Afa njidde fàggire i fitot Cittadini dinanzi a* T ebani , gerv- te njilifsima , e di mfiuna confìderatione if0i mede fimi fcorrere per lo fuo ameni fimo contado yC far ogni mai" le , fin fiottale fue mura . / %pmani , hauendo doma^ to far t aginefi y hanno paura de* ^umantim per lo jf>'a^ ila di XIV anni , hauendo '-vinto tanti %j , fittomef fa aW Imperio tante 1Prouincie,fino tagliati à pez^per tj^atw di XIV (mnr^ daViriato in IJ^agna yC daSar* torio. P R "I «M oì; ^^ torio fiora njfitto nella Lufitania , e da Spartaco m Italia , ^ ajjediati per tutto^ ^ affamati dcC Cor fari, il "-valore apre la [ìrada per mez^ delle difficoltà alla grandezza : ma , giunto che orta fico maggior fermezza ,^ ^ fòrza ; Jìda dall'altro . canta 1% LI B R O eÀnto ì più /oggetto alle caufe mtrinfeche della fua ro- ulna ; perche la grandezza porta [eco confidenza , e la confidenza trafiuragine , e la trafcuragme dijprezio , e perdita di riputatione , e di autorità . La potenza par* torifie ricchez^ , che fon madri delle delitie , e le deli- tie d*ogm Tritio : e tjuefta , e la cagione , per la ^nale i. 'Dominij mancano nel loro colmo , perche con tacere fci'^, mento della potenza fi fcema il calore; i nel colmo del- le ricchezze manca la'-virtù . Uimperio 'Bimano fu nel colmo fuo fiotto Auguflo Cefare : le delitie ^ e la libidine comincio ad opprime^ re la njirtn /òtto Tiberio ; e di mano in mano poi fiotto Caligola , e gli altri : rimije alquanto le cofie 'Ue/pafta-' nocoH fi4onjalore\ ma te afifliffie co* Jtioi^itij Domi* tiano: ritornarono nel lor priftino fiato con la bontà di Traiano , e di alcuni pochi Imperatori , che fèguirono; ma dopo andarono di mano in mano traboccando , e precipitando fino all'ultima rouma loro ; e fie poi fU' rono alle rzjolte aiutate , e fiofienute in piede , do auuenne , non per ^alor de' 'Rimani , ma d'Impera- tori, e fiapitani flranieri : gì' Imperatori furono Tra- iano , che fu Spagnuolo , cyéntonino Tio Trance- fie , Settimio Seuero Afiicano , Alejfiandro Mameo , Claudio T> ardano , Aureliano ^defio , ^aolo da Sir- mio , T)ioclitiano T>almatino , Galeno T)aco , Con- filante , che fiu T^adre del gran Confi antino , TDarda-- no , Theodojìo , che fi può chiamare rifiorato re dell' Im- peno yfii Spagnuolo :il fimile fi può dire di quei Capi* toni . P R I M O. 15 tani , che fi mjftrarono di gualche ^valore*, de* ejuali StUicone , UUino , ^ Etto ft^rono Vandali , Qaftma Scita , "Bonifacio Trace , l^ithimcri , che ruppe 3ìurgQ 'R^ degli (LAlani , Gotto . Onde fi comprende , che U rvirtù 'Rimana era per le delitie fiieruata^ e corrotta di talmaniera,che non pò tetéa regger firn piede , ne alza-» re y finz.a aiuto slr amerò , la tefia . E perche il feruitio de^ "Barbari era pieno dmterefii , e di difegni particola- ri i e JpcJJe njolte di fellonia , e di perfidia ; romno fi- nalmente affatto : perche a^n* Imperio y che non ha ca- lore internoy non ptio lungmenete mantener fi attmcon^ tro dtU'mfidie , 0 degli affalti degli emuli , e de* nemici fiéoiy CO fi la Spagna corrotta m ogni fica par tey uenne in XXX me fi m potere de' Mori, e l* Imperio Confi antino^ politano , in pochi anni, fu conculcato dcC Turchi: oltre di CIO y fé in ^n Dominio ''unito nafce qualche di fior dia tra* "Baroni y 0 feUeuamento tra* popoli y 0 dffolutez^ negli ijni , e negli altri , fi diffonde ageuolmente a guifa di pefte , 0 d'altro male contagiofo , alle parti fin- cere , per la ^icmanz^ de' luoghi i e fé il Prencipe farà dato alla poltronaria , eda poco, s*inuilirÀ, e s'infitte- ra anco pia fàcilmente lo Stato "unito , ché'ldifitnito , e farà per conficfuenz^ più debole contro, nemici . c^/- tmcontroilT)ominio difiinitOyCgli e più debole contro» gli Br amen y che l* unito y perche la difunione yfin'Cal- tro , indebolì fie \ e file parti fue faranno tanto infir* me y che ciafcuna da fi fia impotente contra gli affalti d^ a^icim , 0 in tal maniera diuifi , che l*una non pof fafoc^ n4 LIBRO fa foccorrer taltra'yCof fatto ^Dominio durerà poco: ma Ce p potràno /occorrer l*una laltra^e ciafcuna farà tan» to grande e gagliarda, che non tema d'inuafione, tal Do- minio non (ideue fltmar meno ft abile , che l'unito: per* che , prima potendof Jcamhieuolmente /occorrer e, non fi può dire affatto difunito yC fé bene di fua natura , ì piti debole , che t unito , ha però molti ojantaggi ; con^ cio/ìa che primieramente non può effer trauaghato tut- to adijn tempo , e ciò tanto meno , quanto njna parte farà più lontana delt altra : perche ^n Trencipe folo non potrà ciò fare , e molti infieme diffìcilmente fi uni- ranno i onde ne fegue , che effendo quefto IDominio af /aitato in njna parte , l'altre , che reflaranno quiete , faranno fempr e atte à foccorr ere le trau agliate -, come ''leggiamo , che Portogallo ha foccorfo tante <-volte lo Stato dett Indie : appreffo , le di f or die de" 'Baroni , ft) ^ /oUeuamenti de popoli non faranno cofì njniuer/ali\i perche le fattioni di njn luogo non regnano neltaltro^ f^ i parentati^ amicitie , adherenzSy clientele , non Ji fen- dono tanto oltre; e farà facile al H^rencipe con la par^ te fedele caftigare la rebelle ; e taltre corruttioni fmiU mente non fi diffenderanno , ne co/i prefìo per un'lmpe* rio di/unito , come per ^no n^nito; ne con tanto impeto : perche la di/unione interrompe il cor/òde i di/òr dmiy e la lontananza de* luoghi mette tempo in mezg , e" l tem- po fauorìfce fempr e ilPrencipe legitimo , e la giuftitia ; e perche rarenjolte auuiene , chele caufe eferne rouini^ no n;n Dominio , che non habbmo prima corrotto le in^ terne. PRIMO. 15 terne: ( Nulla enim quamuis minima ratio potefl: ab aduerfarijs perdeleri, nifiproprijs fimultati- bus fé ipfa confumpfcrit ) dice Z^egetio . Io non ftimo meno perni , e durabili i TDomìnij difumti con le fudet- te due conditiom , che gli orniti , f^ m (juejìocafoe il 2{egno di Spagna : perche , primieramente gli Stati ap- partenenti a auella Cor onaj fino di tante forze» che non fi fgomentano per ogni romore deltarme de" di Prencipi amici,h di clienti,ò de* confederati loro. De* t(S LIBRO De' modi di conferuare . f] A conferuatione di <-uno Stato conffìe nella quiete , e pace de' fudditi ; e ciuéfta e di due fòrti , come anco il di fi urbe , e la guerra: perche^ o fei disturbato da tuoi, oda* flranieri: da' tuoi puoi effer trauagliato in due ma- niere ; perche , o combattono l'uno contra t altro , e fi chiama guerra ciuile , o contra il Prencipe , e fi dice foUeuamento , ò ribellione : hor l*uno , e t altro inconue- niente ft fchiua con quelle arti, le quali acqui fìano al Prencipe amor e y e riputatione appref^o dt fudditi: per- che fi come le co fé naturali ficonferuano con quei mczj; » co* quali fi fono generate , cofì le caufe della confrua* tione , e della fondatione de gli Stati fono tifìeffe . Ho» ra, m quei primi f coli non e dubbio , che gli huommifi moffero a creare i'B^ , ^ à dar ilPrencipato , eH go~ uerno di fé ftefsi ad altri, mo fi dall' affettione, che loro portauano , e dalla fuprema ftima{che noi chiamiamo rtputatione ) ch'efii faceuano del lor calore : Onde bifo-. gna dire , che quefìe due co fé anco li tenghmo in obcdien- Zéff^if^ pace. Ma quale hebbe maggior forza mJtelet* tione de %e , la riputatane , v l'amore ffhz,a dubbio, che la riputatione : perche i popoli s'indufftro a dar il gouerno della 'Rjpublica ad altri , non per far piacer e, e famre à quelli , ma per bene , e per falute commune ; onde fecero elettione non de più gratiofì , f^ amabili , ma di queUi , né* quali conofceuano eccellenza di ''valore, e di libro:? tjt € di ^rtU' . Coft i T^mani nt^ tempi pencolo fi com^ mettmano t'imprefè non cC giouam fauoriti , e ijaghi , ma cC per fonagli maturi yC di molta Jperien'iayi Manlii^ cu Papirij , a Fabij, cC 'Decij , cC CamiUi , a' n^atUi , a* Scipìoni, cC Adarij . £armUogia odiato, e per do ban- dito da "Kpmaniyfu nel bi fógno richiamato , e fatto Dit- tatore.J^, Limo dijprezz^to altre mite , econdermato dal popolo , e per ciò flato lungo tempo pe^- L'ignominia, e difonor riceuuto , lungi da gli occhi de' fùoi cittadini , Ju nella necejìità della 'B^pubìica, la/ciati tanti altri, che con ogni arte d'ambitione fludiauano d accjuftarfì l* amore ytla gratia dd popolo , creato Confole , e defli^ nato (jinerale contra il fratello d* Annibale . La riputa- tione chiamò L* Paulo aU'imprefa Macedonica, Mario alla Cimbrica, IPompeio alia Mitridatica: la medtfma diede a Vejfafì^no , a Traiano, a The odo/io t Imperio di 'E^ma , à Pipino , ft) ^d lagone Ciappetta ti 'É^egno di Francia , à Gottijredo , ft)a (gualche altro quel di Gierufa'em . ^^a cjuale e la differenza tra l^ amore , t la riputai ione r* ambedue fi fondano su la njirtù ; ma l amore fi contenta anco d'una mediocre '-virtù -, la ri- putattone non fi ferma fé non nel]* eccellenza -, conciofta- che (juando il bene , e la perfettione d'un'huomo eccede t ordinano , f^ arriua ad -X'w certo fegno eminente , quantun(jue fta di natura fua amabile , in au.mto egli e bene , nondimeno l'amabilità re fi a cjuafi fouerchiata dall'eccellenza , per la quale chi ne dotato non tanto fi ama , quanto fi fiima : B fé quefta ftima e fon- 'B data rt LI B -R or data sa la 7{eligtone , e pietà , fi dice riuerenzA ; fi saldarti politiche , e militari , fi chiama riputatione : fi che le co fé atte à far , che '-un n?rencipe fia mila ma- niera dei fuo gouerno amato yfono anco a proposto per far che (ix riputato , ogni njolta che haueranno una cer- ta a naft diurna eccellenza» Qhe co fa e pm amabile , che la G'.ufìttia^ L^eccelienz^ di (juefia in Camillo , mando ri- mandò qud maefiro di fcola^che li hauea menato t fuoi f colar i i gli accjuiflo t^nta riputatione , che con auella s'aprì le porte de' Falifei,che le armi non le hamuano po- tuto aprire . Con la medefìma fabritio rimandando al "E^ Pirro il medico traditore , l*empi di tanta maraui» glia, e siupore,che lafciando i peri fi eri di guerra, fi njol' fé tutto a trattar di pace. Che co fa è pm amabile , che i*honestó nondimeno cjueU'atto co fi eccellente di P, Sci' pione, auando rimandò io difcefo dal Cielo . Quanto fia neceflaria l'eccellenza della virtù nel Prencipe . L fondamento principale d'ogni Stato fi i Medienz^ de*fudditi al fuo fiperiore; e fucsia fi fonda su l'eminenza della njir- tà del*7rencipe ; perche fi come gli ele^^ menti , g^ ^ corpi , che di ejii fi compongono , njbidifìo^ no , P R I M O. t9: no y/ènza contrafio, a! mommenti delle sfere cclefiiypeV la nobiltà della natura loro , e tra i cieli gl'inferiori fe^ guono il moto de' fuperiori ; cofi i popoli fi fottomettono ^volentieri al Prencipe , in cui rifplende (jualche premia nenza di iJirtù : perche ninno fi fdegna d ubidire , e di iiar fotto a chi li e fuperiore , ma bene a chi g/i è in- feriore , 0 anche pari , Nec quemqua iam ferrepoteft C^fariie priore , , Pompeiusuè parem . iJMa l'importanza fi e, che la maggioranza del Pren- cipe non fia collocata m co fé impertinenti , e di picciolo , òdi niffun riletto ; ma m quelle , che inalzano l'animo , el'ingegno ; e che recano runa certa grandezza quafi ce» le fi e y e diurna ; e fanno l'huomo ^ver amente fuperiore, e. miglior e de gli altri: perche (come dice Limo) Vincu- lum fìdei efl: melioribus parere ; e T>ionigio, JEtcr-* na natura: lege receptum efl;, ut infcriores pr^c- ftantioribus pareant : ^ zArifiotele aiuole, che quei, ch'auanzano gli altri d'ingegno y e di giudicio , fiano , per ragione naturale, Prencipi; e dice , che mobili s' ho- norano, perche la nobiltà è T/na certa ^rtù dtllafchiat ta,e del fangue y f0 e njerifimile , che da! buoni na- fchino buoni , e da! migliori migliori : e per questo a tu ranni fono più fofpetti t buoni , che i mali , f^ i gene^ rofi y che i njili : perche ejfendo efii indegni , ff) incapa- ci del luogo njfurpato alla ^uirtu , hanno ragioneuoU mente paura di quei , che ne fono meriteuohye degni» S iì Di L I B ' R O ;Di due forti dell'eccellenza della virtù d'un Preiicipe. O R (juefia eccellenza e ajjòluta , o in par te : affòltita e in (jucUi , che in tutte , o in molte njirtu eccedono t termini dilla me- diocrità: in parte è di quelli, che in (gual- che ^irti4> particolare , propria di chi gouerna^ gli altri auanzano . Islel primo grado poliamo dire cjjere flati tra gl'Imperatori Consiantino Magno y Con [tante ^(jr a- tiano , Theodofìo , Giusitno , Gmfìiniano (^fe non fojje flato monotelita) Tiberio I /, Leone, il Filofl)fl> , Ar- rigo ìyOton /, (y? non fi haueffè import n?iament e ar- rogato l^autorità di conferir i benefici) Oton Uly Lota^ no 11, Sigiflnondoy Federico III, Qarlo l^, Ferdinando, Tra li "Ke di Francia Clodoueo , e Qarlo ^^artello (y? ben non hcbbe titolo di %è) e Pipino , e £arlo Ma^ gnOi e Carlo, il S amo , e '/{pberto , e Luigi VI I, e*i IX*, Trali'Ke di Spagna gloriopflimi fono flati "F^caredo , che fi ti Trimo I{e de* (joti Cattolico , Telagio, o^/- finfo il (jLttolico, cofi detto per hauer fterpato affatto l Arriamjmo m lfl>agna, ^Ifonfo, il Casio , Ramiro y t^lfonfoy fi Magno, Al fon fo VII, S aneto, che fu cjuafl njn' altro Tito m Ifl>agna, detto ilDefcado, come ciucilo amor del mondo j e l*mio , e l altro 'X'/^ e regno poco ,. ^Ifonfo Vili, (jiacomo %e d^ Aragona, F errante il II ly Ferrante, detto il Cattolico . Tra' Sommi n^onteflci dn ihiarifime i^irtà furono (dopo San Silueflro) Giulio /> i ^^ T)amafo^ PRIMO. 21 TDarnaJoylnriQcentio /, Leone il Alagno /TelagÌQ,GregG'm no ìy ^ dopo lui Bonifacio 1111, ZJ italiano y Adeodato , Leone ll^Cononeycheyper la fantità della njitayfu chia- mato t angelico yCon fi untino. Coregono II, e III, Zacca- ria /, Stefano li, Adriano /, Leon lllyPafca'e /, Euge^ .nio IJydetto padre de' poueriyLeon lllly benedetto Ilf, fatto n^apa contra fua iJogUaylSljcolo 1, fatto Ponte f^ ce m ahjenz^ye pur contra fua "z^oglta, Adriano li, Gio- uanm 1 1 1 J, Leon IX, ch'eletto dall'Imperatore Ar^ rigo entro in 7{oma , come huomo priuato, e ^i fu elet- to canonicamente dal popolo, Nicolo 1 1, Alejfandro I /, tletto in fua ahfnz^ , Gregorio Vili, che rimi fé m piede la libertà della Chiefa, e l'autorità deUa Sedia Apo$iolica,flata per innanzi opprejfa dagli brìperatori, ^Urbano li, autore di (juella heroica efpeditione contra gtmfèdeli, Pafcale II eletto contra fuo colere , Gela- fio 1 1 yCalifto li, Anafìagio UH, Alejfandro 1 1 1, d'muitta cofìanz^ contra gli fcifmi , e tlmperator Fé- derico . Clemente li l , e 1 1 1 1 , che non -colle con- fèntire ch'un fuo nipote hauejfe pia duna pre- benda , 'ISlicolh III, chiamato, per inte- grità della ^uita e moderatione de* cofi:umtyil compoftto , Inco- iò y y eletto con- tra fua co- gita t !5 /j Quali 2.1 LIBRO Quali virtù fiano più atte à partorire amore , e riputatione . A benché ogni njirtufid atta à recar atn9* re , e rtputatione à chi n*è ornato \ nondu meno alcune fono atte alia riputattone più ,_ ch'ali' amore : altre à rincontro ptà attamorCy che alia ripatatione : nella prima clajjè met- tiamo quelle njirtu , che fono totalmente njolte a bene^ ficare , quale e thumamta , la cor t epa , la clemenza, j e le altre, che notpojìiamo tutte ridurre alla Gmfìttiayf^ a^ia Liberalità: mila feconda poniamo cjuelle, che reca' no njna certa grandezx^ , e forz^ d'animo , e d'ingegno^ atta à grandi imprefe , quali e la Fortezza , larte mi' Utare,ela politica, la (^onjìanza, ilijtgore dell ammó'^ la prontez^ dell'ingegno , che noi abbracciamo tutti do nomi di Trttdenza , e di Valore. Della Giuftitia. Ora il primo modo di far bene a! fud- diti fi e confèruare , f^ ajìicurare ad ogn^uno il fuo con la (jtusiitia • TS[j^lche, fenza dubbio confifie il fondamento deUa pace , e lo Habilimento della concordia de' popoli, Chr i- STO Signor nofro, iftituendo la fua Santa ChiefayCjua' finjna ottima \epublica^ tunì, e la firmò con la Cari- tà , ch'è di tanta firz^, e ijir turche, ìai la gwftitia non v\ '2 ìmcef P R I M O. 15 è necejptria , doue tffa fiori fce , e regna: perche la Carità non folamente regola le mani , ma njnifce i mori ; t do- ne firitroua tale njnione , non può ejjèr ingiurìa , non torto y non materia di giuflitia . Ma perche glthuomi- ni fono ,per t ordinario , imperfètti , e la Carità fiijk continuamente raffreddando , ii/ogna, per r affettare le Citta , e per tenere in pace , ^ in quiete le communan- z§ de gli huomini , che la (jiufiitia ^vi pianti il fuo feg- gio y e ^i faccia ragione . W^ anco gli affaf^mi , ^ t la- droni poffono 'uiuere infteme fenza qualche ombra di fi tccellente ^irtu ; egli antichi Poeti differo , che ne anco Gioue potrebbe reggere , come ficonuiene ,i popoli, /en- Z^ l'opera della Giuflitia : e Platone intitolo i fuoi libri, appartenenti alla Politica , della Giuflitia : e non e co fa più propria ad run 'Rj y che il far ragione : onde Deme- trio 7{ede* ^^acedoni , hauendo ri/fosìo ad njna don- na y che domandaua Cjiuflitia , ch'egli non haueua tem- po y fenii metta memorabile rifhoftay Laffa dunque anco d'effer 7{e ; 8 non e dubbio , che i primi "F^ furono crea- ti daUe genti per lammmiftratione detta Giuflitia : on- de i n^rencipi de' (giudei , a' quali poi fuccef^ero li 7(e, s'addimandauano Giudici j e da principio tutte le Città detta (frecia ( come fcriue Dionifio ) erano fitto li %e , che decideuano le differenze , e faceuano ragionCyCon for- me atte leggi e per ciò Homero chiama li %^ ; mimlìra" tori di ragione: ma dopo che i Ks conditionati comincia^ reno à por tarfì come affoluti , ft) t^d abufare detta loro autorità^ ^vnagran parte detta (jrecia muto flato , t S iiij forma 14 LIBRO. forma di gouerno ; e con tutto ciò , perche in alcuni ca* fi , nei magtjìrati manteneuano franche le leggi, ne me^ fti erano hafianti a mantenere nella loro rtputatione i magistrati , ricorreuano alla podeftà regia , ma Cotto altro nome -.perche i Teffali chiamauano quei , ck erano in questo fupremo magiftrato , Archi , / Lacedemonij tyirmofìi , i %omam "Dittatori \ f0 hauendo anco poi in horror eia maefìà Dìttatoriay crearono Pompeio Jo- lo Con/ole , dandoli l'autorità straordinaria di TDitta- tore, ma il nome ordinario di Confòle , I "B^ d'Egitto erano tanto gelofì della giuflitia , che faceuano giurare (C magiftratiy che non obcdirehbono mai a* loro comman- damenti , fé li conofcejfero ingiù fii ; e Filippo , // hello , 'R§ di Francia , prohibi a^ giudici il far conto , o il por- tar ri/petto alle lettere regie , che Jì chiamano di giu^ tia , fé non le njedeuano ragioneuoli . Due parti della Giuftitia regia. A Giuftitia regia ha due partij'una e di quel- lo, che pajfa tra il %e, ^ i fudditv, t altra di quello y che auuiene tra fuddito , e fuddito . Della Giuftitia del Re co'fudditi. Popoli fono obligatì à dare al fuo ^rencipe tutte quelle forze , che fono ne-* ce fané , accioch^eglt li mantenga in giu- ftitia tra fé , e li difenda dalla ijiolenz/i de' nemici j onde egli , contenendofi entro qmft. confini , non PRIMO. 15 fjon lacererà , e ftratiarà i [additi con grauez^ in foli- te , e Iproportionate alle loro facoltà j ne permetterà , che le grauezge ordinarie , e conuenienti pano da' mini* Jìri rapaci acerbamente ejfatte , ò accre/ctttte : perche i popoli aggradati /òpra le loro forzs > 0 de/èrtano ti pae- fé y ò firiuoltano contrari 'Trenctpey 0 fi danno a nemi- ci . bercio Tiberio Imperatore rijpoje à quel mmisìro , che It proponeua modi infiliti di cauar denari , Che il buon paftore non doueua fcorticar le pecore , ma con^ tentarfi della tofttura : e non ^-uoglio lafiiar di raccon- tare (juelche fcnue Polidoro ZJergilio di S. Odo ardo "Ke d Inghilterra-, perche ejfendo recato à (juefto H^renci^ pe una gran fomma di denari^ ejfatta auar amente dcC fuoi mimfìri , egli mirandola , ui ^uidde feder [opra , t gauazz^arc illD emonio: per la cjual cagione pieno di fpa- uento e d'horrore , commando incontanente , che fi re- Jiituifie. 'T\(è meno fi de uè guardare dallo [pendere Cen- trate {che non fono altro ^che fudore^e fangue de' Uaf^ fall) ^-vanamente ; perche non e co fa che più afflìgga , e pm tormenti i popoli ^ cheHnjeder il fuo l^rencipe git- tare impertinentemente il denaro , ch'efi con tanto loro trauagiio , e flento, li fommimftrano per fo[ìtgno deU la fUa grandez^i e per mantenimento della B^epub'ica, £> perche la ^vanità non ha fine , ne mi fura, egli è fior- Z^t, che chi ruanamente [pende y caggiain difordine , e necefsità ; e per njfcirne fi riuolga alia fiaude , all'ini^ quitày ft) alta[fa[iinamento de gì innocenti . Q^fiC^^i^- Uyhauendo in un'amo confmato lxvji mtUiom di fcu* dt^ di y che Tiberio Imperatore haueuatn molti anni ,e con ineftimabile diligenza accumulati , mancandoli poi U modo di Jpendere , fi diede alla rapina, f0 ad ogni fòr- te di crudeltà . Solomone anch'* egli fj?eft in fabriche di palagi , e di parchi , in feste , f^ in pompe incredibili buona parte de' cento, e uenti miUioni , laffatelida fuQ padre : e fé bene effo non fi trouo in necefiità , nondime- no carico dimpoftttoni tn tal maniera U regno , che non le potendo pia tolerare , la più parte del popolo fi rtr hello da fuo figliuolo %oboam . (Lappar tiene anco a quer- fia parte della (^iufiitia la disiributione proportionar ta de gli emolumenti , e de gli honori , contrapefxndo le fraue^e con l'utilità , ft) alleggerendo i carichi con l'ho- noreuolez^a : perche doue le fatiche , ^ i feruitij fo- no ricono fciuti , e rimeritati^ egli e neceffario, ch'ut alli- gni la njirtu , e fiorifia ti njalore ; concioftache ogniuno de fiderà , e cerca commodità , e riputatione ( / baf^t più la commodità, i grandi più la riputatione ,) e la cerca- no con cjuei mezi , ch'ej^t reggono efftre in pregio appo il rPrencipe, cioè con la ^trtu,s*egli fi diletta di lei , con tadulatione, s'egli e ^ano , con gli sfoggiamenti , s'egli e pompofò , col denaro, s'egli e aitar o : ma non e co fi dt pm pregmditto al%e, chel dare i gradi , e gl'''vffìtij al fa- uore, anzi che al merito -.perche (oltre che fi fa ingiuria cMa^trtù)t njalorofi , njeggendo fi preferir gt indegni, fi alienano dal fuo feruitto, e ffeffe uolte anco dall'obe^ -dienza ; ^ / popoli , al cui gouerno fimil gente e pofta, fi Himano ffrezgati,efi riuoltanojper odio del mini firo, contro P R r Mr Q. 1^ contro al^rencipe tftejp) : e /e tlTrencipe lo njuoU pù^ re foftenere , ne perde eglt mede fimo ti credito, e la ript4* tatione , e [e mette in un laherintOy onde difpctlmente può con honor fuj ujctre: e non et e altra ma , con li aua* le poffa confintare la fua riputatione , che con dare $ magtfirati, ft) ^ carichi à perfòne c.ìpaci , e degne , JSlè meno pencolo fa e l'tnmdio fa diflr^butiom della gratta fua ; perche tofìo che fi fiuopre un ffropornonato fom fiore y tinutdia lauora di tal maniera ne gli animi me- diocri , e lo [degno ne' genero fi , che It fa penfare a co fi fìrane : e per ah t affare il fauorito, non fi curano di of^ fèndere ti ^ ; come auuenne in Inghilterra ad Odoar. do 1 1 , per lo fouerchto fauore mofirato ad un certo hfugo difpenfiero : ^ in "Ber ragna al Duca Fr ance fio , per ttmmo derata confidenza , ch*egli haueua in Pietro Landoico : conciofia che la nobiltà li congiuro contra , e lo riduffi a necefittà di darli nelle mani (juel mefchim , che fu fatto morire con un laccio alla gola : Et in 'lSfa~ poli i fauori yfat ti tncon fi deratamente da Giouanna lì a Pandol fello Alopo , ^ à Giouanni faracctolo , fiiro- no cagione di tanti fuoi trauagli'^ tanto pitiche uno, che fia fauorito più cheH grado , eH mento fuo comporta , diffìcilmetefì può mantenere ne termini della modefìta: onde accrefie tinutdia , che li e portata, f^ aggiunge {co- me fi fuol dire) legna al fuoco :e perche eglt non ha fin^. damento di merito^ e di ualore , è fòrza , che per gelo-, fia della fua grandezza , fi opponga con ogni fuo pa^ tire alla <^trttf, e tenga lontano da gli occhi, e dalla gram tia i8 LIBRO da del "Ej ^«^^^ tjnei , che per fatiche durate , o per feruìtij fatti , ne fono meriteuoli , e che fimi [uà de- prepone l'altrui grandezza : cojt refi andò efcliift i buo- ni , chi non uede che le cefi anderanno in mano di gen- te ^ile , e pm pronta di lingua per adulare^ che di ma. no per ben operare ^ co fi faranno promop a' tribunali, ^ a' gouerni perfine y che non haueranno l'occhio al fer-- uitio del ^rencipe , Q;) al benefìcio de* popoli ; ma alla fò di sfati ione , e gratta di colui, che gli ha innalzati . In tato la Corte fi riempie di fette , et %egno dizizanie^egli animi de' "Baroni di r ancor e^e le Città di mormorationi^ Della Giuftitia tra fuddito , e fuddito . PfTTA appreffo al Prencipe il procura-, re , che le cofe palino giuftamente tra efi fitddtti'ytl che confi/le in mantenere ilpae^ fé j e le città libere dalla njiolen^a^ e dal- la faude : la njiolenz^ e de fuoraufcìti, ladroni , affaf- fini , e dhuomini micidialiy che (ì debbono e con gagliar- de promfioni , e con terrore tener a fieno : perche poco gioua , che gli effer citile le armi nimiche pano lontane , fé non manca chi faccia fòr fi peggio in cafa : lafiaude, fi bene non fa tanto romore , non e pero di minor danno ; altera le mifure , cambia ipefi , fai fi fica i tefi amenti , i contratti e le monete; riduce i traffichi à monopolij, fop- prime le ijettouaglie , e fa fimili altre cofi, cheàgui' fa di mine fittoterranee^ difiruggono la concordia^ e la pace : P R I M O. zry pace : alle cjualt fé il Premipe porrà rimedio , s*acam- fiera incredibilmente l affettatone , e l amore del popolo , del cjuale fu chiamato ^adre Ludomco x 1 1, 'K^ di Francia , per la cura , che fi prcndeua , e per la foL licitudme , ch'edi moftraua d' aiutarlo , e di difenderlo dall' opprefìtom de grandi . Ma non e co fa , alla {juale debba maggiormente attendere , che fufiira \ concio fta- che auefìa non e altro y che un ladroneccio , anzi co fa af fai peggiore : Perche l'ufùraro era condennato da gli antichi (come firme Qatone) s'egli tiraua più di dodici per cento , nel quadruplo ; doue che ti ladro non era con^ dennato fé non nel doppio : ^uefla pesìe ha ff^ffe uol- te meffo in difordme , e condotto a gran pencolo la %e~ publica d^zAthene y e la Citta di %oma , per teftrema rmferia , neìla quale gli nj furari haueuano condotto l^u- no , e t altro popolo : f0 ha sforzato più duna njolta i ^e di Francia à bandire i banchieri Italiani : e che gtO" uà alPrenctpeilnon grauareimmoderatamenteinjaf falliy fi li Uffa confumare daltauarttta de gli ^fur ar- ri y che fenici trauagliare , ne far co fa , onde ne rifulti punto d'<-utilttà alla "E^publtca , confumano le facoltà de* particolari f ma che ho detta de* particolari f l'<-v/U- re fono hsier minio del ffco, e la rouma delt entrate pu- biiche : Perche le gabeUe,^ i datij allora fruttano af- fai y quando corre la mercatantia reale , ch'entrando, ^ 'u fendo da gli Stati tuoi , e per e J?r ca minando , paga tributo a* porti del mare , cC pafi de* fumi , alle porte delle Cittày ^ ad altri luoghi opportuni, Hor la merco- tantia 3€>: LIBRO tanna non puh hauer ti fiio corfo^ fe'l denaro non ut s^im- piegdte chi non sa, che cjuet che njogliono arricchire d bu- fare , Ufciando ti traffico (^perche non fi puh effercttare fenza ri fico delia, rohha , e ftento dettammo, e del corpo) con un polizzjno, njendendo parte il tempo , parte Injfo delia moneta , fanno fruttare il denaro ; e cofismgraf- [ano otiofamente dell'altrui^ fmtli à certi ^-vejponi^ che non affatìcandofi punto , e non ijalendo nulla, entrano , ton tutto CIO , tmpotunamente né' copili deli api , e <-vi dt^ uorano il frutto delia loro induflria , e fatica , Egli e fòrza , che à (litia^ P R I M O. 37 flkìa^ che*l Prericipe non permetta cu muÀHri (ùoi^ per grandi che Jlano, l*arbttno, e la facoltà ajjcluta di far ragione ; ma li fot lametta , ti pm che può, alia prefcrit- tione delle leggi , referuando i^ arbitrio per fé ; perche delie leggi egli è ficurOy ma non dell'arbitrio altrui , fcg^ getto à -vane pafioni; e chi ha autorità libera nel giu- dicare ijp^fo nonnufa quella diligenza , chj f conuwne nella cogmttone della caufa, e nell'intelligenza delie Iggi : Ma palliamo oltre . J "Etmani erano contenuti drMa paura d'ejjer accufati; perche ycjfendo (jmlla Città pt.na dambitiofa emulatione , non era niuno tanto potente , che non hauejfe il fuo auuerfartOy che cercaua ogni occa- /ione di poter deprimere,^ abbajfar ti fuo competitore;, con che non folamente fi sfogavano gli fdegiii particola- ri y ma fi njendicanano anco i tortt fatti cC popoli . Vagliano anco affai alcune feuerif^ime dimoftrattoni ed- tra (juelli, che fi portano ingiufìamete^perchetUaftigo di uno ne r attiene le migliaia . Cambtfe %e de alt Afsiri , hauendo trouato in fallo un fuo Giudice , chiamato Si^ famiylo fce fcorticar uiuo;e cola pelle copri il tnbunaU, sili quale uolfe poi che fedefje , e teneffe ragione d fgU- uolo : di quanta importanza crediamo , che fofft quefìo effempio co fi feuero y e quafi crudele, per far ftar gli al- tri fopra di fé f* zydlctmi Trencipt fi ^agitano de' S in- dicatori, ò V^ifitatari , che fi chiamino -, ma m queflo ri- media ut e gran pericolo di corrattione : per ciò Co fino gran TDuca di Tofcana tcneua alcune Jpie fecrete, che in^. tcrtienendoy come pcrfone fuor di foffetto , à nuarie co- C tif fé. ^ L I B :r o ^ ft , mformauano lui di tutto ciò , che rifapemm delle at\ tioni de gli IJffìiidi ; ti (jjualmodo mi par migliore ^che i Stridici : perche un Sindico e facilmente corrotto j due non difjìctlmentCy molti fono di grauez^a , e dt Jpeja, ò al l^rencipe, ò al popolo; non così le fpìe , che ne Jt cono- fcono y ne i:Og!:ono tfjtr conofciute , e non fi potendo per cto accordare luna con CaLra, non pojjòno ne anco ingà- naretlTrencipey e fono di poca Jpefa . zAlcum HPren- cipi uanno e fi mede (imi ui/ìtandv t loro Stati ,a-'dend(t le querele de* popoli , conofcendo gli andamenti de" mi- ntjiri, riuedendo finalmente tutto ciò, che fi fià: la Qual cofia fece pia d'ogni altro t Imperatore Traiano , che ut- filo cjualì tutto l Imperio dt F^ma . (lAntperto %e de* Lombardi , di celeberrima giuflitia , fileua egli anda^ re alle uolte traueflito , e fiatare desìramente tutto ciò che fi diccua di male di lui , e de' mimsìri fuoi . 6t in uero egli e neceffario, che i H^rencipi, o afioltino^ o ueg. gano efii medefimi le co fi. perche tutti gli altri modi fio* no ptà^ 0 manco corrottibu, come gli f^/jfciali tftefii , Imodi poi d ingannare un 'Tencipe^ che non fi fierue fi non de gli occhi, e dell'orecchie altrui,e tarti di darli ad intendere il nero per lo bianco, fono tantCy che non e pofi ftbile humanamenteildifienderfi da tutte. Adi diceua un Cjcntilhifomo di gran pratica nelle Corti,cheyaccioche il ^ capifiè la njentà delle cofiJbtfognarMe, ch'egli fio fi fie fordo, per non effier ingannato con mille falfie relation ni ; ma che a rincontro , fi andò fiopra un'altifstm^t tarre^ mdejfie ogni cofia in uno /^ecchioima perche queftd noJi PRIMO. 39 non f può fare , uagltafi delie Jpie , Inter ttenga egli mt- deftmo alle uolte nell'udienze, ^tfitt traueftito hora njn luogo, hora un'altro: oda da chi non hauerà rijpetto , la njentà . Tiberio Cefare bene Jpejjo , o fedendo , ò paf feggiàdo fokua auuertìre i giudici , ammonirli^ e ricordar loro , e l'ufficio , e t^Jferuanz^ delle leggi, e del carico deL la con fcienz^yC deli' import anici delle caufe,che fi tratta^ uano ' ti che fanno anco i Dogi di IJenetia . AuguHo Cefare, leggendo uarij libri , foìeua notare tutti i bei det^ ti,che apparteneuano al buon gouerno de' popoli ; e poi ne mandaua copia a' magiftratt ^ fecondo che conofceua^ per tinfòrmationi , ricercare il lor bifogno . Auuertimenti nel far Giuftitia. O L T E fono le co fé , che fi debbono fir- uare nd far gtufiitia; ma diciamone due più per forma d'auuertimcnto , che di precetto . La prima fi e, che fta^mt for- me, e l'altra che fia ff edita . H abbiamo dato difopra in che m odo ti Trenctpe poffa tener a figno i mtnifiri : ^ia non basi'a, che i minifiri tenghmo la bilancia drit- ta, e falda, s'egli la picga,e Hrauolge impertinint emen- te, col far gratta à chi merita pena^ e dar la ^•ita,e la patria a chi e degno di mille morti , ò di mille bandi ." Il far gratta appartiene meramente al 'Trcncipe ; per- che effndoi giudici tenuti a proceder legittimamente y egli folo può moderare ti rigore , e temperare con tequi- Q itij tà , 40 LIBRO tà , tajprezsia delle leggi ; Ma non dme pero njfar gr^ tia à chi fi fiAyCon prcgmditio dilla ^iujiitia,e della J^e- puhlica : A^w della Cjwfiitta; perche amfìa de uè ejftr laregoUy e la norma d'ogni politico gouerno; e*l perdo- nare a colui, ti cui delitto non ha /cu fa d'ignoranza, non di giù fio dolore , non e far gratta \ ma commetter tnt- quità : [JS^on della 'F^publtca ; perche il prtncipal fine ^ per lo quale t popoli pagano i tributi, e le grauczjs ^^ Prenctpe, fie ,accioche eglilimantenga in pace, ft) m quiete , per mezp della Cjiufitia. Hcr la gratia fatta fenza rijpttto, o d'equità fi di publico bene, perturba ogni co fa , e quindi nafcono Jpeffe ijolte le rouine de gli Sta- ti : perche Dio punifce ne ''Principi i peccati da loro perdonati a gli huomini micidiali, e di male affare, dei- che ci pojfono chiarire gli ejfempi di Saul, e d Acab . ^on njoglio lafciar di dire , che non deue ne anco ejfer facile nel dtjpenfar dtUa qualità della pena . Giouanni di IJiga , tfflndo Viceré di Sicilia , fu tnflantimente ri- cercato,affinchè <-vn de' grandi di quel 'B^gno,condenna- to à morte per paricidio, fijfe fitto morire fcrctamen- te (e li erano offerti per ciò trentamila feudi) al che egli ^^ff^f^ q^^l^^ memorabili parole , Qhe la ^tufìitia non ha luogo , f non fi ft al fio luogo. U altra condii Mone fie ,che fa fpcdtta : Qutfla è cofa bramata dì* tutti: per queftonon fi fnifce di prefentar fp pliche ^ e memoriali a' Prencipi , ^ a Magiflratr, perche ii^- uero la prolungatione delle liti confuma dt tal maniera anco la parte che ha ragione ^ che quando ha la fn^ tenz^ PRIMO/ 4i tenia in fauore , non ne sa grado nijjuno aHa ginfi^tia: perche la Jpeft fatta fupera alle <-uolre il capitale, Mi ri- cor do yche m nf^arigi y litigando fi fei feudi di capitale , cjiiely che perde la lite, fu oltre di ciOy condannato mfcf- fanta feudi di fpefa : fior ricercandoji tanta Jpcfi , per ottener giuftitia , / poueri la defidtrano , e la cerca- no indarno-^ e torna lor meglio il cedere la lor ragione y che mitigarla . Hora il modo di far gmftitia fftdita , ì di troncar tante ddationi , farebbe co fa degna d'ejfer mejfa in confùlta dhuomini grandi ; perche io non ere- do , che fa impojiibile . (jiulio Cefare , pcrfonaggio di tanto '-valore nelle guerre , non giudicò co fa indegna di fi cjHcfla conftderatione ; onde , perche la ragione cimte tra fparfa (jua ,e là,e cjuafi difipata , diede carico ad hmmini eccellinti di darle forma , e di fare njna /celta delle leggi più nccefarie, e pia n;tut: e Vefpafiano pofè ftudio grande m f areiche le litifÒJfro Jpedit amente de- ci fé i e fcelfe alcuni perfonaggi eccellenti y tC quali diede automa di far giuftitta fommanaie Tito fuo figliuolo ^ per lo defiderio , ch'egli haueua di troncar le liti , njietò de eadem re pluribus legibus agi -, & quaeri de cu- iufquam defuncfti ftatu ultra certosannos : ti %e Cattolico fcnffi wltimamente al Senato di ^^MtlanOyche fi recar ebbe a gran fruitto , fé t// foffe alcuno , che It proponfffe qualche forma più brcue y e pia fp.dita di far giufhtia , e d ultimar le liti . Le leggi fono infinite ; ma cjHeftopoco importarebbe^ fé la fotti^.iez^ de gi* in- gegni non haueffe trouato tante cotradittiom, almeno ap^ parenti ^ 4J. LIBRO parenti , e tante intcrpretatiom^ hora diucrfe , hora con- trarte ; tante maniere finalmente dofiurare il ''vero , e dt mettere in contromrjia d certo j che la (jmftttia non fté mai in P^gg'o^^ yl^^o - ^^ ^^^ ^ ^ofa neffuna peggiore , che la moltitudine de* Dottori , che Jcriuono continua- ì?t(ntc;che,Je bene fono alle njolte di poco gtudtcìo, fan* no pero numero , e ^vinccy non chi dice meglio, ma chi ci - ta ptu ; e pure la ruerità non Jìdeue giudicare dall'atea tonta , ma dalla ragione ; ne dal numero delle njoci , ma daVt efficacia dMe prò uè . Della Liberalità . I fa anche bene con la Liberalità ; e ciò in due maniere : tuna fi e ti liberare t bi fogno fi, da V '^^♦j ^^k. >à^ m feria ■: l'altra il promouere la <-uirtu . Del liberare i bifognofi da miferia. O N ^ operarne più regia, ne più diuina, chel foccorrere i mi feri _; conciofiache ce- lebratifiima fopra ogni altra co fa nella Scrittura fi e la mifiricordia di Dio, e la cura , e protettione, ch'egli fi prende de gli afflitti, e de* poueri : e la medtfma egli raccommanda sìrettif ima- mente iC Hi^rencipr^ e non fi può imaginar co fa più atta, e più efficace per conciliare glt animi defo poltre per obltgarli al fio Signore . Gli tJ ebrei tengono per maft-^ ma^ Qhe la Itmofìna fia la confiruatrice delle famiglie, e la profpcratrice della grandez^ loro \ cofi ^eggiamo^ che PRIMO. 45 che t più famoft Trcncipi , ch'habbia hamto la Chrl~ fìianttà, fono flati Ith^raliJ^imi ^erfò dt^ bifognofi ^i QonsiantinK^ i£ara Magni, iTheodostj, e glia!tri;tra* ^uali non njoglio lafctar 'Roberto j^e di Francia , che con la larghizzA dille limojlne fiatili ti "E^gno, e la Co- rona di Francia neUa ca/a d Hugo Ciappetta, di cui egli era fìg.molo : perche egli nodriua mille poucriyC gliac- commodaua anco di ijutture per fegmr la fua Corte ^ e per pregar TDioper lune Lodouico IXyche regno feliciti- mamtnte xLiiii anni manteneua ordinariamente cxx poueriy e la ^uarefima CXL: e che diremo di Ludouico IDuca di Samia , tanto benigno ^'crfo i poueri, tanto li- ierale co' bi/dgnofi, che non conojceua altro paffatempo, cheH pafcere gli ajfammaii , el njeftir i nudi , eH dar foccorfo a chi n'hauea bifogno^ £ fé bene la Liberalità co- uiene fempre al H^rencipe , nondimeno ella e di maggior efficacia per l'effetto , del quale parliamo , nelle public che calamità'^ cenando , o la fams^ o la careftia yO la pe~ Jie, oH terremotto^o ghncendj yO le tnondatiom/o le fior- rene d/ nemici, ò la guerra, ò altro fimde accidente ci afflig'^ey e trauaglia . Tito , che fii effèmpio d'un Pren-^ cip e amabiltfiimo,e fuper ciò chiamato de li t te degli huo- mmi y ne' tempi di pefle , o d'altre calamita , non fola- mente moflraua foUecitudine di l^rencipe, ma anco af- fetto di padre ijerfo gli afflitti ; // confolaua con lette^ re, e gli amtaua effettualmente m tutte cj utile maniere, ch'egli poteua : è fi le calamità fono tanto grandi , che non ci fa rimedio ^ deue almeno moflrar dolora,, e orna fecù 44 LIBRO fac Q^iugusio Ce far t dopo la (ir agi fatta delteffèrcito partano m Alltmagna : e cjuel \e de (jiuda , che neU tcjpdto di C^ierufaiem , dotse la fame fu (frema , fi mife njn cilicio tn d ffi ^e per placar tira dt 'Dio, e per mosirar rifentimeyito de gli affanni dtUa fua gente. Bt in nero t public hi difaftn fono la propria materia , f la miglior occafìone , che fi poffa a-^prefentare ad nju n^rencipe di guadagnarji gli animi , ff) i cuori de' fuoi: allora bi/cgna Jparger t fcmi dilla bcniuolenz^ ; allora inferire t amore ne"* cuori de* fudditi , che f or irà poiy e renderà , con larghijstma '-ufura , cento per ^^no . // che tanto più prontamente dtue egli fare , quanto il grado^ the tiene , e l'officio fuo pm il ricerca ; perche '~un bifo- gno d'una per fona pr mata può da ^n particolare effer foccorfo ; ma njna commune calamità dimanda rime* dio dal fuo nPrencipe : oltre che non conuiene, che cjuan^ do bene <-vn particolare njoleffe porgerui rimedio, ^^^'7^ lajsi metter il piede innanzi; parche non e cofafcura, che <-vn Commune habbia tanto obligo adnjn'huomo priua- to : il che conofcendo i T{pmam ammazzarono , e (^afio^ e i^anlio Capitolino , e l'uno , e t altro fracco ; perche coftoro , parte con njna larga dislributione di forment't in tempo dt eftrema careftia , parte con leggi molto fa. uoreuoli alla moltitudine, fi ohligauano più di cjudlo^che conuentua allo flato di "un cittadino , // popolo 'Bima- no . Ma di grande efficacia e per accendere amore fe*l Trencipe priua fé sleffo di qualche bene, per non gra- uare , ò affiggere il popolo, Marco Aurelio ^ non '-volen*-. do P R I M O^ 45> do grduxr ftr aordinariamente, per la guerra ^darca^ ' manica Jle Provincie dell' I?nperio,fèce putiicamente mef- - tere altmcanto i <-va[i d'oro , e d'argento , ^ i cri/talli , i mirrini , / corintij, le perle^ le gioie , le pitture , l'appa^ rato del palagio , e guanto dt pretto fo , e di raro toaue* unno mejjo wfieme i fuoi antecejjòn ; e col dtnaro , che ne cauo , wantcme qmUa trauagliofa guerra . Del promoucre la virtù, A Liher alita non folamentenjolt perca uar ti mtfèro fuor di mt feria , ma di più" per aiutare , e per promouere la njtrtù ; perche quefìa forte di benignità {oltre che € fenz^ tnuidia , perche fi ruft con perfone meriteuoli ) fauorifce gl*ingigni, e trattiene le arti, e fa fiorire le fcienzSy f^ tUuftra la 7{€ltgione;il che è di fiép premo or^ namento , e Jplendore a gii Stati : e di più lega al fi*ù Prencipe tuttoH popolo , coneiofiache gli huomini ecceL lenti y ò in lettere, o in altra co fa , fono ijuafìcapi del- la moltitudine , che dal giudicio loro dipende ', onde re»' fiando (juefii obligati al "E^ per lo fauore , e beneficio , é)e ne. nceuono, obligano feco tutto il rimaneteicofi tut- ti i Prencipi eccellenti hanno fauorito t belìi ingegni, e la *-uirtu , Akfjandro non ijoleuane anco ejfer dipinto , fé non da Ape He , ne gittato fé non da Lifippo . q^h, gufto Cefare non haueua à caro , fé bene egli fauoriua V V tutti ^ 4^ LIBRO tutti , ckeH fuo nome fojjt celebrato Jt non fmamcn- te ^ e da perfine ecceUmtt : e commando d Prefidenti delle Proumcie, che non permettefiero , che' l fio nome andafifè m ficomefifadi Toeti , odaltritompcfitoriy ac* Cloche ?ìO fit auuilijJt.Theodofìo per promouere le ficien- ZS ,c gli fìudij liberali , fotido , comeakum cogliono , lo Studio dilBologna , ^ accrebbe di Dottori, e di (li- pendij la Scuola di "Koma . Giufimiano Imperatore , con tutto -ch'egli fofi^e lUttterato , non che indotto , hclie però tjuefla prudenza , ch'egli fauorì le lettere , e l*arti liberali fommamente . Qarlo Aiagno %^ di Francia fu m (juefìa parte fingolarifimo ; onde eglT (oltre infinite Scuole di lettere Greche ^ e Latine tlittui^ te (juafi per tutto) fondoVl^niuerfitàÀi Parigi ^ e di Pauia y rifiorò quella di Bologna , fiegliò con ogni in^ dufiriai belli ingegni , tUuftro l'arti , e dtfiò la '•virtù'; onde d tempi fiioi fiorirono à marauiglia ,e la dottri^ na^f^i coturni : con tjuefte arti non meno , che co'l rualore delle armi , s^aojuifiò egli il fopranome di Ma- gno . Confìantino 'Duca Imperatore j benché ficjfie fien- z^ notitia alcuna di lettere , fiauoriua però affettuofia- mente le fiienze,e gli huomint dotti ; e fioleua dire^ ch*e» glidefideraua d annobilir fi conia dottrina^ anziché con t Imperio , Ottone III, si fé, benché giouane, ammi- rar da tuttoH mondo coH fiauor , ch\gli pnfiaua alle lettere ^f^ d letterati , Auuer- P R I M O. 47 Auuerti menti per la Liberalità. H 'p^f^ R E auucrtenzs fi rictrciino, nel dart . 3 La prima è, che jion fi dia à gl*t}:de~ g}ìi ; perche inoltre cheH dono s impiega male , dandolo à chi nó^l menta) fi fa torto alle perfine d.gne , anzi alla njirta-^ onde auuie- ne , che i Jfudditia^eg<^endo il firn ^rencìpe largo , non che liberale njerfo chi non ha mento nijfiino y dì/prezr zando la ^irtày abbracciano ogni altro mezo tp^r met- ter fi in gratia di lui , e per arriuare cC premij , che fi bene fono debiti alla folanjirtu , fi danno pero più pre- silo ad ogni altra co fa . 'Baftlio Macedone Imperato* re y perche il fuo antecejforc haueua male impiegato Centrate , eH denaro publico , fece andar bando , che chi hamffe riceumo da Itii denari in dono , domjfe refiituirli.. La feconda auuertenza fie, che non fi dia imma-^ deratamente \ perche (jm fio non puh durare lungamen- te , fenza chelTrencipenon ftendalamano, doue non deue ; e non (incolga alle rapine , e non diuenti di "E^ , tiranno ..TS^rone diede in quattordici anni più di cin- quanta miUtoni di fiudiima. per poter dar ed gli adu- latori ,. f^ à fimil gente », affafmaua gli huomini da bene , e rouinaua i. ricchi e gli honorati , per arricchi- rei for fanti , e gli huomini da niente 'y onde Galba ri^ UDCO tutti i doni fatti da lui . BnaU ^ L I^ RIO P RI WO. Finalmente deue auuertire di non dare tn una uolta tutto ctò che a^uoldare) maà poco à poco i sì perche chi rtceue refia legato con la jperanzcL di riceuer d '^• ttant aggio , che riceuendo ogni copi in un tratto fi ri" Ùrdy e fi accommoda con (juetlo ; si perche fi come la , pioggia lenta hagna meglio il terreno , eV penetra ,. , . fm à dentro ; cofila Liberalità ufata a mU V u « 5. fura^ft) à ragione è più efficace ,e . x.:\ i^.. fer partorire , e per confir^ -j uarelaieneuolenzéidi chi è ienefi* cato* •■ t •• A -■U-,%.i% DELLA RAGIONE DI STATO LIB R O SECONDO. .'.V :\ '> T '. V r' ,s >;"v . ■.- . Della Prudenza. E N I A M o hora alle co fé , ch'aggiungono riputatione, che fin due principalmente , U Prudenza eH Inalare , ^ue^ fìi fono due pilastri^ $h t (jua- li fi de uè findare ogni gouer- no . La n^rudenza ferue al 'Prencipe d occhio , e*/ 'Valo- re di mano . Senza cjuella egli farebbe come cieco ^ e fin. Z^ (juefto impotente ; la Prudenza fomminijìra il confi- glioié'l Valore le forze; quella cÓmanda;quesio ejfeguifiei quella fcorge le difficoltà detlimpref^quefto le rope;» dicio \ qtiefio corrobora il cuore de' gran perfònaggi . D Delle 50 LIBRO Delle Tcienze atte ad affinar la Prudenza. N I V N o conmem di faper più co fi -^ ^} come dice F'egetiOyche al nPrenctpeJ.a cui . dottrina può efjer d'utilità , edt gioud^ ^• wento a tanti /hot foggetti; ma in parti- colare li e necejfariayno che utile y la notitia di tutte quel- le co fé y che fpettano alla cognitiomde gli affètti , e de* co fiumi {che fi dichiarano copio famete da Filofofi mora- li) 0 alle maniere de* gouerni (chefiejplicano da politici) perche la morale dà la cognittone delle paj^ioni commu- ni à tutti; la politica infègna à temperare , o fecondare ijuefte pajiiom y e gli effetti , che ne fèguitano , ne" fud- dittyCon le regole del ben gouernare. E perche Jpetta an- co al n^rencipe la guerra^ deue hauer piena notitia del- le co fi militari, della qualità d'un huon papuano, d'un buon fioldatOy del modo di farne fceltaydi fihierarli, di auualorarliyC delle fiienze, che fono quafiminiflre deL tar te militare; della Geometria, Architetura , e di tut^ to ciò, che fi appartiene alle mccaniche; nel che fu ecceU lentifiimo Giulio fé fare . TSlon nuoglio pero , ch'egli at- tenda a quefie co fi, come tngegniero ò artefice , ma come *7rencipe'y cioè che n'habbia tanta notitia,che fappia di^ fhrnere il uero dal falfo. ^tl buono dal reo ; e di molte co fi propofie fappia fceglierne la migliore : perche t'of- ficio fuo non e di fabricar ponti,e machine da guerra^non di gittarcy o maneggiare altegliarie; non di difignare, o tdificar firtcìz^ ^ ma di feruirfi. giudicwfamente di SECONDO. yi ouel,che fanno profefionedi tutte ptesle eoje, ^yl/a perche poco giouano tarti della pace/o dell 'armi, fen~ za telotjnenza, moderatrice de gii animi, temperatrice delle 'E^publiche , maneggiatrice de* popoli, deue in (jue- ila ejffer eccellenteie perche hlocjuenz^ non può ejjer ner- uoja , non efficace , non grande fenz^ cogmtione delle materie naturali, che fono fondamento delie artificiali ; farà bene, ch'egli l'intenda tanto, che ne pojfa far giudi- CIÒ , e parlarne fondatamente : perche thauer notitia della dijpofltione del mondo , dell'ordine della natura \ d^ mouimenti de' cieli, delle qualità de' corpi fmpltci e compo fi, della generationcy e corruttione delle cofèy del- teffenz^ delt anima, delle potenze fue , delle proprietà dell' herbe , piante ^ pietre , minerali , de gli affetti ^ e ^ua/icòfi umide gli ammali , della produttione de' mi- fi imperfetti , pioggia, nebbie, grandini, tu oni,m^ ut , flette , arcobaleni , dell'origine de' foriti , de' fumi ,. de' laghi , de' "-venti , de' terremoti , d^' flufi e refluii e njarij moti del mare , fuegliano l'ingegno , lUuftrdno il gmdiciOydesiano l'animo à co/e grandi; onde ne nafce, e fauiez^ neli'amminifìratione della "F^publica , e ma- gnanimità nell'impreje y come fi fàd' Aleffandro Ma^ gno , ft) una certa grandezza nel par lare , e nel difor^ ter e , come f legge di Pericle ^ che fulgor aua, e tuona)- uà,, e metteua fottofopra la Grecia,e rendeua popolar if (ime le co fi contrarie al popolo : haueua (jueflo eccellen- te perfonaggio imparato l'eloquenza non da "Retorici , ma dal maggior Ftlofo/o de'/uoi tempi, ^è fideuejpé^ D tj uentarc 51 LIBRO uemarc il Prencipeper la njartetà,€ grandezza delle co- fé , che gii propomam , non diffidare delttngegm , non del tempo ', perche cjuel , eh' e dtffciìe adun'huomo prt^ uato , e forfè tmpophde , non fi deue filmare [e non agewAìfiimo ad un H^rencipe . E fra l altre maniere di rtufctre ecc Mente, ['una fi èl*hauer prejjo di fé per font rare m ogni profejhone , ^athematici , F do fio fi , Capu tani, Soldati, Oratori fìngo! ari y da! eguali, fìando à ta- uoU y non che a^.troue j potrà in poche parole impara^ re cjuely che non s'impara nelle ficuole in molti mcfi: porga a cjiiefìi tali materia di decorrere pafi^ggiando , caualcando , f^ m ogni altra occafione : tengali fiueglta* ti d$ tal maniera , che uenghmo al fuo cofpetto fiempn apparecchiati , e con amhttione di dir cofe notabt'iy e ra- re 5 ffendendo con coftoro il tempo , che altri fpendona con hi fifoni , egli imparerà cofinottlt/^ime, e dt grandif fimo momento alla pcrfittione dell'intelletto, ^ al ga» uerno de' popoli . Chi fu mai più occupato in perpetue imprefie d"" Alefiandra ^agnoy e di Giulio Cefàrefe pu» re efii non laficiarono mai lo fìudio delle fiicnze , e non fecero mai minor conto della penna ^che dilla fi^ada: chi più affc^.cmdato di Carlo Magno ? e pure non gli man- co mai ti tempo d'afioltar huomini fiegnalati nelle dot- trine , de' (juali egli grandemente fi diletto : e non me^ no Carlo , // Sauto, l^e di Francia , del cui fauore uer* fio i letterati, e fìudto dille fiacre lettere non fi può aha* fianz^ragionare \ come ne anco di Alfnfo X , ']{e di Qafiiglia , che ( oltre gli altri flud:j) cffamo , che tra tante SECONDÒ. f, tante Jue occupationi , haueu^i letto tutta la Scritturi^ Sacra , con le fue chiofe , (jtsaranta mite; f^ Alfonfh Trimo Kj di Napoli, di cui non fu mai 7{e pu traua- gliato , f)kua dire, che un Prcncipe tUetcrato e un z^p" no coronato , e col conto ch'tg'i facmA delle kttere^runu filafux Qorte^eH fuj ^egno d'huomini ecctllenti i,j ogni pro/ejìtohe-y come F r ance fcoH^r imo U "Eseguo di Fran^ eia . Traiano imperatore di tanta fama non fi u rgo^ gnò di pregar Plutarco , che li fcriuejf i precetti di go* uernar laudabUmeniCy e con autorità i*lmpcrio\ agg'un- g€nd:> , che li farebbe co fa gratij^ima ad iliusìrar ejìt precetti con ^arij , e molti ejfempi . Della Hiftoria . A non € co fa più nec ffaria per dar per* fettione alia Prud:nz^a, e per lo buon ma" neggio d.Ua 'E^publica , che lefperienz^^ madre delia fuddetta njirtu : perche molte cofe paiono fondate sa la r<^g:one , mentre (t di-, fiorre otiofamente in camera , che m".jje poi adeff.tto , non riefcono : molte paiono fcili ad (ff ttuare , che la pratica mofìra effere imponibili , non che diffcili . f/or i'efperienz^ e di due fòrti ; perche , o s^ac(]m$la imme- diatamente da noi , h per mezfl d'altri . La prim t € nectjfariamente molto riflretta , e da' luoghi, e da* tem- pi 'y perche ^no non può effere in molte parti , m fai pratica di molte cofe ; ma pur deue sforz^arfi di cauar 2> iij fucco 54 LIBRO fucco di prudenza del cjuel che altri regnano quietamente , altri trauagliat amente , aU tri fìorifiono con l'arte della pace , altri col '-valor del* l'armi , altri fiendono profumatamente fenz^ profit*^ to , altri afegnatamente con dignità^ E^ tanta l'utilità ddl'Hifiorialche fenia altro maefìro , LucuUo efitndo' mandato alla guerra Ahtridatica con lo ftiidio , ch'egli impiego nd '-l'iaggio nella lettione dille co fi p affate, di* ueime ^no de' primi Capitani de' fuoi tempi : e per i,on aHe^ap SECONDO. 55 allegar (J?empt msìrant^^aomttte U "Re de* Turchi^ che fu il primo, cht Jta flato detto ^ran Turco , haue* uà continuamente auaìche antica Hi fior la. mlli mani . Seliml^rimo fi diltito grande f/.emt di Icggtre i fatti di Alejfndro •jMagnOj e dt (jiidio Cefarey e h fce njoL tare m I.mua Turchtfca ; onde egli fu fimihjsimo all'Un noy ftj alttiltroy e di ardore ^ e di preftez^a nell'imprcfe^ eh* egli fece, TSl^n è ne anco fuor dt propofito la ^otfa ; perche leggiamo , che ^lef andrò ^yUagno fi aii. taua cijfai della kttura d' fJ omero; prche^ fé bene i Toeii rac- contano cop finte , le dipngoho però dt talmaniera^ che fuegliiiho glt animi , e gì' infiammano d^un certo ardore dmitare o^i t/eroi da loro celebrati: o,:dedi Fcrdinan- do i^archefe di Ptjcara jt Ugge , f^V^ '/, leggendo nel- la fua adoLjcenz/i i libri de* 'B^manzj: , s'infiammo di ^uel defideno dt gloria , che lo refe tanto fegnalato Ca- pt.ano" parlo de* l^oett herotct , e de* lirici, che con fltle ulto y e grane hanno celebrato il <-L'a'ore de* gran per» JÒnaggt; tjual fu BJ òmero , Pindaro , Vergiìio : jerche gli altri hanno per lo più wtuperato con la oro im- pudenza,e lafctuta, anziché annobilito , ^ honorato le *JMt*fi ; ^ fi>no più atti 'ad impoltronire glt antmt de^ lettori , che à deiìarli idla n/irtà • D iij Della s^ LIBRO Della notitia delle nature, e dell'indinationi de' Sudditi^ ^^^^51 A perche hijjfuna co fa è pia necejjkria per 1! fe^^A 'Il lo buon gouerno. cheHconofctrt la natura, \m. ||ll gl*i^g€g^*ii f Iviclmatiom de' Sudditi (per- _-^to| che quindi fi deue prendere la forma del gGt4erno)r'ttormamo da capo alla cÓftderatione delle fkd- dette co fé, Uniamo dun(^ue , che la natura , tnchnatìo-- nt,ft) humon dtlieperfon:,f pojfono compr édere dajtti, età , fortuna , educatione : ma perche diUeducatione moltii d lieta e fortuna ne ha parlato dminamete Anfl, nella %etQrica^ io mi conte taro di dir dm parole del fta* Del Sito. t; E L Sito fi deue confìdtrare s'egH fìa Set- tentrionale,}) Meridionale ^uolto adOrien te ,àà Ponente ; piano, 0 monto fo ], [ogget- to a '-venti, 0 no . Cerche fi come in ogni cofa il buono corfifìe nel mezp , co(i anco nelì^njniuerfo : Le genti , che fno pofìe tra Settentrione , e^ezodi , e tra*l caldo e'I feddo fono meglio (Qualificate d.lt altre ^ perche n^ag tono , e d'ingegno , e d"* animo ; e fono atttfi- me à dominare, f^) a gouernare, Cofi rileggiamo igran^ di Imperij ejfere [iati neUe mani di popoli tali , de gli tAftrij^ Medi, P erf, (fatami, Turchi,(jreci,'Kpmam ^ Francefi y Spagnuoli * / popoli Settentrionali (che pero non S E e O N D 0. j7 fjofj fono mlttfircmo ^fono ammoft ^ ma. fmza ajìu:w; aWmcÓtro^t Meridionali fono asfHti,ma> màca loro tar^ dire, l Seitentrtonali hanno i corpi proportionati à gli animi , cioè grandi , e grojìt , e pieni di /angue, e di i^i- gore : all'incontro i Meridionali fittili , f^ afduttì , e pm atti al ft^ggi^^^y che al contrafìare ; quelli fino d'ani- . mo fèmplice , e fihietto; ijueftt di costumi couerti, e ma- Jitiofi; cjuelli hanno a^ai del lione ; (juefii della '-colpe; ijHelli fono lenti , e cosìanti nelle loro attioni ; ejmjìi im- fetHofiyC leggieri j (juelli aiitgri; ^uesìi mamnconici; tjuel^ li feggetti à 'Bacco; cjueftì a tenere . 1 metani poi , par* ticìpando degli e fremi yfino di co fumi ben compofli , e : temperati , non a fiuti , ma prudenti , non feroci , ma forti: Quindi}^ che i Settentrionali fi fondano sii la for* ^Z0\oìÀe fi gouernano , o à 'Rfpublica , o à Menar chia, che dalla loro elettione dipenda ; come fanno ancor hoggi ATrayifìuaniy i '\Po!acchi, t Dani ,ei Succhi; e fi hme Mora i popoli Settentrionali fino in gran parte fitto fTrcncipati hcreditarìjy ciò e auu:nuto , non perche la . natura loro fia tale , che (l diletti della Monarchia afi fiuta \ ma perche la Monarchici di tanta eccellenze' , che riduce à fi ogn^ altro gouerno . Ma pur njeggiamo^ che f bene i Frane fi slanno fatto ^e ^ lo 'cogliono pe- rò piacemle , ^ affabile, e di manieratale, che fa (jua* filar fatello , ò almeno , come efit dicono , Cugino . (jlì Scoz^fi hannj fino al prefnte kauuto cento e fi ^, numero ejuaft incredibile -, de* cjuali n'hanno ammazzato la più partetGNnglefi poi fi sa quante guerre ciuili hah- ^ him 5S LIBRÒ tino hauuto , cjuante alteratiom di Stato, (]uan:e muta* tiom di 'Ksgt' I Meridionali , per tjjer moli o d. du i ^.lla Ipeculattone ^fi gouernano affai per ruia di rtligtoni,e di fiéperftittone . Là i nata l*Af{rolcgia'y la ha hf.uuto oru gine la Magia ; là fono siati in fregio i Sr.cerdot^ i (jen- nofofiftì , / ^Br ammani y i t^agi . L'Imperio di S,ruce. m/fondato tutto su la amanita d *una fcioulo'.j^ima fu^ ùerfiitione y e d'una l(gge iefialijìima(mach'ejs't pcn. fano effr njenuta dal Cielo) lotbl?: ti juo pmcip o nel. iArahia ^ Il Sciariffo , ( ingannati fotto th. Ito di feU legrino yò romito i popoli) fi fece , non moLo im.anzi tetà nosiray Ks dt Marocco y e di Feffa , Eigr^n ^ego, che noi chtamamo Trete gianni y fi fa cjuafi adorare da' fuoi i perche non mofìr a loro altro della ptr fona ^ thel piede . IJeg^iamo poi, che deltherefie, che han tra* itagliato la Chtefa di l^io , quelle, che fono nate pia a ^y^ezpgiorno , hanno hauuto più dillo fpeculatiuOy e del fottile ; àrmcontro (jucUe di Settentrione piudelmate* riaky e del gro(fo « Là alcuni hanno negato la "Diuinità^ altri tH umanità , altri la Pluralità dille ijolontà di C H R I s T O > nitrii la procepone dello Spirito Santo dal Z^ erto, f^ altre cofe tali: tjuà (non f curando di co* fé tanto alte, e fubltmi) hanno negato t digmn'y e le ^- gilte , la penitenza, , e tutte le co fé , le cjuaii impcdifeono la moltiplicai ione del fangue , del cjuale ejsi ahbcndano\ il celibato de' Sacerdoti , e l* altre co fé tali; che fé benefò» fio grandemente conformi con la ragione , e con tEuaìu gelio y ripugnano pero alla carne , g;/ al fenfo , che li fi-- gnoreggia SECONDO- f^ gfìoi'eggÌA affai : ^Slegano L'autorità del 1/ icario di C H R I s T o j perche, ifjkndo di gran cuor e, amano im, moderatajmnte la libertà: 6 fi come fi gouernano terth- poralmente, o à l^publica, o fitto 2{e , che dipenda dal^ la eUttionc, e dall'arbitrio loro , cofi njorrebbono njn go~ uzrno Jpirituale à lor modo le fi come t Qapitani , ^i fioldatt Settentrionali fi -uagliono nelle guerre di Ha for^ ta pili che dell'arte ; cofi i loro miniftri nelle dijfutc cantra i (battolici, fi firuono più della maledicenzjz, che dilla ragione . JMai popoli mez^m , fi come flanno in njn fito pò fio tra Settentrione, e t^ez^giorno , cofi fi go^ aemano m -x'» modo temperato^ cioè per giufiitia^eper ragiona : onde efii fono fiati inuentori delle leggi , illu^ ftratori della politia , mai fin dell'arte della pace , e deU tarme, I popoli poi, pofìi ne gli eftremi di Settentrione, e di ^^ezogtornOynell' ecce fio del f-eddo^e del caldo, dan- no molto più nel be filale , che gli altri ; e gli '-uni , egli altri fonone piccioli di corpo, e malcompofii di coftumi; perche quelli fom fttnte^^ à Settentrione , (tanirKO più Jlhutto , e più fmpiice. (j'i habitatori de'' pa fi fóg^eiti adenti impe- tao fi , e ^ elementi , han,:o ccfiumi mcjmitt , e torholen-. il : ^U:'i, eh. hab:tai:o luoghi tra:i(]uiUt , e quieti , s'affò^ migliano ali aria loro naturale con la dolctzia , e cofian^ za d'J* cofturyìiJ Montani partecipano delJÌLro,e dtlJaL iiàtico : l "Valle fi dtlttffl minato, e del moli: : ?^' p^efi fierili nji fiori fie i indù fina , e la diliger, zé. ^<^ * fecondi la delicat: z^',e tolto. I popoli mantirnt per la molta co- uerfiii.one^e pratica dt foraHiert) fimo flr ano accorti, t fagaci ycnt negotij loro vantaggio fi : alt incontro ime^ dttcrranet fihceri , leali , e di facile contentatura • Capi di Prudenza • E N G A per copi rifoluta, che nelle delite^ rat ioni de* Prencipi tinterejje è (juelloyche ijìnce ogni partito . E perciò non dtue fidar fi damicitia , non di affinità, non di lega , non d'altro vincolo , nel quale , chi tratta con lui non habhia fondamtnto d intere fife . Vada incontro con gagliarda prouifioni cC principtj del male : perche col tempo i d.f ordini crefionoy e pi^ gitano forz^ , Ma (Quando il male fupera le forze, metta tempo in fnezp : perche col tempo s'alterano, e fiij^riuno le cofè, le qualità loro , e chi ha tempo^hà ijita . ^on SECONDO. (TI ?s^« trafctiri i picciolt difordmt : perche tutti t mali fono m' prmcipij loro piccioli }, ma tn proceffo di tempo s*augummtano , e menano ruma ; come noi njediamo , che mfenfìbilt njaport par tori fono a poco a poco ,pro» celle, e tempeste horrtbiit, '7^n abbracci motte imprefe d 'importanza m njn tempo : perche chi molto abbraccia ,poco jìringe . Fermi bene il piede negli accjutsìi , e non tenti altro prima , che non fé ne fa bene ajsicurato . Onde e co fa da "Ke Sauto , non fare , ne* primi anni dd fuo %tgno^imprefa nmua:ptr la qual cagione tArto^ fio , colendo lodar il %€ Francefo , // biafna inauuer- tentemente d * imprudenza. , quando dice , ch^eglt pajìi aH'tmprefa di Lombardia, L*anno primier del fortunato Regno , Non ferma ancor ben la corona in fronte . Ladislao figliuolo di Carlo III %^ di 'Islcpoli , non ha- uendo ancor bene af^icurato il piede nel pattrno "E^cgno « andò a pigliar il pofftffo di quello d'Ongheria, al quale jegli era chiamato ; ma a pena giunto in Zara , htbbe nuoua che gli Oigheri (^oltato foglio) haueuano pofìo lyi' figgi 0 Sigi fin ondose di "Boemia, ^ i 'Baroni du 2{egno fi erano riuolti . Cedere al/e '-uolte al tempo , ^ a* grandi incontri , i tofa da h nomo fatuo : perche ad una in fuper abile tem» fé fi a, nm f ripara meglio, che col calar le njele. Fu in CIÒ eccellente Filippo %e de* Macedoni \ perche l'eggen- dof, nel principio del fio 'K.cgno, njemr addoffo infini- ti et LIBRO ti nemici yprefè per partito di accommodarjt^anco confuo danno yCO^ più potenti ye co* più deboli fece guerra: cefi ac- cr Meri* animo d fuoi , e moftro ardire a" nemici . 1 Ve- ne ti ani y che nella guerra mojfalida Ludomco %ed''On^ gheria, e dd fuoi confederati, haueuanOj fautamente ce- dendo, aficurate le cofc loro , furono , per non ''voler ce- dire nella guerra rottali da Lodouico XIl ^e di Fran^ eia , e da gli altri confederati , per perder fi , ^on e co fa più indegna d'un accorto Trencipe, che*l commetter fi alla difiretione della fortuna , ^ al cafo , nel che fu faldtfiimo Tiberio Ce fare . Immotum aduerfum eos fermoncs , fixumq; Tiberio fuit non omittere caput rerum, ncque fc in cafum dare . E tra Capitani moderni n^rojpero Colonna , e Ferrante di Toledo TDuca d *Alba , per non dir niente di Fabio Aiafimo , e d * altri antichi ; ma in- comparabile e in CIÒ Filippo 'I{e di Spagna . ^on faccia mutationi fuhitane: perche tali co fé han- no del njiolento , e la njioltnia rare evolte riefce , e non mai produce effetto durabile . Qarlo e^artello , ajpirando alla Corona dì Francia, non iJoUe fubito di 'Maggiordomo del "R^ , njfurparfi titolo di %j ,ma fi fece chiamar IPrencipe della nobiltà Francefi : cofi T'i- pino fuo figliuolo ottenne facilmente il nome di %e,^ il 'Frigno . / Ce fan di Dittatori perpetui , diuennero Tri- bunitie Podeflà ; e poi Prenctpi ; e finalmente Im^pera* tori , e padroni afioluti . Bjfendo in ordine per far qualche imprefa , non met* ta SE CON D O. ^5 tatemfo in mezn -, perche m (jud.cafo , la dimora e piti atta a di/ordinarlo , che ad altro . Nocuic fcmper differre paratis. ^TreftriJCii le co fé ruecchie alle nmue , e le quiete alle torbide : peìxhc (juefloe ^ri anteporre il certo all'inccr^ to y eH ficuro al pencolo fo , 'B^cordifidtcjml detto di Demetrio Falereoà To- lomeo FiladelfiyChe trouarehbe né* libri molti belli fecre^ ti , che muno o far ebbe dirli . -> . -. "^ ^on la rompa con %epuhliche potenti \f non e yper lo gran 'Vantaggio, ftcuro della a;ittoria: perche tamor della libertà e tanto ^vehemente , f^ ha tante radici^ negli animi di chi l^ ha goduta qualche tempo, che ila^in^ cerio ha del difficile , e hflirparlo quafideitimpofibile-y e l Hmpref, e co figli de'Prencipi muoiono coloro: i dtficgm^ e le deliberationi delle Qtta libere fino qua fi immortali* ^on la rompa fimilmente con la Chiefa: perche dif- ficile co fa e che tale imprefa (ìa giufia ; £ parerà fem- pre empia, e non auanzarà nulla. Infignano ciò t Du- chi di iJMilano , i Fiorentini, i ^e di Napoli , ^ i V^e- netiani , le cui guerre con la Chiefa fono state di molta fpefa , edmiffun profitto : perche la Chiefit non perde mai le fUe ragioni , e fé bene njn Pontefice le difiimola , V altro k rimette su y e le rauuiua . . m\Qiv 2y^w continui la guerra co" -n/icini : perche firendo^ no guerrieri, e bellico/i , E [fendo fiato ferito dcC T eba- ni ayigefilaOyglt fu djtto , che riceueua la mercede , che meritaua da quel popolo, à cui egli haucua, con la conti' auatio»e ^4 L I B R O riuatiom delle guerre, infegnato a maneggiar tarmi , Jl Turco ha ojpruato co* Prencipt Chrifìiam cjuifì'ar^ te ; perche non ha mai continuato lungo tempo guerra con niuno di loro; ma mojjcft hor cotra aucfitjjor cantra {jmUiy e tolto à chi una^iaz^a importante, fp) a chi un 7{[gno;epoi,p€r non dar loro tempo d'ejffercitar/t ncll'ar- mi y fatto pace , o tregua , e uoltatoft altroue ; ft) ^^^ parimente non ha dato tempo a! popoli ài prender ani- mo , f0 ardire con la contmuatione della guerra , ma ha conceduto loro facilmente , dopo haucr loro tolto qualche Stato y 0 Città , pace , h tregua ; onde e auumuto , che gli ejjlrciti fuoi fono flati fempre veterani , q) i nO' Jìri fmpre nuoui : perche egli ha perpetuamente guer" reggiato con qualch'uno ; e niuno de' noHri H^rencipi ha continuato la guerra con lui . J^a molto meno conuiene continuar la guerra co* fudditi y maxime naturali : perche Jt e Jfacerbano , q) f allenano fempre più \c fé nel principio il lor moto era rifentimentOy prorompe a lungo andare in manififìa re- heOione i come auuenne al "K^ Sigifmondo nella guerra di Boemia: f^ al 'B^ Qattolico nella guerra di Fiandra^ perche niffun popolo e cofi sfacciato y che di primo tratto fìriuolti alla fcoperta cantra il fuo Premipe ; concio fia- che il nome di ftUonia ; e di rehellione parta feco mfr- mia y f^ odio : ma s'una njolta sinfanguinano le fpa^ de y tracciato il njelo , e la cura di procedere giujìiji* cat amente y fi njiene à total rottura , eriuolta, Alef- fandro %^ de (giudei y hauendo guerreggiato cofudditi fuoi SE CON D O. ér5 ifiol per to Jpatio di fa anni (tiel qual furono ammazzA- 'te da cinquanta mila pcrfojiè) perche non uedeua fine deltimprefa, domando finalmente , in che maniera fi potejfe fare qualche buona pacefRon altnminte, rifpo- -fero quelli , che con la tua morte: fece nel fine quel , che doueua far nel principio . lS[on fi fidi talmente deBa pace , che ne difmetta i^rme : perche la pace di far mata è debole . Tenga per fermo , che ncUimprefe è di molto mag- gior importanza la preflez^yche la forz^. ; perche quel- la ferifce all' impro info ; queftayper lo più, fiantiucdey quella difhrdina l auutrfario ; qiufia lo rompe ^ ff) t pili facile il difirdinare , e poi rompere , cheHrornptrc gli ordinati , èwo-si^ ii't^ i)vt' , \ ,. Tenga ftmilmente per cer tocche maggiori imprcfe fi conducono a buon termine con la Longanimità , che con l'impeto : perche hmpeto sfòrzi le co fé con la njiolenza.^ la Loìigantmità l tndiboltfce con 'occafionje col ter?^pa^ f0 è pili facile tindtbolirc, e poiatterrare, che lo sfor^ Z^re ad un tratto . \ Metta fiudio in conofier toccafioni djll'imprefè , e d^gli affari , e l abbracci oportunamente ; perche mffu- na co fa e di maggior momento , che un certo periodo di tempo, che fi chiama opportunità^ e non ì altro y che un concorfo di circoflanze , che ci rendono facile il negotio , the innanzi i e dopo quel punto , ci refi a difficile. In que. Ha parte fi* eccellente Filippo Primo 'E^ de* J^acedo*. m , che fi firui mirabilmente della debolez^ , e di fior ^: .:.:\--. E dia LIBRO dia di He Città de Sa (jrecia , per far bene i fatti fuòii e nm meno accorto dt lutfk in ciò Amoratto Primo 7^ de* Turchi , che, per allargare l'Imperio fm in Europa^ fi fé fcala d.lie dfordie de' Tremi pi ^reci, TS^on efi^ nalm:nte forz^ , non asluiia , che molto uaglia , fé non e fecondata , e (juafì guidata daH opportunità . ^on ammetta a con/ìglio di Stato per fona dipenden- te da altro Prencipe : perche non può cffer fncero il con^ figlio di colui > che ha intere ffe con altri . ^ ^on commetta Icffecutionz deU'imprefe à chi nella confulta non è flato dt parere , che fi faceffero : perche la uolontà non può ejfr efficace , doue non e inclinata dall' intelletto.^ ella giornata di Lepanto Occhiali y (che no era fiato dt parere che fi comhatteffè) fchiuo lincotro* \\* Qonfuìti maturamente limprefe\ ma non prefcriua il modo dell effecutione ; perche confifìendo cjuesia in gran parte, e dipendendo dalt opportunità del tempo ^ e dell'oc- cafloni prefenti , che fi cariano continuamente', ti limi- tare lefcutione delle deltberationi , non è altro , che un intricare il miniflro, e florpiare il negotio . 5S(ow penfi dt fhtuare i trauagli , q) i pericoli col fuggirli ; ma con l'andar loro incontro , e col dar loro la caccia : perche con la fuga ti corrono, e ti ere fono adof fo; col far fi loro incontro , p ritirano indietro ^^ firi* foluono in niente . Guardifidimofìrarfi partiale pili dcUa nobiltà, che del popolo 'foà rincontro : perche a cotalmodo et diuer* rà, dt Prencipe "vnimrfale , capo di parte . "l^on SE C O N D O. '€j l^lan /ìfidi di chi e flato ^o fi fi ima offefo da Imi perche tldcfiderio d ciò fi de^ uè fare con pochi , e di natura fecreta : perche tra molti ti ficreto non può durare : E perche i Con- figlteri , e gli Amba filatori , i Stcretarij , le Jpie fio- gliono tfftre miniftri ordmarij de' fiere ti, deb bon fi elegge- re a co tali cfficij pcrfone,e per natura, e per ti duftria ca- pere di molta accori ezs^, (j ioti a affai la difiimulationt, mila S E e O N n Oi ^^ mUa quale Ludomco XI 'Re di Francia coHocat^a gran parte deli ^arte del regnare . E Tiberio Ce fare non (l glori aua di co fa nejjitna pia , che deU 'arte del dif^imtt^ lare > nella quale egli era eccellente : e dijitmulatione fi chiama njn mosìrare di non falere , o di non curare quel che tu fai y e ftimi ; come fimtdatione e '-un fin- gere , e fare ^-una co fa per ijìì altra . £ perche non è co fa più contraria alla difiimulatione , che V impeto dell' ir a y conuiene che' l Prenci p e moderi fopr a tutto querta pafiione in maniera tale , che non prorompa in parole , o in altri figni d'animo , o di affetto. ^ì fon fio IDuca di Calabria , slando egli in Lombar-' dia alla guerra di Ferrara , s*era più ruolte lafciato fvfcir di bocca ^ che ritornato a Trapali, col cafiigo d'alcuni y raffèttarebbe le co fi del 'F^gm : Quesì e pa- role rifàputefi, furono cagione della ribellione dell'Aqui- la , e de* 'Barom . n^afiermo Signor di JMantoua , col minacciar Luigi (jonz^ga , fu preuenuto , ft) ammaz^ Z^to , col figliuolo . Fr ance fico d 'Or fio da Forlì, perche fi ^edeua minacciare dal Conte Gier animo 'Erario , preocupandolo , t ammazzo in camera: Per eh e le mmaccie fonj ar^ mi del minac- ciato . B iij De* 7^ u r B -R a ' De' Confcc^Ii . E R e H E ho fatto mention difopra dt* confagli , e dijjègni ; nonnjoglio Ufciar di dire , cinedi, debbano ejjtre t confeglt del n^rencipe . Primieramente deue egli far prò feponeyfion di aftu- to ; ma di prudente y e la H^rudenz^ e runa rvirtu , // cm ufficio e cercare ,6 ritrovare mt'zj conuementi, per con- feguire li fine yC l^aftutia tende almedefimo finc\ma di fi. fcrifie dalla Prudenza w, (jucftocht neltelettione de* me- Zlj quella fegue l' bone fio più che l'utile , quefta non tien conto^fe non dell' mter e ffeJ^on fi debbono filmare i con- figli» eh anno molto dà fiottile y e dell' acuto -^ per che yp ir lo più, non YÌifconOy conciofiache quanto la lor fiottigliez^ è . maggiore , tanto bt fogna che la efiecutìone [ìa più per ap-\ punto y il che non fi può ordinariamente fiarCyperche tim- prefi grandi ricercano, nella loro amminifirationcy molti ineziyC per confique^ayriceuono molti cafii impefiaine fii co- me un'horologiOy quanto più e artificio famente compoflo, e congegnato, tanto più facilmente fi di fior dina y e fion cer- ta 'y cofiidififiegniy e l'imprefie , fiondate fiopr a una certa miyiuta fettigliezz^ , riefionO , per lo più , nulle . 5V^ fi debbono anco malto apprezzare qan, che han- no del grande , e del magnifico, anz^ che del facile , e del fiicuro : perche foglionoy per Nrdinario^fiuttar ^uergo- gnay e danno» Tal fiu ildificgno di (^Antioco , il grande i quando egli fece fipcUire con molta honoreuolez^^ye pom fa S E e O N D O. TI fa i ^^acedoniy morti nella battaglia tra WRe Filippo^ e ^ Flarramo^col quaUgli non s'accfui fio punto la gra- tta di qmi pop oli 'y e fu cagione , che fi aliena fp affatto il ^ : doue dice Limo , che per la natura y e njanità lo- ro, li %e fiìgliono ordinariamente abbracciare confagli di molta apparenza , ma di poca fòftantialttà . apollo meno fi debbono ammettere i confegli nuafli , e che ab. bracciano co fé quafiimmenfèyalle quali non può fuppli- re i ne il denaro. , ne la njita ^nele fòrze nofìrc; e che ri. cercano tanti mezty che non fi poffono metter mfteme da noi: tali furono ordinariamente i penperi di t^afimi- liano n^nmo Imperatore, Sono anche pencolo fi i di jfegni 4i grande ardire; perche fi bene hanno nel principio non fo che di animofoy e di brauoy trouano nel pfogre/fò dellie difficoltà e de' trauagli affai , e firn fono in mifriaft dilperationc, Si debbono dunque in luogo loro fegmre con- figli fondati , e maturi, efiggetti , // manco che fi puo^ à gli accidenti : il che benché f debba fmpre offeruare^ nondimeno , doue (ì tratta di acquiflare ,edi fare im- prefafopra nemici, fi può alle njolte arrifchiare qualche co fa (^perche chi non rifica,non guadagna) e mofirare ar^ dire: perche t ardimento conuicne mafime a chi affali a : ma doue fi tratta di confruare tlfuo,e di mantenere l*ac- jqui fiato , nifiuna co fa manco coi imene al l{e fiimOy che*l rificare : perche il danno e troppo maggiore , che l'utile, 1 configli lenti conucngono cC nPremipi grandi : perche debbono attendere più presìo à confruare _, che adaCr qmsìare, ! pronti , e gli J^editi più à quei, che attendo- 3 iiij no yX LIBRO fio più prejìo ad accrejctre , che à coìifiruare : e perche la co(f}ntiom della honta di un confeglio non dipende me^ fio dalia pratica, che dalia Jpeculatione\ non fi d.hbono meno filmare i confegli d'huomtni pratichi, che di per- fom di grande ingegno : perche (come dice cy^n fio tele ) fi gitidtcw non è m;nor negli ejfercitati , che ne dotti : Onde non fi dcue facilmente preftar fede à nuoue in- uentiom , fé hj^erìenz^mn le ha prima autor izatt • Del non far nouità» O N ^ co fa pili odiofa «f* governi , che l alterare le co f, alle quali l antichità ha^ uè acquiflato nputation e , N il m otu m ex antiquo {dice Limò) probabile eftj veceribus, nifi quae vfus euidenter arguir, (lari malunt -, il che f dette fempre fchiuare , ma mafime ni principij de* gommi. Onde Saul fette due anni do- po che fu eletto 'F^ , ijnto da Samuelle , quafì come huomo priuatOyfenza Qorte,e fnz/t guardia: co fi penso egli di fchifar tmmdia, etemulattone, Augufìo (jfare, per palliare la nouita del fio Prencipato , non fi to , fa che gli huomì- . ni y Ignorando t pen/ìert del Trencipe, filano foJpcft,fi) .in ajpettatione grande de' fuoi d:jjegm . ^on deue comportare , che le cofejpettanti a luijta- no maneggiate , fé non da huomim eccellenù . ^leffan^ ■dro e^Magno^ per non perdere della fua grandezza ^ non rvoUe che altri che ApeGe ti dipingejffe,ne altri che Li- ftppo il gtttajje. cyluguflo Qefare haueua a /degno, chcl fuo nome fojjè celebrato , Jc non da ingegni rari , e con Bile fublimc , e fèriamcnte . ?s^w tratti i negottj per mczp di /oggetti ^ i ha fi , o deboli yCome Antioco Ts^di Soria, chcfì/èrumad' Apol- lo fané fuo Medico per capo del fm confgliodi Stato : e Luigi XI %e di Francia del /tic ^^e dico per CanceL liere , e del 'Barbiere per Ambafciatore . La bafezx^ d^ mezj: auuili/ce i negotij,e la debolezza gli fìorpia; ma uà- glia/idi /oggetti honorati ,e di prudenza, e ijalore con- giunto con dignità . ^onconuer/ì y ne s'addomc/lichi con ogni forte di per/òne , non con huommi loquaci , e cianciatori ; perche dimlgando cjuel che /idee tener /ècreto, il difcr editeran- no pref/o il popolo . tonfacela copia di fé quotidianamente-, non in ogni occa/ìone , ma in grandi occa/ìoni^ e con decoro . "Diletti/i d'habito più to/lo graue, che <-L'ago , e mo- derato , che pompo/ò . Schim gli e/ìremiy non fa precipito /o^ non lento ; W4 SECONDÒ,. « I ma maturo , t moderato ^ e pia prefto lento, che precU pitofc '.perche la lentezza ha piàjomtgltanz^ con la Prw denz^x yC la precipttatione con la temerità , della anali nijJUna co fa e più contraria alla riputatione . Giona anco più la feuerità {che come dice ^^enan^ dro e falutifèra alle Citta) che la piaceuohzz^ \ come i co fa più faluhre l'amarezza , che la dolcezza . \.» \^Troct4n,che tutte le co fé fm pano eccellenti, <: fi fac^ cino con le debite circofianzs • Paolo Emilio non fiac- gi4t/lci minor riputatione ton l eccellenza del concito , eh* egli fece m zAnfipoli a gli zy4mbafciadon dtHa Gre» eia , che con la 'littoria, e prefa dJ'B^e H^erfeo . :'3 Aio(iriin ogni opcratione Mag^/iipcenz^a^con lo /pen- dere in cofè h morate largamznte:^ h onorate fono (^ùeU /e, che appartengono , o al culto di IDto , o al bemficio della %ppublica , e l * occorrenza fìraordinarie . Aiojiri ^Magnanimità , e con fucila -uirtu adorni tutte l * altre: portt[t alla grande co* grandi, q) humana- mente compari : faccia pm conto dMa yerità , che dd^ l* opinione, ,in'!.n«^\\ì;Vi«r>s;tj* V.^ii^ Wb« fi curi d* operar molte co/è ; ma poche , e che Jtano eccellenti , e gloriq/è\ %apprefmti in ogni fta attione non fo che di Sccelfo, ^ diHemico ; nel che fu mirabile Scipione z^ificano , f^ Alfonfo %edi 'Napoli y e* l Gran Capitano . Tenga in piede l *obedienz^, e la figgettione de* fud- diti , e la dipendenza da lui nelle co fé importanti . !Z\^« communichi con chi Jt fìa quello , che appar- F tiene 8t LIBRO tiene alla (jrandczx^ , aBa t^aeftà, alla Maggioranza fua ; (jualt fono V autor ita di fair leggi , e pnutUgi , di romper guerra y o far pace , d*mfhtuire t principali J\dagtftrati,ft) Ffficialty e di pace, e di guerra ; cH far gratta della "uitay dell'homre , e de^heni à chi r^ìfta^ to giuridicamente priuato ; e di batter moneta , d^infti' tuir mifure ,e pefìy di metter grauezge, e taglie su ipo- popoli , 0 Capitani nelle fortez^ze, ò pmili altre co fé, che concernono lo Stato , e la Maeftà . "E^cor di [i delle parole dette da Saluftio CriJpo^Eam conditionem efle imperandi , ut non alitcr ratio conftet , quàm fi uni reddatur . E di quelle altre : Sic fummus feueritatis , & munificentiar. . u^..; £> di ijuel detto di Tiberio Cefare . Carterrs mor- talibusjn eo (tare confilia,quod fibi conduce- re putent : Principum diuerfam efle fortem, qui- bus prarcipua rerum ad famam dirigenda . -' ^-Tenga per rifòluto finalmente , che la rtputatione di' pende dall' effre^non dal par ere. Di quei Prencipi, che per grandezza di riputa- tione fono ftati detti Magni, ó Sauij . . Abbiamo detto, che la riputatione (i fonda nel faptre, e nel '-valore -, ueggiamo hora con che arte alcuni Prencipi Sccellen tifihàno accjutftato ilfopranome di (jrà* dt,e di Sauioiacctoche il nofìro imitàdolt, af^iri alla me- dejima SE CO N D O. S'3 deftma grandez^ . *A^ow /ì deue pero fiimare , che quelli, che co tali fopranomi hanno hauutOi ftano fiati , ò fili ^alorofiy 0 pm accorti di tutti gl'altri ; perche m Scipione, ne Annibale^ ne Caio Mano , ne Giulio (j fa- re y ne Traiano , ni Se nero furono inferiori a cjualunque di queiy che fono ftatt detti Magni ; fé bene non hebbe- ro (juefta grandezza di nome ; ma bafta , che in (juellt , che l hanno haunta^fi e uifto lume di Calore, o di Pru- denza fìngolare , o affolutamente , o in qualche parte . // primo y che con celeberrimo grado (i acqui fio quefia gloria Ji fu Alefsàdro 7^ de' Macedoni, per tincompara^ bile grandezza de* gesii fuoi: per che y in poco piudidiece annifdomò tutto l *Orfente;e riempì con la fama delie mt- torie fue l hmiuerfò, Antioco, uno de fmifucceffori, heb- he il mede fimo honore^ pm per la grandezza degli Stati, che , ^into poi da' 'Bimani , perde , che del calore . ^ Fabio Majiimo fu cofi detto, non per le molte fue prodezze m guerra -^ma per hauer de bramente acqueta- to il tumulto, eH pericolo fopraflante alia %epublica dal* la moltitudine de* Libertini . n?ompeio hebbe fopranome di Magno più prefio per un^applaufò militare (come il gran Capitano cC di no fin) fatto ad T/w gioutne ruittonofò , che perche -z/eramen- te egli haucffe condotto àfine imprefa degna di njn tanto titolo, Mitridate %e de Partt,ft) un'altro ^e dt Tonto fi celebrano per ^^agni , qutlio per la grandezza degli acquisii, quefio per la lunghezze^ delia guerra , fatta cC %omani . Si dice anche ^^agno Herode nPnmo , credo F ij perche S4 LIBRO Mrche con arte , e con calore fègnalato di perfòna pri- ,uata , e fir anitra diumm %t de' (jtadeti e fi w antenne in iftato in pericolofij^ime trauerfie, ft) occcfiom diroui- nare, per l'odio di Cleopatra ^ e [degno d'Antonio, e poi d'Ottamo Ce far e 5 e non meno l'aggrandirono le Città, da lui y parte fondate, parte ri fi orate, eie ''vane fahri- che fatte molto alla grande. La grandezza delle njitto- rie, e dell 'Imperio diede ilfòpranome di Magno à Chìn^ gì 7\€ de Tari ari, eh e d^poi è reflato h ereditar io d fmi ftéceeffori, che fi chiamano tutti Gran Qam. Le infinite tmprefe , njinte da ^^aometto Primo-y perche eonquifii due Imperij,e dodici %egmde'Chrfitani,e ducho Città, il fecero chiamare Gran Turco ^ il qual f itolo è poi re^ fiato a^fuoifucceffor'r,fiihe egli l'hehheper fuo 'lalore y e gli altri quafiper hcr edita. ^Perla medtfimaragionei 'B^ d'Egitto fidiceuano Gran Soldani^ ma ehi fi fuffe il primo, che l'acquifiò afe, ff) nH ficee ffori, io non l'ho anco- ra notato. HMe d mede fimo titoloTàherlane,f lagrà- jdezgcf. digit efferati, e dtllimprefefue,tra le quali memo* rabtlifiimafu la prefa di 3aiafitte %€ de" Turchi. Mao- ■mette fuo fucceffore a' tepi nofìri,che co ottoceto mila fi- dati ^par te a piedi, par te à €auaUo,ha coquaffato tOrien te, e dfìifo lyfinitamete l'Imperio fuo tra d Gàge,e t In- do,e flato detto il Grà ^^ogor ^perche ifuoi popoli fono chiamati Mogo: i. Per gràdez^a d' tmprefe, e per hauerfi acqutiìato irKegno dilla '^Ptrfìa e flato chiamato (fran Soffi, IfmaMe.G'.i Spagnuoli dtcdtro tlmedefiimofopra- nom. di (jrandaa t^anigr ^c d' A fica, e di Spagna, Ma S E C O M D O: Sf "^\:Jl^a^emamja'''T^rencipi Chriftiant ^ il p)- imo diy i^uali ^ che fi glorio fi titolo ottmejfe ^ fu Qonflantmo imperatore y e per la grandez^ deW Imperio , e per l'a- iuto dato daini all' umuerfìtle propagai ione delia Fede: perche fitto lui l'Imperio^ prima dmifi m più partii fi rimi , € la Fede Santa fi amplio incredibilmente per 'tutto: dopo lui trouo efjer chiamato Mag?io (benché non con tanto chiara fama ) Theodofio Imperatore-, credo, per hauer liberato i^ Imperio da potcntifiimi tiranni , e pencoli ; ma mjfuno fiacqui^io mài tanta grandezza. di nome più glorio famente di Carlo l %^ di Francia , per la grandezza dell' imprefi fue , ff) in pace , ^ in guerra , per la propagattone della Fede, per lo fauore^ col ^uale egli abbracciò , e quafi rifufcitb le lettere , e le fetenze', ma principalmente ^ p^rchf^ili fu ti ^rh mo Imperatore d 'Occidente . ; • ^^ .^ tyìéchel Comneno 'Taleologo fu chiamato J^agno^ 0 per hauer cacciato di Confiantinopoli , e di Grecia y ^ L>atini,e ricouerato t Imperio cC (^reci ; i per hauer uniy ta, nelQìncilio di Lione, la Chiefa Greca, cola Latina^ ."i^ Ottone n^rimo Imperatore ottenne il mede fmj tita^ lo, per le molte ijittorie hauute da lui contra i n^renci^ pi dt Allemagna , di 'Boemia , e di Ongaria, , e contra i ^ercngarij ^ prima rvinti , e poi anco cacciati d'Italtaè, Oltra ch'egli fu zslantifimo propagatore della Fede ^ the fitto t Imperio fuo s^ allargo infinitamente nelle Proi uincie Settentrionali * •■^^-■•^ ^.*<^^ Tra li 2^ di Spagna ha ottenuto fipranome di Mor*, '\<^: v^ Vl'U /' iij gno 8ucato di filano a fé ,ff) a' fuoi defcendenti , '^eil ^ran Cane della Scala tUuftrato del mede fimo titolo , per la grandtz^ degli Stati^ ch'egli fi accjutjìh in Lombardia; fiche ne diucnne tremendo a" uicini, TS^on J^agno^ ma Magnani' SE CON D O. ^7 '^^agnanimo fis chiamato Alfonfo Primo "E^ di Ts^. poli ; per le genero fé Jue operatiom , sì tiella conaitifìa , come nellamminisìratione del 'E^gno ; e non meno nel- le co fé auuerje , che nelle projpcre . 5\^& Ca/a de' Medici, doue è fempre fiorita in un modo (ingoiare la prudenza di Stato , pino flati tre , che fi hanno acqui fiato ilfi>pranome di Grande: Co fimo ilUecchioyLorenzp,e Co [ino (jran Duca, Co/mo ilVec-» chio, perche in fortuna priuata fece opere da %e\ Loren- za y perche di capo della E^publica Fiorentina, fi fé col fuo njalore zArhitro delle co fi ^ e de' Potentadi d Italia', QofinOfpercheaUa fommx Sapienza, con la (juale fondò in cafa fua il Prencipato di Fiorenz^ayC t ampliò con l'ac quisio di Siena, aggiunfi una eccellente E^ligione, per la quale fu da Tio Quinto \fPontefice di cui non fai fé fi* maggiore la ^rudenta^o la Santità) homrato colT ito- lo dt (jran Duca, che ha her editato Don Fr ance fio fuo figliuolo , e di prefinte ottiene per ogni ragione, e di he-» r edita , e di proprio ^valore Don Ferdinando . Tra i n^ontefìci ^Romani hanno hauuto cjuefìo honore Leone 1, e Gregorio /; Leone, perche , con la fila prefen* ^y accompagnata da un zelo, e da una efficacia meraui- gliofa di parole, fece ritornar in dietro Attila, tutto pie- no di rabbia,e di furore contra la Città di %oma, e per- che con i autorità fua in un QÒcilio celebrato in Qalcedo- ne di D e X X X %Jefcouiy condannò therefia di ^eflo- rio,e di Eutichete, ^ahbafiò lafuperbia di Dio fioro: (gregario per lafantità della nji^a,altezz.a della dottri- F ifij na. gfg LIBRO nv , efllrpatìone dcU'herefìey riforma delle eerlmonìty e d*og}7Ì parte della difcipltna eccle/iafiica , e per la con* uer/tonede gtlngltfi , Dalle cofè fudette p può coprendere, che di (juei, che fono siati d. iti Adagniy altri hanno acquistato quejìa gloria per grandez^ di Stati, uniti /òtto la loro Corona^ nel che ha ualuto ptu ordtrkiriamente Nccafione , che*l njolore : altri per grandezza d'imprefe, o di pace , ò dì guerra\e l'imprefe Jono ftimate gràdiyO per l'importanza loro ^ 0 perche tu fei jì ato il primo ^ che l'hai eJfequitL, De Sauij • L primo , che fiaajuiftaffe tjuefio titofo^ dopo Solomom,trai %e,fu Alfonfo X %^ di Qafiiglia, non per fapiez^ digouerno , 0 prudenz£L di StatOyma per Hudio par^ ticolarCy colifuale egli atte/e aUa Filofifa^eprincipaln^i- te alla confìderatione de* moti celeftt,come ne fan fede le fue tauole Aftrologiche. T)opo lui fu cognominato Sauii Alberto Arciduca d Auftria^credo per la defìrez^ych'i- gh hebbe nel negotiare^enell'arricchire ifuoiJdebbe Urne- defimo titolo (e con più ragioneyCarlo f^T^e di Francia^ non tanto perche egli fojfe fommo fautore delle lettere y^ de* letterati y (guanto perche, fenz^ ufcir in campagna, t fenza metterp arme indoJf>, guerreggio felicifiimamente, per mezg de* fì*oi mtmflri,contra gH^igl^fii e ritolfe loro tutto ciò, che fio Padre haueua perdutofì^n uoglioJar filare Ottone llly che fi bene non fu detto ni ^Jagnp ^ SEC O N^D D. ^ ni Sauìojhebbe pero un maggior honore; conclofiache per l*accoriezia,e ^alor moflrato da lui nella /ti(tamor giih uenil età, fu chiamato miracolo del JMondo , Delle virtù conferuatrici delle cofe fudette. ìi E '^irtPiydclle quali habbiamo fin hora ra* gionato,e sàie quali s'appoggiai* amor e yC la rtputat ione, durano poco , fenonfontf aiutate, e màtenute da due altre-, e quefle fono la 'I{eligioney e la Temperala. La 'Rjpubttcac quafì .unaijigna,ch3 non può fiorir e ^nì far frutto y fé non è fa- Horita dall* influenza celejìi,^ aiutata daltindufìria htt* mana,cht lapoti,e le tronchi lefuperfluità.La ^ligiofk procura dimàtenergli Stati,có l'aiuto fepranaturale del lagratia di Dio'Ja Téperàz^,col tenerne lotatie le morii' dezzSi^i nodrimenti de'uitij ,onde procedono le rouinf» Della Religione * Gì.1 è cofa certifima , che ne* tempi he- roici i Précipi haueuano cura delle cofefa- crCyCome infegna Arijìotele ; non perche ef fi facrificaffero ( benché ^^atufalem era infieme, e %§, e S acer dot e^ma affinchè con t aiuto lorai facrifieij fojfero celebrati magnìficamente : eHmedefìmft Arifiotele dice, Ch'egli e cofa conueniente a! fiipremi Ma- gijlrati ilfacrtficare alla grande ,p con magni fice za. Im- mani non trattavano dimprefa,nè di negotio mjfumpH' blico, che prima non deliber afferò della procuràtkne de* prodigij,e del placar tira degli Dei^p di conciliar fi lai^r gratta^ *^o Lai IB R O granaio di ringratiarli de' henefcij. Teneuano fnalmt- te la 'Religione per un capo prwcipale del lor gou€rno;nì comportauano, che m modo alcuno fojje alterata^no che njìolata, TDiotimo ferine ejjtr necejpirie al 2{e tre cofe, 'Tteta,Giuflttiay€ Militiayla prima, per la ptrfetttone di fé fìefo; la feconda, per contener m njfficio i ftoiy la terza, per temr/otam i nemici :q^ Ariftotele cor f gita an- co il tiranno a fare ogni co fa per efftr slimato 'E^ligiofò , € pW'.primay perche ifudditi, tenendolo in tal concetto , non haueranno paura defjere ini (juament e trattati da ^uelj ch*efi ftirnano riuerir gli Dei; appreffo , perche Ji guardar ano di (òlleuarft,e di dar diflurho à colui,ch\fi fenfano efftr caro à gli Dei : ma egli e diffìcile , che chi non e ueramente'Religiofòyfta filmato tale; poiché non è cofa,che manco durile he la ftmulatione.TDeue dunque il ^rencipe , di tutto cuore , humiliarfl innanzi l^ 'Diuina Aiaeflà, e da lei ricono fcer e il'E^egno,e tobeditnza defo- polire quanto egli è collocato in piufuhlime grado fopra gli altri , tanto deue ahhaffarfi maggiormente nel coffe t- \to di T)io: non metter mano a negctio,non tentar impre- fa, non co fa niffuna,ch\glt non fa fìcuro effer conforme alla legge di 'Dio. Il perche hfìeffo Dio comanda al'Ejf che hahbia preffo di fé copia della fua fanta legge, e che tofferui foUccitamehte, co par ole, e he, per efer di fo7%ma importanza, non mi farà co fa graue il metterle ejiit. Di- te tìf«w^«f,Poftquam autem federi: in folio Regni fuijdefcribet fibi Deuteronomium Icgis huius in uolumine , accipiens exéplum à Sacerdotibus Le- nitica: SE C O N D O. 91 xjìtìcx Tribusi&: habebit fecu,legctq; illud omnu bus di eb usui ex fuse, ut difcac timere Dominuiu Deu fuum, & cufl;odireuerba,& cerimonias eiuv quaein legepraccepta funt ; ne eleuetur coreiui in luperbiam fuper frarres fuosj ncque declinet in' partemdexreram,uel finiftram,ut longo tempo- re rcgnet ipfe , &C filius fuus fuper Ifdrael. "Ter lo che farebbe necejpirio , che ii^rencipe non metteffe co [a fìijjuna in deltberatione nel confeglto di Stato,che non/if /e prima ijentillata in un conjeglio di conjcjezaynel quor le mteruenifero Dottori eccellenti in Teologia, q) m ra» gioneQanonica',perche altramente caricar à la conjcienz^ fha , e farà delle co fé , che bifÒgnerà poi disfare, fé non uorrà dannare l'anima fha, e de^ fttccefforiJtiè ciò dem parer cofafìrana: perche fé i 'Etmani non tentauano co* fa uerunafènz^ il parere, e l'approbatione de gli Aufpi»' ci, e de gli (^Auguri: fé UT ureo nonfimmue a far guer* ra, ne altra co fa d^tmportdz^,fenz^ cofultarla colMut^ fli^ » ft) hatéerne il fio giudicio in iferittoi perche de uè il Prencipe Chrijliano chiuder la porta del fio confglio fecreto ali* Euangelio ,f0 a C H r i s T o ? e driz^re una ragione di Stato contraria aHa legge di "Dio, quap altare contra Altare t o come può fperare ,che le cofc li debbano fucceder felicemente, fé le ha confultate fnz^ rifletto alcuno uerfo l* autor e della filici taf Chi fu mav^ 0 più %eligiofo, 0 più felice nelle guerre ,di Conftantino Aiagno , che metteua ogni fuafdanzA nelle Crocea Di Theodofio (^fcriue 'ì^ceforo,) ch'egli ottenne molte ruit^ torit ime più preflocol fèruore dtU'oratiom^ che col^L'alore^ de foidati, Lagr/iìidcz^iadt' ^rencipi d' Aufina non è nata aitrotìdeyche dalla loro ecttOenU p^età-^cohcioftache fi legge yche ejjèndo à caccia con una gran pioggia ^'E^dol-. fi Qonte d Aujpurgys'mcdtro tn un Sacerdate^chef colà. Jclo caminat4aift) hauendo rtchujlo doue andaj/e,e ^ual fojfe la cagione di viaggio fi importuno \riJpofe , che fi mandauaa portare il San tijìtmo fatico ad un infera, mo: Smonto incontanente 7{odolfòf f^ adoràdo humiL Mente Gi£sv Christo, nafcosio fotto la Jpetie y eia forma del pane; mife ti fuo ftrarolo su le /palle al Sa^ icrdote, accioche la pioggia non lo grauajjè tanto , e con maggior decenza portale t Hoftia Sacrofanta , lltuon Sacerdote ^ammirando, e lacortefia, e la pietà del Cotu te,gli refegratif immortali,e fìipplicò Sua Diuina Adae^ flàyche mHremeritajJe con tahhondàza delle gratieJUe: {co fa mirabile) fra poco tempo Rodolfo di Conte diuhie Imperatore il fuoi fucceffori Archiduchi d'Aufìriay Pren* tipi de* paefi baj^i, "E^gidi Spagna, co la tuonar e hia del 9^ondo nuouo i Sigrwri d'infiniti Stati ^ e di paefì im- menfì, l Carle fchi acejuifìarono il "E^gno di Francia con la prottettiom^e col fauore preflato aOa'F^ligioneyft) al Vicario di Christo. I Chiappettefchi ottennero il ìncdtfimo 2{j.gno,con tifteffò mezp della pietas La 'Reli- gione e fondarne to d'ogni Prencipato;perche uenendo da T^io ogni podeflayC no fi acquisi ddo la gratia,e'lfiuor di 'Dio altrametCjche co la "E^ligione^ogni altro fondarne to farà Youinofo, La l{eligione.r}deM Prencipe>caroà E>iiti e di SECONDO. :95 € dt che co fa può temer chi ha Dio dallafuci^E U boti d'un Prencipt e JpcJJe mite cagione ddle projperità d^'po foli: 9^ia perche bene JpeJJo Dia permette ye le difdette, t U morti de" ^rencipi,e le riuolutioni degli Statile le ro- uh^ delle Città per li peccati de* popoli; e perche cofi con-' mene per laglona, eHfermtio di 5. ^Maejìày dem WE^e ufare ogmfludiOy e diligete per introdurre la 7{eligione, e la pietà,eper accrefcerla nelfuo Stato, A quejio effet- to (^uglielmo TDuca di ^or màdia, hauedj ac^uifiato il 7^g?io d Inghilterra ,per fìabilirmfì, e fermarui bene il piede y fece ragunare in VmtonayCo l* autorità di Aleffan- dro limi grà Sinodo:§luiui procuro cgliychefoffero ri fot m.tti co ottime leggici coslumi guaftì del fiero ^e del popò loy e meffo buonij^imo ordine alle co fé delia Religione ^e del colto diurno, lS[^ tepidi Arnolfo ìmperatoreye ne* fé gu e ti anni mancatayC per lo mal ejJlmpiOy e per colpa de gl'Im- peratori ych* erano infoletij^imi uerfo la Chieftyla T^ligio neymàco inpeme ogni ijirtu ; e l'Italia fu depredata da* Saraceni, e rouinata finalmete da* %tr bari y fino à tato, che Sergio Kyche fu dt -vita Satijiimaye d'animo 7{^eli- giofij^imoy^ f/enrico II Imperatoreyche fu di gràija' lore ingu>erra,e di no minor pietà in ogni parte della uita, rallumarono ilmjndo, e riduffiro la Chiefa nelfuo anti- co Jp le dorè -.perche la 'Religione e cjuafi madre dogni "vir tà-yvéde ifùdditi obedieti al fito PrecipeyCoraggiofi neltim pre/e^arditine* pericoliylarghi ne*bi/dgniypr5ti in ognine- ce/Sità della "E^publica; conciofiache fanno , che Jeruer. do il Prmcipe^fanno fermio à Dioydt cai egli tiene il luogo. Modi ^4 LIBRO Modi di propagar la Religione, D I tanta firt^ la 'Religione ne* gouerni, che seta tj^a^ogni altro fondarne to di Sta* to téactUa: cofi tutti qmllt (juafi, che hàno uoluto fondare nuom Imperijy hàno anco introdotto nmue fittelo innovato le ''vecchie;come ne fan fede JJmaiUe 2^e di H^erfa , €l Seriffo ^ di Marocco , l^uigi ^rencìpe di Qondef^afpar da CoHigni oy^rmira- alio di Francia,e ^ugltelmo di 'ISfaffait, che per uìa dht refe hàno mejfo fcàdalo nella Fedele f turbato la Chri* Jiianità: ma tra tutte le leggi no uerHe alcuna pmfauore^ mie a* Prencipi,che la Chrifliana'^erche e^uefta fottomet te loro^nÓ folamete ì corpi^e le facoltà de* fudditiy doue couiene, magli animi ancorale le cofcienzs'3 ^ l^g^ no fòla- mete le mani^ma gli affetti ancor a, ^ ipenJieri-yC uuole, che p obedifca a* Prècipi diJcoli,no che a* moderati-yC che fipatifca ogni cofajper no perturbar la pace: e no e co fa aU cuna^nella (juale dtfoblighi ilfùddito daltobedienz^ debi- ta ain^rencipe, fé non e contra la legge della natura, 0 di IDio^^ in (juefli ca/t uuole,che/t fàccia ogni cofa,prima che fi uega a rottura manifefta: di che diedero gràde ef. fèmpio i Chrisiiam nella primitiua Chieft ; conciofiache fé bene erano perfeguitati^e con ogni crudeltà tormetati*, nondimeno non fi Ugge, che firibellaffero mai dall'Impe- rioso fi rmolt afferò co tra i lor Prenci pv, patiuano le ruo^ tCyé'l ferrose' l fuoco y l'tmmamtà,e la rabbia, e de' tira- ni, e de" carnefici per la pace pubhca-.m fi deue flimare,che ciò SECONDO. 5>5 ciò auuenijjeiptrche non hauejìero fòrze ;concio/tache le le- giom intiere gcttauano tarmi» efilafciauano crudelmete firatiare;e quel che e di non minor meramgliayCon tutt9 ciò, pregate ano cotidianamete T>toper la coferuatione deL l'Imperio "Etmano: e ne' tempi no$Ìri noi ueggiamoychei Cattolici fono fiati per tutto opprejìi dagli her etici m Sco tia,m /nghilterrajn Frdcia,in f$andra,Q;) in molte par ti d^ Alle magna i ti che è indttio della uerita della Fede Cattolica,che rede tjudditi obedieti al Precipe^e lega lo- ro la confciezdye li fa defiderofi di pace, e nemici di rumo re, e difcandalu t2da Lutero^e Qilumo,e gli altri^allon' tànandofì dalia uerita Buangelica yfemmano per tutto xiz^nie,€ reuolutioni di Statile rouine di %egni.tìora ef- fendo tata l'import^zA della 'Religione per lo felice gouer nQyCperla quiete degli Stati,dem ti Prencipe fauorirla, e co ogmfuo sÌud:o dilatarla . E prima conmene y ch'egli fchimgli efìremiyche fono lafìmulationcy e lafhperHitio- nei ^i^ella , perche (come ho già detto) non può durare y e fcoperta,difcredita affatto ilftmulatore^quefìa^pche por- ta feco dtJprezz9:ftafòdamete'Religiofò,contra lafìttione; e fàuiamete pio cantra lafuperHitione, T)io e nueritay e W4ol ejìer con uerità, e con/chiettez^a d'animo adorato» Suppofio quejìo fondamento ypreHi il debito honore al IJ icario di Chr isto, f^cCMmiflri delle co fé Sa- cre; e ne dia efepio àgli altri yper fuadedoft , che no è co/a pÌHfciocca,ne che argui/ca maggior uiltà (t animo, che l*at taccarjt co Potefici, e co lepcrfone Religiofè: conciofiachey fé tu gli honorifer rifpctto di T>io (di cui tengono il luo» ? ^€ LIBRO go^(ti empioife non cedi loro: fé non gli honoripcr rìfpet- tv di J^iOy'fiaper ejualche loro (juaittàf fei fcepio, ISo fi puh tn ejuc sìa parte a hnfìaìiz^ lodare F mante Corti fe^ (or.cjm^iatore dilla nuoua Spagna-, perche (juefio Scallen ti fimo pcrjon aggio, con hncredihile riucreza ,ih\g'i por- taua a'Sactrdotty^ a' "R^ltgiofiymtfe mfommo credito, € pregio la Fedele la 'Religione Chnftiana in ^ueipaefi; e tefiepioflio ha hauuto tanta forz^, che fin' aldi d'hog- gi,nÓ è luogo al módoydoue ilQerofiapm riJpettatOyC le per fi)}; e *R^ ligio fi più r inerite, che nella nuoua Spagna : e no e pofiibile,che filmi la "Religione ychi no fa tòto dé'Relu giofi',pche come potrai honorare la "Religione y che tu no uè di, fé nofaisìima de'Reltgtofijche tu hai innàzi gl'occhi Faccia fielta delle perfine Religiofe d'eccellente dot'^ ,trmatenjirtù',e mettale in tutto (juel credito apprefioìl popolo, ch'egli potrà, con udirli fi e jfo, fi fono Predicatori-, col "ualer fi della lorprudezAfifinffione digràpraticet, colinteruenire a' diuim Officij nelle Chiefiyi cui minifiri fino di tuono efiepio;con honorarli talhora dtUa fiat a. uola,col domandare ti loro auuifoficpra éjualche co fi, col rimetter loro gualche firte di memoriali yò di fiéppliche, pertenenti alla confiienzjt, o à l'aiuto de'pou€ri,o di gual- che altra opera pia-, col dar loro finalmente materia,^ occafione d^ efflr citar e ,^ bene f ciò commune,i loro talenti, E perche grandi filma parte deli' aiuto fiirituale de* popoli depende da' Tredicatori, procuri foUccit amente dhauerne copia;e di mettere in credito, non (jueiyche con una certa firma di parlar fiorita , e njagay ma infiut*^ . tuo fi , S E CO N D O. 5)7 tuo fa' y e njma , fanno njfpcio di trattmiton , anzi chi di Tredtcaton ; ma ciucili , che Jprezjando cotale ma- niera di dire pompofa , e cjuafi sfacciata , fptrano nella loro predicatione, e cjuafi infóndono negli animi degli udu tori, fpirito^e ^veriti ; riprendono i eviti j detesiano i peccati y infiammano gV animi damor di Dio ; predica^ no finalmente non fé ftep , ma Gii.$v Chrxstoj oc hunc Crucifixum . ^lS(on permetta^chele perfone Ecclefiafluhe pano per la lor mendictt ì dijprez^bili ; perche non t co fi , che au- uili/ra più la ^ligione , e* l culto di T)io pref^o alnjolgo^ the la necefiità^ e la mi fèria de' mini/iri di lei , ^\ ZJ fi magnificenza nelle fahnche delle Chiefe , e flimi cofà piit degna d 'un n^remioe Chrisìiano il ri fiorar le Chie/è antiche , che il fabricar le nuoue : 'Cerche la ripa- ratione farà fempre o^^era di pietà i ma nelle fahnche nmue ftnafconie fpsfio ^ e fi annidala njanaglona . ' • tAtuti finalmente il culto del fuo ffreatore in tutti quei modiy che potrà . 'TJauidin mezo delle gterre ap^ parecchio t itto il neceffario per la fahrica di un Temuto magnificenti filmo ; procuro , che fi riduceffe à miglior forma il fieruitio del Tabernacolo ; migliorò y ^ accreb- be d' ifir amenti , e di nimtro di "uoct l Officio dmmo . (farlo ^^agno conduffe , per gli Officij Sacri, tS^ufci eccellenti pn da %oma:il mede fimo diede ordine , che p cercaffero diligentemente i Sermoni de" Santi Tadri , e le njite degli antichi (Martiri ^ e fi diuolgaffèro; egli die- de commodttà à Taolo Diacono di firiuere i gesli de* G Santi, S)« LIBRO Santiy^ ad Ifiardo di far il fuo Martirologio , t Con* Jìantino Magno, per illuftrare la Kjligione, diede ordine, che à Jpefe fm , fi r accoglie jjero i libri dijperfi ver le per» fecutiom paffute; e fi facejfero copio fif ime librarie . Ma cjuanto alreggimentojafi liberalmente d Prelati il gmdicio della dottrina , e Imdrizxo de' co fiumi, e tutta quella giurifdittioneycheH buo gommo dell'anime ricerca, f^ i Qanoni.e le leggi lorococedono^e ne promuova egli,per ogni uiaj'efiecutioneyhor con l'autorità, hor co la potè fi à , hor col denaro, hor co l'opera: perche ejuàto ifuddiiifarà nopm coflumati, e pm feruenti nella uia di Dio , tanto fi moflrarmo più trattabili, g^ ijbidtenti al fuo Trhipe, Della Temperanza . A 'Religione e madre y e la Temperanza ^ e balia delle ^nirtù ; perche fenz£L il fuo^ concorfò , ^ aiuto , e la Trudenzct s^ac- cieca , e la Fcrtez^ fi fhertta, e la (^lufti- ■ uri. «"il I I — tia fi corrompe , ft) orni altro bene perde il fuo angore : eoncwfiache la gola,e'l Jdnno,e l'otiof piume sbandi fco^ no dal mondo quanto ui è d'honefìo,e di genero fi: la cra^ pula iftupidifce gl'ingegni y e toglie le forze y e fcorta la '-Ulta : le delicatez:7e , eie troppe commodita, partorifco^ no effeminatezza. Ma non fi ferma qui limale ; perche per poter auanzar gli '-uguali , e pareggiare t fuperiori ^ Sì nella magnificenza della tauola , come nella fplendidèz* za delteHito , ff) in ogniluffo , e inanità ; gli huomi^ ni y non baftando loro l* entrate delle proprie poffejiioni , non s et: O N DO. 5)^ pon gli emolumentt de* loro ejierciiij , fhndono la mano fino nelle co fé Sacre, e f danno ad ogni f elevatezza^ : in janto falli fono t priuati y e fi rouina il puhlico ; e man- cando i fondamenti \ cafcano gli Stati : e chi uorru con. fiderare onde (la proceduta la rouina dell'Imperio ]{p- mano , trouara effere fiate le delicatezza y ^ l^ pompe ; eonciofiache, dopo che le delitie uennero d' Afia^ e di Cjre- cia à %oma , e cominciarono a dilettare il popolo di ^darte '^ megli animi , dianzi inmtti dal ferro , rejìa^ rono uinti dal macere : ^ i "Romani dhuommi diuenta- rono femine , e di giusiifiimi Signori diuennero crudelif- fimi affafiim delle genti a lor foggette ; perche , colendo aafiuno uiuer da "B^, faccom.etteiia le Città commeffe al fìio gouernoicop mancaua di cjuà ti ij alor e y affogato daL le delitie, e di là l'affetttone de' popoli, opprefii dalla uio- lenza de" Adagi flratid' uno yC l'altro daua animo d'Barka- ri d'entrare neUe l^rouincie, e d'ajfaltare %oma ifteffa : entrarono le delitie m ^ma col trionfo di Scipione A fa- tico^ e di franilo Volfone ; ^ andarono di mano in ma^ no diffondendo il lornjelenoy fiio à tanto chcy tolta ma la grandezza d'animo y e la generofìtà antica ; l 'Bimani non fi ^^^gog^^yono difòpportar l'hornhile tir mia di Tiberio, la beftialità di Qaligola, la immanità di iSla-onela poi- tronaria di Eliogahalo ; e d'uhidire a tanti mosìri del genere humano , fenza farne mai degno rifentimento ; e fé pure ne furono ammazzati parecchi , fi adoperarono in ciQ pili le donne , che gli huomini , ff) i ^Barbari , che t Bimani , ^ i particolari , che'l Senato: ni fu maigen- O ij te . loo LIBRO te al mondo, che ftlafciajje tanto liberamente conculcare^ e flratiare da' tiranni , (guanto ejbi . // che arguì fce , che la lor ijirtu era fuamta ne" Teatri ^ rr, arata nelle tiUc di LucuUo, affogata nelle pefchiere di Meffalla, jnerua- ta nell'otio , e ne* piaceri-^ onde fu poi Jàcil cofa , che da Alarico "Ejt; de' Cjoti , da zAtaulfo^ e da Genferico %e de* Vandali, da Odoacre '/{e degli Heruli, da Teodorico^e da Totila J{e de* Vijgotiiyfojje preja , faccheggiata , arfà , e ridutta quafiin poluere , ^ in cenere ; ^ che le Pro^ uincie, rimafe fen^a lena^ diuentaffero preda de "Barbar- n . T>i cjucfia natura fono le grandezze humane^ che nel colmo loro generano i i;ermi delle delitie , e la rugme del luffo , che le confi ma à poco a poco, e le rouina. TDì che grande effempio è fiato d di nofìri il %egno di ''Porto- gallo, rouinato non da' t^ori , ma dalle delicatezj^ del- t India ; e non e imprefa mffi.na più difficile, che il reme- diare a ciò : perche ordinariamente quelli, che ut potrei/- hono porre rimedio, fono i primi à metter il piede sa la pania , ftj a renderfialle noluttà ; e fono uà rari , che i corni bianchi tjuellt , che le fittone non rendono licentio^ fi , e le profperità trafcurati ^ e la poffanz^ di far mah uitiofi'.e l^ijìeffo Imperio 'Rpmano farebbe molto prima ca du to, fé il ualor d alcuni ' Prenctpi non Ihaueffe alcjuan- to foftenjto \ perche come poteua ( cofi diceua Catone ) lungamente durare cjuella Citta, doue fi '-icndeua più un pefce , che un bue r* Angusto (jfare fi sforza di n. o- dirare gli ecce fa nelle fi?efe delie fabriche-^ ff) a e^ uè fio effetto, con un publico editto, rmfe m e onf dtr atione à tut- ti SEC O N D OV ^ lor-r ti ufut hetlipma oratione di T. %utilio [opra dì ciò, Tu^ herio rifirmò l apparato dome fttco , ft) ^ conuiti ^ e con- iejjèmpio Juo aiutò affai la commum parfìmonia: perche, in banchetti filennif ch'egli faccua^ fece ff effe uolte met^ ter e tauanig delie uiuande del d. innanzi , e la metà dt\ cigniali , dicendo , ch'ella hauenatifieffe cofe, cheti por^ co intiero . ye/pafìano , con la [tmplicit.i del fuo ueftì- re , e con la frugalità della fua tauola^ modero affai tin-:. temperanza . TD ammano y fuo figliuolo , uieto l^ufo del-, leletiche , delle uè fìi porporee , delle perle , e d'altre co-x fs talli eccetto che ad alcune poche perfine di certa età ^ f0 in certi giorni : ma niuno atte fé più à q'tefo, che Ai^ relianoy e Tacito, / cjualt non ufarono , ne uoUero , che al- tri ufaffe uè Ut tutte di feta . cyiureliano hebbe anco ani^ mo di far torre dalle uefìi , dalle camere^ da i fornimen- ti , e da ogni altro luogo l'oro , ch'egli diceua tn tutti auesri modi effer perduto . A4a non e co fa , nella auale hifomi hauer cura maggiore , che di limitare ti fa fio , e le pom- pe delle donne \ conciofìache i costumi corrotti dalle don-, - ne,non folamente (come infegna ^riftotele) hanno in fi una certa pidecenz^ , e brute zz^ ; ma di più rendono gli h uomini auari, e li conducono a mal partito i, perche , ef fendo molto più atte le donne a corromper gli huomini , che gli huomini a moderar effe donne , pochi mariti fo- no padroni delle mogli loro . ffor le pompe fomen- tano l'amhitione , e la sanità , e dirò anco la lafci- ma, e la lubricità di quel fiffo , e roumano l' hauer e ^ e le fifianze de' manti ; e crefcendo le pompe , crefco^ G tij no lot LIBRO SECONDO. m mceffanamente i corredi , e le doti : fa dunque di mesìteri terminare le Jpefi del njefìire ^e delle tauolei il che fi può fare in due maniere , / *una col prohihire , quanto al fueflire^^niuerfalmente certa forte di panni ^ é di ornamenti di più prezip, come hanno fatto l 'Torto^ ghefiy ft) i Genouef; l 'altra, col caricar quefe cofcy ftn~ za prohibirle , di datij^ e di grauez^ tanto grandi , che ne diuenghino cari/^ime ; perche à (juefio modo , cori qualche benefìcio del H^rencipe , altri non potrà portare totali ornamenti ^ch e i 'Trencipi, ^ i grandi', perche y ol- tre che lefudette co/e pregiudicano infimtamite alla Tem peranza \ e per confkquenia alla conferuatione de gli Sta- ti , fono anco cagione , che il pia delle ^olte fi caui fuor del tuo paefe grandifima quantità d 'oro , e d'argento ; perche ejfendo le perle , le gioie , i profumi , gli odori , e le altre co fé tali in mano de' fora fieri jui fono njendute a lormodo;e per gentilezzSi e ciance da donne , lituo Sta^ to fi njota delle ijere ricchez^ ; ne fi deue far poco conto di CIÒ ^ perche egli e co fa certij^ma, che tutti i gran- di Imperij hanno romnato per due njttij', e quefti fono flati illuffòy e Vauaritiai de' quali tauaritia e nata dal lufio , eV lujio dalle donne ^ DELLA DELLA RAGION DISTATO LIBRO TERZO- Delle maniere di trattenere il Popolo «v Abbiamo fin hora ragw- nato in generale delle njirtà y con le quali il T^renctpe fi puh far amare y e riputar e^ le qua- li due cofè fino i fondamenti d'^ogm gouerno di Stato. 'Tar- liamo hora alquanto pia in particolare d'alcuni mez! , à ciò appartenenti, I primi fino l'' Ahbondanz^i e la Pace , ^ la (jmftitia; perche il popolo y che fenzA paura di guerra diramerà y o cmile, e finz^tema d\filr affafsinato m tafia per n^iolenza, o per fande , ha t ciii neccfiarij à buon mercato y non puh fé none fjer contento , e d'altro tion fi cura j del che ne fa fede il popolo d ' IfdraeUe neLr G uij l' Egitto y 104 LIBRO l^ Egitto ; dotse benché fojje in n,'na durifiwa feruìtu , e trau^gltato fìranamente da' mini [in del\e Faraone^ t fiche non haueua pur temLo di rejpirare \ nondimeno , ter la copia de* cibi , che t / haueua , non fenjaua pure .> alla liberta ; ^ all'incontro, mentre caminaua f,er lo de^ Jerto , ad ogni mimmo mane argento d' acqua , o d'altra pmilcoja , mormoraua , e fi lamentaua fuor di modo di chi l haueua cauato d Egitto . E tutti Quei , che in %o- ma adirarono al 'B^egno , tentarono ah y per gratificarli la plebe , con diflributioni di formentì , e con mettere a campo compartimenti di terreni yC con leggi agrarie y e con ti^itto ciò y ch'era atto a fatoUare il popolo Romano . Qofì fecero iCaf^tjy i ,JMelijy t J^ardijy, t Gracchi, e (fé far e, e gli altru Z^cjpaftano i confegmto l'Imperio y nonhebbe cura maggiore di negotio veruno, che dell* Abbondanza, E Seuero m atte fi con tanta foUecitudine , non che dili" genza, che nella morte fua la fio ne' magazeni publichiy grani per fitte anni al popolo di "Roma. Aureliano yaccioche le njettouadie fi nsendejfero a miglior derrata ^ accreb- be in %oma i pefi d'un'oncia ; perche egli giudicaua , co- me per n^ma fua lettera diffe , che non foffe al n^ondo ca- fa pili lieta y che'l popolo 'Fumano [atollo ; e l'ejpertenz^ €1 ha infegnato a 'ÌSlapoli , ^ in altri luoghi ypià d'una ruolta y non effer co fa niffima , che fm commuoua , e piti efafperi il popolo , che la strettezza del n^iuere , e la ca- re fìia del pan e. Ma non ^loua la copia delle uettcu agite fé no [t può godere yO per uiolcnza de" nemici yO per iniquità dù^ comp.-gnt y pir cth bifog;ia accompitgt: aria con P^xe, e _ . \ . con TE R Z O. 105 ton Giuftitia . AppreJJo , perche il popolo e di natura fra inftabilcy e defidcrofo di nouità , ne aumene, che s*e^ g't none trattenuto con uarij m.zj dal fuo Prcncipe, la cerca da pft^JJo anco con la mutatìone di Statole digo* mrno : per ciò tutti i ^rencipi fautj hanno introdotto alcuni trattenimenti popolari , we* quali , quanto pM fi -ecciterà la --uirtu dtltanirno , e del corpo , tanto faran^ no piti a proposto . / Greci hanno moftrato maggior gitidicio ne' giuochi loro Olimpici,lSlmiei,Pitij , Ifimij^ che t 'Etmani negli zyéppoUir.an , fecolari , gladiatorij , e neU^ Comedie^caccie , ^ altri /imtlt, ne* quali i Otta* dint 'Komam non ejprcitauano, ne l'animo y ne ti corpo; fi che non feruiuanj che di puro trattenimento : ^^a ì giuochi d:* Cjreci flruiuano anco d^fìercitio ; comunque fi fia\ Augurio Q(fare ^Trencipe di tanta prudcnz^a u'i?i- terueniua perfjnalmentc , e per dar riputatione à gli Jpettacolt , e fodisfattione al popolo , e per mofìrare la cura, ch'egli fi prtndeua della loro ricr catione , e pajfa- tempo . Qnefii trattenimenti intermedi molti anni, per tinondationi,e guerre de' barbari, fiirono poiriuccati da Theodor ico ^{e de' Ciotti, Prencipe i^fe non [offe fia- to zArriano)d eccellente Prudenza , Egli rifece t Tea» tri , e gli zAnfiteatri , / Cerchi ^e le lS[aumachte,intro» dujfe t giuochi , e gli fpett acoli antichi , con tanto piace^ re dMe brigate, che non fìcurauano di mutar gouerno. Il medtfimo fide tenne Matteo, e (j ileaz^o Vi fonti in Màano\ e Lorenzo , e Pietro de* tredici in Fiorenza , ■ con i^'arij tornei , e giosire , g^ altre fmtli inuentioni s'acqui' io delle genti ; e €otali fj?ettaco[i debbono ejpre fenz^ pencolo dilla una:: perche j oltre che ciò ripugna alla legge dt Dio , e anco contra la natura del giuoco d metter/i a rifchio dt far danno notabile ,o di tor anco la uita a cht fi fìa . 2i' zimo , fratello di "Baiazstte, domandato , che gli parejje dun torniamento , fatto da noftrt, al quale egli tra ftar to prefinte y rifpofiey Che qutgit incontri à far da d.uera erano poca cofa; e per pafiatemp oberano troppo , per lo pericolo , che fi correua : oltre di ciò glt huomini , che fi ujano àuedcr le finte , eH fangue ,. e la morte degli al- tri nel giuoco , e necejfano , che ne diuentino fieri , cru^ dell, e fangmnarij ; onde naficeranno agcuolmente, e rif fey ff) homicidijyff) altri fi:dndali per la Citta: Per- eto Jiirotìo anco tolti mai gladiatori da Hcnorio Im- peratore , come ijogliono alcuni-^ perche ejfendofi meffo un certo Monaco à detefiare quella empia cofuetudwe^ ti popolo yufoà ijeder tutto il di per paffatcmpo ferite , e morti d'huomini , li cor fi adoffo , e t ammazzo . C^anto poi gli Ipett acoli fudetti faranno più hone- fti , e più grani , tanto maggiori forze haueranno di al- lettare , e dilettare , e trattenere il popolo : perche la f licita y alla quale mirano quefi trattenfmentf^ confi a di due co fi, cioè di piacerete di honefià-yOnde lodarci pia la Tragedia, che la fomedia: Perche le materie comiche fono ordinariamente tali, che Chonefià non ut ha parte alcuna-, e gli attort fanno più prefìo tnjfficio di ruffia^ tu , che d fJtfirioni ; Onde , non fienza cagi.me, t Caconi £ale- T E R Z O. 107 Ecclejtaflici m li ammettono al "Batte/imo, ne a* Sacra- menti dei/a Penitenza y e deli' Eucari/iia , fé non lafcia- no cj'Aell' infame ejjercitw : ma che cito io i Canoni della Chiefa r* Scipione ^afica^ temendo , che'l popolo T^oma- no nons'tnfetajjè di'^itij , con t'udir Come die y e Farjè^ confìglio il Senato à rouinare un teatro , che s'era comin- ciato . hfanno anco piti del graue , e del merauigliofi i trattenimenti Bcclejtafiiciy che t Secolari ; perche parte- cip ano del facrOy edeldmino: Onde anco Arifìotele con- iglia il n^rencipe a far facnficij foUenni : e noi habbia- mo mfìo il Qardmal "Borromeo hauer trattenuto l infi- nito popolo di Milano con fìfìe celebrate religio fimente^e co attioni ecclefiafiichey fatte da luì con ceremomay e con grauità incomparabile ; di tal maniera , che le Chieje erano dalla mattina fino alla fera fempre piene ^ ne fu mai popolo y 0 più allegro , ò più contento , h più quieto dt quel ch'erano i Mdanefì y in quei tempi . Dell'imprefe honorate, e grandi. Ono anco di gran trattenimento ^e molto graue , e quafì H eroico l'opere , e timpre- fé honorate , e magnifiche de* Prcnctpi , e qucftefono dt due fòrti: perche alcune ha" no del Ciutle,altre del Militare, 'Del Cmile hanno le fa- ir ich e, 0 per grandczjA , 0 per wtilità marauigltofi ^ qual fu il Propileo , fahricato da 'Ttricle, ti Faro, edi- ficato da Tolomeo, ti porto dHofìia fatto da Qaudto^ e poiampl'Mo da Traiano , glt Acquedotti , ì ponti fi* fra cr^ fuwìy J torrenti ^ i ritratti y e mig^iorafncfitl' d^^ luoghi faludoft , eie Jìrade ,e per ufo delia Citta ^ e di, fuori ; cjuali furono la Emilia , l'Appia , la Qafia , e t altre : le corriuattoni de' fiumi , ad njfo dilla nautga- itone , 0 d.ltaoricolti.ra , cjuali fono t canali di Adilano> gl'HoJpedali, Tempi), Adona ficrij, le Città: metteremo ancora le naut di marauigliofa grandezj^a^cjual fu quel- la dc^fonfo Tnmo d'Aragona, e le machine da guer^ ra, (jual fu rejpugnatrice delle Città , fatta da TDime- trio : ma m Jimi/i opere bifigna guardarft da due in- conucnienti ; tuno sì è y che non fano affatto inutili i l'altro, che' l popolo non ne fa immo deratamente aggra- nato , nel che meritano ogni htafmo i %e d'Egitto -, con- cio fiache ^ per pazs^ ofttntatione delt infinite ricchezx^, loro , faro fabrtche immenfe: e che diremo della nja- fiità di Semiramide , che fi fé fare una fatua in ^un monte , alta fidici Badij ? poco più njtile fu ilQoloffo di %odi y tanto celebrato da gli antichi : ne minor hiaf mo meritano forfè i palagi , eie ^'lUe di piacere, edifi^ cate dal 2{e Solomone , con infinita [pefa , e per confiè- aucnz^ intoLrahile aggranto dt fuddiii . Wo« conuie- ne , che fahricandof co fi tali, per trattemminto de' popoli, e per confitruarli in pace, ftlac trino , e fi rtdu chi- no à difperatione: hor ptr tener li contenti, e cjuieti,le fit- hriche, e le altre co fi tali tanto fiaranno più a propofìto. Quanto porgeranno maggiore utilità, e diletto in commu^ ne : aueflo allegerirà i carichi , renderà piaceuoli le gra^ Hezge, e foaui le fatiche-^ perche l 'interejfe acqueta tutti ^ Delhm- TERZO. 105 DcllMmprefe di guerra, A molto maggior trattmimento portano [èco l 'tmprefè militari}, perche non e cofOy che pia fòjpeda gli animi delle genti^ che ^^^ le guerre d'importanza y e che s'impren- dono , 0 per aJsicHrare i confini , 0 per ampliar l'Impe^ no j e per accjmfiare gmflameyite ricchezza, e gloria; ò per difèndere gli adherenti , ò per fauorire gliamL ci y i per conferuare la Religione , e */ culto di TDìo : perche a fimili imprefe Jogliono andar tutti (juei, che ua^ gliono altaiche coja con la mano , ò col confeglio , f0 tm sfogano , contra i nemici communi , / loro humon : il re fio del popoloso uà dietro al campo, per condurui net- to uaglie y e per far ui altro fimile feruitio , 0 re sì a a ca^ fa y doue , 0 porge preghierey e ijoti al Signor TDio , per la confecutione della -littoria , 0 fld fòjpefò dall' ejp etta- tione ye da' Jticcejit deOa guerraidi tal mamera^che no re- fla negli animi de' fudditi luogo niffuno per le riuolte^ta- to fino tutti,o conlopera,ò col pefìero occupati nellw: pre- fa. A cjuefìo rimedio yCome aduno ancora di rifletto y ne- correuano ordinariamente i Romani nelle feditioni della plebe : menauano lefjercito in campagna , contra nemici : co/i actjuetaaano gli animi pieni di mal talento contra i nobili: e Cimoneyijeggendo chela giouentà Athemefe non fapeua Fcarfì cjuetay armatene ducente galere y la meno a far prona del fuo 'calore , contra n^erfiam : e fé net confi derare mo bene , onde fia, chea tempi nofìri la Spa^ gna no LIBRO gna e m fomma cjuiete ^ e la Francia inuolta in perpetut guerre Ciuiii; rttrouaremo cto procedere in parte , per- che la Spazia fi e impiegata m guerre Hr amere , g^ m ìmpr e fé remote ^nelt Indie yné' paejthajiiy contra hereti^ ciy contra Turchi , e Al ori; doue efjendo occupate parte le mani , parte le menti degli Spagnuoli ; la lor *Tatria fi ha goduto grandijsima pace , e diuertito altroue ogni humor peccante. (t/^U' incontro la Francia , fìando in pa~ ce con gli jìranìeri y fieriuolta contra fé Jìejpt^e non ha- uendo altro pretefìo, ha prejo quello dell'here/ie di CaL uino , e di unnuouo Euangelio , che douunaue fi fa fcn- tire^annuncia non aUegrezga^ma lutto, nò pace,ma guer- ra h or rihile*, e riempie gli animi ^non di tuona uolontà, ma di furore, e di rabbia. Gli Ottomani anche, cori un cor- fo perpetuo di grandijìime imprefe , e di fittone , non folamente hanno ampliato il loro 'Domanio , ma di più ( il che non e di manor importanza) hanno aficurato gli ^cquifli y e tenuto in pace i fudditi . Se fia fpediente, che*l Prencipe vada alla guerra in pcrfona . O N farà fuor di propofito il trattar qw, fé all'imprefe di guerra fa henc.chel Pre cipe -vada in per fona, o nò , f^o/a per ma d'ejfempi , e di ragioni molto diffutahile daltunay e dall'altra parte: perche da una banda, è più facile, che tra molti Capitanile "Baroni dediti alla militia, uè 1 3 TERZO, m uè ne fa uno, o più d eccellente giudiào , e calore, e fi' Hata; che non è , the qixpe parti ft ritrotmo femprc nel ^renjpe : nel (jualcafo meglio e , che egli maneggi tim^ prefe per mei^ daltriy che m perfòna-y perche non hauen* do auelle parti , che {i ricercano in mi Capitano , la ftta prefenza farà pia atta a di ftur bar e le buone rifolutioni ,, ^ ad impedirei e fecationi , che a promuouer ^mtle , o à fòlle jtar q'ieHe.Giuftmiano,fenza muouerftdi Qonftan- tmopoli, ualendofì della Prudenza, e del Valor d'huomu ni eccellenti, libero l'Italia da' Ciotti, e l 'Afiica dcC Uan- dalli e tenne i ardire de' Perftanià freno, ft) fi* fiimat9 felice per la ruirtù di "Belli fario , e di ^b^ar fette, e d'altri mini feri , ch*eglt hebbe , Al medefmo modo Carlo Vl^ %e di Francia, f andò f fermo in 'Borges, cacciò, per me- zp d'ottimi Condottieri, gl'lnglef fiori del'E^egno; onde ne riporto il fopranome di Sauio . 7)all * altra parte , fi iln?rencipe e quale l'^hahbiamo defcritto , andando per- fonaimente alla guerra , a/i porterà tutte quelle partii che portar ebbe un fuo miniftro,e di più il uantaggio del- la riputatione, e dell 'autorità, con la quale r addoppiar a^ e la vigilanza de' fapitani , e l'ardimento de Soldati t perche V'rgec prgcfentia Turni . Ma perche un Premipe con le debite qualità f pui ken def derare, ma non formare da altri, che da T>io',non refla à noi altro, che dimoiìrare quali imprefe ricerchino^ ajfolutamente la prefenza del Prencipe, e quali nò . Sup» poniamo dunque prima,che il Prencipe non (i deue muo-~ mreyfe non per guerre^ e per imprefe importanti . Hot tali m L I B R O tali tmprefe (t fanno ^ o per dife/a, o per offe fa: e per ac> cuisìo deli' altrui jla di fé fayO e per lo tuo Stato prinitóale, enelijuale tu fai reftdenza , ò di cjj^aLhe mertìhro [epa- rato, e lontano, T)uiamo duncjue, che fé il nemico ciuer- ri con grande sfòrzo adajfaltare in cafa^ fa tene , chel l^rtm ìpe li uada per finalmente incontro: prima^ perche ^ oltre la riputazione^ ch'egli recar a ali Hmprefa , e*l fgut- to delia nobiltà^ e del popolo, che l"* accompagnar a uolon- riamente^ff) à gara; farà anche animo con l'ejfempiofuo, €C fudditi , e li metterà in necefità di combatter ualoro- famente per di fé fa , e falute del %egno , e del %e'^ il cht importa ajfaijsimo nelle offe fé , non che nelie difef: oltre di ciò, la difefaje la confruatione dello Statole benefcto tan, to grande, e tanto imiuerfale,cheH Prencipe non dee iom- por tare, che fé ne hai? li a obligo ad altri, che a lui ; altra^ mente corre rifico dello Stato, come auuenne à Childerico '^ di Fran.ia:8ra entrato m (juelnolilifimo T^egno Ab- dimaro ,'K^ di Spagna, con pm di ^uattrocentocint^uan- tamila Saraceni , e (mentre che Childerico , aukolto nelle delitie del fio palazsP, attende, a guifa d 'un Sardafia- palo, à dar/ì bel tempo, ^ ad ingoi far f tuttama pm nelle uoluttà) metteua, con terrore, e con difj^eratwne delle gen- ti, tutto ciò, ch'egli incontraua , per l amene contrade de'' SantoM,ede' Pittoniyà ferro yf^ à fuoco',ma nodormiuA in tanto farlo Martello-, per che, me ffo infieme unpodero^ f) effercito (ne! auale era ilnerm, e^l fiore della nobiltà^ e del popolo di Francia) affrontatop anim.ofamète co ^ar^ bari,ne ammazgòj in un terribilifimo fatto d 'arme, tre- cento . ■ T E- R 'wm:- 113 • tentofettdntacinque mila. Quefia cojiualórófadifefa fit S tanta efjìcacia, e con tanto fattore obli^uniuerfalmh t€ gli animi de* Frana fi al ^^artcllo,che*l 2\e nonfèruì- uà y che di zero ■: fi<.hè non e merauiglia^ che rPif^mo, fùo figliuolo [offe poi co fi facilmente gridato %e di Francia^ àel D e e L I I ; e non folamente s'obligano i popoli à chi difende lo Stato ^ e'I temporale y ma non meno a chi mantiene lo Spirituale ^ e la Religione : perde quefto ancorai beneficio di fòmmaimportanza^ ech'ap- par tiene a tutti ; e nel medefimo "E^gno di Francia fi e ut- fto,ejuanto grande amore , e riputatione s^hahhiano acqui' flato alcuni Prencipi con la protettione,'che hanno fempre ten'Ato della Fede, e della caufa di TDio . 'lS[m e pero ne- ttffario\che'l Prenctpe fi troui fempre ne" fatti d'arme: haftcrà alle uolte auuicinarfi^U'eJprcito, ^ al luogo, do- uè fi combatte", far e fiyudmmtem maniéra^chela falut^ dello Stato (i ricono fia,o del tuttofò in gran parte dal fito ^udiciOy configlie., <-vigilanza,magnanimitày e calore. Il medefimo fi deue ofieruar^ nelle guerre offenfiue,e d'im- portanza^ ma uicme; perche la ^-vicinanza accrefce gratta, e fk'Aore à chi conduce limprefa a fine ; e'I beneficio pare ('v> . folleuamenti. a^, O N bafta duncjue haucr tar^ te dt trattenere il popolo , ma bifògna di pm(^ perche ejuefia e fallace ) procedere che non pojjk , 0 almeno , che non deb- ba rmoltarjì, e turbare la pa^ ce publica , e la maeftà del Trenctpe 'y e Jopra tutto egli e neceffario torli l*occan Jtone , e la commodità delle riuolte • 4»t.>.i u «»J* «ì\>ì' i WV>*v.'^".ì -vi 1 1 titf LIBRO Di tre forti di perfone , delle quali conftana le Città. N o^ni Stato fono tre fòrti di perfone , gli opulenti , / mifèri , ^t me:^m : tra l 'uno^ e l^ altro eftremo di cjuesìe tre forti ^ l metani fono ordinariamente i pm cjuie^ ti y e pili fault à governare ; e gli efiremf i pm dif Jicili y perche t potenti y per la commodità, che le ricchet^ ze apportano feco^ diffìcilmente s*afìengono dal male;. Imi feri , per le necejìttà , nelle ^ualt fi trouano , fimìL mente fogliono effer molto - ^C0 torre la rvita a tutti i fìtoi parenti . / Turchi , non fi prejlo fono affanti all'Imperio , che fanno morire tutti i loro fatelli . Amor atte llì, che hoggi regna ^fece fcdn* nartanco njna concuUna di fuo padre grauida\ hi 'R^ d'Ormus y prima che (juel^^gno cadeffe fotta ^orio^ ghejt ^ priuauano della njnai loro parenti y il che njfà. rono anco alcuni Imperatori ^ConHantinopolitani , I %^ della China, ai h orrendo, come pm humani, queflacru^ delta, fi contentare) di rmfèrrare quelli delftngue m alcti^ ni luoghi grandi , e ffatiof , e pieni d'ogni commodità, e trafluUo ; eH medefmo fanno quafi li "Re d "Etiopia ; perche confinano i loro parenti m njn monte alti fimo, f0 amenif^imo, chiamato zAmara ydoué (ianno fino a tan» to y che la forte It chiama alla fmtef^ione della (Jormai € que fio monte è tanto, erto , che fipm dire quafi fòrt.ez^jt inejp ugnatile: non uifi può falir fopra ,fe non per Tno fìrettifuno calle -^e di fpra nji e tanto terreno colti uaiu le , che co' futti 'ti fi può mantenere njym buona hriga^ ta \Ji che egli e fcurifimo da gli affalti, e non teme d 'ef Q^V A R T O'. 119 fer affamata per affèdto -, ^^a ritornando onde fi amò- partiti y diciamo cop. y che ne li "B^ della Chnia, ne gli Imperatori deli ^ EtwpiayCol confinare iparentv^nì i Tur- chi con l' ammazzar li jOi Mori con l'accecarli^ aficuranù > gh Stati loro dalle feditioni^e da' f)Ueuamenti: non i Chine fi y e gli Etiopi ; perche (juando hene i loro parenti fìano d'animo quieto , e ben composìo^puo ejjèr , che'lpo^ polo , ^ i "Baroni , concitati da fdegno yoda furore , o n>ofiida paura di cafligo yh da defiderio di vendetta , foUecitmo i confinati^ e corrompendo ^ o s/vrzatulo le guaY-^ die y gli cauino fuor delle prigioni , e de* confini y e It collo- chino m peggio yComei Communi di Spagna foUcuati, ten- tarono di far col T)uca di Calabria \ ch'era allora pri- gione nella torre di Sciattiua . TS(onnego pero j che l 'u- fanzs de' Qymefiy e degli Etiopi non habbino meno del barbaro, ^ dell ' ingiù/io ;conciofachel'ufan^ ha fòrza di legge : ^ e co fa ragioneuole , che per liberare di pen- colo y 0 anche di fòfpetto , // 'Regno , t parenti del 'B^ fi contentino di cjuel piaceuole confine ; ma non '-ut è pero tutta cjuella pcurezz^ , che fi penfà ; concio fache nella China fono flati ammazzati molti "E^ , e ^'i hanno do^ minato tiranni crudelifimtye fino alle donne yC nell'Etiopia no fono molti anniychefu chiamato alt Imperio Abdimilec, nò dal Monte Amara-yma dall' Arabia^oue s'era ritirato, t^a molto ?neno ficura è la crudeltà de' Turchi , che ammazzano , ò de' ^^ori che accecano i fiateUi , f^ i parenti: perche negli altri 'E^gni njrH animo bramofb d*honore, e d^ Imperio ^ non ha altro fltmolo y che lo H iiij tnuoua n.a E I B R O mmuaàfkr rumor e ^ f^ a metter wano aHWm ^ che l'ambttwne y Ucjuale fi può njarMmmte,o uccellare, o trattenere , o ^volgere , e dmertire altroue : ma tra gli Ottomani , e ^^ori , oltre l 'ambittone y ^i e anco la ne-^ cejsttà pretenfa d^ajsicurar fi della fvita: co fi in niffun Itiói go fino fiati mai , ò pia guerre ciuili y o più riuolutioni, che tra' Mori , à Ormm, à Tunigiy a Marocco y a Fefi fa 'y e tra Turchi , come fanno fide le guerre tra Orcan^ w, t Mofiy e tra iJMofi , e t^aomette : tra 'Baiazette , e ^izimo : tra Selim Trimo, e *Baiaz^tte lì ^ fiio padre : t trdlmedefimOy ft) Alenfiaco fuo nipote , e tra Solima- no , e Mufìafa , fuo figliuolo y e tra Selim //, e "Baiazet- te fiuo fiatello , ch'ejfindofi ricouerato finalmente prejfif Tammo/S 7{e di T^erfiayfu dal fuo hofiite ammaz^ta per njfi miUton d *oro, sitatoli promefio : Ter che il fape- re di douer effer morto da chi otterrà t imperio , fa che ogniuno penficC cafi fiioi, e fi metta in arme con gli am» ti yì) de fudditi yO degli firanieri : Onde Selim '^P rimo foleua direych^eglt era degno difcufayfe bene haueua ant^ mazj^o tanti , e fuoi fiateUt , e cugm , e nipoti , e pa^ renttd^ogm forte i perche il minimo , che dt cafa Otto^ mana fiojfe falito à quel grado , haurebbe fatto ti mede- fimo giuoco a lui , Z/ediamo ali 'incontro , che né* "R^gni di Spagna , e di Portogallo , e di Francia , e ne' n^rinci- ■ pati d' AUemagna j e negli altri Stati della Chri/ttanitày^i fi bene nji fono flati, e nji fono moki perfonaggi del fan- ^ gue, e molti Premipt , e' hanno ragione nella CoroìMy noff fvi nafcono pero tante guerre ^efoUcuamenti di gran lun^^ V . .;;; lì gay QJ^ A R T O. ni ga , ijudnti tra (juet barbari : perche le leggi , e l^ufanzs crudeli fanno gli hmmini crudeli', e le humane humani • Doue fino pia Prencipi del /angue , che nella cafa d^Au- fìria^ pia fratelliy e piìi cugmif 'Nw hanno pero mai uio-^ lato l 'amoreuolezz^a , non turhato la 'F^publica , per am^ titione; anzi cedono l 'uno aU 'altro le lor ragiom,e preten. (ioniy e '-viuono quicti^imamente y come fé più corpi fuf fero animati da <'vno Jj?into , e gouernati da una ijolon- tà\f^ in Franctayfè bene fono fìatifempre molti Pren^ api della cafa %ea\e\ non mai pero fi e turbata la fuccef- fione tra i pofìeri di Qarlo MagrWy o di Vgo Ciappetta, o di J^eroueo , che fu innanzi co fioro . Ada che dolcezza dt dominare può mai ejfer cofi piena^che fìdtsfattione cofì grande, che contentez^ cofì compita^ che fi debba compe* rare con la morte de fatelli , e coni 'eflermimo, e rouma del parentado^ o che %egno e tanto opulento, efdiceychefì pojfa godere con aSegrez^yC con diletto, fenza hauer pref fo di fé per fona del fuo /angue , a cui fì po/fa communi^ car il bene, e far parte della pro/feritàf La ijia dun(jue di màtenere la quiete^elapace degli Stati,per conto de'Pren cipi,che ha ragione di fuccefione,$i e la (jtuf{itia,ela Prté denz^,con la quale cono fendo le nature, e gli humori,fihi' uando glt fdegm , togliendo la materia ali 'muidia^ della quale non èpafionepiù uehemente,e più t cmpe fio fa;fì ter- ra quieto iiUommiOirPerche fi come co laferez^,e erti deità s' inauri fono, e s'infuriano gli animi de' grandi -^co- fi con la piaceuolez^a,e con maniere conuenienti,fi conten- gono m ofpcio,e fi appagano della ragmied Turchi, per uo Ur iiL r I B R 0 Ur ammàz^r i fratelli , /r mettono tu necejìita di metter fyiano all' armi: alt incontro Q^ntonino Ftlofofo prefe per fm compagno neW" Imperio , Lutxo Uero fuo f-attUo ^ e Z^aletìtimano Valmte ; ne per cw fegui altro , che amo- re, e che raddoppiamento di heneuoknza: e Grattano diuu fé l imperio con Teodofto , che nulla gli apparttneua ; ne fu mai maggior anione d'' animi , che tra quei Prin- cipi : e non ijoglio anco lajjar di dire , che la più protra- tti cauja della futura rouina dell 'Imperia Turche fco fi e quefìa loro crudeltà ijerfò de' parenti-, perche pnfiden. do gli Ottomani quante donne cogliono ; e per ciò fa- cmdo figliuoli fmza numero (^fi dice che i^n figliuolo del preftnte Amoratte ne ha in due anni hauuto cinquan- ta) tutti pero certi di effer ammazzati da chi otterrà il ^gno ; è njerifimile , che a lungo andare , dehha nafce- re in quell'Imperio guerra intefiina, che debiliti le forze , e diuida in più parti lo Stato ^ e per quefta njia apra la fìrada d nemici di ajfaltarlo , e di foggiogarlo : ne fi deue alcuno marauigliare , che ciò non fia per ancora auuenuto ; perche non fon corfi ancora molti fecolt da che Ottomano (che morì nel m. cccxxviii , fotto "Be- ne detto XI) fondi l'Imperio Tur che fco ; ma fi fono già -njifle guerre crudeli f ime tra loro, che ci fanno credibile qm- ^^ Ho noftro prono- fiico * De' Q^V A R T O.^ De' Feudatari] . U3 E * Signori particolari et un 'F^gno ut e del iene , e del male ; ti mah e t autor ita, e la. potenza, in quanto ella e fojpetta al Pren» tipe fi pr ano: perche e quafiun appoggio , ^ un rifugio apparecchiato a chi uolejje ammutinarfi^ e foìleuarfr^ oà chi tent affé di muouer guerra^ e daffaltar lo Stato; come fino flati i Prenctpi di Tarantole di Sa^ lernOy^ i Duchi di Seffa^e di affano nel %egno di 7^4- poli.llbene ìyche quefìt Signori fino come le offa^e lafir- mez^ degli Stati; che priui di efiyfarebbono quafì corpi compoftì di carne yC di polpayfenza offty e nerut: onde ad un groffò fiontro di guerra,o rotta dttffercito,o morte di %^y facilmente roumarebhono: perche non hauendo il pò* polo perfinaggiyche per altezxa di f angue yO per inuetera- ta autorità, pano tra gli altri eminenti , e per ciò idonei adeffer capi, fi confinde;e priuo di partiti yC di configlwyft arrende a nemici; come fi è uifìo più d'una uolta fieli' S- gitto 'yC [tuedcrebbe nella Turchiayfl piacefe a Dio, che fl ropeffe una uolta in campagna il nemico. c^U' incontro uediamo i 'E^egniydoue e nobiltà numero faytffer quafiim^ mortori: come ne fa fide la Francia, e la Per fa: perche la Francia , e fendo caduta quafi tutta fitto li l^e d In- ghilterra y fi e per opera della nobiltà, che. ui e infinità , ri- hauuta : e la Perfia finamente figgiogatajoor da' Tar» tariyhor da' Saraceni, fi e però fimpre mantenuta per lo -ualore della nobiltà, della quale e piena; eia Spagna non . .; e ancor ù4 L^'ITB R O ì ancor ejpi fiata Itherata dalla ftr unii de' i!Mori per Io udore, e ptr l'opera de' nohtlifMa dirà alcuno y che per la confiruatione del paefe^e delio Statoci Signori titolati fon tuoniyWa non per la "Re: perche fi come fono atti à man- tenere d paefcy f0 à far animo alla moltitudine, cofian- co pofjono trauaghare ti ^renctpe , e dargli da fare: chi dubita di ciò ^ fé il ^rencipe farà debole per lo carico, ch'egli fofìiem, ft) incapace della grandez^, ^ indegna della fortuna fi*af fé non hauerà neruo di Giufìttia, non lume di configlio; fé non fàràfinalmete taley^uak thab- hiamo defintto^ ISI^l cjHal cafo non farà folamente tra- uagltato da"Barom,ma aggirato da'fuoi Confeglteri,e da' tuffoniie fruirà non di l{e, ma di pedina, Qome Childe- rico,e farlo fimplice in Fràcia (Jòtto cofìm cominctarono in ^uel 'E.egno t feudi, perche per la dapocagine del ^, ogn^uno fi ufurpo ejueUe Città, e luoghi, ch'egli hauetta in gouerno) e Vectslao in (jermania,e %^miro m Ifpagna, et Andreafo à Napoli ^e Mafimtliano Sforza à MilanOy f^ ad urChmmo tale niffuna forte daficuramento farà buona, perche li manca taumJo,e'lgiudtcto di feruirfene. De* Grandi per Valore. A terza fòrte , la cui potenze^ ci può ejfer fofpetta , e di (juelli , che fé bene non fono ìUuflri per fangue^ni grandi per ricche^ ze, e numero di IJ affallijh anno però gran-^ de autorità, per lo mareggio di co fé importanti y e per lo njalore moflrato in diuerfe occafioni, ò di pace, o di guer- ra* Q^y A R T O. rif m . Et in nero non e co fa nijjhna più pericolo fa alle 'Kt* publtchcy che la fomrchia grandezza dt un particolare^ OndegltAthenefìfe ne shrigau^ano co l'Ojìractfmo^e di ni minor pencolo è alle Monarchie lOnde Artfiotele <-vuole^ che la conjtr Mattone del T^renctpato fa U far sì , che nif fino salzjt fpropQrtwnatamente [opra gli altriyO d'autori^ tàyO dt rtcchezzS' perche pochi fono (jueUt, che fi frpp^ no moderare nelle projperità, e calar t antenne della loro^ naaicella a' ^enti fauoreuoli.Hor à (jueftì mconuenientk fi ptto rimediar e yprtma col no ferutrfìm affari d'impor- tanza di gente altiera, e di notabile ardire: perche cofìfat te perfirw tramano naturalmente co/è nuoue; e l'ardire ,. congiunto con la poffanza difficilmente fi pub r attener e i ma molto meno ti deui fidare dt gete afìuta^e cupay(jua^ le fu CCafio^e Lorezino de' pedici: ft) a' tempi nofir'p Cafpar di QoUigrUyhuomc di poco animo ^ma d affai ma- Ima-yC (jugltelmo di ^affao timido pm che una pecora,. tna fi-audolete più che una 'uolpe: perche fi come gli ar* diti prefumono affai della hrauura y co fi gli affati fi fi-- dono fouerchio dell-tngegnoloro : ma dt mfuno conuient meno fidar fi , che degli mflaùilt, e leggieri: perche cjuefiiy a guifa dicanneyfiuolgonociuà, e la ad un mimmo fo fi- fio di fperanza, o di tema, e fono il giuoco degli arditi, e degli aftuti . Egli e bene di non ifìituir J^agifirati cork giuridittionCy e con paffanz^ uicina alla fùprema: perche la dolcezza' del commàdare conduce gli huomim fuor de\ termini dell' honeHo , e del gtufto : è fi cotali Magiftr^, ti firn già m effere^ fi debbono quietamente Jòpprimerei^ tmcQ t itc^ u: ir B R (T crniefiefopprejjòpiu et una uoka l^njfficìo di (jran CotP mflabiU m Fràcik'y^ i Grandi Maeftrati di S.^iacomo,^ d *(^lcant€ray e di Calateaua in Ijpagna ; e fé non Jlpo/^ fbnofipprimere, farà hmt indebolirli , e troncar loropar^ te dell'autorità, e dil potereymajìime con i/cor tar loro lite pò : perche la pojpinza, congiunta con la diutt4rnttà , fa, che g/i hiiominiy dimenticati/ì delia loro condttwnejafpi^ fino , non a ejuel che debbono , ma à miei che pojfono , ò che fi penfano potere j onde io mi marauiglio , che nella piti parte de" ^egni delia Chrtfiianità , i maggiori ''vffì' cij , e più importanti fiano perpetui}, come fono ejuelli di' Connefìabile, e dit^lmirante, e di Marefciale : oltre d^ mali m Francia fono anche perpetui tgouerni delle Pro- umcie, che (i danno a 'Trencipt grandi in ulta; onde n*e fègmto, ch'efi ne fiano cjuafi diuentati padroni : almeno non e m podefìà del "Ke tor loro il gouerno finza rumo- re , e dubbio di qualche folleuamento , ò nouità ; perche perpetuandofi i gouerni di ricchifime H^rouincie à T.na di chi gli ha, e pafando anco dal Padre al Figliuolo ^ fi acquifiano tanti amici, e clienti , e parteggiani ; e colloca- no (o per l^ autorità , che loro dà l'ijfficio , ò per lo fit- uore y ch'efi hanno prefo il 'Ki) tanti loro adherenti , o fèr Ultori nelle più importanti H^iaz^, e gouerm , che fi ne poffino dir padroni :Cof le T^ucee^e Contee,^Ji Mar- chefati, e gli altri gradi co fi fatti d'ifficij, e di gouer* ht à Ulta , fono diuentati hereditarij : l'am.mimfiratione della giuftitiadeue ben effer perpetua , non in per fona di qmfio, odi quello^ ma di più perfine in un Senato , • Wi i i 0 Par- Q^V A R T a. 117 »ò Parlametito;mailmane^io dell'arminon/tdeuecomr mettere y ne in mta,neà pia perfine . 'IS^on a più per- JonCy perche la pluralità de' Qapitam impedì fce ilmaneq- gio della guerra}, e l \jjercito guidato da un Capo uincerà -fewpre quel, eh' e guidato da pia Capi , ^IS^on in uita ; perche la pojpmz^ militare fa gli h uomini temer arij, mn che arditi ; onde quel nobile ^oeta dijje di oyéchiUe • Nihil non arrogac armis. Per ciò t %omani fecero tutti i loro Magijìrati ( fuor che la Qenfura) annui , ^ il Tentatore ( la cui autorità era fuprema^ rare uolte arriuaua alt anno . ^^ario , Ce/are, e Pompeio con la continuatione delle dignità, e de* gouerm d'amplijiime Trouincie, e di grofipmi efferctti diuennero padroni^ o in parte, o in tutto della "F^publica, Finalmente nella perpetuità degli 'z^fficij fono tre mcon- uenienti ; Uuno è ilpericolo, che [t e detto \U altro, ché*l n^rerhcipe (t priua , fuor di proposto , della facoltà di fermrfi di njn miglior fogjgetto ,. che Ji potrà col tempo fcoprir e ', U ultimo e, che può effer, che quel^ ch'egli ha promsio del grado, dmenti, o per infermità impotente, o per njecchiez^a inetto , ò per pafione danno fi , anzi (-he gioueuole : Onde l'arme, ch'egli hauerà m mano, o fiir an- no poco colpo per feruitio delire, o partoriranno pm ma- le, che bene, o faranno affatto mutih.Ma fi come ilPren- cipe non fi deue legar le mani col fare i Magiftrati , e gli V^fficiali perpetm,cofinon fi deue pregiudicare con t obli- garfi per Legge , ò per Statuto à mutarli fimpre : reRi libero di firmrfiene più, o meno^e di confermarli^ i dilc- uarli «8 L ■ I B 'R ' 0 Harli di gouemo, fecondo , che la qualità dette perfine ,'t ■deU'oecorrenzs richieder a. Co fi fece Augufìo Cefare^cht -ruenutà la nuoua della morte di ^mtilio f^ aro, prorogò 'ii gouemo à tutti t Prefetti delle ^routHcie ; accioche in run cafi y e [ìmflro cofi flrano ^q) in occafione , t terrtpo 'V De* Po u eri. O N O anco pericolo fi alla quiete publi- ca quelli, che non nji hanno intere jfe -, cto e, che fi rttrouano in granmiferia , epo^ uertà ; percht co fioro , non hauendo che perdere, fi muouono Jàctlmmte neU *Qccafione di cofi nuo^ ^ ..>:4 ue ; Q^V A R T a. fò5^ t4e; f^ ahìracctano nsolontìen tutti i mezj, che fi appre- ftntan loro di crefiere , con la rouma altrui , Onde firiue I^tuiOf che nella Grecia ^ejjendoui rumore di guerra tra il %e ^erfeo^f^ t 'Etmani, quei ch'erano opprep dati a pò-' uertàydefiderando cheH mondo andajfi fojjbpra^ piegaua^ no à '^erfeo ; come i buoni , a* q^ali metteua conto , che^ non fi alter affi nuDa, aderiuano a^ Komam: SCatìlma, *Zfolendo turbare la "F^piibltca Romana , fece capttalt di quelli yxb^ erano h di ijita^ o di fortuna deplorata: per - che (come dice Saluftio) Homini pocentiam quarren- tii egentiflrmusquifque opporcuniffimus, cui nc- que fua cara,quippe qua: nulla funt -, &" omnia cum predo honefta uidentur. E CefareyUfptrando al principato della fa patria , daua ricapito à tutti quelliy che, ò per debiti , o per mal gouerno , o per al- tro accidente erano caduti m gran necef ita : perche non hauendo cagione d'ejfer contenti dello flato pre finte Ji fìimaua À propo/ìto fuo , per fouuertir la %epublica : ^ fé pure '-ve n'erano alcuni , la cui e frema pouertà egli non potè Ifi fouuemre y diceuaalla fcoperta, cjuesìi tali hauer hi fogno d'una guerra ciutle ; e tutti cjuei , c'han. no tolto la libertà aUa patria loro, fi fino fruiti di aue- fla gente: perche (come dice Saluflto) Semper in ciu ita- te, quibus opcs null^ funtjbonis inuidenc, ma- los excollunt , vetcra oderc , noua exopcant, odio fuarum rerum murari omnia ftudcnc . In Francia i gran rumori y c'habbiamo fin di qua fentito , non fònq nati da altra forte di gente y che. da ca- l fioro \ I30 LIBRO fioro \ perche ejjendofl nelle guerre tra ti7{e (^hrifiianijl ftmojtH Cattolico, per V infinite Jpejì indtiitatul^nn- cipi , ^ tmpomriti moltifimi , e non hauendo i faldati il modo di ijmere , e di Jpendere^ come erano foli ti, fece- ro dtjfègno d^arricchirfìcon le ricchezza della Chie falche in (juel Kjgno paffa fei mtUiom di feudi d ^entrata. Cefi prefa occapone dall' herefta , ch^f^i chiama,no nuoua %e^ ligione y mi fero mano ali 'armi, con le quali hanno ridot- to quel 1{egno, altre ^olte floridij^imo, in efìrema mifè* ria . TDeue dunque il %e aftcurarfì di cofìoro , // che fa- rà in due maniere , o cacciandoti dal fuo Stato , o tntt- reffandoli nella quiete di effò. Si cacciaranno, ò mandan^ doli in Colonie ^ come fecero gli Spartani de^Tartenij (^perche dubitando che non fàceffèro qualche nouità , li mandarono per iHanzA a Taranto^ o fi potranno man- dar alla guerra, (come fecero IJenetiani dimoiti fgher^ ri , de' quali era^ piena la loro Città , e fé ne strigarono con tocca/ione della guerra di Cipro) o fi cacciaranno af- fatto, come fece Ferdinando ^ di Spagnai Zingari ^ a' quali diede termine di feffanta giorni . S'merefferan- no con l 'ohìigarli à far qualche co fa , cioè ad attendere , o ali agricoltura, oalì arti, o ad altro effercitio^col cui emO" lamento pò fino mantener fi. Amafi %e di Egitto fece una legge y per la quale obligaua ogni fuo fuddito adap- prefentarfi, e dar conto di fé a* Gouernatori delle n?ro^ uincie , e come uiuefe , f0 onde ne haucffe il modo ; e fé pena la '-vita à chi non haueffe faputo renderne conto . In zÀthene gk zArcopagtti caftigauano feuer amente quei poltroni , Q^V ARTO. r3r poltroni , che non fapeuano arte mffuna\ e Solone non uoL le y che il figliuolo fojje obligato a Jòuuemr il padre ^ per cui ne^igenza fi ritrouaua fenza mesiiero ; e le leggi de" Chinefiojogliono , cheH figliuolo impari , g^ ejjerati ne- cejfiiriamentel^arte del padre ;onde ne feguono due beni, l*uno fi e, che le arti fi conducono per (j uè fi a uia a tutta eccellenza \ e V altro , che ogniuno ha commodità d 'im- parare in cafia propria l'arte da mantener fi 'y e non fono comportati in modo alcuno i fcioperati^ e gli otto fi : t cie- chi y e gli sìropiati sHmpiegano , per ejuanto le loro fir- Z£ comportano \ e non s'ammettono à gh hojpedali y jt non quei , che fino affatto impotenti: e Uitei l^e, che die- de alla China buona parte della difciplina , con la quale eUa fi mantiene, uoUe y che le donne face fiero l'arte del padre, o almeno attendejjèro alla conocchia y f^ ali 'ago . Li %e di %oma , per interejjare , quanto più poteuano , illor popolo nella di fé fa della %epuhlica , procurarono , che ogn'uno haueffebeni fìabili ; accioche l'amor de' loro poderi à* sfiirzafie ad amare , ^ à difendere lo Stato prefente . Eliurgo [come diffe ISlabide a ^ Flaminio ) fore credidit , ut per ^quationem forcun.x, ac ài- gnicatis multi eflentjqui prò Republica arjiia lerren t . t^a perche ogn'uno non può hauer terreni, ni far arte (^perche alla njita humana ui bifignano anco de- gli altri) deue il^rencipe dar da guadagnare a' poueriy o per fé , o per altri . À" queflo firn Auguflo Ce far e fa^ hncoaffiuy f^ efforto i principali della Città a far /V- jicffò'y e per questa uia trattenne quieta la pouera p'ebe, 1 ij Vej^ajìa^ 131 LIBRO Q^VART O. Vejpafano ad uno ingemmerò , che gli propone uà modo di condurre nel Campidoglio grandijsime colonne , con po- ca Jpefa , riJ/;o/e, che l'inuentwne li ptaceua affa), (e ne lo rimunero) ma che lo lafciajje dare il modo di uiuere alto- poUz?j)\uolmdo inferire , ch^egli Jpmdcua uolontun per dar da njiutre a molti , che con cjhcU ingegno farehhono restati indietro . Finalmente ti ajìicurerai di cofforo col non fidare la "E^puhlica , fé non in mano di (jmUi , a* quali mette conto la pace, e la cjuiete ; e porta pencolo U difiurto yC la nomtà, Qop Q^FlamimOy uolendo riordinare le Città della Tejfaglia , fcs quella parte più potente , à cui era utile che la 'R^publica fojjc faina ^ e tranquilla, • DELLA DELLA RAGION DI STATO LIBRO QJ^ I N T O . m m^ S De* fudditi d'acquifto ^ come sliabbino a trattare . Abbiamo difcorfò à ia- (ianz^ (/f mn rriimamio) de* fudditi naturali: refla che ra- gioniamo brevemente ( come è nosìra njfanz^^ degli acqui- flati . T)eue primieramente il T^rencipe con ogni ftudio pro- curare y che i fiidditi d *accjui- jìo hahhiano intereffe nel fuo TDommio, egouerno ; e che diuenghim (jua/t naturali ; perche altramente , non ci ef fendo inclinatione de' popoli ijerfo lui, il Jìw T^renctpa- to farà cjuaft pianta fenza, radice -, conciojìache,Jì come ogni picciolo ^'ento gitta a terra ^■un' albero, che nonpa ben radicato in terra, co fi ogni lieue occafione aliena i fud- diti male affetti dal lor Signore : fi colgono leggiermeiu l iij te 15^ LIBRO te con la fortuna , e fèguono le bandiere di chi i^ince; on- de ne nafcono le mutatiom yC le rmolutioni degli Stati • y Franccfi perderono in njn ijefpro la Sicilia'^ ^ in po- co più di tempo il 'Kjgno di Napoli/ 1 Ducato di Milano^ non t^er altro, fé non perche nel loro gouerno nò era manie- ra dintereffare i popolile di dar loro cagione d abbracciar- lo,e di di fender lo'^onde cjii ueggendo, che non metteua loro piti conto lo sìare fotto Francefi , che fitto Spagmwli, ò altra gente ; non fi curarono pur di sfodrar la fhada ìnbr faiiore . Per la me dtjtma ragione t l\e di Fran- cia y q) i T>uchi di fallano hanno più ^'olte perduto il Dominio di (jenoua,et a* tempi alcjuanto più antichi,i . Latini furono fpo gitati dell'Imperio di Confi ant ino poli, e gl^Ingleft degli amplipmi Stati y eh' efii haueuano nel- la terra ferma-, perche non feppero guadaonarfi gli ani- mi, e conciliar fi le njolontà de' fudditt , e gouernarli in tal maniera , ch'cp ^i haueffero intereff, TSl^Ua guer- ra , che Selim fece contra i ^Mamalucchi , i popoli di Sona y edi Egitto , fatif, e mal fòdis fatti dell 'Imperio di cjun ^Barbari {ch\rano di natura altiera , e di co/lu- mi infilenti) non filamcnte non fimo ffero in loro aiuto, ma con gàndif ima prontezza aprirono le porte al Turco* ^tfògna duncjue guadagnare i fitdditi^ e far dt manie- ra tale, che metta loro conto lo .jìar fatto noiycH combat- tere per lo nofìro TDomimo \ e ciò fi effettuare con tutti (juet mezj, che ci conciliano beniuolenia, o recano rituta- tione y de* auali hahbiamo parlato di fopra . In p Ar- ticolar e giouarà a (jiiefìo fine il mantenerli in Giuflitta , Pace, Q V I M T O. 05 PacCy^ Abbondanza: H fauortre la F^/ì^ionCyle lettere,' e la --virtà ; impero e he t T^ligiofi , / Letterati , t V^tr- tuofi fino (juafi capi degli a' tri i Onde chi guadagna aueftt , guadagnerà facilmente ti reflo ; concio/iache t 2{eltgiofi tengono m mano le confcimze de* popoliyt Lette ^ rati gì 'ingegni , ^ i giudicij degli njni , e degli altri fono dt grandiftma autorità prejjo tutti \ ejuellt per la fantita \ cjueftì per la dottrina ; quelli per la riucrenza; quefli per la riputatione : onde quel che coftoro fanno , . 0 dicono, e fivnato bene, e prudentemente fatto , e detto-, e^per ciò degno d'ejfer abbracciato , e fegutto . (^It arte- fici poi eccellent!, e '-virtiÀofì d'ogni firt e fer nono di trat- tenimento a gli altri • fi che ti 'Trencipe , tenendo quefti dalia fua y farà facilmente amato, e ftimato da tutti. Tal fu Carlo Magno , che oltre l 'offeruanza , ch'egli portò alla 'E^ligtone , e'/ fauore , che fece femore alle lettere , fu d'incredibile liberalità , e beneficenia njerfo def oneri , del che non e co fa , ne più amabile , ni pm efficace per obligarfi , ^ ajfettionarfi le genti ',ne chefia più celebrata, e più magnificata da tutti. Gioua la Cle^ menz^a, che non patadiffolutione', e l mostrare , che' l per . donare, e far gratta proceda da natura, e da elettione ; e'I punire da nece fitta , e da zelo di Cjiuslitia , e di quie- te publtca . Onde 'IS^erone , nel principio del fiuo Impe- . rio y fi acqui ftò merauiglw fi mente l 'amore , e la gratta di tutti con la fimulatione della Qemenza; perche effien- doli portata {accioche fofie fio feruta da lui) una fenten- Z^ de' Giudici , per la quale condennauano -uno alla mor~. l liij te-. 13^ LI B R O te ; egli foJpirAndo dijjè, o quanto cara co fa mi farei? h il non ftper fcriucre . (j tonano certi lumi di eccellente rz'trtà y atti non folamente a legare tfudditi^ ma di pm ad innamorare i nemici, come dtmoftro la contimnz^ d Ahffandro Magnale di Scipione^e la gràdezs^ d 'ani^ mo di (^amtUo co' Falifci^e di Fahritio col 'R^ Pirro yC di Corrado Imperatore col Duca Mifcone : perche effendo {jue fio Duca di n^oloma perfegi.itato da Qorrado , fi ricouero prefo Odorico H^rencipe di 'Boemia^ da cui Jpe- rana foccorfo , e fauore ; ma fitrouo ingannato del fiio pen fiero : 'Ter che il 'Boemo , o per leggerezza, o per aua- ritia y trattò con l' Imperatore di darglielo nelle mani ; ma egli, ch'era d 'animo leale, detesìando tanta perfdia, aumsò t^ijìcone , che fi guardale dal fuo hojpite ; on- de egli , ammirando la bontà , e la '-virtù delnemtco, gli fi arre fé Uberamente . ^la fopra tutto farà di grande importanza il ferbare i patti , e le conuentwni fatte con loro ; perche non e co fa , che pia alteri gli animi de' V af fall , e de' fudditi d' acquiiio , che l'alteratwne delle con- ditioni , con le quali fi fn me fi fitto lituo TDominio , A 'b^randmo 2^e di TDamafo,che cacao i nofln di So" ria,mffuna cofà giouo pia, che' l mantenimento della pa^ rola\ perche ^ueggendo i popoli , ch'egli non grauaua im- moderatamente quelli , che gli fi rendeuano , e che non preteriua mente di ciò , che loro prometteua ; fi dauana njolentieri à lui , e l'ubedit:ano fidelmente . Importa an^ co affai l'edit catione \ perche quefìa ì qua fi <~cn altra na^ tura ,e per fuo mezp i fudditi d 'acqui fio diucntano qua-- f na- Q^ V I N T O. r37 Jl naturali . A ^uefto fine i^lejfandro J^agna, haum"^ do fatto /celta di trentamila gtoumetti H^erfìani , hfa^ te aìleuare nell ^habito , nell 'armi , nelle lettere , e ne' co- fiumi alla cS^acedonica, con diffegno di freualerfme neL la guerra , non altramente , che de' J^acedom flejìt . CoJìilTurco con l'educatione de^Cfianiz^ri^nati di fud- diti d 'accjiiiiìo , e di padri Chrifìiani y li fa i pm fedeli foldati , ch'egli s*habl?ia : efi fìanno alla guardia della per fona; efi fino impiegati in tutti gli affari dHmportaur za^doue fi ricerchi fedele ualore; nel che il Turco, per me- zp dell ^educatione, confegue due grandij^imi emolumenti; ■ perche priua i fudditi male affetti di forz^ , e corrobo^ ra la potenza Jua co' figliuoli loro. Sono ijtili a auefìofi' ne i parentadi, e del H^rcncipe^ e de'fudditi naturali co\ fiudditidWcjufio, zÀleffandro J^agno, col prender per moglie %ojfane, donna H^erfiana, fi concilio mcredibilme- te ^iit' 'Barbari \ che per quefia njta entrarono in ferma. Jperanzad'un Dominio , e gouerno piaccuole, e benigno; e de' Capuani, ficriue Liuio , che ^olendofi ribellare , f^ accommodare alia fortuna di Annibale, mffuna co fa pm li ntardaua , e rimordeua , che i parentadi contratti co* rk*)lf^ 'Komam:]\[^biltfiimo modo di guadagnare ifudditi dac^ quifio fu quello , che ^so Tar quinto n^nfio ; perche hauendo egli ^mto i Latini ; gente poderofifiima, non li fi. e tributarf non fudditi fuoi , ma li congiunfe fico in lega, ^ m compagnia • // che fu rono defrmcipali fon- dami ti della gràdez^a 7{omana; perche le arme Latine, non meno che le 7{omane , combatterono <-ualorofimente per ^38 L I B R O^ Per tutto : (juefla lega fu rmouata poi da Tarauinto Su- ferboy che fé ragwiare tutta la giouentù Latina ^mafcn- za Capitam , o infègne proprie ^ela me fedo co" 'Etmani ; e di due compagnie , ne fece njna fotto Qapi 'Romani \ t per maggior foUcnnità fece fahncare da quaranta fette Città delia lega njn Tempio a Cjioue Latiale nel ^on- te Albano : quiui fi celehrauano n^na scolta l'hanno le ferie Latine ;e fi dimdeua alle fuddette Città i^nTo- ro y che t %omam nji facrificauano ; nel che fi riede , che fé bene quesìa fi domandaua Icga^ e compagnia-, non- dimeno l 'Bimani erano m ogni co fa fìtperiori, come hab- biamo altroue dichiarato . Gioua anco introdurre la lingua no fra né* paefi acqui flati , // che fecero, per ec- cellenza, t 'Romani , ^ hanno fatto in gran parte del- l'" Africane della Spagna gli zy^rabi -, e ciò fece anco , fo- no cinquecento anni , Guglielmo Duca di iS^ormandia nell ^Inghilterra . Hor , per introdurre la lingua no fra , farà à propofito , che le leggi fi firmano in effa , e che'l *Trencipe,e gli Ufficiali diano udienza nella medefìma ; e cofi tejpeditioni de' negotijje commifsiomjie lettere ^ pa- tenti, e le altre co fé tali . Concluderò con Carlo Magno, ti quale Jhauendo cacciato i Longobardi, pre fé l'^effercitOy 0>MMM^ e datolo alla Chiefa Bimana , il chiamo "E^oma- gna; accioche i popoli dimenticandofi de* Greci , cC quali erano fiati prima foggetti y s' affettionaffero a Roma , ^ al Tonte- fice Romano . De Q^ V I N T O. tir Degl'Infideli, & Heretici . l e I A M o hora, dm parole dé'/ùdditi in- fedeliy 0 ber etici, %fògna anco, prima d^o- gm cofa, procurare di ridurre (ju:em alla m naturalezza , e guadagnarli: £ perche non e cofa alcuna , che renda pia differenti , o contrarij glt huomim l'uno a l'altro , che la differenza y ola contra^ rietà della Fede , fé ben njagliono anco con cjuejìi cjuei meii , che fi fono tocchi di fopra ; nondimeno d primi' pai fondamento per conciliar li, de uè ejferneUa conuerfo- ne , H or ai modi di conuertirh fono njarij . E^neceffa,' no prima hauer molti, e buoni cooperatori , che con dot' trinaie con ejfempio di ijita irreprenfibde allettino, e cojt- duchmo cjuefie pecore fmarrite alla njerita . Giouano pia di (juel che fi può dire, le fcuok, cH mantener Alae- fin dell 'arti liberali , e d 'ogni honefìo effercitio , e tratte^ nimento per li figliuoli d 'efi infideli ; perche per auefla njia fi guadagnano, ^ i parenti^ ^J i figliuoli; iparen- ti per la creanza, e perl'indnz^ , che fi d^cC figliuoli^ Onde fi legge di Ser torio , che col mantener buoni Mae- fin , e col prender fi cura dell 'educatione de' giouanetti, fi refi grandemente affettionati i H^ortoghefi : i figliuoli poi fi guadagnano ; perche con l'occafione delle fuole , imbe- nono anco facilmente , e la Fede, e le njirtu Chrifìiane . A cjuefio fine li "E^e di Portogallo (e maftme Giouanni Terzo) hanno fiondato nell'Indie , e CoUegjj, e Semmarij, ne* ^uali allenano gràdifiimo numero digiouanetti d*ogm tiatione ^ muone sfotto la difciplma de' Padri della Compagnia di G I E s V , / (juali anche in (L/éUemagna , e nel ^'ionda ^uouo hanno fatto, con cjuefìo mezg, frutto mcrautglio- fo; perche m zy^Hemagna le Citta , neUe cjuali cjst flanno, fi fino mantenute nella Fede Cattolica ; e fi aiutano le già infette d 'herefie : e nel trafile non fi può {limare auanta moltitudine di (juei popoli fifa conuertitayC o^uan to frutta (i faccia né' già conuertiti della nuoua Spagna, e del n^eru j perche (juetle genti , che nel principio fu» romda cjuei primi l{eligiofi yfenza molta ifìruttione hat^ teiste, hora con le fcuole , e con Vammaesìr amento de fanciulli, fi rmouilìano quafi nella Fede , e fi riformano nella pietà : ma bifogna , che cotcfii Maefiri fono per- fine, dalle quali fi poffa ff erare edificatione, non teme^ re fiandalo ; e che oltre la dottrina neceffaria , halbino ti dono della Caftita, e pano lontani da ogni auaritia, efòr- didezja ; perche non e co fi, che pia macchi l* opere buone, e l 'aiuto ffirituale de* popoli, che la fin fu alita, e l 'amor della rotta , Saradimque neceffario, cheH Prencipe prO' curi d 'hauer copia di molti,e buoni Adaefinper l'addot- trinamento de^ fanciulli', e molti parimente, e graui Pre- dicatori , che con dottrina , e con grafia , fappino ejflica- re ,e render probabili i mifierij dellanoflra Santa Fe- de, n^er multar poi ftmil gente alla njerità , farà di giouamento ogm priuilegio , che porti fico honore, o com- modità , concejfo à quei , che fi conuertiranno • come fa- rebbe il poter portar arme, él militare, il participar de* t^agiflrati , leffer efinte di tutte, o di alcune grauezzs* Q^y 1 N T 0 . 141 f^ altre cofe tali , che la conditions de tempi, e de' luoghi €on[tgliera, Conflantino di 'Braganza, F' tetre dell'Indie di Portogallo, con honorare,e con accarezzare in retile ma^ mere l 'Battefmi, ^ i nuoui Chrijìiani ^promojjt incredi- bilmente la Fedem ^mi paep . 'ISl^n (idtue pretermet" ter e il z^lo di Gmtiniano Imperatore ^ che (^ft come ferine Buagrio ) tiri) alla Fede gli Bruii , con offerir loro dena. ri; e nell*ifiejjò modo Leone Se fio Imperatore indujjè alla medefima Fede molti Giudei . De gl'indomiti. R A gl'Infedeli , i più alieni dalla Fede Chri/liana fono i Aiahometani: perche la carne , aRa quale melina affatto la lor pt- ta,ripugna allofpmto dell' Euangelio. Per la medefima ragione , tra gli heretici, t più lontani dalla aderita fono quelli , che fi fanno difcepoli di un certo Cal- uino . Qofìoro , douunque njanno , portano la guerra m luogo della pace, annontiataci da gli oy^ngeli , e predica- taci da C H R I s T O ; f^e efìrema pazzia il fidar fi di «i fioro m materia di Stato -, perche (// come l'efferienza ci ha dimoiìrato) doue fi conofceranno potere , faranno rumore , metteranno mano all'" arme , e fotto il nome di njna Religione fodrata d'empietà , e di malignità , effe* quiranm colfitoco, e col fèrro il lor maltalento : e perche non hanno ragione di dottrina , non autorità di Santi, di* fenderanno la lor fetta coni *armi^ a gutfa de* Turchia Cjuefìi r ,4t LIBRO Quesìi hanno tentato dì jpogliar il 'E^ Chriftianipmo della rutta, non che della Corona ; tjueftì hanno foUeua- to contra il E^ Cattolico i fuoi Stati patrimomaà ; auefli hanno moffò guerra alla 'B^ina Marta,e cacciata la fuor del fm "B^gno di Scottale tenutala prigione cotralafedc datale fattala finalmente morire contra ogni legge d'hu- manità : ^uefit con offerte ^anifime, hanno foUccitato il Gran Turco contra i ^rmcipi Qhrifiiani}, auefli entran- do [otto prete fio di Lhertà di confidenza anzi di lingua , e di mano^ e di njita, allettano fiacilmente i popoli, che fiè- no per lo piti fienfiuah , t li njolgono doue pia lor piace : conciofiache fitrouano per tutto huomini di male affare , e defiderofi di multai e di rumore ; h per coprire le loro ficeleranzs con la ruina della 'RjpuUica ; o per fiar bene i fiatti loro con la perturlaiiom delle cofie . Hor di cotesìa gente fono per tutto flati capi, f^ alfieri Calumo ^f^ifuot figuacv, ^ il lor mefliero è nodrire le fieditioni, fiomentar la fellonia , porger e fica alla malignità , e fiperanzcL a gli amhitiofl'^ armate idijpcrati, dar a facco le Chi e fi , q) i beni Ecclefiaflici cC rapaci\e fiotto l ombra d'un loro euà- gelto ^che fi fia fientire àfiuono di trombe ,e di tamburi, concitare la plebe contra i nobili^ f^ ifudditi cótra t Pren- cipiie col dire sfiacciatamete ogni male de:' fattohciyfiedur^ re i fimplid, ^ à poco à poco mandar fiofifiopra le cofic publiche^e le prtuate: Intanto occupano le Ctttà,fahricano le fiortez^, corfeggiam limare, e cacciano fuor delMon^ do ogni pace . Il miglior rimedio , che fii poffia njfare con costoro , f e (come m ogni altro mali) ofiare cC principij, e poi Q^V ì N T O. 145 € poi njfarc de mczi commemorati di fòpra^per conuer'* tira , 9^0, fé non n^i e Jperanz^ di ridurli alla erità^ t d 'affettionarli , in cjualche modo , al Dominio mfìro , hifogna ^alerjt del configlio dato da Tcrentio Varrom adf/oftilio , che mette ffe tutta la Jperanza di mantener in fede y f^ in pace i Tofani^ col far si^ che nort potefero^ auando bene n^hauejfero animo ^ ribellar f\ il che p farà in tre maniere y Con auuihrhd' animo y Con indebolirli di forze y e Qon tor loro il modo di ^nirfi mpeme : Perche i JoUeuamenti nafcono y 0 da ge?iero[ìtà di cuore y 0 da grandezza di forze , 0 da moltitudine ero quel che fi dice) nella T arto- ria , Adriano Imperatore nella Spagna , doue ef^endofi poi nell'anno del Signore d e x e v 1 1 1 , niellati cantra G H R I s T o , perche sperano fintamente fatti £hnftia- ni , eH "B^e Euicay furono ffiogliati tutti de' loro lentie di~. Jperfi con le mogli,e co' figli per tutte le parti dt Ha Spa- gna , e fatti fehiaui . Il mede fimo fece nella Francia it ^e TDagoberto : e fi gli Arabi (chiamati Almofàdi) che. cominciarono à regnare nella Spagna al tempo tli Alfòn- fi Settimo , non pcrmetteuano , che alcun Chrifliano tra loro q V I N T O. 157 loro ^'iuefc , 7?2a gli s/òrz^uano à dir.mtar Mahomc^ tani y 0 It facevano crudelmente morire : fer che non po- tremo noi cacciar fmn de* paeft noftri quei, de* quali di- J^er aremo la conuerfionè , e la quiete ^ ,■4- Ma fé faranno hereticiypnumjì d^ ogni fomento deL therefa, che fino i predicanti, ^ i libri , e le /lampe . Qydntioco ^ieto a' Giudei il legger t libri Mofiici publi- camentCyCome erano filiti a farei Gabbati. 'T)iocletutno commando y che tutti i libri Sacri della legge noflra fof fero abbrufciati ; quanto pia ragtoneuolmente abbrugia- remo noi i libri di Qaluiìw ,e di fimili femitiatori d'em- pietà y edi zizania f mafime hauendo l 'ejfempio di Cofu fantino Magno , che fece njno editto , che , pena la 'vi- ta , ogniuno abbrugiajfe i libri d 'Arno . Come fi torrà loro il modo di unirfi con altri popoli. Alle cofe dette nell'antecedente capo , fi può facilmente comprendere quel che fi debba dire in q uè fio . 8 chi toglie a fid- diti fuoi la facoltà di njnirfìtra lorojtor- rà molto più ageuolmente loro il modo di unir fi con altri: Ter che fimik njniom fi fanno per njia di parentadi , d'amicitiCy d'hoj/italità , di commercio , e di fgrete /«- teUigenze , 0 pratiche ; le quali cofe tutte Itfigna , 0 im^ pedire, 0 troncare : ti che fi farà con tener Jfie, e nelpae- fé nofro , e nel fi fletto j e col mantener guardie afor* f 6 . ,5$ LIBRO Q^V I N T O. t , ^ cC paj?t , j.erh (j itali jì intra , e fi e/ce da gli Stati n^flri : il che e cjfa facile nell 'Ifole , e ne* paefi ftrratiy o da mare , o da' monti , o da' fiumi . Serutrà anco a cjue- Lo fine L ritirare t [ojjiettì da* luoghi njuint ; ti che ficee ti Gran Turco Iranno dopo la giornata di Lepanto ; pcr^ che allora , firucndofiin ciò d ^Occhiali , ficee allontanare dalle maremme della Grecia i Chrifliani , affinchè non fi runifiièro co' Latini . // primo , e l* ultimo Filippo ^ di e^acedonia fi prefiero tanta libertà m quefto genere, che non altramente^ che fi facciano i paflori deBe pecore, trajportamno i popoli intieri da un luogo aU l'altro. PELLA DELLA RAGION DI STATO LIBRO SESTO. Degli afsicuramenti de* nemici edemi . I N hora hMiamo ragiona- to dt modi dt mantener t Jud- dtti m pace , ^ in obedien- za : diciamo Inora m che modo ci popamo aj^icurare dalle cauje esterne de' difìurbì^ e ro- Ulne degli Stati, ^refuvpo^ marno , che la ragione dcUn ficureiz^ con(tftem tener ilnemico.el pencolo lontano da cala no[trayjerche la u:cmàia del male è gran parte d^ef fo male : aoprejjo col accommodarfì m modo^ che Quando bene egli s'ami tcint^ non habbia podesìà d'offendere . Hor egli (i tiene lontano m più maniere \ delle quali la prima, fi e la foriifìiatione deli 'entrate , e de' pap , che fi fit con U firtezsi opportunamente Jahricate . Delle ì<^o LIBRO Delle Fortezze. A natura c'infegnayper apcurar miftef- fi , l'arte del fortificare : perche non per altro ejfia con tant^offa^ e con tante cartila- gini ha cinto ilceruello , e' l cuore , che per ajiicurar la ijita , col tener i pericoli lontani ; e con mille maniere di gufici , e ricci , e di corteccie dure , . ^ ajpre cuopre i fi'utti ; e con le Jpighe^ e pungenti ansie difiende il formento dalia rapacità degli njccelii . Onde io non so^ perche alcuni mettono in dubbio fie le fi>rtez^ Jiano njti^ li al Prencipe, ò nò ; poi che aleggiamo , che la natura ijìcfifia le ufia \ e non ì Imperio nijfiuno di tanta grandezza, 0 potenza^ che non habbia paura , o almeno fiojpetto del- Ihnclinatione de* fiudditi fuoi , o dell * animo de' *7renci* pi ^'icini. ISlell 'mo,e nell 'altro cafio ci apcurano le fior^ tezss > doue tu tieni ripofie le machine , e le monttiom da guerra , e mantieni, come a Jcrnla,^ m tirocinio qualche numero di fioldati \ e con poco giro di muraglia dtfen* di molto paefie^ e con poca Jpefia prouedi a molte occorre» Zp . / (^reci , che furono di tanto ingegno , ^ i 'Etmani , che mofirarono in ogni loro attione tanto giudicio , fiecero fiempre conto delie Cittadelle , come ne fanno fede (fucila diQorinto, di Taranto, di 'Faggio ^ e l'altre: ff) i^Koma^ ni mantennero l'Imperio , e la 'Tatria col bene few della T^cca di fampidoglio ; che pure non era né* confni , ma nel centro delio Stato , e nel cuore della "F^publica , 1 cafi ^ che fifprauengono a gli Stati ^ fono infiniti ^ e le S» E * S :TT^ a; ^Vi i lédlcònenze della guerra mntimer4tdiyalle (juali per^ tutte fiprouede tonta fòrtififatione de* pajòtyper u cjudli 'ui puh entrare ti male, e' Idi/ìurbo. l Perftam ^cloe hati^ -ftmpr^ fatto prò festone di confidar ft del gran nun.ero^ ^delualore della ^aualleria , hanno bora prouato cjuam fo fia utiley e necejfano tufo delle fortezza: perche dTur- €0 y benché fta flato rotto ptà d una ^'olta , ha però col fortificar fi di mano in mano ne' luoghi opportuni ^ occupa'^ to grandi (^imi paefi^ ^ riltimamente prefola gran Qitr tà di Tauris ; e con una grojfa Cittadella fé neaftcu^ rato i co fi i Terfiani , per non hauer fortezze , hanna perduto anco la campagna , e le Città ♦. . ' \\ Dclleconditioni delle fortezze. » A diciamo hora c^iali delkano ejfer le fovj tez^,'D€l>bono d- ncjue ejfer m fiti ne, ef^ farijy 0 almeno utili : e necefarij fono quel- li y che [e non fofero fòrtfcati, lituo pae^^ fé reftarehbe apertole lo Statoefposio alla uiolenzàdt'ne^ p7ici: lutili fc difenderanno Citta popolo fa^e ricca fi fer^ wranno di ricorfo.e di refugio afopoliilDebbom anco éf% f}r lontane ; accioche tenghmolHmmico.^.eH, pencolo lungi da noi y per che, mentre egli fi trauaglia intorno fìmilifor-k tez^yilnoflro paefe far.i fmz£i difturbo^e trauaglw, ^ intanto fi poffono far le debite prouifionu Di cjuefta fòr^ tee Malta, rifpetto della Sicilia, e del'E^gno,e Qorfu n« ipetto di y enetia-.E fé non fòlamente faramw lontane da. "i^h^mml pM fi fbfj fortifiim-e ^^amoua^e F errar a^ma fopra tutto^e^ mtja; ^ in ASemagna, Argentina, ene' paefìhafii luoghi infiniti dt Olanda,e di Zelanda; le tjualt due Prommieia filmo effer le più forti per natura^ che pano fìtto ti Cie^ lo ; concio fiache fono^ e dal fluf^o , e reflufio del mare , (che per mille parti m s'ingolfa^ e da grò fifiimi fiumi , (che le trailer famo di ifuà^edilà, e le cingono d ognintor- no) incrediinlmente afiicurate: e perla loro hafièzz^^ ro- pendo gli argini, e le diche, fi poffono allargare,^ inon- dare co tac€jua, t del mar e, e de" fiumi. T)i mano forti fa- ranno (fuell£,alie ijuali la forma darà pm gagUardezs^ ^ che'l fito^ e la materia ^che haueranno ; e mura confian' chi iene intefi, e terrapieni tenaci , e fidi, e fiojfi larghe , t prò fonde '^e fi deue più filmare ti terrapieno , cheH mu- ro i e'i fiffo, che l 'uno ^e l * altro . ^a non hasìam tutte quefte co fé, fé la fortezs^ non e ben prouiBa di ^uettoua^ gite y di machine y dt monitioniy dt fòldati, e principalmen- te di capo ualorofo'y perche un luogo gagliardo non può fa- re di codardi ^ e a/i!t , / defenfon fioi n/alorofi, e pr$^ di: SESTO. i daronOy nel principio dell 'Imperio , folo- J mene* confini loro: doue, coUocàdo un l> uon ^numero di Cittadini 7{pmani , ò di Socij Latini {cC quali Applicauano i terreni acauifiati per ragion dt guerra , e tolti a* nemici) s'afitcurauano degtiwpromfì affalti . 5i può meritamete dtjputare^ qualfia di maggior ficurezzé laQolonidy 0 la fortezz^ima e, s^z^diMio n^hore la Cor lomayperche quefìa include la fòrtezz^ynon a rincontra^ ^ l'Etmani, h uomini mtendentifiimi della^ràgign diStOi- to,(iualfero molto pia delle Qoloniey che delle fortezza ; mane" tempi nafìri fono motto pm in ufo le fortezza, che 1^ Colonie y perche fono pia facili à far fi , ed' utilità pia prefinte y le Colonie ricercano moltajndit/lri^y e pruden- ^ m fondarle,^ in ordtnarle-/l hene,che ne procede, p^%- the non fi matura fin-z^ tempo ^ non fi coglie cefi pfcflì)^ ma fi -vede pero^. tht k Calmis fqnq mólto pm fi^ur^% ^^^i VX i. ^ « ^ SESTO. 1^5 tdi utilità (jtéajt perpetua ycome te/ìtficano Sepia ^e T an- ger, n?iazss importanti de* TortttghifineUa ccfìa della ^i^auritania, che ridotte à forma di Colonie ^ fi fona mantenute francaminte cantra l 'impeto , e le fòrze del Seriffo, t de 'Barbari ; e Cales Qoloma d bigie fy condot- tini da Odoardo I I /, nell'anno della noflra falute McccxLVir, e fiata l 'ultima H^iaz^ , che quella gente habbta perduto m terra ferma . 'Ts^on fi debbono fero fare Colonie lungi dallo Stato tuo ; perche m cjuel cafò , non efftndo à te facile il foccorrerle ^ejfefo. reftan^ preda de' nemici; ò, accommodandoft all'occafiom , ^4* te?npi, fi gouernano fenz^ rijpetto della loro origine . Coft fecero le tante Colonie fahricate da' Greci , e da' Femci\ €jtiafi per tutto' l paefe bacato dal mare Mediterraneo, il che confiderando giuditiofamente i %omani , conduffe^ ro più Colonie in Italia , che in tutto il refio dell'Imperio, loro ; e fuor d 'Italia non ne conduffero fé non dopo il ye- centefimo anno dalla fondatione di %oma\e le. prime furono Cartagine in zyéf'ica , e TS[arbona in Francia . De' Prefidij . A dopo che Vlmper IO %omano y ere fiuto marauigltofamente , fi diflefe per . le tre parti del mondo, i %oma}ii , nonparefìdo loro più àpropofito, per la lontananza d^ luoghiy e per la fierezze^' de' popoli , co' quali confnauana (che erano da una parte gli c^Hemani, e dall'altra i Par^ thi) le Colonie ^teneuano fi la riua del^no,e delDann-. ù.'r'-/ L iij blO, ^€C . L r ff R o liOf e dclt Eufrate efferati grofpmii fi che tutti l pr(Jt^ dj 'Romani arrmauanoy fitto Augi fio Ce far e ^ alia jorn- ma di XL 1 1 1 1 legioni , che non facevano n.anco dt dutcn- to eventi mila fanti, oltre la caualltria . Fi erano j.ci due armate, una delle cjuali Haua in T^auenna; l'altra in Mi- feno , che fìgnoreggiauano tutto il mare ^Mediterraneo ; perche tf nella di %auennafiaua ijuajì su le mofft,ver tut^ to ciocche poteffe occorrere nel mar Ionio, e negli altri ma- ri di Leuante: quella di Mifeno foprafìaua quafid mau ri d^ Occidente", ma in cjuefia difj) o fittone d"" e ffer citi , e di prefìdij cofi grof^i, nji era (juefto inconueniente, che i foU dati, raccolti m njn luogo, facilmente, o per arte de^Qap'u tanifi per Jìerezs3'lorOy fi ammuttinauano con grandifii* mo pericolo dell Imperio -, Onde auMeniua, che gridando Imperatore pia efferati in fieme ciafiuno illor Cjenerale ^ ne feguiuano nece/?ariamente crudelij^tme guerre ciuili ; perche non e pofihile,che ungroffo numero di foldati, uni- ti m un corpo, fiia lungo tempo fenz^ far romore , e fenza fiUeuarfi, o gli uni contragli altri, o tutti contra il n^ren- cipe; e fei Capitani fino fattiofi, e defiderofidi co fé nuo- uè , egli e cofi facile attaccar le pr attiche, f0 accender il fùoco'.per la (jual cagione hi fogna fi menarli contra nemici^ 0 diuiderli m pm luoghi ; perche la diuifione difinifie le firzSy e toglie l'animo , e l*ardire a* fòldati,e la facoltà di fiUecitarli a' Capitani , ff) alla gente di male affa- rsli perche forfè ti Turco (che tiene preffo fefìanta mila caual/i m 8uropa,epoco meno d'altretantiin Afa) non ne ha mai hauuto trauaglio-yperche li tiene dijferfi ^ua,e là: vi. Onde :^"»:aKrze da preuenire , e da offender 7 *auuerJario; refta ti concitarli adoffio aualche potente ne- mico, che faccia (juelche tu no puoi.Genfirico 7{e de' Va- dali, efiendo fiato rotto da 'Bafilio Patritio m un temiti fatto d 'armi nauale , temendo di peggio , perfuafie a gli Ofirogotti, ff) d Vifgotti di afialtar l^ Imperio Romano', cofi egli fi afiicuro . Maina fio htfigna gouemarfi di mo^ do, che no fi peggiori ycome auuenne a Ludouico^ilMoro, che per afitcurarfi dagli Argonefifi fece freda de*Fràcefi, Del mantener fattioni^ e pratiche tra*nemicù ^ Vna certa Ipetie di preuentione il uà- lerfi delle fattioni , che fono ne' paefide* nemici, o de* '-uicim, ff) intelligenza coCo- figlieriy e "Baroni, e CapitaniyC gente dau-- tmtà prefio ti Prencipe: accioche,ò gli difiuadmo l'armi ■ contro. 170 LIBRO tontradinoiy o le dimrtino altroue y eie rendano inutìi con la lentezza dell 'ejjècutioni^ o aiutino noi conVaumfar» (t de dijpgyù : perche antmeduta piaga ajpii men nuoce , t!Mafe le pratiche faranno anco tanto gagltarde,che dia. no loro fòjpetto di foUeuamentOy o tradimento, o tumuU tOy tanto meglio fia\ e fiaficurerà affatto il nojìroyfe [i metterà in difturho il paefe de' nerraci . Quefìo modo , che douer efimo noi tener co' nemici della tede , ha tenuto Ifahellay pretenduta %^ma d'Inghilterra^col'Re fattoli- co in Fiandra , e col Chrifìianijiimo in Francia ; perche fomentando , à tutto fio potere, i cattiui humori, el^he- refìe nate in (juei pae/iy f^ aiutandole, e col confglio^e eoi denaro, ha tenuto il fuoco lungi da cafa fuay e con l'arte medefimaypresiàdo famre in Scotta a ijuei, eh' erano mal fodis fatti della %eina Maria^ o male affetti uerfo la fat^ tione Fr ance fé , o infetti d 'herefie i fi e non folamente aficurata^ma (juaft mfìgnorita di (juel 7{egno. Ma coflei ci ha wfegnato,che Nò eft confiliù conerà Dominu. Delle Leghe co* vicini . E^ di picciolo momento fino le leghe defcn* fiue contratte con le Città,ò co'Prencipiui^ Cini al nemico, o emuli della fua grandezc za: Cerche la tema, eH ffjntto^ che t coL legati non fi a mfchino , fa ch'eglmon habhia ardire di muouerfi contra niffun di loro, T\[^l (jual modo fi fono aftcuratigli Suizjsri; perche fatto legafia fé difenfiua, none niffuno , che h abbia ardire di affaltare am mimmo loro S E S T O. 171 loro uiHa^^to; g) i Vtnttiam hanno goduto una lunga pa-* ce, fitto Solimano 'R^ de'Turchi,jolo perche tfkd Trcft^ effe cono/cena , che se^li li a ff altana ^porgeua occafìone 4* Premipt Chriiiiam, per lo pencolo commune^d untrft con ejjo loro y ma delle Leghe hahbiamo parlato altroue , Dell'Eloquenza. Vesta ^^'ale ajpiij^imo anco per far ^ cheH nemico defifia dall 'imprefa. L oren- zp de* ^^edici ritrouandojt , per la guer^ ra mojfpi da Sisio Quarto y e da Ferran- te '/{e di TSlapoh alla ^publica Fiorentina Jn grandi fi- 7no trauagLo , e pericolo ;fi trasferì da Fiorenza à W^- foli\f0 ahbaccatop col J^, tanto feppe ben dire,e con tan- ta efficacia , ch'egli ildtftoljè dalla lega , el riconciho ca* Fiorentini . Con la medejtma arte CjaleazzP Vi/conte y?- ce ritornare indietro Filippo di ^aloisy che con grojjo ef fercito s'era auuicinato a ^^ilano. zAlfonfo d Aragona^ ejfendo in guerra con "Binato d^Angio,pcr le pretenfìoni, che l' uno yC l'altro haueua sul%egno di 1\[apoli,fii dal* le genti di Filippo ^^aria 'Ui/conti^che daua allora aité^ to a %enatOy fatto prigione a Gaeta, e menato à Milano: §lui fece egli con l'elocjuenza (juely che non haur ebbe fai* to forfè con l'armi}, perche dimofirando à (juel Prencipe^ quanto [offe pencolo fo aUo Stato di Milano, che i Fran- cefi acijuiflaffero il^gno, ò diumtafiero potenti m Italia , il tiro dalla fua\ e ne ottenne aiuto y efanor talcy chefinaL mente njinto %^nato , reHo padrone di T'. guerra, pafarono con Fr ance fio telarla nello Stato d 'Vrbino^e ne trauaglia^- Tono m tal maniera l^apa L ione, eh'* egli per isl ri- garfene, shorsi:^'^ ■• -^A^iVis, dej^ari m- ^tlx^'iKi j ì* fmti . VKii DELLA DELLA RAGION DI STATO LIBRO SETTIMO- Delle forze. ^^ Abbiamo 77« qui parlato deL le cofìy con le quali il T^renci^ pe potrà governare quietarne- te ifuoi popoli: ragioni a mo loo^ ra di quelle ^con le eguali potrà anche ampliare il fuo Stato ; qmsìe fono, Jènza duhhto , U forze eh * io foglio chiamare iflrumenti della Trudenza , e del Z/alore . Hor egli farebbe co fa lunga il uokr dimofirare minutamente tut- te quelle co fé , che fi pojfono chiamar forzs d 'un Trett* tipe : onde io mi contentaro delle principali , che fon9 gente » e molta, e ijalorofa ; e denari , e n.ettouaglte , e mofutioni , e cauaHi , ^ arme da offefa, e da difefa ; ne mi ftendiro in dimofirare , come s*habtino a pre^aron M re ij% LI B R O ire,^ à mettere in/teme le monitioni , e le armi ^ perche ■■. tpArfenaldi Vmetia pieno d' ogni ordigno ìntlitarey e da > mare ^e da terra , può feruire di fpcuhio , e di libro /ad o^ii/fauio^Trcnape. ^^ui ìiclIo^JpaAod'un ttiigHit l e mezp , h di poco più , cinto da^ alte^ mura , e raccolta tanta ^u^.ntita di tutte le materie , e di tutti glUftru* menti(ì:fcej^irìj. per tutti i tiJogni,e jfqej^ta d^UmguBfraf e nauale, e terre/Ire; che chi la uede,à pena crede à ^i oc- chi fuoi . Qui [otto awplifirr.e uolte fi conjeruano cen- tinaia di galee , parte grojfe , parte fittili , fatte con tnefplicahile maejìria \e fi m fanno coniinoan. ente con fi buon'ordine , che m un giorno (ìq^edealie uolte comin- ciare , e fornire di tutto punto una galera, Quiui fi ueg- cono amplifiime fiale piene , altre tlk artiglieria d *ogni forte j altre di picche , e di fi ade y e d'archibugi , altre di corfialetti yemorioni , e rotelle , fi ben fatte y e fi fior- ètte, che la rct/ìa fiìaè fiofpciente afiauentare i codar- dì 3^ ad eccitare alla guerra gli ammojt/%^ltroue ue- drai grandifiime fianze pitne ^altre di ferro^nMronz^y altre di canape , altre di legname . Altroue poi f purga ^ e licjuefia^ il fierro per far palle, chiodi , ancore. Altro- ne fi^gtka U bróns^o , e fi, ne far ma l 'artiglieria . Ah- troue fi lauora il canape ytfi fanyio cordaggi , e '^'eU^ e 'fiarte'^ Altroue il legname, e fi fabricano y e remi y f0 alberi y e tauole , e tutto ciò che s'appartiene almifiier nauaie., lui finalmente tu hai una^dea della proiia en^ za neceffarìa ad^ Un'/Trincipe y che njuol efiìr fiempre armato^: StAmeritammte Alfoiifo d'cyitialos Tl^far- , Vi Ifw (hefie S E T T I M O. 179 che fé del'Uasioyha.Hmdo rvisìo ^e confederato la gran^ dez^ , e / Hmportanzji di un fimil Im^o , diffe^ Ch'egk. hauer ebbe pm prejìo minto l'oylrfènaldiUenetiay che" quattro buone Citta dt Lombardia , . UeUe njettouaglie , e de" caualli non mi accade dir aL tro di quel che (ì e detto , quafidi p'^jfptggio dell *agricoL tura . "Refiano dunque due fòrti dt fòrze , alle quali fi riducono l^ altre , la gente , eH denaro : e fé bene chi ha gente ha denari ; nondimeno diciamo due parole di que- fta forte di forze j affinchè pofìiamo più liberamente tratener fi neU * altra • Seconutngà al Prencipe il teforeggiarc. O N ^ cofa peggiore in un Prencipe , che'l far prò fé filone d' accumular denari ^fen* ^ zct degno fine 5 prima perche cotale prò- ^M fefiione^t foliecitudme impedì fce tutte to- pere dt canta , e dibentficenza\ onde n^auuiene neceffa- riamente, che fi fchidntmo le radici dtll^ amore de' fud\ ditiuerfo^l Prencipe ^ che in gran parte fono pò fi e nel tene, che da lui riceuono: Appreffo chi ha quefto fìimoloi di far te foro -^ k co ft retto d'aggraaare i fidditi pm del- V ordinario , e del doucre , i quali , 0 non potendo t olerà- re le grauez^ immoderate , defideraranno m^tatione dt Statole di gouernoyo non uolendo tolerarle , prorom- peranno inqualche fcandalo. '^gg^^^h che quelii^i qua. ù fi^^rnmali^auatma y^ al denaro , fidandofi imm^- «o> J\4 ìj derata- iSo LIBRO deratamente delle ricchezze , e de' te/òri , fiejfe ijoltt dtjiregiano tutte l 'altre T/ze dt buon gommo ^ Onde. n*auutem y ch'ej^i perdono gli Stati ^ e che t te fon loro Tanno in mano de' nemici , come auuenne a Sardana-^ falò , che lajcio ejuaranta miUiom di feudi a (juei , che l *ammaz?^rono , ^ à TDarto , che ne la feto ottanta miU Uom al grande Alefjandro , che Vmnfe , e caccio di Sta» fnfò Secondo "Re di TS^apoli , che daua i fiioi porci a fuddi- ti per ingraffkrlty e fé moriuano, gite li facetia pagare : compraua tutto l'olio di Tuglia , e'I for mento in herba , eV rmendeita al pia alto prez^zj> , ch'egli poteua , con di- me to , che ntjfun altro ne phtejfe ^vendere fin ch'egli ha» ueffe -venduto tutto ti fuo : ma che diremo del endere gli ^fficij,^ t Magifiratif puh ejfer coft, o più indegna d'un n^rencipe , o pia effetto fa iC fuddtti f l'ingordigia deli 'oro induce i Prencipt ad ogm fceleranza, ft) indigni- tà i e toglie loro di mano l'tfrumento della f-utrtù, , e la materia della gloria ; ff) aumen poi , per l 'ordinano , che t te fon male accjutftati da' ^rencipi , fiano malif fimo difptnfatt da loro fucaffori . Uautd njso ogm de-- btta cura per metter inficme una gran copia d'oro, e dat- gentOy che fu la maggior e y che mai fin sfata mejfa infie- me da ]\e ; perche arriuò a cento uem miUiomdi feudi : con SDE T TU M a. i8i con tutto, do Salomone, fm figlmolo (Iettando mei eh' egli JjfefehèUk fahrkd Hèl^ èmpio) ta. maneggio tanto pròdi- gamente m fabriche di palagi neUd' Città , e nd contado^ e.da eflate ,:e da maerno , in giardini , ^ m pejchtere fuperbijiime ^rmmoltitudmedi canalii , e di carrette , di cantori r&dt cantartci yin pompa y f0 m delitie d*ogni fòrte; che non basiandogli iL te foro lafciatoli dal padre , aggrauo i fuoi popoli in modo ^ chemn potendo compor-k tare gì 'infiniti carichi y fi niellarono m gran parte dal firn figliuolo .; hor che far arino i te fon mgiuftamente ac-* cumulati ì 0 che fiutto fé ne pm Jperare t Tiberio mi fi infiemein molti anni con ogni fòrte di eftorftone,ed'mgtu^ filila feffantafette miUioni di fiudi^che (^aligola fuo fic^ cefiore firego tutti in un'anno-^e cofiautterrà per l'ordinai no ; perche un H^rencipe , mafiime gioitane , che [irue^ de un gran teforo nelle mani , monta communemente im penfien ftram , ^ m capricci , che non hanno fine ; e fi^ dando fi de fiuoi te fon , imprende opere maagwri delle fi^e forzs '■> odia la pace, dijprezsi^ l'amicitia de* mcini^i \-\ entrain guerre. , fie neceffancy ne utili, an-jbene^ a ^.'\y^^^:JpeJfo pernittofe à lui , ^ a' fuoi: per la .\'^\ w^\ii:> '^.^i^ual cagione. Dio nonuuole ^ chel ^Vk i '* . . ^e habbia 2iXgQt\tì y ^ ;i -^i.^.ou auri immenfa NAvn^ iv \ ^à:> ^-^iKi As , -H .♦' . pondera . ,. - ' .4 H ^ , M iij Ch'egli lU LIBRO Ch'egli e ncceflario, chel Prcndpe Lab- bia teforo . No ND I M£NO egli è neceJptrtOy e per ufi della pace , e per necej^nà della guerra , ché'l ^rencipe hahbia fempre in pronto buona fimmadt denari contanti; perche l*ajpettare à metter infame il denaro necejfario ne' ii" fegniy mapme della guerra y e co fi, diffide^ e pericolo- fi. . 'Dtfjìcdey perche lo ftrepito dell *armi ( facendo cefi fire le mercatantieyff) i trafichi J,a coltura de' campile la ricolta de' fiuttì) fa necejfiariammte ancor cefifiare t datij^ e le gabelle ordinane : pericolofi , perche i popoli daiu mggiati , e mal conci dalia licenza , e crudeltà de* fildati, amici y e nemici , e da* mali della guerra , fie firmino , oltre di CIÒ , anco trauagliati, e taglieggiati dal TrencipCy fiaranno del rumore : per ciò bifigna hauer denari appa- recchiati per fimili necefità , co' quali fi tenga il nemico lontano , e fi godano fienza difiurbo , f^ i fiutti de* ter- reni^ e gli emolumenti loro : perche m una occafione di guerra , che ci uenga addo fio , mal fi potrà , e raccoglier denari , e metter mano ali 'arme : delle cjuali due co fi io non so quale habbia in fi maggior difficoltà . %fiogna dunque yche*l denaro fia apparecchiato ^accioche no s' hab- bia da far altro , che la gente; altrimente, mentre che fi confiulterà delle maniere del far dinari Ja celerità de' ne- mici, oH difiurbo della guerra ci torràilmodo dt fare , ft) i denari ycla gente . 7/ Turco è dt marauigliofi pre- ii :,:/.! 3 fiezia SETTIMO. iS? fìezzit neU'imprefè /he i perche neU* apparecchio d'tjje mette mano al te foro ^ ^ cC denari contanti , ch'eli ha ; e con qmfio afjolda la gente , f^ apparecchia l ^arme , e fa ogni altra prouiftone per l hmpreje j e poi fi rim- iorja de' denari Jpep con le tajje , cWegli fa /òpra i fuoi popoli . Jida chi non ha denari apparecchia^ ti , mentre pcnfa e delibera de"" modt di farne prouifìo- ne, perde ordinariamente il tempo atto alle facende , e Jpcffe uolte l'occafone della njittoria : £ la più ufata ma di proceder denari , fi è ejuella , con la quale fi rouina* no i'F^y f0 1 'K^gm , CIO ì il pigliarne ad mtereffe ; e per pagar gl^mterefi s'impegnano l'entrate ordinane : onde hifogna poi trovarne delle straordinarie , che diuentano communemente ordinane : cofi rimediando ad un male con un maggior male , fi cade da un difordine in un^aU tro\ e finalmente firouina,e fi perde lo Stato . ^on effendo dunque Jpediente il far profefiione di teforeggiare , ^ effendo neceffano hauer qualche tefo- rOy che fi ha da fare ^ la '-virtù confi fte nel mezo : fi deb- bono dunque metter mfieme denari , fenza farne profef^ione ; /'/ che fi farà in due maniere , col far ijiue tutte l'entrate del fm Stato , e col aftenerfi dalle Ipefè fhuerchie y e dal dare tmperti- nentemefi* te, M iitj Del- ^-8.4 E 1 B R, a Dell'Entrate. ■.»*.r»<\>* » trilli j^.» ^ i j Ì«.-,\ 'Entrate di un Prencipe fono di dae fòrti , ordinarie , e ftraordinarit: perche^ 0 fi cauano da t fiutti de' fondi , o da gli effetti dell'industria humana. "Dalla ter- •ra ficauanoindue maniere ; perche alcuni fondi fono * imm e di at ameni e del Prencipe , altri de* fuddtti . TDd •'■*Trenc.ipe fono i terreni patrimoniali , e puei , che non hanno atro padrone , alla coltura de' auali egli deue non •altramente attmdere, che un buon padre dt famiglia, e cai'.arne tutto ciocche la cjualtta loro comporta-, perche al- ■ cunifòno buoni per formenti^altri per pafcoliyaltnfommu niftrano ltgna,altri altre cofe^come t laghi ^gli flamini fu- -mi> TDipi'ji^de frutti della terra^alcuni nafcono entro effà terra^alcum fopra-.entro terra ymfcono i metalli^e le minu- i re d'oro y d"* argento , di flagno^di ferro ^d' argento uiuo^di folfo ^ di alume, di fair, ^ oltre di ciò le gioie ^ele pietre pretwfe, ff) i marmi d'infinite fortiifipra terra uengono i fieni , i or ani , i legumi , f0 1 befiiami^ e grofii, e mi- nuti yC domefitct , e faluatici : e l'utilità dell ^accjue fio- no di pmfirti'^ perche^ e generano co fi animate per fò^ [legno dellaruita humana ,> eguali fono i pcfit , e le oftraghe, e cofie taliyff) inanimate, cjuali fono t coralline le perle', e di natura mcerta , (juali fono le fpunghe ^ che AriHotele mette come mezane' tra le co fé animate , e l'inanimate, ^^ahom etto Secondo , hautndo actjufia. to paefe affai , ui mando Colonie di fihiaui, a' cjuali af ' . - ^ ^ìu \A feqna- S E T T r M O. Ì85 fègnaua tjumdici giornate di terreno per uno , e due bté- fak , e la femenza per lo primo anno , f^ in capo di do- dict anni , '-uoUe la metà de' frutti y e la fètttma deitaL tra metà negli anni feguenti : cofì coflitm njna buona ren~ dita perpetua . T)a^ fóndi , che fino immediatamente de fudditi , catia il H^rencipe denari con le tafje , e con ■ / hmpofttioniy che ne htfigni della ^publica fino leciti , e giiifìi ; perche ogni ragion -vuole , cheibtni particola- fi feruano al ben publico , feniaH cjuale ep non fi pò- trebbono mantenere : Ma (imiti taffè non debboiw effer per fonali , ma reali^ ciò} non su le tefìe^ ma sa i beni ^ al- tramente tutto il carico delie taglie cader à fipra de pò- ueri , come auutene ordmariawiente j perche lanobilta fi /carica fipra la plebe , e le Città grojje [opra i Qonta- di : i^a in procejfò di tempo aui/.iene , che non potendo i poueri Jòpportar tanto pefi , ut cadono fitto , e bifigna alla fine , che la nobiltà guerreggi à fue ffefe , e le Cit- tà paghino fujiidij grofìjiimt , come è auuenuto nella >' Francia : m T{oma tutto'' l pefi dMe taglie , e grauezjs era fipra i ricchi . ^^a i beni dé'fitddtti fono certi , ò ■incerti : chiamo gli ft abili certi , / mobili incerti . TSl^n fi debbono grauare fi non gli flahi.i ^e l ^hauer uoluto grauar i mobili , altero tutta Fiandra contra il Duca d' Alba-, e fé pure tu ^uoi^in cafo d^eftrema necefità\ taglieggiare ancoi mobili _, 7ton midtfpiace cjuel che ft njfa in alcune Città d ^zAllemagìia , di rimetter fi alla ionfcimzdi j ^ al giuramento delle perfine \ Quanto ii g-i effttti deUhndiésiria^colqual nome io abbraccio ogm iS^mnetn quattórdici anniych'e^ gli regno fece doni per cinquanta miUmndi feudi: Onde Galba fuo fùccejjòre fece un editto , .per lo quale riuoco tutti i d^i fatti da lui , non Jaf landò a quei, che gli ha- iteUaHì>^^HC€ì4Uti , /è non laxkcihia paht:. e ^T^rofitha-. mndo dato tanta foìnma d oro yC^ d'argento,; t man- cando materia alla fra prodigalità , ftuolto a gli ^Jfaf pnamentt ,elmedelìmo fece CaligoU^^\, [^ ^iìtìì:., Geme'fi"^'ebba ctftifotiar^ quel che auanza Wii •\.\n ^i^ A , perche egli e diffidi cofa , che njn Trencipe fi difenda daUHwportunità de gli adulatori , de" fauoriti , e d"* altra //- mil gente, s'egli hauerà il denaro a ma- no; bifognd far di maniera, che non (ia facil cofa ilfnet- terui la mano fopra , la qual cautela <-ùfarono dmer fr- inente anco gli antichi ; perche cy^ugufio Cefrre imprt- fìaua lì denaro, che gli auanzauaaùe fpife dell' hyjperiò, ad Inter effe, con cautione;^ Antonino Pio fmil^jente ti prejìauaà cinque ptrxtnio\e'l tnedcfimo faceta ì^dlef fandro Seuero : non dette pero nejjitn Prencipe pigliar per ciò effempio di pregiare ad intereffe ; non frlamente , perche non e cofa da Prencipe , ma' perche ripugna alia ragione, ff) d diurni precettiineHimprefìarèliheramen' Ì!f€ fa dui^hiMm effetti, l -uno , che aficura il fro denaro, piglian- pigliandone f:a^tipneql*altrOi fh^.tiof^mmoda il (hd- dito , e li porge o'ccafione a 'arricchire ; u che pnalmentc ridondain'ttmta^d'ejf^- Tremipt . Y ^mani, 4/ ternfé^ dellct libertà^ amaffauano il te/oro pMico m gran pez^ d*oro ftmili a^ mattoni . l%edt^^arocco rìdujjcroil lor te/òro mtma^ gfojpi balla d 'oto, Uguale mìfero su U cupuladelìa loro gì'ant^ofehea . Ho^iPrenctpìnm^ rano; 0 fitterram^, ò rinchiudono in caffòni di ferro , U, loro t^icchez^etQ^i teJon,che Guglielmo T>uca di t^am rotta, gioco/amente, gran Diauoù chiamatta; e tanto ia- fìi hamr detto de* danari ;M pofiia imi- tato dal "E^ ^Manuel di 'Portogallo ) per li mali fu- rono cacciati di Spagna centouentiauattro mila fami- glie di Giudei ^ che fi fìima montafiero ad ottocentomi- la perfine : per lo che Xaiafiette 2ie de* Turchi , con^ pdcrando il fatto cofii aRa grofia , hebbe a dire , Che [i maramgliaua della prud. nza del 7{e Ferdinando , che fi foffe priuato di quello , con che fi aggrandifiono , e fi arricchificono fiommamente gli Stati , noe di tanto popolo j e perciò egli molto -i^'olontieri riccetto in 'R^o- di j m Salonichi , m Conftantmopoli , m Santa ^daura , ^ altro ne i Giudei cacciati di Spagna . E poi mancata nella medefima Troumcia l'agricoltura; perche tfitn- do (Quella natione inclinata di fina natura ali 'efiercitio dtU'armiy f0 al fiufiiego ^ feguita n.^o^ontieri la mili- tia j eH meftiero del foldo ;onde tira honore ^ ^ utt^ i5?(^ LIBRO SETTIMO. /e; e non folammte fino glt Spagnuolt negUgcnti nella coltura de* terreni ^ ma anco nell''€jieratio delibarti ma- nualt 5 perche non e ^Promncta pttt sfornita d^artip^ Cìjyt d'induflne\ Onde le lane ^ e le fete , e l*altre materie ^-vanno m gran parte fuor dtl paefi ; e quelle che -X'/ rejìano , fino , per lo più , lauorate da gli Italiani , com^ i campi , e le 'l'igne da* francefi ^ DELLA DELLA RAGION DISTATO LIBRO OTTAVO. Due maniere d'accrefccre la gente, e le forze ^ A gmtCy e le fòrze s'augumeru tano m due modi y col propa- gare il fuo y e col tirare à fé l ^altrui : fi propaga il fio con l 'agricoltura , con le arti , col fàuortre l*educatione della pro- le , con le Colonie : fi tira a fi l^attriiiy con l*agregare i nemici , col rouinare k Città ijicine , con la communicatione della Cittadinanza , con l*amicitia, con le Leghe , con le condotte della gente , co* parentadi , e con gli altri fimili modi , che noi anderemo di mano in mano breuemente dichiarando • ^ %■ Del- ii)8 'M ^ LIBRO Dell * agricoltura . ^ 5 •Agricoltvra Ì d fondamento dcUa propagatione^e chiamo agricoltura ognitth , duftriay che fi maneggia a torno ^Iter^ i»- reno ; e fi preuale , m (jualunque modo , di lui : nel che furono accortifiimi , e diligenttjsimt i pri- mi "K^ di %oma, mafiime o^nco e!Martia, TDionigw 2{e dt Portogallo chiamaua gli agricoltori neruì della "F^pu- hiicailfabella B^ina di Qafitgliafoleua dire jChe affinchè la Spagna ahhondajfe d 'ogni cofa , kifegnaua che fi dtffe tutta cC Padri di S. benedetto ; perche auefh hanno cu- ra marauigliofa de* terreni loro . Deue dunque il Prencìpe fauorire , e promouere la- gricoltura , e moflrar di fiir conto della gente , che s'in- tende di migliorare , e fecondarci terreni ; e di quelli , i cui poderi fono eccellentemente coltiuati : Sara njfficio fuo mdnzxare, ff) mcamìnar tutto ciò , che appartiene al ben puhlico del paefe \ feccar paludi , ffiantar , e ri- durre à colturra hofchi inutili , ò fouerchi , aiutare , e /occorrere chi fimili opere imprenderà . Co/i Adafinifi- fa 2{e di Afiica , fece che la ^umidta , e la parte medi- taranea della 'Barharia , ch'era prima incolta , e defer- ta diuentaffe , con l'indufiria ftrtilifiima , ^ ali ondan- ti f ima d ''ogni lene : e di Tiberio Ce far e firme Tacito , che con ogni fludio, e fiUecitudineynon nffarmiando ffe-^ fa , 0 fatica y rimedio aH^nficondità della terra. B per- che le caufè della generatione^e dell 'albonddza fono Ihu- mido , OTTAVO. i5)i) tnido y e l caldo 'y toccherà anco al Prenàpe la cura di condurre ,per aiutar la natura ^ o fiumi , h laghi per lo contado : nel che njerameme non ft può à hafìanza loda- tela prudenza degli antichi Signori di ^^Mdano , che col tirare un canale dalT efino ^ ft) ì/m^ altro dall ' Ada^ han^ no arricchito, [opra ogni tredenza^cjuel felicifitmo Conta^ do . 1 Poeti fauolegnano , che ti ercole , njenuto à dueL lo col fiume Acheloo , gli ruppe un corno ; con che uoUero coprire la m/erità deli hisìoria; conciofiache Bfiercok mu* to il letto , e diuert) il corfo di quel fiume , perche daneg. giaua efiremamente i campi : ^ i '"Poeti chiamano cor- na le bocche de fiumi'- toccherà duncjue anche al Prenci* pe il prouedere à fimili mconuenientt; e finalmente tener njiue tutte le maniere di fiar il fiuo paefe abbondante , e fiecondo di tuto ciò, à che ti cono fiera attoie fi non filtro- uarannOyO piante, o fiemenic nel fiuo Stato , fiarà njfificio fuo farne uenire altronde, Cofii %omam portarono dal- l 'ultime parti dell' Afia le cerafi,^^ t perfichi, e di ma- no m mano altri fi ut ti ; g>^ w nPortogaUo fi e ijifto far buomfiimo il zenzero, portato daìl 'India , ft) io mi ricor- do hauer mangiato zenzero nato in n?arm : e auel ch'io dico degli alberi , e de' fiutti, s'intende anco degli amma- li \ e non fldeue permettere , che i terreni fi ano inutiU mente impiegati , o m parchi , de' auali ì piena l'InghiL terra , con grandifiimi lamenti de' popoli, che ne pati- fcono per ciò non picciola car esita di fior menti , o in altra co/a ta 'e . T^le fi ffauenti per la fpefia, che la pm par- te dell'opere fiudette ricerca i perche fi pofifono fare , a T^ itij d'muer- ±00 LIBRO d'mmrno per mezj) degli fihiaui y e degli sforz^iti delie galere , Je ne tiene; ò [e non ne tiene y può impiegare in co- tali opere (juei , che peraltro merttareiiono la galea, 0 la morte y cornei 'Romani dcftmauano fimili genti a au uar metalli , 0 a tagliar marmi : e Je pure mancano di quesh , non mancheranno mai , e zingari , ft) huomini ^vagabondi , e JenzfL partito , che meglio fa impiegare con cjualche ^utilità publica , che lajptrli andar mendi^ cando.TSlella Chma^Promncta ottimamente regolata^non e permejjò il mendicare; tutti fono adoperati ^ per (juan^ to le lor forzs fi Hendono : t ciechi , fé non hanno da fi modo di 'viuereyfono impiegati a njolgere i molmi a miO-- no: gli ftroppiati^ per (juanto ijaglionOyà far qualche al- tracofa : a quei filamente e concefo l'entrar ne' publtci ho/pedali , che fono affatto impotenti . / %omant fole- nano far fimilt opere per mano de' fidati , quando non haueuano altro, che fare ; come attefìano le fife exJ^rf- riane in H^rouenza > e le TDrufne in Gheldrta , e la ^uia Emilia ,ela Cafta . Augufto Cefare ^^eggendo le fife, perle quali l'acqua deludo fi derittaua per It campi , turate e ripiene , le fece nettare , e ricauare dal fio e fi frcita, Cjli Suiz^n ft<^ag!iono, in fimtli hi fogni, del- l 'opere de' Qommuni ; onde impiegando ,oad arginare un fumé , h a fianare un monte , 0 a dimrtire un tor- rente , 0 a munire una fìrada le Communità ifìeffe ,fin* no in poco tempo co fi grandi. Oltre di ciò ti Frencipe de- uè hauer la rmra,che'l denaro non efca del fuo Stato fin- i^ necefttà : har firn efh ut fono cofinecefarie , fi hen ricercano OTTAVO. 101 ricercano qualche jpefa ; è jpefa che ferii refta nd pae- fé, 0 che à lungo andare per ^ta de' datij^ e di gabelle ritorna al fifco: non co fi, fé ti denaro ejce -una ^'oltafuc^ ra \ perche fi perde , e auelioy e* l frutto , che fc ne ca» uarebbe . U Italia d 'alcuni anni in qua , fi e coltiuata in molti luoghi , prima dtferti , come fono le paludi ^o?u, line , le quali non folamente occcupauano inutilmente ^n gran tratto di paefè , onde hora ficaua infinita ^>ttlttà', ma m oltre mfettauano l ^aria di tal maniera, che ne ren* deuano 'E^ma mal fana . Grandi anco fono i migliorar menti fatti da' Venettani nel H^olipne di %omgo , e dal 'Duca di Ferrara nelle ^'oUt di Comacchio y onde fi co* uà for mento fu ffictente per lo fòflegno d'una grojfa Cit^ ta ;e fi potrebbe far il medefimo in molte parti , fé i ^renctpi u'attendejpro , e non fòffero tanto amatori deL l'utilità prefente , che ne trafcuraffèro la futura . Dell'induftria. 1 O N ^ co fa che importi più per accrefce^ re <-vna Città , e per renderla, e numero- fa d 'habitanti , e domtiofa d *ogm bene , che l 'indù fina degli huommi , e la moL Studine dell 'arti : delle qt^ali altre fono neceffarie : aL tre commode alia nAta ctuile : altre fi defiderano per pompa, e per ornamento: altre per delicatez^yC per trat- tenimento delle per fune otto fé ; oì^dc ne fegue concorfo ,t di denaro , e di gente , che, ò lauora , o traffica ti lauont- to^ zoi LIBRO to , 0 fommmHra materia cu lauorami ; compra , tt». de, trajportada rutk luogo all'altro gli anijìciofì farti dell 'ingegno y e della mano dell 'huomo. Selm Primo Im^ peratore de' Turchi , per aj: popolare , e per annoti/tre Con/ìantinopolt, fé pafjare alcune migliaia d 'artefici ec- celienti , prima dalla 'Kjgia Città di Tauris , e poi dal gran £airo. ^e intefero male cjucflo punto t Pollaceli; perche quando elejjèro il ^e loro oy^rrigo TDuca d''An- gto , tra l * altre cofè , che da lui njoUero yuca di Tarma ha ^ultimamente ottenuto l'm^portantifiima Cittadel- la di T*iacenza dal "Re Cattolico , per gì "infiniti fier- uitij fatti à Sua t^aeflà nella guerra , e gouerno de* paefi bafii , a iij Della . i^.''3ì 214 L I ^ R O Della compra degli Stati . O N ì ihodo d 'arricchire dell^ altrui , che fìaptà uantaqgiofo di auejìo'^conciofìache fi compraquet che non fi può pagare^t non e .) mercatàtia- pm degna d'un Prmcipe. Cofi LUfjanitV 1 compro Auignone da Giouatma Prima %eù na di %i'a' oli.con cjutUoych'ejJa doueua aUa Chiefa digerì' fi paj: Della Condotta. Io VANNI ^aleazzp Vifconti foleua dire, non efière al mondo più nobile mercatantia, di (Quella y con la cjuale s'àcauifiano^ e fi tt^ rano alfuo jeruitio gli' huorntm eccellenti : Onde egli no rifiarmiaua denari , per condurre alfuo fi>L do huomini dogni natione . Hor quefiofifa inpiu manie* re.£af% ordinaria fi ì d 'afiòldar gete Jìramera per fer* uirfene O T T AVO. Ì15 uirfène neHa guerra-^ ma oltre di cjuefia^ft conducono afu\ co gli huommtj ò per popolare tlpaefè (come Leone il II co- dufTe i Cor fi ad hahttar 'Borgo ydetto da lui Città Leonina^ oper coltiuarlo^ (come (jio, II'EJ ^^ ^ortagallo condujje alcuni agricoltori Alle manifo per arricchire de' loro artifi^ cij, e la^iori (nel che fino fiati accortifiimi ^ofino,e Fran^ ce fico Gran Duchi di Tofiana)ò per tirare a noi il denaro per le robbe, che ci auan^ano. ^^a perche ci puh auanza^ re, e la materia roia, e la Uuorata^deue il Prencipe auu.er tireychenonfi cani materia cruda fuor delfino Stato pton lane, nonfite, non fèrro, non ftagno, non altra cofia tale: Perche uficedo fiuor del 'Regno la materia, eficono anco lar ti,che attorno efia fii maneggiano',e per conficjuenza il trat- tenimento di molte migliaia d*huomini, che sa cjuesìo ui-r uerebbono : dtue duncjue impiegare og7U opera-, affinchè la materia, che nafice nel firn paefie fialauorata, ^inuarie fitrmc artificio firn ente ridotta da* fiidditifiuoi,e cofj uerf- data a forafiieri; perche co fi pia gente a fi tratterrà, e piu' rutile fi ne cauarà , ffi) m pitblico , ffi) in priuato ; come pm à fieno hahhiarno dimofirato di. fio fra . . Del prencier gli Stati in pegno: . * A CQVJ STANO amo Stati col pigiioi-li in pegno di denari imprtfiati 'ficjuali pegnih^ perche rare uolte amitene che firendino^ fino fiimatì da' H^rencipi proprietà . Gli Elettori dell' Imperio ^-venderono a Carlo UH Impera- tore i lor uott , perfiir Z^emtslao fiua figliuolo ]{e de ': I^a ■ ì.r, r^-L.. \ 0 nij mani ii6 LIBRO mani per centomila fiorini per uno, B perche egli non ha- tàeua tanto denaro a mano, tolfero in perno x VJ Città del l'imperio, che fi hanno poi fèmpre efiiyft) i loro fuccejfo- ri ritmate . Ludomco X "Ej di Francia helle il (jontado di 'B^ncigltone dal 7{e Gio. d'Aragona per ecce mila feudi , che poi (^arlo Vili refe per niente al 'B^ Cattolt^ co. Similmente i Fiorentini tolfero m pegno ^orgo a S.Se~ polcro da Sugemo UH per xxv milafcudr.e (jiottanm HI 2{e di T ortogallo le Ifole ^oluche dall' Imperator Qarlo V per cccL mila feudi . De* Parentadi . |Agliono anco affai per arricchire dell al trm, i parentadi, f^ i matrimonf, perche con cjuefii , e fi tirano dalla nofìra i Pren- cipiy e fi confeguifcono ragioni , e pY et enfio- fìi d'importanza. f^ofiTarquinio Superbo accrette nota- hilmentc le flie fòrz^^col dare una fua figliuola ad Otta- vio Mamilio perfònaggio di grandifitma autorità tra' La- tini : e fi legge di Pirro , che per diuemr potente , prefe molte mogli \ ff) i Cartagine fi diflolfero Si face, %e poten- tifimo , dall' amicitia fatta co' 'Kjomani ,col dargli Sofo- risha figliuola d 'Afdrubale loro Cittadino per moglie : ,ff) t Vemtiam per un fimtl mezo mifero il piede nell'I fo- la di Cipro . Filippo ^^aria IJifcontt ricupero lo Stato , che [i hauenano tra fé dtutfò t Capitani del padre con ecce milafiiidi, ch'egli hehhe m dote da 'Beatrice da Ten da : per cjuefla ma la Qorona d' Inghilterra hebte già l'Aqutta- OTTAVO. 217 l^Aij'Mtama, e quella di Francia la 'Bertagna. Mantf. jma co fa e mai giunta à maggior grandezza , e poten- za per iJta di donne , e di parentadi, che la caja d *Au' ftria : perche con un continuo corfo dt feliciti , Adafimi* iiano hebbc i paefìbafi da Maria figliuola di Qarlo ul- timo Duca di 'Borgogna . Filippo fuo figliuolo hebbe in dote la Spagna , con le Jìie appendici , da (jiouannafgli^. uola di Ferdinando , e dUfabeUa , ne" quali Stati Jtéc^ ceffe poi Carlo juo figliuolo \ ff) cC tempi no fin Filippo figliuolo digmfiimo dt Carlo ha hereditato Portogallo , e le fue appartenenze , che fino grandifiime per le ragioni d'Ifabella fua Madre . E perche questa njia d'ag- grandire è giuslifima , e quieti fima , fi deue anco sii^ mare , cht fia fopra tutte l 'altre durabile , e ficura . Dell' addottione. Pitie di parentado e l'addottione , col cui mezo (jiouàna Seconda 'Keina di 'Na- poli fi fi forte contra i fuoi nemici: e gli zy^ngioim , ^ Aragonefi acquiftarom ra- gioni fipra quel nobili fimo ^ e douitiofifitmo 7{egno , Co' Francefi folt , per non so che legge Salica , la cui origine fwnfi e mai fitputa(^quefta efclude dalla Corona di Fran- cia tutte le donne) queflo modo d 'accrefcere^ihe fi fia per n^ia di parentado , non ha luogo , Del ziS L I B R O Del modo tenuto da' Polacchi . Po LACCHI hanna. fì^fò grandtwcte tlm- ; pfriojcia potenza lorOiCon deggtrfì per 2{ei Signori d altri paejlyt cui Stati hanno poi incorporato alla Corona di l^oloma , foji, (^per lafciar gli altri ejjempi) hatiendojt detto per ^'i gran Duchi di Lituania di Cafa laggcUona , hanno Jìa nalmente fatto- mekro dell'Imperio loro £jmlla Proumcia. u^o. Delle Leghe. I accre/ce anco ti potére con le ferie altriii^ pernjiadeUc Leghete cjuali fo^iono redt^ re i Prencipi^e piH fortty€ pitt ammoftiper^ che molte cofe non può, e non ardifce da fc uno, che potrà, ft) imprenderà accompagnato da altri -, concio/iache la compagnia accrefce l^allegrezj^ delle co/è proJpere,e diminuijce il danno delle aiiuerfe.hlor le leghe fono di pm forti^perpetutyft) àtemipO',offt:Hfiuey edifen- Jtue'yoffen(ìu€yedifenfiue infume An alcune i collegati fono pan di conditone ; in altre l ^uno ha maggioranza fipra l * altro, «^Maggioranza haueuami l^mankneUe legh^ co Latmr, perche cjsi deli teramano >, e rifoluenanó l'imprefe: dauano il Generale yC tutti gli Onciali d 'importanza; ejìi finalmente haueuano, e'I maneggio dell hmprefe/l fiutto delle ■'Vittorie : f che i. Latini non erano fé non mini fri de' %omani ;e fé pure erano compagni , erano loro fola^ mente nelle fatiche, e nel pencolo delia guerra, fenzapun^ La to OTTAVO! «?, to pàrticìpare della gloria , o degli acquifti ,o deU^Jmpe^' fta: nel che, in ''vero, t Romani mofirarono giudiao mi^ fakle; perche, fono nome di lega , e di compagmay aafuu ftarono j con le forze communi yàje fòli l 'Imperio del t^ondo'^ fi che m^olendofi t Latini poi rtfenttre, hebbero contra le forze t ^ de' 'Rimani, e de' popoli a lorofoggettiy e de' "^rmtipi amici ^ e collegati^ Leghe con maggioranza anco fono Quelle, nelle quali un collegato nellùmprefa com- ynune ha da contribuire ^ò da partictpare più de' frutti ■della à.'ittoria, che l'altro; e di quejle, e di fimdinon hi^ fogna molto fidar fi: perche i Prencipi,peri'ordmario,^mn, fi fono mofii,fe non per mteref^e,e non conofcono amico, 'fie mimico fé non per lo befie^che ne fberano,o per lo mU^ ùy che ne temono -, e le leghe tanto durano , quanto dura l'utilità de' coUegati.tìora coruiofiache l'intereffc di moU ti Prencipim unaimprefa^non puh effire '-uguale y none, credibile , che i collegati fi debbano mouere con animo , ò con prontezza "ugualey finza la quale e qualità la lega non 'farà imprefadi momento . 8 fi come in un orologio una ruotay 0 un contrapefo, che fi fionci, guafta tutto ti con- ferto, co ft nelle leghe, una par te, che manchi^difordwa tut- to il corpo della lega, come fi è ^tfto nelle Leghe fatte fòt- to ^aolo lllyC 'Tio V tra'l %e Cattolico y e Zlenetiani Contra ilTurco^ Le quali mofii fi con grande ardore, e con memorabile rutttoria ancora, non hanno pero fatto prò-- grefio ?nfiuno: perched'intereffi de'Prenctpt non era ugua- Je -yConciofiache alla Spagna non mettono conto l'imprefè idi Leuante, che fono ^ttlifitme d! "Uenettam ^Q^à que» no LIBRO y?r. non importano l *im^ reft d 'J fica, e he fono neceJParie a Spiana: Onde temendo i UenetiamU forze ychc'lT ut* co ha Vi Leu ante , e gli Spagnuolt La njicinanz^ d ' Algie- n, non fi pojjono muouere tnfieme con tari ardore , per la diuerjìtd degl 'mtcrefi ; t*l l^apa refia di mezp con /^f Ipefa ftnza futto : onde m due fole maniere fi può far lega contra il Turco con aualche Jperanza di progrejio: l'una farebbe ^che fìmouej^ero tutti i Prmcip, che con- finano col Turco in un tempo mede fimo contra luì , e che egmuno l 'affaltajfe della fua parte ^ non con forze limU tate , ma con tutto il fuo potere \ perche t^m ft pareg- giar ebbe l^interej^e: l^ altra farebbe pik genero fa ^ fé piìt Prencipi inpeme , fenz^ altro mterej^e , che dell 'honor di T>io , edelI*eJJa!tatione della Chiefk, l^ajfaltaffero in njno , ò in pM luoghi ; come auuenne m tjuei tem- pi heroici , quando molti Prencipi di Allemagna , e dt Fmidray e di Francia^ e d * Italia, parte uendendo, par^ te impegnando gli Stati, mi/ero infieme pia di ecce mila perfhne , e -ijinti i Turchi a ^icea y ^ i Perfiani ad Antiochia , ^ i Saraceni à Gitrufalem , conquaffarono tutto Oriente , e ricuperarono tutta la Terra Santa : Et e cofa notabile , che in '^na tanta impre/a non nj$ hebbe parte , rie%e ^ ne Imperatore alcuno : e fé bene ti ^ di Francia , e d 'Inghilterra , e gì * Imperatori (jor- rado y e Federico <-vi andarono poi , non per acquisla^ re , ma per conferuare tacqui fato, non fecero pero cofa degna. A/la ritornando al nofìro propofito, concludiamo ., che le leghe CI aggiungeranno potere ogmuolta, che l'm- ' u terejje ottavo; ili tcYtJJc JeSe pam farà -uguale . ^^a mafKatal*^gua» gtania deH'mtereJie , debbiamo tener percerto^che man, chera l* aiuto della lega-.e fono ^miucrfalmente tanto mi, ghoriffjuanto hanno più fondamento di ftabihtàye di fer- mez^: e per ciò fono migliori le perpetue , che le tempo- rally e le offenjtue , e dijf enfine mpeme , che toffenfiue^ à diffenftiic fòlamente-^e le pari di conditione ^che le dijfari» Bglt e nero, che quefìe (^parlo delle pan) cjuali fono (j nel- le degli Sutz^riyjdno af ai utili per la diftfa, ma di nif. funa efficacia per l'offefa^imperoche mila di fé fa il peri- colo degli uni muoue facilmente, per la ^-icinanzct, gl'aL tri-, e et muoue pm efficacemente la tema del male^ che la fperanz^ del bene. Ma nell'offeja, perche ti f'Utto, che ne figuCy douendofi comparare à tutti y non pub muouere ef- ficacemente ciajcunoyfono dt poco ualore;e per ciò benché gli Sutz^ri habbino hauuto notabiliftme occafiom d 'ac- ■^mfiare Stati ricchifimi'/wndimeno non hanno malfat- to co fa degna di memoria y e (i fono contentati d 'una mi- ti tia mercenaria y hor al feruitio di cjueflo y hor di cjitel '^rencipe: Con che s'arricchì fono bene i particolari , e per la preda , che fanno m guerra , e per le penfionty che tirano mpace : ma il pub lieo ne diuiene piti debole y€ per iHrmumerabtle moltitudine de* foldati y che muoiono ^ ferii ca fi della guerra , e per gl'intere fi y e dependenze y ionie quali t Colonelliy g^ t Caprtam }-efano obligati d Prmctpt flramen » Della > iit LI B R O .Della rnércatantia, e fé conueni^a -^^^<^^'^^^ alRe^flVrcìtarla.-^^'- Ommvnissimo modo d'arricchire dei l * altrui fi e la rnércatantia: ma perche que [la e cofz conueniente a gli huomtm priuo- ti^anzi che oTrencipi; no Jarà fuor di pro- pofito ti u edere in che cafofia hmeycheHP recipe Njftrciti, T>tciamo dunque^che in tre cafi no difcomene ad un Prtn- iipeybenche grande yil trafico. Il primo fi e quando le fxcoU tà de* priuati non fono atte a mantener ejfo trafico y o per Jpefa eccejsiua , òper oùpo fittone de* nemici y o per altra fin md cau/a.fofi li 7{e di Portogallo hanno ^ co grojje arma- te acquifìatOyC con glorio fé mttorie mantenuto ti commer- cio,e l trafico d"" EthiopiayC d^ India: e non difconuiene ad un%e tmprefa nififunayneUa quale fi ricercano forze di %e. Il ficondo cafi e, quando il trafico e di tanta importanza , che un priuato con quello acquisiarMe ricchezzs troppo grandi, (jìfiVenetiammandauano le galee graffe della» %epuhìica al trafico delle fpettarteyche fi comprauano in Aleffiindria-yC fiuendeuano poi in Inghilterraytn Fiàdra^ ft^ in altri luoghi tah , con che il publico arricchiua oltre modo : e non dtfdtce ad <-un %eVacquiftar giufiamentk ricchez^ degne di ^n 7{e» Il terzo cafi e quando la mer^ catantia fi fa per hency e per falute publica. Co fi gran ^ didimi ^rencipi , neUe esìreme carenile , e nece fitta de* fiidditi loro , comprano formenti fòraftieri , e It riuen^ dono con grandifsirm beneficio de njajfialli . Del .n O T T A V O. ^^ Del modo tenuto da'SoIdaai d'Egitto, e da' Portoghefi . : -^ ^ • A r,^ , •, - ■ :i l SOLDANi a* Egitto y per confèruatione dello Stato lor oberano ufi à comprare gio^ nani d *età, e difittezs^ militari, mafitmc della natione Qireajpiye poi facendoli effèr-- citar nell'arme, e nel maneggiar cauallt, fine fir umano , mettendoli m libertapella mtlitia : e co (juefìe forzp [ìgno* reggiarono per più ditreceto anni l^ Egitto jLx Soriani ArO' hia^ela Cirenaica; cofii ufiita per quanto io pofifocongiet- turare molto prima dcC H^arti \ perche leggiamo, che ntU leffercito loro contra Ai, Antonio di cinquanta mila huo- tmni^no uè ne erano, che ccccLliberi.Prima de"" Parti Cleo- mene ^ di Sparta, hauedo htfigno digete,ojfierfie la liber- tà àgltfihiauià ^o fiudt per tefìa-^co che acqutjìo due he niydenari, e gente. Homar figuace di Mahometto, col pro- metter la libertà à glt fichiauijne tiro a fi infiniti, l Porto- ghefi, per lo bifiomo ch'*efii hanno di gente, mandano ogni anno le lor carautlie cariche di uane merci a^ porti di Ghi" nea: ini, in ifidbio delle mercatdtie loro, pigliano ogni annif molte migliaia di fchiaut,che poi conducono à lauorarei z^ccari,^ a coltiuare i terreni nell'i/ole di S.Tomafo,e di f^apo uerde,e nel'Brafile'yO li uè dono a^(^afltg'iani,chefe ne fieruono poi al mede fimo modo netti fola Spagnuola,^in altre parti. La mede [ima carefìia di gete fi4, cagione, che gth uomini degni della morteficodennafijlro alla galera, à tagliar marmi, a cauar metalli, g^ à fimilt altre fatiche^ bel 114 LIBRO OTTi^VO. *■- jpél modo tenuto da' Chin c/i . G R E e I i g/ / T^omaniy per cauar (juaU che fvtilita da^ nemici preft in guerrUy li faceuam fchiOHi ^e gì hmpiegauano a la» uorar la terra yoad altro ejjtrcitio ; n:a i Chine fi non gli ammazzano , rà mettono loro taglia , non gì incatenano , non It diftmano à far altro finalmente , che à prmr nella guerra nelle pontiere pm lontana dal- la patria loro , g^ w hahtto Chmefe ifi non che yperef Jlre differmtiati da gli altri , portano berrette roffe : U che mila China non fi ijfayfemn con perfine qkafiinm fami , e per ignominia . Del modo tenuto da' Turchi . L Gran Turco moltiplica le fue gentil e firze , tra l'altre maniere, col ricettore col ricapito ych' egli dà à genti d'ogni fetta; pur che'l feruano fide [mente nella guer- ra; e di quefle confla quella ^>alorojà banda d ^huomi- m a cauallo , ch'efit chiamano ^^Mutifieriaghi: tra' qua^ li fogliono efjere non pochi Qhrifiiani condotti là, ò da difperatione delle cofi loro , o da fde^ gno y oda pazza ambitione yO da qualche altra caufa diabolica . DELLA DELLA RAGION DI STATO LIBRO NONO. ■ Delie maniere d'accrefcer le forze moltiplicate . I N hora Inahltamo dimofìrH' to i n.odt di accrefar le forz§ efìenfuamefìte : duian.'O looréi dtUt T tCy che fi dd/kono tene- re per accrejctrle mtcnfiuame- te-y cioè fino tutte (ji elle, con le aualt s'augumenta d n^alore: conciofìache non ha fi a hauer , molti fildatt\ hifogna, oltre di ciò , auua'orarli ; perche poca genite di calore ^aU per n^na grande rKoltitu- dine di huommi codardi ,€ tiIi ; come ne fan fide le n^'tttorte de* Greci ^ e de' 'K^wani ^che hanno ,per l'or- _ dmariOy n^mto gli efiferati de rumici con numero minore di gcntCy e la moltitudine ha per tutto ceduto al (valore . T> Se ik; libro Se il Prencipe debba agguerrire i fudditi, ò nò. Rima che fi pafi oltre , e^lie neceffa^ no decider autfìa ejufjìwne ajjai agita- ta,mapme diC Francefi^fe fta htneycheH n^renctpe agguerrì fca^ e (t ferua neli *im» frefe mìLtari de* fudditi fuoi ^ o de' forajìieri . T)e' Trcnc'ìpmaturali r^ alcuni Jt fono feruti, non di tutto il popolo indifferentemente y ma folo della nobiltà: top fanno in gran parte i Polacchi, i Terfìani , f^ i Francefì }, ma perche inolili non fanno il meftiero àpie- de,(juefìenatiom fono fempre fiate poffenti di caualle- ria , ma deboli di fanteria . / Tiranni , perche hanno fempre hauuta per fojfetta la ruirtù , eH calore, che, per l'ordinario, regna ntHa nobiltà, hauendo, per ftahi- tir fi in Stato, fatto morire, o bandito i nobili,col dar le lo- ro facoltà alla plebe, fi fono fdati alcuna uolta di efa. il Turco ha mefo le fue forze in mano de' fudditi d 'ac- culilo, ma ridotti alla naturalezs^ con l *edu catione :per- che fanno fcelta de' giouani più nerbuti,e pia agilt,ch*ef fi chiamano Azamogliani , e toltili dalle cafe , e dal feno de' parenti nella loro adolefcenza , li compartono per la Turchia, doue aUeuati nella legge , e nell^ufanze ^Mao- mettane ^ dtuentano^ fenza auuederfene. Turchi i e non conofeono altro padre , che'l gran Signore ; alle cui ffefe uiuono; ne altra patria, che queUay doue corre loro ilfoL -do, ib guadagno . ^er decider cjuefìa controuerfa prè- fup poniamo^ che'l principale fiabilimmto di un TDomi" nio NON O. 117 mo jt e IHndependenza, e lo fiar da fé . tìor iindepen" denza e di due foni : perche l*una cfclude maggioranza, e fltperiorita; ^ in (juefìa maniera il Papa, l Imperato- re, il "Kj di Francia, d 'Inghilterra , dt Tolonia , fino Prencipi independenti : l'altra mdependenza efclude li^ fógno d'aiuto, e d'appoggio altrui,nel tjualmodo fino /«- dependenti tjuelli, che han firze, i Juperwri, o njguali (C nemici, q) a gli e moli loro, TDi qmfie due independenze la più importante e la feconda : perche jueUa è (juaftaC' cidentale , ^ efìerna ; (fuefia fofìantiale , f^ intrinfeca ; quella fa, ch'io fia Signore affoluto, e foprano ; (juefla , ch'io fìa poderofiye di forze fufficienti alla confiruatta^ ne dello Stato mio-, e ch*to fia neramente Prencipe gran- de, e non %e,Hora^ io non potrò maiejpr independente in quefio fecondo modo,fenz^ forze proprie: perche la mi* litia fòrafitera, commcjue ella fi fia otiigata, dipende- rà fimpre pm dagli interefi proprij , che da' tuoi : cofi Jpeffo f abbandonare ne* tuoi bt fogni , hor corrota da' ne- mici (come i Celtiberi fubornati prima da' 'Etmani ab- bandonarono i Cartaginefi , e poi fitbornati da' Cartagi- nefi abbandonarono l 'E^mani^ hor ritardata (come gli Suiz^ri nelle maggiori necef ita della Francia pm d'u-» na uoltd) hor chiamata à cafa,per li pencoli della patria (come i Grigioniytrauagliati da (^lo. Giacomo de ^^e dir d , fi partirono dal fermtio del !{€ Francefo nel fia maggior bifigno) e non e fuor di propofito ilconfiderare , che ejfendo quefte tali genti mercenarie, njendono à giii- fa di mercatanti^ o di bottegai di poca fide , l'opera lo* T tj ro. ii8 L I B R Ó roy piena d*infmita tara di nnUe paghe morte , ò truffa»^ te, e di gente di buon mercato ; e per ciò di poco ualore , e mal conditionata: U ammutinai' fi poiy perche le paghe fion corrino à tempo; e per ciò metter in pericolo gli Sta- ti, ^ in di/or dine i H^rencipi, e co fa ordinaria . Co/iati^ uenne cC Cartagmejìy dopo la prima guerra n^unica, f^ à Monfignor di Lotreccoalla "Bicocca: aj/at firmo /è non- t'ajjaftnanoy e non ti tradifcono a* nemici {come i r^A de fi- mi tradirono Lodomco Sforzji d Framefi trej^o a TS^o- uard) Oy fé <-veggcndo[t i più fòrti , non evitano i*armc centra di te {come gli An^li , chiamati da' "Britanni con- tra gli Scotti,^ i^Pittijhaaendo cacciato uia quepiytoL tarano alla fine l'arma centra aueiy che gli haueuano con-' dotti) Che diremo della rouina deli' Im' erio 'Kgmano^ non procedette ella dalla militia franiera f ejfhdof fruiti gì ' Imperadori di 'uarie natiom nelle guerre loro, o ciuili, 0 fi r amere {come z^driano degli AUni, Aleffandro de- gli OfdroeniyTrolpo de' l^aftarniySpagnu oli yCalli yZJ ale- nano de' Gotti, ff) altri di altre gè ti) cosìorOyprefa la fra- tua di Ha militia KomanayC de paefiy diuentarono ttràni degl' Imperatori, e dell imperio: fi che i principali Rapita," ni eremo "Barbari y Stiliconey Iridino, Saro 'Ruffino , Cafii- nOyBomfiictOyEiioye mo ti di loro furono fatti In.peratori: entrarono fnalmete nelle uifere dell' ImpertOyCalpe fi raro- no i Italia, prefero 'Romayridujfero in form^a di 'F^egni le ProuMcie, l F ranchi occuparono la (pallia , ; borgognoni il faefi de' Scquanii 1 1^ andati l'A^juitaniaycla Spagna y tl'J/ìicaj i S:ieiii^c gli Alani la "Bcrtagnaigà Vfirogotti la NONO. 219 la Macedonia ye la Tracia: gli Slam la IDalmatia : i Sa* racent l'cy^Jìa, e l^Af-ica, e la Spagna: ^adaga^o^ Ala* ricOy Attila, (jenfertcoy Xiorgo, Teodonco, tutti Prenci- pi "Barian faccomifero^^ oppreJJirOyl'un dopo l'altro, l'Italia: e l' Imperio d'Oriente per ijual cagione fi e per- duto ,p non pir.he l 'Imperatore Calìoianm afjòldo xir mila Turchi contra t Juoi nemici , e poi , In enti andò g'i altri , ne ritenne prejfo di fé vi mila . Quefìi diuentati pratichi de' luoghi , me fiati dalia firtiiita de' paefi, ecci- tati dall 'ageuolez^a dell'imprefit , per l'incapacità de* n^rencipi, difcordie de' "Baroni, debolezza delle forzs, in- dugerò illor Signore Amor atte a pafifar,con lx mila co- battenti, lo fìretto, Cpfii occupando di mano in mano hor éjuefia, hor ejuella Città , finalmente ^4aometto con la prefa di Qonftantinopoli rouino l'Imperio d^ Oriente . ^efi'mconuenienti , che porta fico la militia forafiie-^ va, fiurono cagione , che Qarlo VII, 7{e di Fratìcia , ha. uendo liberato il fuo %egìio dagli 'nglefi, ifìitui , per po- terlo meglio difender e ^una militia di cinaue mila Fàti;ma perche cofloro commetteitano degli afiafiinamenti ,e de* ladronecci ajjai , Ludouico X/^ li cafio , e fi Jeruì in lor <-vece, degli Suiz^eri. Francefio 'Trimo poi, hauendo ui^ fio il pencolo della Francia, per lo hi forno , ch'ella ha- ueua dell 'aiuto ftr ornerò {che in njarij modi gli eraj) ri^ tardato, 0 indebolito, ò refo inutile, 0 impedito affatto per le pratiche de' nemici) tsiituì una militia di cincpiàta mi- la Fanti, compartiti my\i legiom nel m D x x x 1 1 1 1; ma e fendo fiata quafi e finta, fiu poi rime fa su dal 2{e T tij cyirrigo 230 LIBRO cy^rrigo nel M D L V I, ma con foco jrpttto , per lo poco or dine, e mal gouerno, t^a chi fi ferm {dirà alcuno^ de' fudditi fuoi nella guerray e gli addefira ne U' armi, non mai farà pacifico Signore del fuo Stato : perche l'tt. fò delibarmi , fa l'huomo altiero , e brauo , confidente , € che fi promette ogni cofa della fhada . Jura ncgat fibi nata, nihjl non arrogai armis. Il che ueggiamo efftr auuenuto in Fiandra,^ in F rà- da ; doue effendoft , per le lunghe guerre , agguerriti , f^ infangumatt t popoli , fatta pace co' forafìien , hanno ri- uolte l'armi contra la patria , centra li '^ loro naturali, contra la Religione , contra Dio. Ma non poffono nelle cofc humaneji maxime ne' maneggile gommi de' popoli fchi- uarfì tutti gì 'inconuenienti: è officio di%e Sauio ouuia- re a i maggiori yC più pericolofi.f/or tra tutti i mali^a'cjua. Il uno Stato può effer fuggetto, il più grande fi e il di^ pendere dalle forze altrui : ^ m talcafo e chi fi ferue , come dineruo principale, della militia fior a fiera ; e con quefio male s'accon^pagnano tutti quei dtfordint , che noi hahhiamo commemorato di fopra , che fono tanti , edi tanta importanza, che à paragon loro,uca di To^ fcana , non ha egli una huona militia , nonlatien ''Viua, f^ in continui effercityfi non però s'intende, che fi fia mai ribellata , ò foUeuata , ò c'habbia ficcomejfo il paefe , 9 afftdtato le ftrade^ ò afialtato le Terre, ò turbato la pac€ publtca; non fatto altro maleimn fono difetti quefii dcL la mtlitianoflrana , ma della difiiplina , e del gouerno : concludiamo duncjue ejfer necefiario , chel Prencipe ade- firi i fudditifiiot nell'arme fi' che le forze proprie ftano le fo[ìantiali,€ leftraniere tacceffòrtc, ti che Cinfigìia Liuio^ doue racconta la romna de' due Scipioni. IcÌ quiclefn,tì//- ce, cauédum femper Romanis Ducibus ericrexem- plaq; hxc uerè prò documentis habcnda, neita cxternis credane auxilijs, ut non plus fui robo^ ris , fuarumq; proprie uirium in caftris habeant • Ala per mantener tfudditi agguerriti tnpace.giouerà e U ^P iiij fmcentk 13^ LIBRO f menta della difciplma/l pagar a'fùoi tepi ejueijche fer^^ nono: e non mancheranno mat^e Turchine ^lori^e Sara^ cenif contro* (jualijt pojjono gmftamente adoperar l'ar- mi . Ma co fa benijiimo mtefa, e d tener qualche numero dt galee , su le quali pojfano andar in corfo , e sfocar In lor giouentà , e brauura contra i ^-ueri nemici quei , che non fanno ftar in pace ; perche quefo Jeruird di rime» dio , e di diuerftone à gli humori peccanti , Della fcelta de Soldati. O R Z^ prima i^'ia di far i tuoi foldati arditi y e ^alorofy farà il delitto , o (-vo- gliamo dire fcelta : perche non tutti fono atti d'animo, non difpofli di corpo à dura' re i trauagli , ^) i difagi della mtlitia j a fiar faldi al freddo,^ al caldo ^ al SoUyalia Luna, alla famCy ^ aL la fete; non a pajfare i giorni intieri fenza rìpofare^ e U notti fmza dormire ; non a njarcare t w rapido torrente a guazzo, à faltar njn fijjò, a fcalare n^n muro^ad ac- cettar e y come il giouinetto T>auid,^ma disfida \à far te- fta ad njn'impromfo affalto ^a far fi incontro alla furia del fuoco^aUa tempesla delle canormte, alla procella dell'archi- bugiate, a t nembi delle calcine ruiue, degli olij ar denti y de" fuochi lauorati ; non a rificare la "-vita, non à sfidare la morte in mille mmiere.l^er ciò non ti deui fidare dogm n^'no'y perche i codardi, a guifia dt pecore ficabbiofe^aunu- Jtrannòojico gli arditi; ^ all'incontro y i dicejpro àgli armati, Quis eft homo formidolofus, & cor- de pauido? uadat, &reuertaturindomumfuam, ne pauerefaciat corda fratrum fuorum,ilcut ipfe ti/Ti ore perterritus eft . 6 perche l 'amor delle jhofe , e delle cafe fabricate^ edelle^igne piantate di nuouOy e dipmili altre delitie^ 0 commodità fuole ritirar gli huo^ mini da pericoli della guerra y e farli più amici della '■vi- ta yche dell' honor C'inori uuokyche ne anco (jueftt fiano am- mefi al rollo de* foldati. Il che ojjeruando Giuda ^^Mac- cabeoyhenche contra -vn^ejjercito infinito d ^ idolatri yhauef- fe pochifiima gente 'y nondimeno y Dixit his, qui edifi- cabant domos , & rponfabant uxores, & planta- ,bant uineas, & formidolofis^ utrcdirecunulcjuiC que in domum fuam . Sempre i gran Capitani hanno fatto più conto della bontà , che della moltitudine de*fi)U dati, Q^lejptndro iJMagno con trenta mila fanti, e (juat- tro mila caualli foggiogo tutto Oriente, zyénnih ale, uolendo paffiare aUHmprefa d Italia, e di %omay rimando à cafa fette mila Spagnuoliyne* cjuali haueua fcorto cjualche ti- nudità'^ filmando , che fìmil gente douejjè anzi nuocere » che giouare. Il Conte cyilherico da fumorimife la militi a Italiana, c^uafì infame, in qualche confiderationCyCon njn efferato dt eletti fòldatiych'egli chiamo la lega di S.Cfior- gio'y con cjmfìo caccio d'Italia gì' Inglefì, t bertoni, e gli al. tri barbari oltramontani, che thaueuano lungo tempo, la- cerata/ mal concia. Dt Giorgio (^afìriota fi sà,che intan» te 234 LIBRO te battaglie y ch'egli fece co' Turchi , mn hebhe mai /òtto l^inj igne fili di fei mila cattatiti e tre mila fanti Jpediti , coi' a I ali ricupero yC di fé fé il fuo picciolo Statole riporto glo- rio/tfime ^nttorie di Amor attere di ^aumetto Prenci^ pi d£ Tur chi: f^ a* tempi nofìri fi sa ejuarìto di lurnCyC di gloria hahhia recato alla militia Italiana Giouàm de" Me- dici con lafcelta accuratifima , ch'egli faceua de' fidati . ^el fare fcelta farebbe co fa de fider abile , che t faldati fojfero tutti ambtdeflriy come t uijìo fpada nuda-^ e non fi fanno fé non genti Ihidommi : Onde i foldatiyche non fono nobili di fangue^reslano pri-. ui di cjtiefìa forte di eccitamento della loro tur tu. Era an- co honor grande il portar al Tempio di Gioue le fj^oglte opime , e tali foglie erano (quelle, che'' l (fapitano de'Koma- m toglie uà al papuano de' nemici : ft) '^^^ ^^-^^^ d tcpo deL la 'E^publica "Bimana non hebbero (^uesio honore più di tre_, i aua'i furono 'Romolo , e Qorndio Coffo , e t^arco t^arccllo. N O N o; 2J5 ^^arceSo, t^^dugufto Ce/hre honoro con ija'm imentioni la miltttaye uoUe, che ben trenta Capitani trionfajfèro,^ à molto maggior numero concejjè gli ornamenti trionfala . . Molto a propojìto far ebbe yche ilPrencipe (ì prende f- fé cura di fare fcrmere accuratamente le guerre y e le im» ~ pre/è fatte dalm, o fotto gli aujptcij fùoi: perche a ^ue- , /io modo uerrehbe ad ejfer celebrata non folamete la ftia uirtày ma di tutti i fapitani^e de* foldatt anco particola^ ri y che con tfualche prodezza memorabile fi fojfero fegna^ lati; il che farebbe di grandifimo fltmolo a gli altri}, co^ ^ tiofiachcy fé tanto conta fi fa di un fepolcrOy con un breue fritto entro una capella^cjuanta ftima farebbe ogniuno di effer celebrato in una hi fona eccellentemente fcritta, che fidmulga per lo mondo ^ et e letta da tuttif nel che in nera hàno mancato grandemente i Cafligltani: perche hauedo: efi fatto co fé degmj^ime di memoria , fior fi tanti mari ,.* fìouerto tante IfoleyC continenti , foggiogato tanti pae fi ^ac- (fui fiato finalmente un MondonuouOynon fi hanno prefi curaj che ejueflc loro imprefejchedi gran lunga fuperano^ quelle de' Greci , e d *Alefiandro Magno, foffero fritte da perfine jche ciò fapeffero fare: ff}m ciòyComem cjual- che altra cofa, molto pm auuenturati fono l 'Tortoghefi y che i Casìigltam: Qonciofiache auesli hàno hauuto parec^ chi yche ni lingua ni^ or toghe fi f^ m lingua Latina, hanna meffo in luce le loro prodtz^, e le ha fritte fiefcamentei ti Padre Gio, Pietro Maffeo della Campdgma di G r t* SV con tanta eleganza di par ole y e grandez^ di concetti yfi uaghez^a di fide, eh e non fi può degnarne te lodare daper'^ fona 15^ L I B R O fona meno e 'o^uete diluì. Ma co fi animo fio, che non fi finta aggiacciare ti cuore , e mancar t animo f Intende- uano molto bene quefìo t T{gma.ni , poiché a^ foldatt , che haueuano ben [erutto la %epublica,affegnauano, oltre l'al- tre co fi, buomf^ime poffefionv, e per non allegare altri ef- fempt, basiaru il decreto fatto in fauore d^ foldati del maggior Scipione ; a! eguali furono date due giornate di terra per ciaf curi anno della loro militia , t fermtio • Ma N O N a. 1L55) A^a fé non fòlamente il ^rencipe farà liherale co* fih dati nelle loro dtfgratie y ma oli afimnrci ancora che egli terrà conto , cajò ch^efi muoiano in fuo feruitio, deL le mogli y 0 fgli , 0 fòrelle , o altri parenti , non e cofk pm efficace a farli correr nelle fumne , ^ all'incontro dette faette , e dett^ morte ifiejìa . Della pena. E' gouerni il premio e utile; ma la pena e necejfaria \perche la uirt i fi appaga di fc fteJfa,enon ha bi fogno di eccttameto efien, 1) no; ma dmtio^e la maluagita fé non è trat^ tenuta dalia paura dt Uà pena manda og?ii co fa Jofòpra , Per la (fual cagione tra l 'altresì legislatori, ^ i fondatori delle 'R^puhliche hanno fempre attefo più a punir e ^ e re^ primere t mi s fatti y che a riconofcere,e guiderdonare iat<. tiom -utrtuofè , TSlella guerra poi, fé tu non premij auei, che fi portano bene , non farai amato -, ma fi tu non caftu ghi t colpeuoà, non farai oL edito ;di che non può ejfcre nek le co fé militari co fa peggiore . H^er auefta cagione ti/tti i Capitani di nome hanno hauuto del/euero \ e con uariepe. nCyC cafiighi hajmOy parte mantenuto y parte riformato la difiiplma militare;perche (^per non mentouaret Mamlij^ ifurfòriyC gli altri) ^tigusìo CefarefPrencipe amicifi-^. mo di pace, fu co fi feuero co^ fidati , che non fòlamente, decimo alle uolte le compagnie, che haucuano uolto le fl'aU le a* nemici)) perduto illuog^o;ma di più le pafceua d orz^ m uece di for mento: e Ttb^r*o yuolendo rimetter in piede\^ / -■ i^ ij la itfo LIBRO ia militìayrinouo tutte le fòrti dell'antiche pene^ejupùlitlj , ch\ratio m u/òfrejjò gli antichi 'Bimani. tìor le pene mi- htari erano di due Jorti ; perche alcune recauano uergo- gna,e dtshonoreyoltre anco dolore yC danno. 'Recauano uer gogna leptsLliche riprenfiomje rinfacciarnenti delia uiltà ; e qucfli fi faceuanojo a* particolari , o anco a tutto t eser- cito. Scrtue Liuioyche M. ^!Marcello,dopo la fuga de'Juoi pldattyfece una concione co[t acerba , e terribile ali ejjtrct' tOyche non tafflijjè meno egli con la uehemenz^ delle paro- le ,€ con lacerbez^ della riprenftonCyche i nemici con le fe- ritele con la caricayche haueuano loro datoie per accre/ce- re la loro uer gogna commando, che à aueiyche nella batta- glia haueuano perduto le mfegne yfijfe dato orzo m uece di fòrmento:e fece ilare i loro r^pitam fenz^ cinturayCon lajpada ignuda in mano. 8 Senfronio Gracco fece man- giare in piede c^uei foldaii^che sperano mojìrati poco ualo^ roft. In Ifbarta quei, the fuggendo s'erano faluati^non po^ teuanOjnedar^nè pigiar moglie; ^ erano sforzati a por^ tar certi mantelli pez^ti di più colonie la barba parte ra- fay parte lungay f^ era lecito adogniuno di batterli, e d'oL traggiarli, evolto fèueri furono i 'Bimani ucrfo cjueiyche fuggiuano dalla zìiffa^ o che rtflauano^ per loro uilta, pri- gioni: Queiych^erano fuggiti dalla battaglia di fanne, fu- rono codannati dal Senato 'Fumano a militare fuor dlta- liayftno à guerra fmta;e no poteuanOyper ejualunejue pra- dezz^ che [i facefferOy hauer premio mffuno militare, Er^i di grà uergognayt uituperio il bandir dal campo (ti che Ce- fare uso con alci.mCèturiom mfoUti mila guerra d'Jfi^ ed) N O N a. t^i ta) e'iprìuareglt zyélficri^ f^ i Capitani deltojjìcio, e del ■grado loro; madt danno non menOyche di uergo^na gran^ de era d dtuieto , che ^uei , che per uilta erano ueniHt in mano de nemici, non fòfftro rtdenti,e rifcojii; ti che i2{p' mani ufarono co cjueiyche per dapocaggme erano flati fàt ti prigioni da' Cartagine fi : ne fit mai gente, cheflimajjl meno t Cittadini cattim^che la 'Fumana; onde nonficura- rono, ne anco di hauer per ijcamkw quelli, ch'erano rejìa^ ti in mano de' Qxrtaginejì , Ma co fa terribìltjìima era la dectmattone, per la quale faceuano morire uno dogni dt- lina di quet^ che s'erano portati male; perche in quefto ca^ foyfe bene tldàno era di pochi ylapaura^ e' l pericolo fa ceua gelare ti fangue à tutti . llC^ran Qapitano , perche alcuni Spagnuoli s'erano utlmente arrendutia' Francefiypermi' fé, che foffero tagliati a pezj^ da gli altri foldatt; accioche con quefto effempto ninno penfajfe a fcampare, ma a com- hattere ; e fi dijperajie di poter ritrouar fcampo con la uiL tà prejSo gli amici , non che appo gli auuerfarij. Al qual propofito non mi par dilafciar quel detto di Clearco La^ cedemonioy fhe il foldato deue hauer maggior paura del fuo Qapitano , che de' nemici . Deiremulationc. I accrefce anco il ualore con quei modi , co* quali finodrifie l'emulatione,e la concor» renza, Licurgo introdujìe nella fua %epH- hltca l*emulatione , come per un fomento della uirtH : perche ejjèndo thuomo gelofò naturalmente ^ tij della 1^1 L I B R O della propria ec ce Senza ^non può comportare, che attrita. uanzjy € li metta il piede innanzi, maj^ime nelle impreft ho- norate: S^jueflo affetto e né'foldati uehementtpmoy come tn melli, che fi gouernano più per pajiioneyche per ragione, l 'Etmani duncjue nodriuano l'emuiatwnCf e con la diuer- fità delie nationi (^perche fi ualeuano neglieffeniti,nonfo^ lo de* loro Cittadini, ma dille genti latine ancora, f^ degli aufiliariyche tutti faccuano àgara) e con la differenza. de" foldati nelle legioni (^perche ui erano i Precipi,gli haflati, i trianj^ e cedendogli antecedenti ^l pejò dalla battaglia re» §Ìaua a' triarij ychc per far meglio de gli altri, e per hauer tutto l^honor delia mttoria fi^iperauano fiftc^t» l Capita* ni poi metteuano ,con ogni arte,emulatione,e gara tra na» tiom,e natione, tra la caHalleria,e la fanteria, tra un corno ^ € l'altro, e tra una legione, e V altra. Ce far e, effendof^a- uentato tutto il feto efferato ,per la fama delle forze^e del ualore de' (germani, diffe,che quando gli altri non lo uolef fero feguire, ch*egli andar ebbe a quella imprefa folo con la decima legione : con che mif tanta emulatione, e tanto ardore nelle altre, che a gara glifi off[eriuano . A* te pi no^ fin l * e/per lenza ha dimoflrato,che non e efferato per fetta quello, che non confla di dmrfinationi\ perche la gara e quella, che fa che ciafcuna natione faccia ogni fio sforzo, e pm di quel che puh, per hauer l 'honore della "-Littoria , che fé nel campo non t/ì è fé non una natione , languifee , e non fa co fa degna. Della NON o ; 1^5 Della licenza concefla a' Gianizzari . T V R e H I rendono i (^ianizj^ri ferò^ ci, e bram con una ejìrema libertà, anzi licenza, che loro concedono ; perche e lo* ro lecito l* accennar e y e7 dare^ il fare af- fronto ^e dijpiacere a chi fi fa , ftnz^, che fano mai per m puniti : Onde ne nafce un ardire , per ejuanto efi flU mano , ^J un cuore grandifimo ; ma s'ingannano; per* che l'ardire non nafce fé non dalla conofcenia delle fue forzs i^l^ f^z€ non fi cono fono , doue non hanno oppo^ ftione : percheH rcAncere chi non ripugna , non e gran €oJà..Anco IWtiglieria non fa tanto effetto in mare y quanto ih terra; perche le nauiye le galere non f no ni anco cofìsìahiliy e /òde , come le muraglie , e manco refìfioìio* Hora i Giantzj:ari ufià batter cjueftoye e^uelìo fenza cork* trafto nifuno , diuerrebbono più prefto codardi neUHm^ prefe di guerra , doue trouano refìfienz^ , ^ oppoftio" ne , che corraggiofi; fé altro , che la licenza , che habbia* mo detto, non li aiutajjè: perche f l 'ardire crefce loro con VaffaltarCy e percuotere chi lorpare,fnz^ che colui pojfa pur moftrare rifentimento , o riparare t colpi , non che far contraflo, e mendicar fi y fenza dubbio, che man» cara loro doue troueranno contrarietà , e ripugnanza ^ Onde cof fatta lumza li rende pia prefìo fouerchieuok^ f^ impertinenti i che ammofi, ò braui , ^ iiij Della i L B R O fìel pitto dellor generale tutto ciò che fi doueua fare U" fciafftro ; e da tuoni foldatià tre co fé folamente attm- dijjìrò, cioè adhauer robuHo , ^ agile ti corpo ; polite y ^ àguzx§ l^ (^Tmi : f^ il mangiare in ordine , per poter ad ogni cenno del Capitano muouerp. Del metter i foldati in necefsità di combattere . Rande, g^ incomparabile e la forz^ delia necejsità -, e quando quefla fi njolta a njirtìi , accr e fce infinitamente tlualore; Onde alcuni (papuani hanno cercato orni ma di metter i loro foldatunnecejiitàdi portarfiUm, Ter ciò Qy^nniÈale menò i fuoi nelbelmezg d'Italia i acciochenon /feraffero in altro , che nelualore : Onde ef fhrtandoli a combatter e y diffeloro, NihiI ufquam no- bis relictum cfì:,nifi quod armis uindicauerimus: Illis timidis, & ignauis licet efle,qui receptum ha- bent; quos fuus ager. Tua terra per tuta, ac pacata itinera fugientes accipient: Vobis neceffe eft for- tibusuirisefle,& omnibus inter vi6loriam,mor- temiiecerta defperationeabruptis, aut uincere^ aut, fi fortuna dubitabit, in pr^Iio pocius,quàm in fuga mor tem o ppetere - Catone il maggiore-, mkit' dof affrontare con V efferato degli Spagnuoliy conduffe Veffercito fuo lunge dal mare ^ ^ dali * armata' sii du> quale era ^Z'enuto y eH mi fi in mezo de^ nemici . • Nufqua nifi in uirtute fpes efl^milites (inquit) & ego fedulo ne effet feci in ter cadrà noftra,& nos medi] N O N ' O; %^f., •medij hoftes: ab tergo hoftium ager efl:, quod pulchcrriinum idem tutifsimum eft, in uirtutc ipem pofitam haberc. i!Mano^ deliberando di far giornata co* Cimbri prejjo alia Città d'cyÉix ^ accampo in un erto e commodo luogo , ma fènz^ una goccia d*ac- ^ua\ e ueggendo i fuot dolerfi , che tjuà morirebhono di fète, come colui che ciò ftudiofammte fatto haueua , per animarli più al fatto d'arme , mosiro loro da lungi un Jìume, che prejio al campo nemico correua; e dijfe, E' bi* fogna y che chi ha fete\ fi comperi di quell'acqua col fan- gue. i!Ma non mengenerofaneceptàfu quella ynellaquOr- le Guglielmo T>Hca di'lS^ormandia pofe fe^ eVefflrcito\ perche paffato m Inghilterra aU* acqui fio di quel'R^gno, abrucio V armata, sii la quale, s'era condotto là: e' Ime» de fimo fece Ferrate Qortefe giunto che fu alla ^era Cro- ce per l Hmprefa della nuoua Spagna . "Violente necefità furono quelle, nelle quali Attilio 'Bagolo, e ^^etello felti' bero mi fero i loro fidati . Attilio nella guerra de* San- niti^ perche 1 7{pmani volgendo le fp alle a* nemici, fuggi, nano njerfo gli alloggiamenti , egli ruotando là con parte della caualleriayfì pofè su le porte col ferro ignudo in ma- no}, e poi che hebbe rinfacciato loro la ruiltà , e la fuga , e rvillaneggiatili acerbamente, dife alla fine. Che non pen* faffe d"" entrar m alcun dentro ,fe non njittoriofòye che per ciò elegge ffero di combatter con lui, o col nemico: Onde e fi ripigliando per la nuer gogna animo , ritornarono contrA. ne mici, e gli ^m/ero,tyidetello,perche affediando Qontre*- hia^cmque compagnie haueuano perduto tllor luogo, com» mando fhando incontanente , che lo doueffero ricouerare , e con^ fHandy^che fojftro ammaz^z^ti ijuà, che ftiggijjero: On- de ejuellty potendo piu in loro la paura de* fmt,che dé^ne- mici, e la ijergogna , cheH pencolo , ritornati alla batta" glia ricuperarono tlluogo . 'Appartiene à mefìo propofito àttel magnanimo decreto del Senato 'Bimano y per lo qua- te ordino, che no fojjero nfcojsi i cattiui; perche con tal leg gè neceJio f compiace, e del Trencipe, e del Capitano , DECIMO. i8t ^ l peccati del popolo non ojìano alla felicita; allora n-tn fi può duLitareyne di untone, ne di trionfi: e fi bene ^ue» fta filicittnonè fempre compagna della ^irtà (^perche Uto profpera anco Gentili , e Turchi , e Aiori,contra i mali Chrifìiam) nondimeno, per l'ordinario,coft auttiene, £ofiueggiamo,e Qarlo V in AUemagnayC F rame fio Du- ca di Cjhifa, f0 lArrigo, e Carlo fimi figliuoli, ^ Ale fi fiandro Duca di "T^arma , hauer configuito nelle guerre fatte da loro per la Fede, con poca gente, -L'ittorie glorio- fifiime , cydU ^incontro , e Ludouico di Qonde , e Cf a fia- to da CoUigni, e Qafiimiro Qonte ^alatim del "F^no , e Guglielmo di 'ISlafiao, e gli altri, eh e hanno maneggiato l'armi m fauore dell'empietà , e della fellonia , fino fiati per tutto, e battuti, e ficonfitti , e morti , con firme à(jml ch^e ficritto , Impij de terra perdentur; ma ritorniamo al noflro propofìto . Quando duncjue ti faldato njede felicità mll Umprefi , e ne' diffegni d '"-un Capitano , fegue le fite mfiegne fitnza paura , e fa co- fi grandi ,fi promette per cofia certa la njittona j e per co fa ageuole ogni difficoltà. Dell'ardire , e dell'eflempio . Ale anche affai l'ardire,e hffempio del Capitano \ perche fi Bende, e fi diffonde à tutto l'efferato : onde di C.t^ario fi legge, dhauendo nell 'età fina pia fiefica^ e pia gagliarda fatto cofie grandi , perche entraua neL Vimprefi accompagnato da ardire , e da Irauura ; mU^ tn Ir I B R O evuchtezx^ poi , mancando col calar del fangue , 4w- chi ti "utgor dtU' animo y non fì co fa degna dell'antica rifutatiom ; come fi njidde nella guerra Sociale, ^ue- ito ardire fu grande in z^leffandro ^^agno , anz} non htbhe egli altro di gran Capitano , ch'una merauiglioft grandez^ d 'animo , e di cuore , congiunta con pan [eli- 'cita . S elenco ntU' ultima battaglia , fatta col \e 'De- metrio , (-Leggendo i fuoi ^'olti in fuga ^fmonto da ca- ualio, e togliendoli per efer cono fiuto l'elmetto ditefla, fi cacciò tra* primi; col cjual atto rauuiuo la lor riirtu , e *-uinfe . TDi Ce far e fi legge ^ ch'egli^ cacciando fi alle uoU te immnzi , ritenne , e fermo Veffercito i-iolto in fuga ; fiche più d'una njolta gli Alfieri li la filarono l'infegne in mano. Tra l 'Trencipiy e Capitani Chrifiiam di gran lode e degno Giorgio Cafiriotto , che in mille fattioni con-. tra Turchi fu fempre il primo a combattere , e fi fìi^ wa, che in njarie battaglie egli ammaz^Jfe di fìtama- no da due mila Turchi : ^on dico pero , che'l Generale (je molto m^eno sceglie Hl^rencipe) debba cacciarfi m meip a' pericoli i perche l'njfficio fuo non è di com.battere, ma d'ordinare ^ edi reggere y e di fiuraftare cC combatten* ti ; ma deue pero moftrar fempre animo , e cuore , e prontez^ , e ne' cafi necejfarij fottentrare a' pencoli , o per fermar la fuga , o per nnfancar i fidati^ ò fian- chi , ò Unti, 0 fmarntiy h per altra filmile necefita; e de- ue CIO fare con la maggior cautela , che li farà pofibu U ', perche nella '-cita di Im conftfte la falute dell' effircito^ Del- DECIMO Dell'alacrità. tSi O^ è di poco momento una certa alacri^ ta , e letitia dt uolto , con la quale fi ten* gono allegri y e di huon^ animo t foldati ,, che, per là piit , dipendono dalla cera del lor Condottare ; e fé non ijanno lieti alla battaglia , t fieri , non faranno co fa degna , // che atmenne a! Tede-^ fchi condotti dal z^archefe del IJafto ncUa gtonata di Cenfole . Furono m quesla parte eccellenti tra' 'Etmani Tapino (jirfore, e Scipione Aficano-^ concio fi ache feri' uè LimOyche non fi njidde mai Capitano più allegro ^che fiuedefje Papirio in quella commemoratile giornata, neL la quale egli ninfei Sanniti ; e Scipione in quel fatto d'ar^ me , col quale debellò Annibale , ft) i Cartagine fi , Desmodi di fignificar ficurezza della vittoria* L L A fitdetta allegria e congif.nta una cer^ ta ficurezga della ijittoria , con la quale fi tengono allegri i fidati , e fi [ìgnifca, m njarie maniere . Annibale nel giorno della battaglia di Canne , fi ritiro poco innanzi l fatta d*arme /opra un colle alquanto nleuato , per ueder tef fercito "Romano : Gifione fiio amico, ^ifla tanta gente {^perche no haieuano i %omani fatto mai fnf allora tanto sforig)re[ìo qnafi fgomentato: onde riuoltofii ad Anniba- le,gli dijf, che' Inumerò de* nemici era merauig lofo: Ma tu non comprendi (^ijpojè Annibale^ una molto maggior meraui- ^^4 L I B R O: meramglia , che m tanto numero d ^hmmini , auanto e auel che tu ^'vedt, e che ti par ammirando, non ui e pur rino , che fi chiami Gifcone : mojjero cotali parole i cir- coftanti à nfo , che reggendo il lor (generale m taltem^ pò cianciare , e far della futura battaglia poco conto , crebbero mirabilmente dWdimento , e di cuore , Scipione m Afica , ejjendoli flati condotti innanzi al- cuni mandati dcC Qartagine[ì perijpiare l *eJprcito, e gli andamenti fùoi; egli^ che fecondo l^ufanza della guerra^ doueua farli morire , // fece menar à torno , e ueder mi^ natamente ogni cofa\e poi rimandar indietro^ colc^ualat'- to accrebbe l 'animo a' fuoi , e mi fé Ipauento ne' nemici , - IJna (imilcofa fece (fracco nella Spagna; perche ha- uendoli t Legati de^Celtiberi domandato ^n che tanto còfi^ daffcyc'hauejie ufato d'andar loro con l'arme fopra^nffo* fé , che nel buono ej^ercito , ch'egli haueua : e fé tofto dal Tribuno militare porre m ordmàza lefcjuadrCyaffìnch'ef file uedej^ero , e ne raguagliaffero i fuoi . "^B^fìarono efii attoniti, e refèrto che l'hebberOy pò fero cofì fatto Jpaum^ to ne' fùoiyche (ìrefiarono dal mandar fòccorfò alla Cit- tà , ch'era allora ajfediata da' 'Etmani , Della cautela. !^'^^'^'^^^^^_ Kkpl notabilmente animo fi ifoldati^fe il [,api* tano farà m opinione di Condottiere auuifato , e cauto , e che non fta precipito fo , ni temerario , e non ahu fi della -vita , e del fangue de' fuoi \ al che giouerà ti [fai s'egli farà pronto , e f alerte . Della DECIMO. I8j Della folertia. 1^4 M P o R T À più che affai la folertia y e la frontezz^ dtW ingegno ne' cafi i^routfi , con la anale fiajàcura alle uolte la ■ijtt- tona,0 fi fchiua la rouma \ come mo^ ftrano gli esempi dt Tulio 7{e de' Tiomani, di Datami , di Ferroiìte £onfUuo ,ed * altri . Tulio Hoftilio, moffofi €0n le genti fue y e de gl'Albani fuoi confederati , con- dotti da Metto SuffettiOyContra i Fidenatty ft) i Z^eienti, nell 'attaccar della battaglia , tCMttw , ch'era d 'animo doppio , imomincio pian pmm a difcoflarfì da' %omani^ f0 à girar njtrfo i monti , c^n penftero di ijolgerfi alla fine la , doue njedrehhe piegar la littoria . / 'Komani, che d 'apprejio gli erano , reggendo/i per (juefìo atto re- {iarda quel f anco fcouerti , tutti fgommtati mandaro- no''volando à farlo intender al "K^ : egli ijeggendo il pe^ ricolo y con un fuhitoaumfo riparo alla rouma fourafan- te i perche rifpofe ad alta -z^occy che fé ne ritornafftro al filo luogo , e non disbitaffero, perche, per fuo ordine s'er Or- no gli albani mofii . ^efia n^oce pò fé i Fidtnati in filmetto di non effer da ^detio traditi , e rmchiufi in me- ZP ,ene voltarono per cto tofìo le /palle : coft una paro^ la d'un Capitano fece animo a' /lioi , e mife /pauento ne' nemici » I^n minore auuedimcnto uso T)atami Capita^ no eccedente da faria ; perche e/findo/i ribellato dal ^e Arta/fer/k , perche le genti di ^Ptfidta gli haueano am- mazzato li figliuolo , andò incontamnte lor fopra . Metahar" xU L I B R O Metaharzane fm ftsocero, ch'ara papuano della cauaL Urta , e dubitana^ che non douejjero le co fé del genero an- dar male , fé ne fuggi con le genti , ch'egli gouernaua , dal nemico . Qht non fi farebbe di ciò fgomentato t ma 'Datami cauò ali 'improui/o dal male bene grandifimo : fece dar <-voce^ che'l fuocero fi [offe di fuo ordine mofjo per ingajinare , a ^ nel modo , ti nemico ; ^ animo i fuoi à douerlo tofto fìguire , e foccorrere : cofi ^^etabarzam fu da* Pi/tdi da njna parte , e da Datimi , che foura^ giunfe dall * altra , colto tn mezp , e fatto in pez^ . !Z\^« e meno degna d'ejfer commemorata da noi in ijuefto luogo la prontei^di Ferrante Conjaltto: perche hauendo egli ^nclt incominciar de Ha battaglia contra tlDu* ca di f^amurs (nella eguale egli act^uifio il "B^gno di ^A{^ poli al%e Cattolico) commandato ^ch e fi de jfe fuoco aliar* tiglierie^lefi con grande anfieta detto ^che lapoluere s'era, tutta , 0 per inganno, , o a cafo abruciata : allora ^gliy non fi perdendo punto d'animo , per sì fatta nuoi:a,lo accetto , dijfe, l'augurio della littoria, della cjuale già fi fa la fefta , e l'aUegrezj^ col fuoco : . con le auali paro^ lerautiiuo l'ardimento a'fuoii}^ .\^,o.^ ua.4iKr i^3 ì.*ì >iv; Stila , ejfendo le [ut genti dall^èffercito di C^itrida^^ te uolte in fuga, lo ritenne , e fermo con aaelle memora-i bill parole . o^ndate compagni , io ne uh ffà a JKorirt glorio famente : .7{icordateui uoi, auando firete domam dati doue tradifte iluoslro Capitano, dt rtfpondere, che in Orcomeno. F urono di tanta forza (jtufìe parole,cheuàL gendo 'Etmani li^ifo ^ rvrtarùìw immico adittro^ . .... -.>.„;. In D E-C T M d. 2J87 in quefìa ultima guerra fatta tra Turchi^ e T^r- Jtani, ^uftafà Generale de* Turchi, ejjèndop ammuti- nate le Jue genti in maniera tale , che apertamente fi protejìauano di non '-voler pajpire il fiume Caneco; egli, dando per allora buone parole, acqueto la feditione il me- glio che poti y mala mattina figuente , montato à caualla entro nel fiume, dicendo, Maledetto fia colui, che maru^ già il pane del gran Signore, e non mifigue;efuimmaiu (mente a gara feguito . - Dell'eloquenza, e d'ale un'altra co{à, Ell'eloqvenza n^hahbiamopar^ lato altroue : pure ella farà grande iftro- mento d 'un Capitano , hor per rincorare t foldati fmarnti, hor per eccitar i lenti, hor perconfiìlar gì* afflitti , hor per accrefcer l'animo z Finalmente l *eloquenz^ e un mezp generale da far ijua^ fi ogni buono effetto * Di non minor momento e la liberali* tà ,el * altre njirtìi, le quali acqmflano ad un Condottisi • re amore, e riputatione, delle quali fi e parlato di fopra , ■ l%omani andauano alla guerra allegramente per lap^ -'-'■xarezga, e' haueuano della littoria fitto i n^api" rij, i Manlij , i Scipioni ; e nel terrore della guerra Cimbrica non uoleuano altro Capitano che C. Adario, per io gran concetto e" ha- ueuano del fuo Malore^ Qual i.Sft t I B R O 'Qual fia maggior potenza la maritima , h h .n.v.-^>. i\;,vy;v5 . v^ .vy tcrreftrc . Ora che hat}hiamo , e moltiplicata , ^ auualorato le gmti , e le foru nofire , mettiamole un poco m comparattone l^u- na dell *altra : e prima le forzs mariti" mt delie terre fin \ e poi la eauallerta della fanteria . Se le terre flri ftano di piìi importanzjt , che le maritime ^ non farebbe co fa degna dt ejier mefja m controuerfia fé non foffè cjuel che f dice njolgar mente ^ fhe chi è padro^ ne del mare e anco padrone della terra : co fa mani feda- mente contraria alla ragione ^^ ali 'efperienzji: alla ra^ gione i perche le forzs terrefìri non ban bifògno delle ma- ritime -, ma le maritime hanno necefità delle terrefri : perche la terra e (juelìa , che dà le ^ettouaglie , le armi, eia gente» TDi pia le forze terrefìri fono arKo buone per lo mare , ma non le maritime per la terra \ onde l 't'ff^^ rienza dimoftra , che nifiuno Imperio fondato sii le for^ ze maritime fi e mai diftejo molto entro terra i non i Candiotti , fé bene Arifìotele dice, che la loro ìfola par fatta dalla natura per V Imperio del mar e , ff) in effetto i fuoi popoli furono i primi , che foriffero di gloria na» uale : non iLidij , non i Pe'afgi,noni 7{pdij , non i Fe- niciy non gli Egittif non i Milefij , fé bme gl'uni dopo gì *altri pofftderono il mare : Ma ali * incontro tutti quel- li , che hanno hauuto grande Imperio terrefire , fi fono fatti padroni del mare ogni uolta che hanno njoluto . D E CI M O. i^p fpfi i Romani con la potenza terreHre mxftro in ac^ua nello Jpatio di x L giorni una potenttjiima armatale poi altre , con le (juali finalmente tolfero il dominio del ma- re d Cartaginefì . Ce far e non haueua forze maritime ; ma '-venuto il bi fogno pte mi fé tnfieme m due inuerni tan* te y che con effe debello i Veneti , che n'erano Signori ; e sforzg a domandar pace,Q) à pagar tributo U gran ^er. tagna ; e poi 'utnto Pompeto , eh* tra potentijsimo d *ar~ tnate m terra , non hebbe contrafro nejfuno in nare . T>alla declmatione deli * Imperio 'Ramano m tjté i fom fiati Signori del mare i ZJandali,i Saraceni,^ i Turchi genti 'Barbare nate lungi dal mare , ftnza notitia diuoi- ft, fen^a pratica delle co fé nauali , ma con le forz^ ter- refìri hanno finalmente occupato, f^ i portiy e le Ifole : perche i Mandali , paffati di Spagna in A fica , fotto il 'Re loro (jenfèrico, affaltarono, e la Sicilia , e l Italia , e faccheggiarono fenz^ contrafìo Roma^capo deli^ Imperio: f^i Saraceni , occupata l'Afica, el Afa , f'm spode- rarono ageuolmente dell 'Ifole , trauagliarono Gonfiami- napoli , e depredarono gran parte delle noslre contrade : 1 Turchi ftmilmente , con la gran potenza acau.iftata in terra , fi fono infgnoriti dell 'acqua ; fiche le loro ar- mate , già pili di cento anni , hanno nauigato , e naui^ gano fenz^ contradittione i fm , g^ i noHri mari . / Tortoghef hanno hauuto neU 'imprtfa d 'India due Qapitam eccellenti , Francefco di Almeida , ^ (lAlfonfò di Alburcherche : ^^ue/ìi furono nel maneggio delle guerresche fi facemno in quei paefi, di pareri molto dtf^ T ferenti'^ ■ ipo ft I B R O offrenti; perche l' Almeida non uoleua impiegarjt'in acmu fli di Otta , e di pai fi}, n:a folamtnte dtjjeifnaua man- tener (ì con <-Lna potente armata Signor del/ 'Oceano ,.e per ai: e/i a a ta far fi padrone de' traffichi , e sforzar tutti i mercatanti y che ^olifflronauigarefO) t l^rtn- cipi , che hai e [fero porti ^ a p.gar loro tributo . ^Ma, l' Alh'Archerche confidcrando , che una terKpefta poteua affondar l'armata , o indebolirla in tal maniera , che la Jjjogliaffe , e di forz^e , e di rij. ut fittone , e che non era pop fbile mantener fi potente m mare jenz^ forze terreslri; occupo i T{egni di Ma' acca, e di Ormm,e la famofa Cit- tà di Goa y dotte hauendo fatto unbuonifimo Arfenale, e piantato njna Colonia di Portoghefl, e fauorito in ogni maniera la conuerfìone de gl'Infedeli ; Jì può dire , ch'e- gli gitaffe i fondamenti del Dominio , che cjuella natio^ -ne pofudenell 'ìndia : perche fenza dubiio , fé la Cit- '. ta , e' [contorno di Cjoanon haueffe fommininrato , e le- gnan.i per fabricar le naui e le galere , e metallo per gtttar t artiglierie , e gente per fornir l'armate , ^ arme per armar le ^e ruettouaglie per mantenerle\non era pò (libile y che i Portoghefi fi conferuafftro tanto tempo in mezp di potentifimi nemici . Egli è ben ijero , che le forze marttime aiutano grandemente le terrefìri\ non perche aggi un jh ino loro neruo , ma perche danno ad ef- fe agilità i conciofìache njn Imperio terre [ire , cjuanto egli è piti grande , e più ffatiofo , tanto e più lento , ■ ft) inttto al moto : la gente non fi può facilmente con- - gregare , ni le ijettouaglie ridurre , ne le momtioni s amaffare decimo: 25)1 amitfptre in run luogo ; t caualli fi confUmano per la lunghezza del viaggio ; le genti fi ammalano per la mutatione dell'atre ; ti condur le cofe necejpirte per lo fosìegno dell \JJerato , e per lo ma?ieggio della guer» ni , e di fpefa infinita ; %l che fi -vede ntli hmprtfe ter^ reflri y che fii il Turco \ concio fiache tra l"* andare dA Con^antino^oli a' conjìm d ' Ongheria , o di H^erfia , e tra il ritornare , o tre ch'egli perde la miglior par^ te dell' e [late , perde anco tanta gente di dijagio ^ e di mi feria , che non cornfponde mai il guadagno alla Jp-fa . Hor l'armate facilitano iHmprefe per l'age^ uole:^Z^ della condotta ; perche in poco tempo portano grandi ejjerciti , m paefi lontani , con ogni necejiaria proa^fione \ e chi è potente in mare , puh trauagliare il nemico aUl'improuifa in più luoghi y e per ciò il terrà pmpre impedito , e fojpefo : per ciò Co/mo de* t^edi* et diceUity che non fi poteua dr H^rencipe di oran poteri collii^ che alle fòrz€ terre fi ri non aggiungeva le maritime. Qual fia di maggior importanza la caualleria , ò la fanccria. A R L A N D o affolutamente, di molto mag- gior importanza e la fanteria ; perche il fuo ^-valore fi ftcnde à molto f,ià effetti , che la gente a cauallo : concediamo à ^ne- fia il Dominio della campala ; perche meramente , chi ne' luoghi aperti e fuperiore di caitaQi , farà ordina^ r-iamente vincitore. Come ne fece fede Santippo, il ^«^ T ìj le i5?t LIBRO Icconofciuto il 'uantaggio y che i Cartaginep haueuanù d'i le fanti, edt cauaÙt, ^-i-mfe i 'Rimani Jolamtnte tot trasferir la guerra dcC luoghi montmfi a t piani ; e le nL'tttorie d"* cannibale contro* 'F^mam non procedtuano m gran parte altronde , che dal^z'antaggio , ch\gli ha- uè uà di >:au allerta mila ca?r.pagna . Onde Fabio t^aP Jimo , accortojt di ciò , non abbandonano mai i colli , ^ i ftiiyne^ cjuali la cauaìleria non puh nulla-, ne le 4 LIBRO DECIMO. ma la milttia maritima è tutta in mano della fanterìa \ il combattere ^ e lo Jcaramucciare e commune ali * una , ^ ali 'altra, ma pm della fanteria-, perche in molti luo. ghi non fi puoad^prare la canali cria , come fono i mon. tii^fi y i bofcarecci , ^// auignati , U njalli\ e nelle oppté- gnattoni , e di fé fé delle Citta ha poca , o nulla parte : Onde (i njede che i popoli , che fono fiati poffmti di ca^ uallerta , ma Jenza gente a piede , hanno ben njinto il nemico in campagna , ma non hanno pero fatto acamsl^ d'importanza ; perche ejfendoft ti nemico ricouerato ntlle Città , e ne' luoghi fòrti , ejìi non l 'hanno potuto af- fediare , non oppugnare , non tsfòrz^re . Qome auuenne a' ^arti nelle guerre contra (/afo , e contra M, o^ri^ tomo , f^ a' n^erftam ; gy anticamente mentre combat- terono contra l'Imperia 'Ramano j e né" tempi no fin nelle guerre contra' Turchi-, perche in cjuefta e^o ridurre auelle Città , che fino fiate edificate dallók potenza , f^ habitate per l*autorita di gran ^rencipi ^ & dt famofi 'E^publiche : perche i Greci ^ ^ i Fenici fu>- P'Ono autori d 'infinite Qttà ; ^ c^lefiandro fragno ^ f^ altri ^ di moltifiime : di che fanno fede k ^lef fmdrie yle Tokmaidi, le t^^^ntiochie , le Lifimachie , /e Filippopoli , le T>emetriadi , (jfitree , cy^ugusle , Seba- fiie j cy^grippine , Manfiedonie -^ ff) a' temfi nosiri Cof mopoh^e la Citta del Sole. Ma nejfuno e degno di più lo» de, in (fuefla materia (dopo Aleffandro Magno^che n'edi'f fico pili di Lxx) del 'B^ Seleuco,che,oltre l altre molte, edi^ fico tre Cittì dette ^)amie , adhonor di fua moglie, e cincjue Laodicee in memoria dt fua Madre,ft) adhonot fuo proprio cinque Seleucie , qJ in tutto pia dì xxx» i. Della .-...H t^9 LIBRO Della Forza . E R fòrza , e mceptà fi radunano gli huonnm m un luogo , auando qualche ùc* ncolo imminente , majitme di guerra , ò d e/ìermmio , e ijaftita irreparabile njt li conduce per metter m ficuro la T'ita ,ole facoltà lo- ro: e tal fi carezza fi ritrosa in luoghi montuofi^f^ ajpri, 0 paludofiy 0 ifolatiy ò d'altra forte tale, che nonfia fàcile l^accofiarutfi, TDopo d diluì io, gli huomtm temendo che d% nuoHO non auueniffe una fimile rouina , uoUero ajiicu'^ rarfene , altri col fahricar le loro hahitanz^ /« le cime de' monti \ altri con alzar torri d 'incredibile grandezza fino al cielo : e ftnza dubbio , che per (juefìo rijpetto le Città di montagna fono per antichità nobili fiime\ e le tor^ ri fono delie più antiche fi)rme difabriche, chefiano mai fate in ufo , A4a, dopo che la paura d 'un nuouo diluuto fafo ijia y gli h uomini cominciarono a difender al baf fi y ft) à fabricar le loro habitationt nelle pianure i fin che li terrore dell *armi , e l 'mondatione , e fpaucnto di genti fere yC crudeli gli sforzarono dmuouo à fàluar fi nel- l'erte de' montico nell 'Jfòle del mare^o nelle paludi,e luo~ ghifimilt. ^ando t ^^ori af aitarono, e riduffiro m mi- fra fruita la Spagna, ejuei che auanzarono alla sìrage , che ne fu fatta ^ fi ritirarono su l'altifime montagne di X fagliale d'Aragona: ft) una parte tmbarcatafi,(i faL uò nell'I fila delle fette Citta -^ co fi detta, per che ui fi fer- marono fette Uefcoui cofopoli loro. La rouma, che me^ naua p ft r M o. 15)5; nauajeco il grande Tamher Une, fece , che ì popoli dells *7er/ìa , e de^paefi circonuicini, Mandonando l *mnche, loro patrie , cjuafi ^uccelli fmarnti , fi faluarono fugt gendo, altri su' l monte Tauro , altri sa l^Antitauro, al* tri neli 'Ifolette del mar Cajpio. E fi come^nella utnuta d^ oh Schiaui , i popoli d'Isìrta fi ritirarono mUlfola Ca» prariaje ui edificarono (f iusìinopolv^cofi i popoli della (jaU Ha Trajpadana nell'entrata de' Lombardi in Italia, fi faluarono entro le paludi , oue edificarono (frema . ^^(X perche con la fortezza de'fuddetti luoghi non era , per lo pi'}, congiunta grande opportunità di territorio,}) di traf fico^non di allettamento)) di tratenimcnto importante^non ut fi e uifìo mai Città molto famofa. ^afe i luoghi, do -^ negli huominifono ridotti dalla necefìità, hanno, oltre U fcurez3:a,(jualche importante emolumento \ farà cofafa* cilecche crefcano,e di popolo yC di ricchezze, e d'habitanz^i (^0 fi molte Qittà di Leuante,e di 'Barbarla fono diuentate grandi conia moltitudine de'Gwdei,cacciatt da Ferdina* do l^e dt Spagna,e da Emanuelle 'F^ di Portogallo,^ in particolare Salonichi, e 7{odi, A' tempi no fri molte (^itta d 'Inghì Iterra fono crefciute^ e di gente, e di traffico con U fuga de ribelli del %e Cattolico da' paefì hafi', e mafimt Londra, do%efi fono ritirate molte migliaia di famiglie • ÌMornoà gli anni del Sig. dcccc , mentre che i Saraceni metteuano à ficco, ^ a fuoco Cjenoua,eU Genouefato,cr€k he incredibilmente Fifa: perche alla fortezza del luogo era congiunta fertilità di contado , e commodità dt traffico , Isl^lla uenuta d 'Attila m Italia^ le genti di Lombardia , fpauentatc 50 o LIBRO tpaumtate per l'horribile rouina, ch'egli menaua.JifaU i^arono m^lfolette del mare zAdriattco^e uifahncarono dmerfe Terriccmole, e Commumta, £ poi nella guerra , che mofje loro Pipino ^ahlàdonando ifitt menficurifCome ira E^utàoy Eraclea, Pale/I ma,^^alamocco; fi rinraró^ PO uicmo à 'Esalto in un corpo: co fi s aggrandì Z^enetia « -^ ;- • , _ ■ '•% V^ Del rouinare le Terre vicine. \ Romani, per aggrandire in ogni ma'- mera la patria loro , fi fruirono giudi- ciofimente della forz^ \ concio fiacofach e » affinchè i popoli. ri,icim haut^ero necef ftà di trasferirfì, e di fermar fi in%gma ^romnarona diC fondamenti le patrie loro . Co fi Tulio Hoftilio gitto à terra zAlha potentifiima Qtttà, Tartjuinio Prifco jlianV, 'Qorriicolo yT erra di grandi ricchezze y Seruio Tulio deferì th n^ometia ; e nel tempo delia libertà , efìerminarono- fUeig y Città di tanta grandez^ , e potenza , che à gran, pena ^dopo l'affedio di dieci anni , fu per arte più che. per forzéf' ejpugnata . Hora non hauendo cjuefli , f^ aU tri popoli doue ridurjl ad hahitare , fi) à menarne la l9\ , % ro ^ita fìcur amente , erano sforzati à cambiare t 'm \. le loro patrie con 'R^ma ; che à ejuefo mo- .V,. do mirabilmente s'aggrandì yC di ; •; gente , e di ricchezss • «i.- Del P R r M O. 301 Del condurre i popoli dalle loro patrie alla nollra Città, Odo Jìmile al fudetto , ma pia pia-- ceuole alauanto , njfxrono i Romani per appo potar e , ^ ingrandire la loro Città ; e (juefto fu li recar t popoli domi con tar- me , tutti , ò in gran parte a T^oma . Co fi '^omulo ui reco t Cenenenft , gli cydntennati , i Qruftumtm . a>loi delfino mesìimabde Ar finale, la moltittidi- M de^ nuaficelii,e da guerra, e da trafico, e da pafi[aggio\il nfimcro .ncredòtle delle machine, de gt ordegni, delle mU" nitiom, e dogni apparecchio nauale: t altezza delle torri i U ricchezj^ delle Qhiefie , la mxjnficenza de' palagi, U ■heUei^ ds^Ue piaz^ , la varietà dell'arti , l'ordine del go'ierno , la bellezza dtU ^uno , e dell 'altro fiefio , ahbar* baglia gl'occhi de' riguardanti , Della V V^ • V \ Della vtilua.. ^ D 1 tanto potere cjuefla caufk per untr gthuomifù in un luogo, che l 'altre cagio- ni , fenz^ interuento di cjuefìa , non Jono iasìantt a far nejjuna Città grande : 'bion l'autorità , perche fé nel luogo , doue gl*huommi per l'altrui autorità fi ragunano , non fi troua comma* dita , efi non ui fi firmar anno : l^n la necefità, per-* che le ragunanze degli huommi crefiono , e moltiplicano in molt*aimi ; e la necefità ha deluiolento , e la <-viol€nz^ non può produrre effetto durabile : Onde auuiene , che non fialmete le Città non ere fono, ma ni anco gli Statico) i Domini/ accjuiftati con pura fior za, ^ e molenza fi fi- no lungamente mantenuti : Sono filmili d torrenti , che non hàno origine, come i fumi, che fimmimsìn loro per- petuamente l*aciciamodu7ìqm,che per far grande -una Citi ta , gioua affai la commodità dtl /ito y e la feconditi del terreno , e la facilità della condotta , Della CQUiinodita del (ito . v^ Ito commodo chiamo quello, ch'i in var* te tale , che molti popoli n'hanno hifògno per lo tra fico, e per mandar fuor a i beni, che loro auàz^ano, ò riceuer quelli,de' quali fono penuriof: Onde efèdo quefìo ftto tra gì' uni, e gl'ai tri partecipa come meig , e s' arricchì fce con gli e fremi . Ho detto, partecipa de gli efìremi-, perche altramete non può cagionar grandezza di Città ; conciofiache , o re fera, deferto yO non fruirà fé no d^un femplice paffo.Derhen: te. Terra poHaneUe porte faf^ie,e ipun fico ne^tffaxipj^ ^iuCi V mo ^o^ .f^ I B R O fTJO per andare di ^erfain Tar tarla, y^ìT Urtarla in fPerJìa: con tutto óo non e fiata mai Citta: grande^ g^ d tempi no sin e dt pochijitma confiderattone; e la ragione fi e, perche non partecipa de gl'e>iremt;ma ftrue /òiamem te di pafjo'^e rictue (^uelit^che ^anno su, e gtù^non co^.e 'mercatàtif' gente di negotfj,ma come pajjaggieri,e man^ ilantt : e final&unte in fito necejpkrio, ma non rutdi, P^r l'isiejjò ricetto nelle firettez^e deli '<^lpi , che in buona far te circondano l 'italta , fé ben per ejìe paffano contU nuamente t Francifi^ gli Sutz^rtyiTedefcht , e gl'lta^, liam , non però fi tro a Terra mediocre, non che Città grande. Il medefimo fi puh dire di molti altri fiti\ per* che il Sues è neceffàrto à chi mene dall' Indie , per lo mar rojjoy alQairo. Uìfola di San lacomo ^e laH^almay eia Tenera fono neceffariecC H^ortoghefiy^ àgli Spagnuo-* li per la nauigationCye dell Indie, e del'Bra[tl,e del^^on* do nuouo; e nondimeno non è, n: mai pira ne^Judettt luOm ghi Città importante;co ne ne anco nell'Ifòlepofìe tra Da* nemarca,e Suetia,e tra t Oceano Cj er manico, ei mar 'Bal- tico ye y^lifìriga, benché (ta posta in un p affò d incredibile necel^ttiyper lo cÒ^ertto tra" Fiameghi,^ Inglejl,^) altre géttynondimeno non e fé non picctola Terricc:uola. AUHn^ còtro Gmouae gran Citta^e ftmilmente Z^tnetia: perche participanj de gl'efiremiy e Jeruono non folamete dt paf fo\ma molto pili di magazzino je di fondaco ,€ co fi LisbO" na, ^ c^nuerfa, ^ altre, 'iSlon bafla dunque, che il fi* tocche ha da far grande una Città fia necefiarioJ?ifogmt ehe fix , oltrt di ciò , 'Zftde alle odierne genti , - * c^ * UA ; Della P It IMO. fp7 Delja teponcjita del terrctw?; ' :\ A feconda cagione della grandezza d*(ifJ4 Citta e la fertilità del paefe\ perche con^ fiondo la njita dell huomo^di n^'itto, e di ijefltto j e cauandofi l'uno, e l * altro dal^ le cofe , che la terra produce y non puofenongiouarepitk ' dita della con- ivi dotta . \\ Della ì\. -. . . w 4T;^ Vj R: In M O- 3orp Della coii>modua della condotta, - VfSTA imjmodità ci uien preflata.pdr^ te dalla terruypane daltau^uaidalia f(r- ra s'ella e piana\p€rcpt copui [tcmdrcc facilmmtt la mtrcattìnùa,e la rohha d'o^ gm ragione ji carrijict^f^Halit^ulty^ altnheftie dajonia\ egli hmmtm forno tlor uiaggi commQdan.mte a^-udt^i^ ^xauaHo^m caroiz^^et in altra maniera\,et i Portoghefijcri uono , che in alcune pianu^re Jpiegattjstme delia China fi ujano cocchi a uela^tl che alcuno ha tentato pon fono moi- tt anni fin ijpagna. Ci mnpre/ìata dall ac^t4ayS\ Ha e na- uv^abde^e uale,fenz^ comparatione,pu la commodità ,che ti porge l *ac(^uayche (juella che a di la terra, e per la ^a- ( cilitàie per la preflez^ycomioftache m manco teìrpo^Jln^ Z^ proportione^ e con minor difpindio^e fatica, ft conduco- no da lontamfimi paeft carichi maggiori per accjua , che per terra, Hor l ^accjtta nauigakle,o è dt mare^o di fiume ^ 0 di lago, che fono me::^ naturali; o di canali, o anche fio- gm^come fu il J^'.reo m Egitto, che giraua cjuattrocento ■cin (quanta miglia,fàtti con artificio, e con fatua humani^'y ft) m uero pare, che 'Z>io habhia, creoiol accjua, non fola- mente come elemetoneceffario alla per fèttione della natt^ ra; ma,dt pm,come mez^ opportunijtimo alla codetta del- -lerobbe d'unpaefè m un'altro: tm per oche mie do fua £>/- mna Aiaesià , che gli huommi s ahbracciajjèro fcàm'AoU mente mfteme^come memljra dun med:fimo CQrpo,diutj€ in tal marnerà ifuoibem^che a nejfmpaefe diede qgmco* .0.-4 y lij fa^ ^ro X I B R O fa^ affinchè hauendo,^uefÌi bt fogno di\ hm di tjHelli, e al* l' incontro ^quelli ai (jue^tym. hafcèjji tomunicatibne^t dal- ia communicattone amore^edaU 'amore tmi^. V" iiij ^ 3fi t I B' r: o '^ t beni del fuo copto [ìf^tmo territorio ; e s^(tuonifm<, darebbe anco molto pm , fé fi nettajjero i ianali di ^a!^ ma y ed'lurea, ,ua;,. m^ Izfor né* canali, e ne' fìurrÀ^ ter la facilità della condot. fa, e del traffico uagliono affaiyoltre la lunghezza del cor- forche fit detta, la profondità y la piacfuolez^, la fòdezs za dell 'ac(fua,e la larghez^ia. La prò fondita, perche l^ac^ ^ue profonde fòs tengono pefi maggiori, e la nauigatione fi fa fnza pencolo: la piaceuolez^z^ , perche ageuola la na^. uigatione sà,e gm,e per o^ni uerfò;nclche pare ad ale uni, - che habbiano mancato cjueUtjche hanno difegnato il cana- kyche dal Tefinomeneà Milano -^conctofiache co la grati caduta, e gran uantaggto dato a l*ac^ua, egli e fi correria t£,e fi rapido, che con infinita malagemlezj^, e perdita di tempo finauiga all'in sii. t^a quanto a'fiu7KÌ, molto be^ nignafie moftra la natura con la Gallia Qeltica , e "BeU gica;cóciofache nella Celtica t fumi, per lo ptà,fono ejuie^ tijòimt, e trancjmUif^imi,€ per ciò fi nauigano sùyC giti d in:redibile facilità; conciofiache nafcono molti defi quafi in luoghi piam,onde ilcorfo non e precipito fo,€ corrono no tra' monti,ne per breue fpatio,ma per molte centinaia di miglia per apertif ime pianure; doue,(juafl per paffatem- fo loro, h ora fendono, hora piegam ilcorfò; hora col an- dare innati Jy or a col ritornare indietro, fauori fono diucr-^ fé Qttày e paefi dell'acqua, e del feruitio loro. Ma non e paefi in 6t'ropa meglio accomodato di fiumi di quella par^ te dtlla 'Belgica^he fi chiama uolgarmke Fiandra: Qui^ m la Scaldala Mofa,la ^ofeliajia Tmeraja ^ra,e*l^ P R I M O. 5i| %enó,(UuifomtYe grojtjsimi rami, corrono piaccuolmen^ u-^dnttOyft^altramrfo della Promnaa,^ t arncchtfco'* nojptr la comodità delia naaigattonetè del traffico, d tm-^ menlìtefon-yd che certamente manca ài' Italia-, perche efr ftndo effa lungay e ftretta;e partita per lo mezp daltAp* pfennino; i fùoi fiumi, per la èreuità del corfò/ion pojptno ne molto crejlere , rù rallentar l'impeto loro , l fiumi dh l^ombardia nafono tutti tjuajt, o dalt AlptyCome ilTeJt^ no,l ' Addayil Lambrojil Seriori' Adige, o dall ' di ogni (jualtta quel di Genoua : q) à rincontro ^ (jenoua eccede , e di gentCy e dì ricchez^, e d'ogn altra co- fa Qartagena» Chepoì-to è pia belìo ^o pmjìcuro/o pm fpa* tio/òy che il canale di Cataro f e pure ?wn "ut ì mai Hata Città memorabile. Che diremo de" fiumi^.^el Perù ut è il Adaragnone , che fi dice correre {co fa. mirabile) fei mila miglia , ^ ha nella fua foce miglia ffanta, e più di lar~ ghez^: euut il fiume della Piata , che fé bene non corre tanto j mena pero molto maggior copia d' accjue ^ e fi dice hauere nella fita bocca cento cmauanta miglia di larghez^ za, 'Nella nuoua Francia fi troua ti fiume di (janadajiar go nella fua foce migha trentacinciue sprofondo braccia du cento. ISleltAfitca t// fono fiumi grofifiimtyla S enega, la Cjambea^ la Coanza, fiume fiouerto 'vltimamente nel grà "B^gno d Angola yC he fi sìima largo nella fua foce tre^ tacmcjtie miglia ^ finza notabile popolatione', anzi nelle riue della Coanza £j:iei barbari ijtuono nelle grotte y ene' caui de gli alberi in compagnia de' gambart , che con mirabile ftcurezz^ s' addome fi team con ejjò loro/Meli ' Afiafe bene ti iMenany che m lingua di cjiui popoli l'uol dir ^^adre dell'acque , eH Aiucon nauigakle per più di due mila mi- glia/ 1(^ angele l Indole gli altri fiumi reali yfitno afiai ha- hitati\ nondimeno l^ObiOy che e il maggior che ui fia (par- che sbocca nell'Oceano Scitico largo ottanta miglia; il che fapefire adalcuni.che dmar Cajpto fi [carichi per (fuci- la uioifd^llVceano'jnon ha nejfuna famofa Qttà. A pref fi, 5i8 LIBRO P R I M O* fo,fèla commodttà dtlla condotta compifce la grandezxé^ della Città; perche su la rma d 'un medefirr.o fiume ^ doue la condotta è ugualmente facile ^una Citta e maggior deL . i altr a f fenzéi' dubbio i che non ha fiala facilità di condiir la robba ; iji bijògna , oltre di ciò y gualche ' DELLE DELLE CAVSE DELLA GRANDEZZA. E MAO N I FIC E N ZA D E LLE CITT A' ?3 LIBRO SECONDO. .^ ? I N hora hahhiamo trouatóùf portunnà di /ito , fecondità di terreno , e facilità di condotta per la mftra Città : cerchiamo hora (quelle co fé , per le (jualt il popolo^di natura fua indtfferen te a far (jtéàj) làyS^imaminip e la rotta ft conduca più prc' 00 in ijn luogo y che in ^m' altro \ e diciamo prima i modi proprij de' 7{omani, e poi i communi à loro , ad altri. VT- ^ Di 31Ò LIBRO Di quattro modi proprij de' Romani . L primo fu l * aprir l ^ A filo , e dar jran' chei^za , // che fice 'Romolo , affinchè, ef- fèndo allora le Terre m'icine maltrattate da' Tiranni i e per ciò il paefe pieno di landiti,'R^ma s'appopolaffe per lo htneficio dtUaficurez^ zanche rui fi manteneua : ne s inganno punto ; perche ^3 Della Religione. A ^ItgionCy f^ il colto di '7)10,1 co fa tanta necejfanay e di tanta importanza, che tira feco infallibilmente buona parte ,ede gli huomtm,e de'negotij.S le Città ^he in que~ fa genere hanno autorità, 0 riputatione fpr a l'altre, fò-. no anco uantaggiofe nella grandez^za . (^lerufalemme fii delie prime Città (come fcriue Tlinio) d ' Oriente, prm- iipalmete per la 'Religione, della (juale era capo, non men che del Regno, lui faceuano refidenz^ ì Sommi ^ontef- ci, i Sacerdoti^ ^ i Leuiti: iui s'immolauano le uittime^ e fi celebrauano i facrificij, e firendeuano i uott à Dio : iui comparma tre uolte l*anno cfuafi tutto il popolo; fi che (jiujìpie fa conto y che al tempo, che Tito IJeJpafiano & cinfe d'ajfédio , fi trouajfero nella Qttà due miHioni e mcz9 d huommiy co fa neramente marauigltofa, pernon dire S E CO N D O. ^ij dirììncredilytle y mapme che la Città gtrauà poco pà di ■éjuattro miglia : Ma i fcritta da perfònaggio^ che la pò» teua Japere, e non haucua cagione di mentire, Geroboan^ poiché fu eletto 'B^ di Ifdrael^ conftderando che i fuddh* ti fuoi non poteuano uiviere fenz^ efjercitio di Religione ^ ft) ^'j'o di facrificij'y e che y fé andau^tno a facnficare in Gierufalemme , farebbe co fa facile , che firiui.ijfero con la Tribù di Giuda y e con la cafa di Dauid, cacciandone la Religione , uintroduffe tidolatria \ fece fare due ui- telii d 'oroy che mi/è ne U* e/tre mica delfuo 'B^gno , e dif2 fé al popolo, Nolice ultra afcendere in Hierufaleiiì;^ ecce Dij cui Hrael^qui te eduxerut de terra ^gy- pti. f ^ di tanta forz^ la 'Religione per accrejcer le Qit^ tà , es pur ampliare i IDominijy e di uirtu tanto attratti-. uà y che Gereboany pernon cedere al. fùo concorrente in ^uefta parte d ' allettamento ^e trattenimento delle brigai te y introdi4>ffe empiamente l idolatria m luogo della pie- tà : e ijuefto fu il primo , che per regnare conculco alla fcoperta la legge, eHriJpetto debito à Dio^e ne diede efèm^ pio A gl^altri , co/a neramente non meno fiocca, che em^ pia . Si penfano coftorOyche fanno prò fef ione dipruden. za , e di 'R^^ion di Stato, come efi dicono, che per tener i fudditi nell'obedienza de 'Trencipi pia pojfàla ragione humana, che la diuina;e l'inuentioni di non so che uermim celli, che'l fauore di fua Maeflà, Sono co (loro rouine de* 2{egi , pelie de' "Regm , fcandali della Qhrisliamtà , ni* MICI giurati della Chie/a, anzi di IDio , contro il tjuale, ad imitatiom de gl'antichi giganti, fabricano una noud* ^vvi X itj la 3i(f L 1 B "R O "^ la torre di 'Babel; che partorirà lorofìncdmké confi (tone^ erotiina. Qui habitat in c^Iis irridebit eos:& Do* ininus fubfannabit eos . Vdite Trencipi (juelchedi. ce Ifaia de' conjiglieri di Faraone . Sapienics confi- Jiarij PharaonJs dederunt coniiliuminfipienside* ecpcrunt yEgyptum angulum populorum eius : Dominus mifcuit in medio eius fpiritum vertigi- nis , & errare fecerunr ^gyptum jn omni ope- re fuo , ficut errar ebrius , 6c uomens . Se éjueflo luogo ti comportajjè , to mosirerei facUn. ente , che la pm parte delle perdite de gli S tati y e delle rodine de^Trenci^ pi Chrisìiani fino procedute da fucsia maledittione ,per la cjuale mi ci [tamo dtfirmati , e priuati della protetk tione , e del fauor dt Dio _; ft) habhiamo mejfi m ma^ no a Turchiy ^ a! Caluimam l'arme^ f^ i flagelli dtL la diuina giufittta contro di noi : ma kafla per hora aw^ uifir l 'Trencipi , che uan dietro à quefìa 'ì\agton di Sta^ to conculcatrice della legge di TDio , che imparino dal lor MaeHro Gcroboan ; e terremo l^ efitto di colui , i cui fitti imitano: perche, in mndetta dell 'impteta di coftut , T)io fioUeuo contra TSladab fio figliuolo tl2{e 'Baafia, ti (jua- le ammazzo lui , e tutta la fiua ftirpe . Non dimifit neunamquidemanimam delemineeius,doncc delcret eairi . ^^a ritorniamo a mi . Quanto uaglta^ per la popolatione dun luogo yla 'Kjligtoney e l'hauer cjuaL che fimo fi reliquia, o notabile argométo della diurna afi- . fifienzayO gualche autorità nell'ammmiflratione,e nelgo- uerno delle cofie ecclefiajltcheyildimojìrano Loreto in Ita^ SE (TO^N D O. ft^ ita , San Aiichele in Francia , (jmdalupe , Monferrà*, to , e. CQmpofì^Ua in Ifpagna , e tanti altri luoghi , benchc ■Jhlmghi, e deferti , benché a/pri , e fcofceft^ doue non pen altro, che perdiuotione yC per pietà {mal grado del de* tnoMo y e degli '■ugomtti y fuoi partegiani) concorre coth idianamente da lontamjìimt paefi popolo infinito . E non € maraiiiglia -, perche non e co fa di pm efficacia per allct- tare y e per tirare a fé i cuori de gli huomini , che TJio , fommo bene '.egli e bramato , e cercato continuamente^ 'ea delle fcientie cS\4inerua , per- che la fatica dilla fpeculatione dimtnutfce le forzs > f^ •I nerui : ff) njn corpo affitto affigge ancorammo , ond^ pe nafce malincoma^ e tri'Jlex^^ è cofà ragioncuolcy che fi {ir- ,.,:% conceda (onceda a gli fcolari ogni concedente libertà , che liman^ tenga contenti , e lieti ; ma non diffòlutione , del/a male fono piene l *Academie d* Italia . luiU penne fino cam- biate in pugnali-, q^ i calamari injìafche d 'archi bufa ; le dijpute in Jangumofe rijjè , le Scuole in ifteccati , e gli fcolart in Jpadaccim , luil*hone/ia è fchermta, e la uer- gogna tenuta à dishonore yfi che njn giouane , che ^uo- gita far bene , non fa poco fé non fi perde . ^^a lafcia- mo le tjuerele , TSlon puh ferire Academia , onde non pano bandite l'armi , eH giuoco. Francefco Primo %e di Francia , accioche gli fcolari dell Vniuerftà di Tarigli ch'erano al fio tempo ^uafi infiniti, hauefero commodi- tà di pigliar aria, e di ricrear fi honefiamentCi affègnò loro un gran prato uicino alla Citta y^ al fume;doue fen za dtfturbo^poteffero a lor modo diportarfitui fanno alla lotta, migiuocano alla barriera , alla palla, al pallone ^ al maglio,al falto,alcorfi co tanta allegrezza yC he dilettai meno i riguardanti , che lor mede fimi ; g^ intanto ceffa k> 'flrepito deli 'armi , e'I giuoco delle carte , e de' dadi. Pè\ le fudette ragioni importa affai, che la€ittà,doue tutmoi fondar Studio y fa d'aria falubre , e di ftto allegro y)e -^uago , doue fìano , e fiumi , e fonti , e bofcht : perche ^auefte co fida fé fino atte ad inuaghire , fnzialtro , gli ììudenti* Tali erano anticamente Atene , e 'Ejoodi, doue fiorirono per eccellenza le fitenze . Cjaleazgp ZJifconte fté 'il primo , che oltre ^ue/ì'inmti, deftderando fm7namen' 'te d 'lUufìrare ,èdi papolar *T^ama , ^vietò , fitto graui ^pene ,àt fitdditìfit^oi i '^ndar^ altr.oueàr Studio : il chi i-. v.Vi hanno S ex: O N D'O. |3r hanno poi imitato alcmt Trencipi d'Italia , Ma cjuefli fono m€zi pieni di diffidenza . H onorati , modi, e magna- nimi di trattenere ifùoi ^ajìailt nelpaefe , e di tirar ut anco gli Jìranieri, fino il dar loro commodità d *hone[ii pajjatempi j e*/ mantenerli in abbondanza di njettoua-^ glte-^eH conjèruar loro i priuilegij'y é'idar loro occafione di fàrfi honore ne gli ejprcitij litterarìj : eH tener conto de* Ifclti ingegni; eH costituir loro premij; e /òpra tutto il con- durre Dottori di gran fama^e riputatione; alle cui Scuo*^ le non (i fdegni d 'andare il gran H^ompeio^ come già an^> do y dopo ciò egli hebhe njinto tutto Oriente , alle Scuole^ di 'Rjoodi . Tfr più alta cagione Sigifmondo %e di Po»\ Ionia ijietì) , che nejjuno de fuoi njaffalli potejje andare) à ftudw fuor del 'E^gno , eHmedeJìmo ha fatto ^ alcuni, anni fono^ il %e Cattolico ; ciò ì^affnche non s'mfettaffè^ . to delle herefte , che cominciavano attempo del "E^ Sigif. mondo , e fono m colmo a! tempi noflri per tutte le Tro*, uincte Settentrionali . De' Tribunali di Giuftitia. A a;ita , / 'honore ycle facoltà nojìre f»- \ no nede mani de' (giudici : perche , man- cando per tutto l 'amoreuolezz^ y e la ca- rità y crefce tuttama la violenza , e la cu- pidità de gli h uomini maluagi ; da' cjuali fé non ci difcru. dono t (jiudici , male pafferanno le k fogne noftre . Per quefla cagione le Città , oue fono Ai^ditnze %ealt , Sena*, ti ^ T^ a r. amenti , o altra forte di Tribunali fupremiy\ <- i fono fino neceffariamente peejuentate ; sì per lo concorfi deh la gente ^ che fi conofce btjognofa diguiPatia ; come per lo maneggio ftejjo della ragione, che non fi puo^mrKmU flrare finza molta gente -^ H^n fidenti , Senatori , aum-. cati , procuratori , fòUecitatori , notai , e fimi li a 'tri ; e ^utl che piti w: porta , la gmftitta non fi fa hoggifienta tnteruento di danari contanti, tìor non è cofiipm efficace, per far correr le genti , cheHcorfo del danaro : non è di tanta f or z^ la calamita per tirare à fé il ferro , come^ l 'oro per ri;olger cjuà ,elà e gli occhi , e gli animi de gli huommi : e la ragione fie , perche contiene ^irtualmen-, te ogni grandezza , ogni com^miodità , ogni Une terreno ;. echi ha dunari fi può dire , ch'egli habbia tutto cw, che fi può hauere da questo modo . Iz/or per la copia de' da^, nari y chel'ammmifiratione della giù futi a porta fico, ^{ le Città metropolitane , fi non pofiiòno hauere la totale amminifìratwne delle caufe cimli, e criminali, firiferua- no almeno le caufe più grani , e V appellationi . Si fa hen^ ijueflo per ragione di Stato (di cui membro principali fi- mo e l'autorità giudiciale , per lo cui mezs> fiamopatro- mdella o^/r^, e dell 'hauer de' fudditi) ma fi ha riguar- do ancora à l'utilità , che noi habbiam^o accennata, ^lue» fio njale per tutto \ ma molto più , doue , nelle materie giudiciarie , fi procede fecondo l'ufo commune delle leggi %omane : perche cjuefia forma e più lunga , ff) ha bi- figno di più mini fin , che l 'altre . In Inghilterra , m Scotia , e più che altroue in Turchia , doue fi fa ragio- ìu fimmaria, e quafi Jìandofòpra un piede-, poco jnon- . ••- ■ ta SE CO N D Q. 335 ta pe^ ag^randtre una, Ctnà, che ut fi tenga ragione -ycom cto/ìache m un dopo de [mare , a utua forza dttefìimo^ nj , ft decideranno liti, e fi ultimeranno caufe gr ani fernet non hanno ini luo^o tanti terminile prorogationi;rìon iflro^ mentile procejsi \non ofpiuali^e mezam: Si uiene in pochi colpi a mez^a lama-, fi che il tempo , e la fpefa , el numero delle per fone idi gran lunga minore dt tfuely che le leggi ^mane richieggono , ?\[on uoglio però dire , che per ciò fi prolunghino le fententie yC fi piccino eterne le liti; pur troppo lunghe fino finz^altro y enei fare gmsìida la du. latióne , che non è fiufata da foUecitudme , e cura di non commetter errore , non e finzaingiuftitia, Dum^ueneU la noflra Città farà di grande importanza^ che mfiten-f ga ragione y e ut fia Tribunale fuprcmo . Deirinduftria. Erg HE dell 'indufiria h abbiamo trattato a ba- slania,doue»fi ragiona della propagatione degli Stati nel Libro Ottauo della 'Ragion di Stato: pero a (jneì capo in tutto rimettiamo ti Lettore di fipra à carte zou / - Dell'Immuni^. Popoli fino in (juefto noflro fecola tanto grattati da' ^rencipi, indotti a ciò, parte da cupidigia, parte da necefiita;che douunjue fi fiuopre loro una minima /heranza et immunità , o dt fianchezza , m fi auuiam AHidifiimamente: del che ci fanno fede le fiere fiec^uen- tate. 554 L; or m riR o ^ tate, con grandiftmoconcorfi, da^wercatamìyedà^ phX poh ; non per altro rijpetto , fé non perche fono khre ^ ^ fanche di gabelle , e dt grauezge , c^* tempinofìH la rcal Qittà di 'blapoli per l 'efentioni , e fanchigie yCon^ cedute a gì \haUtanti , e notabilif imamente crefciuta , e di fahriche , e di gemere farebbe anco crefcmtn molto pm 3 ft per le dogliente , r rtfentìmentide^ "Baroni , le cui Terre ft sforniuano di gente , ò per altra ragione, WF^ (Cattolico non hauejfe feueramente njietato ti fabricarui d'auantaggio , Le Qttà dt Fiandra fono fiate le. pia mercantili , e le pm f cruentate Città d- Europa : Se ti* ne ricercherai la cagione , trouarat effere fiata , tra l*aL tr€,la franchezza dalie gabelle: perche la mercatanti a, che ^ui entraua , e n^ufcìua , {e n'intraua , e rìufctua nv>- fmta) non pagaua cjuafi nulla . Tutti (juelli poi , che hanno edificato Città nuoue , neceffkrtamente , per far- uì concorrer le genti, hanno conceduto arnplifime im mu- nita , e primlegi , dimeno a' primuhabttatorv, e l medi fi- mo hanno fatto (jmi, t'hanno rìHoratole defilate dafè<^ /ìe,i confumate da guerra i i afflitte- -da altro flagello di IDio . La pefle^ che trauaghp tanto l'Italia preffo à tre anni, mentovata dal "Boccaccio , fu co fi cruda, che da ^arzp à Luglio tolfe dal mondo preffo à cento mi' la anime dentro Fiorenza ; ne njccife anco tanti in Vtm" tia, che ne re fio quafi deferta : Onde quei Signor i^ accio- the fi rihabitaffi, fecero andar bando ,' per lo quale da- nano la Cittadinanza à tutti quei , che tenendo ut con h loro famiglie y njiffirma^ffero perdueanm di lungot . ti) ' SE C O N^D O. 3jy g^/ mede fimi Signori Z^^enetiam fi fonapm id 'una mi- ta Itieran da eHremanecefifta di nj^ttouaglie ,col pro^. metter fianchez^ à chi ne ne portajjè . ^\ \ -A Dell'Iiauerin fua poffanza qualche mercatantia di momento . I o V E R A^ anco ajpù y per tirar la gem tenellamftra Città, ch'ejja habka tfuaU che grojfa mercatantia nelle mani : ti che. può ejfirey o per beneficio della Terra,do-i uè nafce tutta , o m gran parte , o m eccellenza: tutta, co- me i garofani nelle ^^olucche , l'incenfi nella Sal?ea , il hai/amo nella '^aleflma ,o doue fi fia : in gran parte come ti pepe m Qalicut , la canella in Zeilani per ecceL^ lenza come il [ale in Qiprojtlzitccaro alla Madera, le la^: ne m alcune Città di Spagna ,ed 'Inghilterra » IJi e ari-, che eccellenza d'artificio , che per qualità d'acque y o per fi>ttigliez^ d'habitantiyO per accolto fecreto de' medefi^ mi , 0 per altra fimi le cagione ritfie più in un luogo, che, in un' altro -.come l'arme in TDamafio,^ in Scira^s, le ta~\ pez^rie in a/érazzg , le rafiie m Fiorenza , / njeliuti in Genoua , / krocati m fCMilano , li fcarlatti m ^eìittia ^^ Alqual propofito non uoglio laffar di dire , che nella (hi-^ fia le arti quafi tutte fono in tutta eccellenza per molte ra- gioni: (JMatra l'altre , perche t figliuoli fono okhgati a fare ilmeftierCy che faill^adre^onde perche nafco-^. fio quafi con l'animo determinato à l'arte paterna; ^ a padre non cela, loro co fa alcuna,f^mfigna con.ogm af\ -■ •■> fìtto f 53^ LIBRO ktto , a^ìduìta , diligmz.a , fòUecitudine ; gli artifcij fi ridu ono à ijuel JUpremo grado di bellezza y e di compia m^ nto , che fi può defiderare ; Come fi può i.'edere tn quelle poche opere , che fi portano dalla China alle Fi* lippìne , daUe Filippine alMef^ico , e dal ^^efiico à Su uiglia , ^da ritorniamo alnoftro propofito . alcune aL tre Città fono padrone di (jualche traffico , non perche la robba nafia loro nel Contado,ofi lauori da' loro habitan^ ttyma perche hanno il dominio , o dei paeft , o del ma- re micino : per lo dominio del paefe, come Simglia; douc fanno capo l' infinite ricchezjs della ^uoua Spagna, e del n^eru: per lo dominio del mare y come Lisbona ; che per quefla ^via tira à fi, eH pepe di Qocin , e la canella di Zeilan ,el 'altre ricchezza dell * India ^ che non poffò^ no effer nauigate fi non da loro , ò con filuocondotto loro, §luafi al medefimo modo Venetia ^nouanta anni fono , era quafì fignora delle ffetierie : perche efiendo quefìe condotte imprima che i T or toghe fi occup afferò l'India) per lo mar %offo al Suez^;e quindi su la fchiena de ca- meli al Qairo , e poi per lo 2yV^ nella grande cy^lefian- dria; iui erano comperate da' Z^enitiani, che njiman- dauano le loro galee groffe \ e con incredibile emolumen- to f le compartivano quafla tutta Europa. Hor quaft tut- to quefto traffico [te ij oliato à Lisbona,doue, per -z/na niioua ftrada , le fpetierie tolte di mano iC t^ori , ft) a* Turchi , fono ogni anno condotte da' Portogheft , e poi. vendute d Spagnuoli, a'Francefi ^ ad Inglefi , f^ a tut-- to Settentrione . B di tanta importanza queflo trafjìC9 dell'In^ S E e O N D O. 33^ dell'Indie^ ch'efjb filo baRa per arricchir 7 ortogallo ^ € per renderlo domtiofo d *ogm coja . Alcune altre Citta fino (juafi figmre .delle mercatam tie, e de* traffichi per lo fito commodo a molte nationi , alle eia , come nel paeje de' Pontieri , nella Santongia , netìa 'BeoJpL , nella "Borgogna i ma quefìo non e luogo da cenft*^ rare ^rouincie co fi [amo fé : pafiiamo oltre . Del Dominio . Osa ìmportantifimaj per recare gran, dez^a ad un luogo y e il Dominio', conctofa^ che cjHeflo porta fèco dipendenza, e la di- pendenza cornar fò, e'I concorfo grandezr Z^ . '^elleQttà, che hanno fìgnoria y e principato fi- torà l'altre, fi riducono, con dmerfè arti le ricchezze pu- èliche, e le facoltà priuate . Quim concorrono gli Am^ bafciadori de* '^rencipi,e gli agenti de* fommuni, quu ut fi agitano le caufè di più importanza , e criminali , e éuilt , e le appelìatiofii qui fi deuolgono ; quVAi fi tratta- no da h ito mini di qualità le facende , ^ i mgotij delle Comm mttà fo de* perfonaggi : lontrate dello Stato ut fi raccolgono , e m ]i fpendono : i principali, e pm fa- coltoli Qtttadmi dell altre Terre cercano d'aUtgnarui ^ e di fermar m il piede. Da tutte quefie caufe ne fegue l'a!?- hondanza del danaro, ejca efficaafima per tirare, e far toYrere da lontam^imi paejii mercatanti , e gli artefici , e la gente dt trauaglw , e di firuitio d^ogm forte . fofi la Citta ere/ce a mano amano , e di magnificenza d' edi.. ficij , e di moltitudine d *huomim , e dt douitia d'ogni co- fa , e crefie a proportione del Dominio ; il che dimorerà- no tutte quelle Qittà , e' hanno hauuto , o che hanno qual- che notabile giuridittione ; Pifa, Siena, GenoiAa, Lucca, T ij Fioren- 340 LIBRO Fiorenza, 'Brefcui^ il cui Contado fi jìende cento miglia per lungo , e {quaranta per largo ; e contiene, oltre il fèr^ tilifimo piano, molte njalli d'importanza, molte Terrt^ e (^alleila, che paffimo mille fuochi y e fa in tutto pref^ fo a feicmto mila perfhne : tali fono m cy^Uemagna mol- te Città panche , ^ Imperiali, ISlurimherga , Lukec^ cho , zy^ugufìa : tale era in Fiandra Ga7it , che frugan- do il gran gonfalone , metteua tnfieme cento mila com- battenti . 'TV^w parlo e^uì di Sparta , Cartagine, Atene, %pma, VcnetiaJ^ cui grandezza tanto i andata crefcen- do , (juanto illor Dominio -y fino à tanto, che, per lafeiar l'altre, Cartagine nelfiio colmo giraua uentiquattro mi" gita, e 'j^ma cinéfuanta,oltre i borghi, ch'erano ^uafìim- menfi-, perche da un canto fi ftendeuano fino adt/ofìia, e da l'altro (juafi fino ad Ottricolt; e per ogni uerfo occtt- pauano grandinimi tratti di paefè . ^^a pafiamo oL tre , perche à quefio capo fpetta anche tutto cio,che fi di- rà più à hafio della refidenz£L del*Trencipe • Della refidenza della Nobiltà . ^^^P R A l'altre cagioni, per le quali le Cit- ^ ^ ^^^ 'If^lla fino, per l'ordinario, maggio- ri , che le Qttà dt Francia ,ò d ^altra parte d'Europa , non è di picciola impor- tanza quefta ; che in Italia i Gentilhuomini hahitano nel- le Città , f0 in Francia ne' lor fafìelli , che fon palazzi cinti , per lo più , di fojfe piene d' acqua , con muraglie ^ e con torrioni fifficimti à fiofi^mre un'improuijo ajfalto; e ien- lE C OIN D t); i^t e benché i Signori Italiani hahitino a^tcor ej?i magnifica' mente nelle '-utHe, come fi può ueder né* contadi di Fio- renza , dt Uenetia^ e di (^enoua, pieni di fabnche^e per nobiltà di materia y e per eccellenza d'artificio ^ atte à far homre ad un 'Kegno^no che aduna Qttà', nondimeno quefie fiabriche fino uniuerfialmente , e pia fignorili , e pui frequenti nella Francia y che nell^ Italia; perche VL. taìiano diuideia f^efia^ e lo fi udì o fino, parte nella Qt- tà , parte nel Qontado , e maggior parte ne fa à quella^ che a me fio : ma il Fr ance fi impiega ogni fiuo potere nel Contado : deUa Città poco, o nulla fi cura; e gli bafia in ogni cafio l 'hoyteria . Hor la ftanza de"" nobili nelle Qttà le rende piìt lUifiriy e più popolo fie \ non fiolamente per- the m fi aggiungono le per fine, e le famiglie loro;ma di più, perche un barone ffende molto più largamente , per la concorrenza^ , e per l'emulatione de gl'altri , nelle Città,' doue uede , q) e uifio continuamente da perfine honora^ te ; che nella campagna , doue urne tra le fiere, o conuer- fa co' villani , e uà uè fìtto di panno lazip, o di tela : cre^ fiono poi neceffiariamente le fabriche ^ e fi moltiplicano le arti . Per quesìa cagione Vlnga del Perù, uolendo an- nobilir , e fiar grande la fiua Città regia del fùfio , ?ion fòlamente uohe che i Qacichi , fi) i fiuoi 'Baroni ui habi* taffiero ; ma di più commando ^ che ogn'un di loro nji fa.' bricaffieil fiuo palaz^\ilche hauendo efii fatto l'uno a' gara dell'altro , quella Città crebbe in poco tempo gran*'- demente . Una talcofia hanno tentato di fare , cC tempii'' noflri^ alcum'Duchi di Lombardia. Tigrane 7{e d'Art' t ^ 7^ i^ menta. U^ .rtaiMB- R .la. menia, (juando edifico la gran Tigranocerta , sforzjihn gran numero di gentilh uomini ^e di ptrfone honorate^e fa- culto fé à trasferirli la con tutti t lor Unty facendo andare anche hando, che tutte cjuelle facoltà, che non ut ficondu^ cefferOy fojfroy ritrouandofi altrouCy confi fiate. £ (jueftÀ e la cagione , perche l^enetia crebbe notabdmente nel fuQ principio in poco tempo -.perche quelli y che da' paefi ijì» cmi rifuggirono nell Ifolette^doue ella e yCjua fi miracolo fa-- mente, fituata, erano perfine nobili , e ricche ; e nji por^ tarcno feco tutte le lor facoltà, con le cjualt, dandofi, per l'opportunità di quel golfo, alla namgattone, ff) a' traffi^ chi , diuennero in breue padroni delle Città , e deli 'Jfilc njicine \ e con le ricchez^ loro annobilirono facilmente In patria di magnifici edificij , e di te fon ineftimabtli , e l'hanno finalmente condotta à quella grandezza , e po- tenza , nella quale la reggiamo, e l 'ammiriamo . Della refidenza del Prencipe . E R /? mede (ime cagioni, le quali habbia^ mo addotto poco innanzi nel capo del do- minio, ijale infinitamente per magnifica^ rCy e ringrandire le Città la refidenza del Prencipe \ conforme alla cui grandezza d'Imperio ella crefce: conciofiache doue il^renctpe rifiede ,ri (ledono an^. co i Tar lamenti, ò Senati, che gli cogliamo dire,i Tri-, bunali fiupremi della giuftitia,i (gonfigli ficreti, e di Sta- todà concorrono tutti i negotij d'importanzaytutti iH^ren . ctpiytuttt tperjònaggi di conto',gli Ambafciatori delle 2{e^\ publiche , SE C O N D Ò. 343 fMlicf?e,e dé''R§y€gh ageti deUs Città fòggetteiLÀ correa no a gara tutti ^uei , cioajpiram à gli ijfjìcij , f^ à gli honon : iut fi portano l'entrate dello Stato-^ mifidijpcm fano : ti che fi può facilmente comprendere con gli effern^ pi di cjuafì tutte le Città dimportanza^e di grido, "B^gno antichifimo fu ami d' Egitto yi cui 'T^renctpi tenntro il lor fèggio, parte m T che j parte m Aienf-^ copquesìe due Città arnuarono à notabile gràdezz^,e belìezz^a', còciojia^ che Tebe (che Homero chiama poeticamente Qittà di c^- to porte) giraua(comefcriue Diodoro) mfino xvii miglia, f^ era adorna di fitperbipme fahriche^t publiche^ epri^ nate, e piena di gente , e poco minore fu poi Menf, 'TV^e^ pcolt feguenti i Tolomei fermarono il lor fèggio in Alip Jandria^ che per ciò crebbe d'edificijydi popolo, di riputa-^ tione, e di ricchez^ ine/limabili : e l'altre due Città, (che per la rouma di cjueiF^gnOyCaduto prima fitto t Caldei^ t poi fitto i n?er[iam erano affai diminuite) (ì defèrtaro» , no auafi affatto,/ Soldant poi,abbandonàdo Aliffandria^ ftmdufjèro al Cairo, il quale, per quefia caufa, diuenne in pochi fecoli Citta tanto popolo fi, che fi ha con ragione ac-^ ^uiftato il fopranome di grande . / Soldani , perche , per l'innumer abile moltitudine , non fi fimauano ficuri,fè per forte tanta gente fi foffe loro foUeuata incontro, la diutfi^K. rp con larghe , e ffeffe foffe d* acqua , fiche non pareua njnn fola (ittà, ma molte Terricciuole adunate mfieme : Mora ella è diuifa m tre parti principali ideile quali luna t lontana dall'altra quafi un miglio , e fi chiamano "Bulac- co, Qairo secchio, e Cairo nuouo: Si dice che mfono xvi T iiij mila. ^44 . L 1 B FC O naiadi (comefcriue l' Ario/io) xvi 1 1 mila gran cetracfe, $he dmotte tempo fi ferrano con porti dt ferro, ^uogi^ rare da xxv mtgiia,nel (jualefpatWy perche quelle geti no hahitano cofì alla largarne co fi comìnodamente, come noi ; ma per lo pm m terra, e quafi fttuati, e calcati infame , fz^i fla moltitudine infinita . La pesle non l ^aHandona qua/i mai, ma ogni fettimo anno fi fa notabilmente fenti-" re; e fé non fé ne fpaccia uia più di trecento mila , e njtt giuoco, ^l tempo de' Soldam, allora quella Citta era fil- mata fona , quando non ^ut moriuano più di mille per- fone aldine tanto hafti hauer detto del Cairo , che è dì tanta fama hoggi al mondo. Ma pafsiamo oltre . TSljL l'Af^ma t E^ fecero refidenz£L in ^tniue,cofiella haueuct quattrocento ottanta ftadi di giro, che fono migliaféf/an^ ta\ e di lunghez^ Radi cento cinquanta, co fi firme DiO" doro. Vi doueuano, oltre di cio,efer borghi grandifimi, per li quali la Scrittura afferma, che ^iniue era grande tre giornate di camino. La refidenza de" T^ Caldei fu in 'Babilonia igiraua q uè fla Città quattrocento ottanta ffa- di,cofifiriue Herodoto: lefue mura erano larghe cinqua- ta cubiti , alte ducento , eptà : Ariflotele la fa anche pia grande \per eh e firme, che fidiceua,che effcndo fiata pre- fa 'Babilonia, una parte d *effafiette tre dia rifaperloiha" ueua cento por te, tutte di bronza: hauea una Cittadella , ouero f(irtezxa,il CUI giro era di uenti fiadt : Il fuo popolo era tanto niimerofo,c'hebhe ardire di cometter fatto d'ar tne con Ciro potentifitmo %e di Ter fi a : lafabrico Semi^ rarmdi ; ma l'aggrandì maramglwfamente ^abucodo* nofor : SECONDO. '34^ nofòr. Ej^endo poi fiata rouinataynell Hmdatìone de' S cfr ti,e d altre genti m quei paep^fn riedificata da un "Bugia" far Cali fé de* Saracent,che mjpe/èxvui wilìioni difen- di: Il Giorno fcriueyche ancor hoggi ella e maggior di ^- ma,/e tu guardi il giro delle mura antiche}, ma uì fono, e ho [chi da caccia^ e campi da lauoro, non che horti, e giar^ dmi /patiofi, I "Ej di J^edia dimoravano in Eciatana» ■^et di Per/ta in Per/èpoli ; della cui grandezza non fi ha altro argomento, che la congiettura : A! tempi no fin han- no fatto refidenzét prima m Tauris, e poi in Scyras Cit- tà nobiltfime. ^ella Tartaria, e nell'Afa Orientale ^per la poffanzai' di a uei grandi fimi Prencipiyfòno Qttà mag^ giori, che mi re fio dell ^uniuerfò . / Tartan hanno hora due grandi Imperij: l 'uno e de' Tartari ^^ogon; l'altro de' Qataini. l Mogori hanno cC tempi nofiri difiefo mere* dibilmente illor dominio: perche Mahamudy lor n^ren* tipe, non contento de gli antichi confini , occupò pochi an- ni fino, quafi tutto ciò, che giace tra*l G angele l'Indo. La Città "E^gia de' Mogori e Sarmercanda^che fu arricchi- ta incredibilmente dal gran Tamherlane con lefpoglie di tutta l'Afa, doue egli^àguifa d'una hornbile tempeflai 0 d 'ima rouinofa piena , atterrò le pia antiche , e degne Qttà,e ne portò uia le ricchez^ie per non parlare dettai^ ^ tre,cauò filamente di TDamafco otto mila cameli cariaoi di preda, e di mobili eletti. Enfiata cjuefia Città di tan^ ta grandezza, e potenza, che in alcune antiche r datimi fi ^egge, ch'ella faceua l x mila caualli : hora non e di tan-^\ ta grandez^,e magnificenza, per la diminutiom dell' Iim^ i., perio^ 34^ "L I B R O peno, che f come dopo la morte del gran TamierlafìCyJu fubtto dtuifo in più parti diC fuoiJìglmoli;co fi attempi no- fi ri, è fiato parimente dimfo da figliuoli di Mahamud * Ulmperator de* Tartan Cataim , (detto uolgarmente il Grà Cam delCatato) tira la fua origine dal gran Chitu gì, il(juale fudprimo, che ufi:edo fuor della Scttia Afia>- tica^con gràdezga d 'imprefe^e con ualor d'arme^iUusìro i^fom già intorno à trecento anni ) il nome de* Tartan i perche foggiogo la China, fi fé tributaria gran parte deL I^ India, conejuafio la Perfìa,fece tremar l 'Afa, Ifùccef fon di ifueflo gran Trencipe fanno refidenz^ nella Qttà lii Ciambaluy Città non meno magnifica ^che grandeicon* tiofìache [i dice girare uenfotto miglia, oltre i borghi, g^ € di tanto traffico, che oltre l 'altre mercatantie, u' entrano tiafcurianno,preffo à mille carra dtfeta, che uificondu^ cono dalia China\ onde fi può comprender e, e la grandez* za de* neQotij^e la ricchezza della mercatantia, e la uancì^ tà de gli artefici, e la moltitudine ^e pompale magnificen* za , e delicatezza de gli hahitanti . Entriamo hora nellA china, ^on e mai fiato 7{egno (^ par lo de* "Rjgni uniti , e per dir cofi d*un pcz^) ne pia grande, ne j?m popolato, ne pia ricco j e douttiofo d^ogni bene dtUa China, ne che fi fio, per più fiecoli mantenuto: cjuindi nafice , che le Città , neUt. (juali i fuoi \e han fatto refidenza ^ fono delle maggiori chefiano mai fiate al mondo ; e auefle fono trefSuntien , L4nchin,e T^anchin : Suntien (^per guanto io poffò corn^ prendere) ì la più antica ^^ capo d* una Prouincia , che fi chiama ^infaiy col cui nome uolgarmtnte chiamano ef^ S(E ClOrN D D. $47 Ja Città : EBà e fitùata^ (juafi mll'efìremo Oriente in um grandtjiimo lago , caufato dei cjmttro fiumi reali ^ che ut. sboccano dentro y de'tfuali ilpiìt celebre e chiamato 'Toli^ fango : il lago e pieno d'Jfolette per amenità di fitOy e per. ire fchezjé' d' aere yC per prò j^ettiua di fabrichcye per uà," ghezzé' di giardini ^diletteuole oltra modo: Ha le riue ta- pezzate di uer durale ueftited* alberi ^nafjiate da limpidi rufcelliyC da Jpeffe fintane^ ft) adorne di maglifici pala^ gi : lafua foce e larga , nella fua maggior ampiezze > d>^ quattro leghe , ma m alcuni luoghi non paffa due leghe :•, La Città e lontana dalle foci de'' fiumi uenfotto miglia m órcaieUa gira da cento miglia-.ha le flrade larghete d'ac^ qua^ e di terrade terrefiri fono tutte filicate, ft) adorne di bellifiimi poggiuoli da fèdere: I canali più celebri fon9 forfè cjmndici , con ponti tanto fuperbi , che ui paffana fatto le nam a a/ele piene : Il principale fende auaft pet lo mez^ la Qttày ^ ì largo poco più ^ o meno d*un miglio yCon forfè ottanta ponti-, de' cjualt non fi puh ueder cofty ne pità uaga^ne più commoda. Sarebbe co fa lunga fi. io ^olejsi metter tjuì tutto ciò che fi potrebbe dire de Hit grandezza delle piaz^ydella magnificenza defalagiydeL la bellezza delle contrade , deU'innumerahile moltitudine de gì' h abitanti, dell'infinito concorfò de* mercatanti ydeU V ine fi imabil numero de' uafielli difttntid'ebano^e d'auo^. rioye mefii parte a oro, parte ad argento ideile incompa^. rabili ricchezze , che ut entrano continuamente , e r^efcom. m\delle delitiefinalmetey delle mali (fuefta Qittà e tan». to. piena y che ne menta il fuperbo nome di Suntien^, della 34» L I B R O éìellaijuale però fino maggiori , e Tanchin,^ nAn^ €hin : cjuefla e tanto grande , che un'huomo a cauaQo, di, por tante, a penala trauerfa in un giorno da porta à por- ta-, e mfono oltre di ciò t borghi: quella fi dice girare fé f- finta leghe, ^^a perche habbiamo fatto mentione deOa China, non fa fuor dipropofito co memorar i/uì la gran- dezj^a d'alcune altre fue (jttà, fecondo le relatiom haim-. te fino al prefente . (jmtan dunque , {che e la più nota , e non e delle maggiori) i Tortoghef, che ui hanno traffico^ grande da par echi anni m qua, confejftno ejfer maggio- re, che Lisbona, che pur e la maggior Città d' Sur opa, ec- cettuatone Con/iàtinopoliyC Tarigi. Sauchieo,fidice effe' re tre mite maggiore che Siuiglia; onde, girando Smglia Jet miglia,Sauchieo ne uerrà à girare diciotto.'Dicono poi che Vcchieo l'eccede in gràde7sa.Chinchieo,fe bene e deL k mediocri, parue a* ^adri di Sanf Agoftino, che la uid- dero. Città di fettàta mila fuochi.^ e debbono cjuefle co- f parere ad alcuno incredibili : perche (oltre che le rela- tioni di Marco ^olo affermano cofe anche maggiori) fo- no hoggidi tanto chiare , per gli amufì , che rìhabbiamo continuamente da perfone, efecolari,e religiofe, e da tut- ta la natmie tortoghef , che il negarle farebbe un mo- frarfifcemo, anzj che giudiciojò. J^iaper trattenimen- ti, e per fodisfattiont de lettori , non mi farà cofà graue l ^andar cercàdo mite ragioni-, onde proceda, che la China pa tanto popolatale piena di sìftupende Città, Supponia* fno dunque, che, oper benignità del cielo ^ o per occolte, ft) a noi incognite influenza delle fieUe^ o per altra ragione j ^ qualun^ SECONDO. 341 vaalunque eBa fi fa , quella parte del J^ondo , che à noi è Orientale, ha non so che di nutrt^i nella produttionc delle co fé maggior che i *altre : Onde molte coje eccellenti nafcono in quelle flici contrade , delle quali l *altre fono affatto prme . Tale e la caneUa , le noci mofcate , / gi pia le cofe com^. mttni à Leuante , ^ al l^onente , fino molto più per^ fette téniuerfàlmente là , che qua ; come ne fanno fede U perle y VorOyi diamanti ^ gli fner aldi , la pietra he faar : perche le perle di Ponente, à paragone delle Orientali , fono quafi piombo à l incontro dell 'argento ; el he faar fmilmente, che uiene dal! "^ India , ì di gran lunga miglio* re di quel che ci portano dal Perà . Fior la China e U pia orientai parte, che fi fappia della terra : Onde ella fi gode di tutte quelle per fé tt ioni y che s'attribuì fono all'O- riente i e prima l'aere, del quale non è co fa neffuna , che più importi alla uita , aiutato dalla uicmanz^ del mare , (che in gran parte cinge , e quafi uagheggia , e con miUe jfhùy e golfi penetra hene à dentro quella n?rouincia) ut e generalmente temperato . // paefè poi e generalmente piano , e di natura atti fiima alla produtttone d'ogni deli- tatez^ , non che delle cofe necej^rie à l'ufi , ^ al fi fi e- gno della uita. /monti, ^t colli fono perpetuamente «f- ftiti d'alberi d'ogni forte, parte faluatichi, parte fi-ut» tifiri . La pianura di rifi, orzi > fermenti , legumi . y giardini (oltra l'altre fpetie di frutti noflrani) firn- nurnsirano faporofi^mi meUom , deltcatifiime fiftne , fichi 350 LIBRO fichi perfèttifimi , cedri , e melaranci di uarie forme , e di fàpore ecctliente . tìanno anco m^herba , onde caua^ m fùcco delicato , dei^uale fi feruono in uece di njino , ma che li mantiene fani , e liberi da quei mali , che Juol partorire a noi l 'ufi irnmoderato del njino . Abbondano d ^armenti , e di gy^g^ , d'ijccelli , e di cacciagioni, di lane , e di pelli prettofi, di bambagio , Imo, efita infini- ta . ZJi fino miniere d 'oro , d* argento , e di fèrro ecceL lente . V^i fi trouano perle fimjiime , Vi abbonda il zuccaro , il mele , il reubar baro ylacanpìray il minio, il guado y ilmufchio , l 'aloè , la dna ; le porcellane non fi fanno altroue , / fiumi poi, e l* acque, d^ogni forte, [cor * tono tutti quei paeficon indicibile commodità della naui- gatione , e dell'agricoltura . E non e meno feconda di pefci l'acqua j che di fiutti la terra-, perche , ft) t fiu" mi , f^ limare ne danno copia infinita , A^ quefia tan- ta fertilità della terra,€ dell'acqua s'aggiùnge incredibile coltura dell 'uno , e dell 'altro elemento -, per la quale fi ne caua tutto il pofiibile : il che procede da due cagioni • / 'una fiel 'meftimabile moltitudine de gl'habitanti; per- che fi fa conto , che la Qhma piccia pia di fijfanta miL Itoni d 'anime', l 'altra e l 'eHrema diligenza, che fiufa^ e da' particolari in coltiuare, ff) in cauar fiutto da' lor poderi, e da' t^agiflrati in far, che a nefuno non fìaUr^ cito lo fiar otiofo , e fiioperato \ (t che non ^i è palmo di terreno , che non fia benifiimo coltiuato . Dell 'arti poi , non accade parlare : perche non è paefi, doue mag- giormente fiori fihmo ^ e per uàrietà , e per eccellenza : ' il SE C O N D O. $5^ il che procede da due cagioni . V una fi e quella , che fi e già accennata , che ogniuno e sforzato a far jtjualche co fa : Anco t ciechi , anco t monchi , e gli fìroppiati^fi non fono affatto impotenti, 6 le donne yper njna legge di. IJiteiy 7{e della Qhma y fono obltgatea far l'arte del padre , o almeno (^per nobili , e per grandi ch'elle fi fa- no) ad attendere alla conocchia ^f^ ài 'ago. L'altra ca^ gione fiè , che i figliuoli debbono necefiariamente impaci, rar il mefliere del padre: Ondeauuiene, che gl'artefici fono infiniti y e che i fanciulli yà pena nati y fanno lauora^ pe y eie fanciulle i$iejfe'y e che l 'arti ft conducono à firn» ma perfettione , ^on la/ciano andar à male cofa nefiu^-. na ; deUo fterco de* bufali , de* buoi , e d'altri animali ne pafiono i pefci ; delle offa de' cani y ed 'altre beftie n^- fanno fcolture , come noi d *auorio ; de gli flracci , e de* cenci ne fanno carte , 8 ^ tanta la copiafìnalmenteyC ua^ rietà de* frutti della terra , e dell 'induflria humana ,A che non hanno bifido mffuno deU 'altrui], ^ danno gran- difìtma cjuantità del fuo a' paefi ftranieri ; e i^per non> dir d 'altro) la quantità della feta, che fi caua della Qhi-^ na non e credibile-^ fé ne càuano tre mila quintali l'anno^ per l'India di Portogallo : fé ne caricano quindici naui*> gli per le Filippine ; fi ne conduce alC^iapan fomma ine^^ filmabile , ^ al Cataio tanta quantità , quanta fi può,, comprender da quella , c'habbiamo detto di fopra con-' dur/t ogn'anno m Ciambalu -, e uendono l'opere y^ila^" non loro (^ per l'infinita ^noltttudme , che ne fanno) à fh kuon mercato , che t mercatanti della rmoua Spagna^, cht< le 352. L I B R O' le nonno a comperare à. l *lfole Filippine {doue ejS Chine-- fi trafficano) ne rtflano marauigliofuOnde il traffico deU le filippine riefie pia prefto danno fi>yche utile al 2{e Cat- tolico ; perche la bontà della derrata fa che i popoli del ^^efiico , (che fi feruiuano di ijarie merci di Spagna) fé ne proteggono alle Filippine : Ma Sua Maeflà , per lo defideriOfChe ha d'addomefÌicare,e per alle cofe fudette fimde come la China hahbiailmodo , parte dalla natu- ra ^ parte daltindufirta humana di foHmtare popolo in- finito ^e che ^ per ciò, egli e ereditile, e he fta tanto popolata, ijuàto fi dice. Fiora io aggiungo, eh' egli e necefiario che co- fi fìa,per due ragioni: l*una perche non e lecito al ^ del- la China far guerra per accjuiftar paefi nuoui , ma fola per difender il fuo -, onde n^auuiene, ch\i fi goda^na quafi perpetua pace, e non è co/a pia feconda, che la pa- ce : l* altra ragione fi è, che non è lecito cu ChmtfiVufcir fuor del paefi , fenz£i licenzi de" C^^^giftrati: fi che cre- fiendo continuamente il numero delle perfine , e non ufiendo fuor a , egli e di necefiità , che fia ineftimabile il numero della gente; e che per confi (jucnz^ le Città fiano grand fiime, le Terre infinite;anzi che la Qhina fia ^i;afi tutta una QttàJn uero che noi Italiani fiamo troppo ami- ci di noi ftefii , e troppo intere ffati ammiratori delle cofe nosìre , auando pref riamo l* Italia , e le fàe Citta a tut* to ilrefio del mondo : la figura d'Italia lunga, e sìretta^ € con SECONDO. 553 / con tutto ciò duitfa per mezo. dall' Apennìno^e la rarità de' fiumi namgabtlty ma comporta,che ui pojpi ejjere Ctt* tà grandifiima. hafcio poi di dir e ^ che i fuoi fiumi fono riue à paragone delCJange , del Mman , del^^eacon, e de gli xUri'^e cheH mar T irreno , e l * Adriatuo fono gor^ ghia, ri fjjetto dell* Occam i eperconfecjuenzai traffichi mfiri fino mt ferie à petto de* mercati *di £antan , di ^Malacca , di CaUcut , di Ormuz, , di Lisbona , di Si- viglia , e dell'altre Città poste su l'Oceano . (aggiungi aUe co fe fié dette , che U contrarietà , e la nemici tta tra i t^a'ytmettaniy e noi ci prtua cjuafì affatto delcommer- tio dell' Africa , ^ m gran parte dd traffico di Leuan- j€: le migliori poi pezjs d'Italia, cioè il7{egno dilS^apo- Ity e'IlDucato di Milano , fòggiacciono al%e Cattolico, Gli altri Stati fono mediocri , e mediocri anche le Città lapitali . Ada egli e tempo di ritornare hormai onde fta- tno partiti . B^ cantal' efficacia ^ e la fona della re fiden- te de* n^rencipiy che cfuesla fola è hafìante a cofiitmre^f^ à formare in -un tratto le Città . ^eH' Etiopia i^fcriue Fr ance fio Aluares) non è Terra neffuna (benché ilpaefè Jla fpatiofifiimo^ maggiore di mille , e fetctnto fuochi , e di (jAcfìa grandez^ -uè ne fono poche , Qon tutto ciò il ^ {chiamato il gran iSlego da loro , e da mt fiaifamm- te ti Prete (jianm) che non ha refidenici fierma , rappre* finta con la corte fila njna grofiifiima Città ; conctofia- che , dot*t4n ogni fttimo) éfnafi febre terzana ; ma f ime che la Qt^ tu e in [ito faluber rimo . Ma differiamo cjuefta ffecu^ latione ad a n' altro tempo , o la fc' amola a maggiore in* gemo . Som entro Confi antinopoli fette colli leuui dal la* to njolto à Leuantc sii la riua del mare , // ferraglia del. ^ran Signore ,k cm mura girano tre milita. : eum l 'ar^ fenalt SECONDO. 355 fende di più di centotrenta archi. 8' finalmente Citta per beliezz^ di fito , per opportunità di porto , per common dita di mare , per mo titudine d' h Abitanti ^ ver grandez^ zci di traffichi , per la refidenzjt del Gran Turco , a cui fideuefenza dubbio il primo Logo tra tutte le Citta dSur ropa : perche la corte fòla di cjmi Principe , tra la gente; à piedi , ^ à ca allo , non fa meno di trenta mila per-r fine armate . In cylfiica Algieri fatta nuouaointe capo d't4n arande Stato, e per tio popnlatifima: Tremife nel fuo fiore fàceaa daxvi mila fochi ; Tumgt jx mila; barocco ne faceta cento mila: fefa, che e hora fèdÌ4 del pia potente "E^d Afica, ne fa Lxv mda . Tra t ^E^gm della (^hrtfìianitni^parlo de gh i,>mti, e di un fol corpo) il dm grande e'I pia popolato, eH pia ric' io fi e la Francia : perche fa utntijette mila parochie (e piglio nParigt per ^'na par oc hi u) e pafce più di (juindi" •■(i miUiom d *anime; è tanto fèrtile per beneficio della w4- Sura, tanto ricco per mezo dell' inda fi ria de* popoli , che non porta imudia à aualn^ue altro paefe : la refidenia dt* E^ d'un tanto 'Ksgno, da ^ran tempo in (fua,ftefia^ ta l^arioi: Onde e automato, che Parigi fia la più groffa Cìttj del Chriftianefmo : gira dodici miglia , fa intorno à quattrocento cinquanta mda per fine yC le pafce con tan. ta copia di -uettouadie , con tanta affluenza d *ogm ddt- tate:j^y e d'ogni bene, che chi non Vha ijtflo,non lo può imagmare. I E^gni d' Irnhilterra, di l^apoli, di ''Torto- gado , di 'Boemia , la Contea di Fiandra , eH Ducato di filano fono Stati quafì pandi grandezzate di potenz^t;. Z ij TDunqiie 35 gior dell 'altre ; e le reuolutiom de* paefì bajst , Londra . In Iffagna non e Citta di tanta granctez^ay parte perche ella e fiata fino al prefènte dimfa in ^gm piccioli ; e per mancamento di fiumi , e d 'accjtse non può condur tanta quantità di uettouaglte m ijn luogo, che ui fi pofja man- tenere Hraordmaria »M«v^nt\ DELLE CI TX A' LIBRO TERZO \ ' i V i Fondatori antichi deU le Qtta, confìderando , che U leggi, e la dtfciplma àmie no fi può facilméte conferuare^ do^ ueftagran moltitudine dhuo^ mmi \ perche la moltituduie partorì fce confuftom ; limita^ tono ti numero de* Qttadmi^, oltre ilcjuale flimauano non poter fi mantener l*ordine\ H la forma yckefii de fiderauano nelle loraQttd.Talt fu^ rono Licurgo, Salone^ Ariflotele, Aia l 'Romani siimajf- d^ che la potenza (^finza la tjuale una Citta non fi può lungamente mantenere) confi fie %n gran parte ytiellamd- titudine della gete, fecero ogni co fa per aggradirete per ap popolar la patria loro i come noi hahbiamo dimosìrato dt ila'> 2 iiij fopra. 3^<5 LIBRO topra, e jjià àpìem ne' libri della Ragion di Stato . Se il modo ft goiiernajje per ragione ^e fé ogn'uno fi cotentajje di quello yche gwpawente gli [t ai partirne, far ebbe forfè de- gno d'effcr abbracciato ti giù di ao degli antichi legislatori; ma l'ejperienza , che cmfegna , che per la corruttione della natura humana , la foriti preuale alla ragione , cmfegna ancora , cheli parer de"* %gmani fi deue pre- ferire a ejuel de' Greci , tanto pia che noi reggiamo ; (he gli QL/^ttniefi , ^ i Lactdtmon^j ( ptr mn dir dell'altre 7{epkbliche della Creda) rovinarono per ^na: ftcciola difdetta , e perdita di mtUe , e fettecento Qttta* dm y i poca pm : f0 ali ^incontro t T{omam njinfr^ perdendo la più parte dtUe guerre , e dellHmprefe % per- che chiara co fa e y che più }\omani morirono nella guer- ra di Tirro, e de* Cartagine [ì , di ISl^mantia , di Ui- fiato , di Ser torio , q^ in altn: ; che non ry.ortrom, fenz^ sorr.paratione , de* nemici ; t!Ma efi reftarono , con tut- to cib , fuperiori , per l''inefaufia loro moltitudine , cm la ejuale auanzando alle rotte » fouerchtauano non ryieno , che col n;alore , g// auuerpirij, benché cor aggio fi e fie^ ri , TS^egli antecedenti libn habbiamo moflrato t mezi, €0* cjuali -z^na Città fi può condurre à quella maggior grandez^z^ , che fi pojfu defiderare: Siche non ci resta altro y che dire circa ijiuel che et haueuamo propofio , Hot a non per nece^ita della materia ^ma per ornamen- to dell 'opera, ccnfideraremo . Onde T E R Z 0 . 3^1 Onde iia, che le Città non uadano crcfccndo a proportione . O N (i creda alcuno , che i fi{detti wf- zi , 0 altri y che fi poffbno trouare , poj^Us^ no far ch'una Città uada fenza fine ere- fcendo. Egli e in uero co fa degna di confi- deratione, onde na/ca,che le Città gtmte à certo fegno di. grandtzz^y e di potenza, non pajswo oltre \ ma /a fi fir* viino in mei fegno y o ritornino indietro. Pigliamo per ef\ Jtmpio 'K^ma-y cjuefia nel fuo principio , quando fu fon- data da 'Romolo, "Dionifìo Aluarnafeo fcrtuCi che face- uà tre mila , e trecento huomim atti ali*arme . 'Romola regno tretafette anmpel quale Jpatio la Città crebbe f no à quaranta/ètte mila perfine da Jpada, Sotto Seruia TuUoydopo la morte di Romolo circa centocinauanta an^ m,fìdcfcriJfero in Roma ottantamila perfòne atte aitar-* me: arrim finalmente d numero àpoco à poco fino alla Comma di quattrocento cinquanta mila. T) ornando dnn* que ioyOnde è^che da tre mtla,e trecento huomim daguer tajl popolo Romano arriuo à quattrocento ^e cinquanta: ^ da quattrocento cinquanta mila no pafio oltref Stmil" mente fino quattrocento amù^che sfilano y e ZI enetia for ieuano tanta gmte\quanta fanno hoggidi: ondenafccy che la moltipltcatione no uà innanzi? Rtjpondono alcuni , efjèr dt ciò cagione la pelle , le guerre, le caresite, e le altre ft- tnili cagioni: macia non fi disfa-, perche le peflt fono firn- f re fiate '^ eie guerre eran0 molto più fiequenti^e pit^ V . . i?. fitngut" fangumofi ne^ftcoli pajfati^ che né* tèpi noflrì: pèrche aBo- ra fìucniua in un tratto alle mani , ^ al cimento d'una hatt agita capale ydoue monna m tre^o cjuattro hore^mag- gix>r numero dt gete/he non ne muore hora m molti anmì\ pire he la guerra e ridotta dalla capala alle mura , e ut fi adopera molto ptu lazappa^che la fpada. il mondo poi no e mai flato fenza uicifitudine di abbondanza ,e dt co- nfita, e di Jalubrttày e dt pefle \ ne mi accade addu rre efl /èmpio di ciò: perche l'hifìorie ne fon piene, Hor [e ci tuh ti cjueftì accidenti Je Città principiate con poca gente ^ar-^. rìuano ad un numero gràde di hatt tanti: onde e^che non uadana proportionatamete cre/cendofTDicono altrt^cio ef. fer^ perche Uio^moderator d'ogni coja, co/i dtfpone: niu¥. no dubita di cto; ma perche t infinita fapiéza di DÌQ,neU lamminiflrationey enei gouemo della natura adopera le, tau fé feconde ydomàdo io con cjuai mezi (jutlia eterna pro^ uidenza faccia moltiplicar il poco,e dia termine almoltot H or per rijpcndere alla (jueftione propofìa^diCMmOych^ la mede (ima domanda, fi puh fare di tutto t human genc^ re;conciofiache efiendo egli, già fono tre mila annty moltit f beato in tal maniera da un^huomoy e da una donna, che n'erano piene, e le Trouincie di terra fermale 1*1 fole del Piarci onde procede , che da tre mila anni m cjuà , que^ fta moltiplicatione non e pajfata oltra ì -. . k f^a ri fluiamo il dubbio nelle Città , perche refi tra anche rifiuto nelì'untuerfi. TDtcìamo dunque, Qhe l ^aUf gumcnto delle Citta procede, parte dalla ruirtù generatL ^a degli huommhp^rte dalla nutrrtma d'effe Qttà:lage.- ner attua T^ E;! Rri Z 0. f^t mrdtìua fènz^a dubbio , che pmprì él 'iftèjja , almeno dà tre mila anni m iftéÀ;conaofiache tanto fino hoggi atti ^L la generatwne gli h uomini, guanto erano a' tempi di Da*, mdyòdt Ada se: onde, fé non uifojfe altro impedimento Ja-. propagattone de gli huomini crefierebbe fenz^fine^e tau* gumento delle Qittàjìnza termine: e femuà mnanzi^bi-, fogna dir e, che ciò proceda da diffetto di nutrimento, e di. fofèegnok Hora iinutrimento fi caua, o dal contado deU^, Città nofira, o dcC paepaltrur.e fi la fitta ha da crefa*. re , bi fogna che le ^uettouaghe le fiano portate da lungi ., Ter fxr che ilnodrimmto ci uenga da lontano y egli è ne* leffkrioyche la uirtuattr attua fa tanto grande yche fupe* ri l^afprezj^ de' luoghi, t altezza de' monti , la bajfiz^ delle ualli,la rapidità de' fiumi, i pencoli del mar e, le inltt die de' cor fati, l "in fi abilità de' uenti , la grandezjia della Jpefityla malageuolez^ delle fir ade y Vmuidia de' uicmt y l'odto de' nemici, L*emulatione de' còpetitoriy la lumhezxét^ del tempo, che fi ricerca per la condotta, le carefiie,e lene- tefiitàde' luoghi iOnde fi ha da códurre la robba,gli odii naturali delle nationi, la contrarietà delle fette , ^ altre co fi tali, le quali nonno ere fendo yficondo che crefie il po- polo, e'' Ibi fogno della Qttà: dtuentano finalmente tante , e tanto grandi,che fuperano ogni diligez^,^ indu/iria hu-. mana\ perche, come metterà mai conto (C mercatanti il far uenire i fòr menti, per efiepio, dall' India, i dal Qataio a 7{oma;ò cC 'K^mam tajpettarlo di Uh cenandogli uni^ e gli altri pofimo ciò fare;chi gli afiicurera , che le annate fiano fempre fidici^ che i popoli filano m pace, che i pajS pano t r B R o fdno aptrti,€ le [ìrade pcure^o che forma fi troverà di co- dir uettouaglie à T^oma^per tanto /patio di terra^in mo- do y che i conduttteri pofiino durar la fatica, e regger aUd Jpefaftìor una dtUefudette difficoltà^ no che più infieme, che sattrauerfijè baftante à difi par il popolo d'una Qttà iifogno/a d'aiuto, fifggetto à tanti accidenti, e caft: una ca- refita,una fame, una guerra,un*incerrdpimento di n^gotiji e di traffichi, un fallimento de* Mercatanti,^ un'altra à fatta co fa farà {come tinuerno alle rÒdini) cercar a^ popoli altro pae fi . La grandez^ ordinariamente delle Città fi firma m otiel figno^nel (juale fi può comodamente confir- tMre;ma la grande z^,c he dipende da caufe r emote ^ o da mezi malageuoliypoco dura -.perche ogniuno cerca la com* moditày zVageuokzia, S" aggiunge alle co fi fiudette^chelt Città grandi fono molto più che lepicciole,figgette alle ca- re fiicperche hanno hifogno di maggior (quantità di uetto- uagtie; ^ alla pe He: perche la contagione ui fi attacca pia facilmente yC con più ftrage;^ à tutte le difficoltà raccon- tate da noi: perche hanno hi fogno di più co fi. Onde fi iene gli huomini erano cofi atti alla generatione nel colmo della gràdezia 'B^mana,come nel fito principio ;nódimeno il po^ polo no crebbe à proportione; perche la uirtù nutritiua del- la Città non haueua forza dipaffar oltre-, conciofiache gli habitantiyin proceffo di tempo ^non hauendo maggior com* modità di uettouaglie, ò non fi accafàuano, ofi ftaccafa^ uanOyi loro figliuoli, oper difagio, operneccfiitàyriuficiua' no da mente, e cercauano fuor della patria mighor «x-m* tura: al che uolendo prouederei "Rimani, face uano fcelta de' TERZO. 3^; de" più poum Cittadini ^ e limandmam nelle Colonici doue , (j'Aafì alUn trafpiantati , migltoraffèro dt condì* tiene , e di commodità , e per ciò moltiplicajjero .. n^er la me de [ima ragione il genere ht4mano,crtfciut$ fino ad una certa moltttudmejnone paJpitotnnanzi\ e fono : tre mila anni e pi%ché'l mondo era cq[ì pieno d*huomtni , come e ai prejente;perche t frutti dcliaterra^e la copia del uitto non comporta maggior numero di genti.CommctarO' no gli huommi à propagarfi nella Mefopotamia^e crejcen- do di mano m mano s^ allargarono diaua, e di la; ^ ha- uendo riempiuto la terra ferma, traghettarono nell'I fole Àel marche da' paeft nofiri arriuarono, àpoco àpoco, alle Terre f che noi chiamiamo Mando nuouoie non e cofa^per la cfual fi combatta con più crudeltà, che il ter reno /l cibo ^ e la comodità dell 'habitatione. i Sucuifi recauano a gran gloria ildefrtare,per molte centinaia di migliaci loro cJ- fini, VSlel Mondo nuouo i popoli deU Ifola Dominicale deU le uicine uanno à caccia d'hiiomintycome noi di cerui, ò di lepri; e ftpafcono delle loro carni: il medefìmo fanno molti popoli di "Bra/il; ma/ìime (juei, che fi chiamano Aymuri, i